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16/12/2017 - 17:38
Volvo Ocean Race, l'arrivo a Melbourne non prima del 24 dicembre
Volvo, Iceberg in vista
Si stramba verso nord
LE ULTIME 48 ORE IN OCEANO INDIANO - VIDEO - Avvistato un iceberg sulla rotta: deciso un nuovo spostamento a nord della zona vietata per i ghiacci (l’Antarctica Ice Exclusion Zone, AIEZ) deciso ieri dagli organizzatori: la flotta stramba verso Nord. Dongfeng sempre in testa, con Mapfre secondo molto vicino. Intanto AkzoNobel ancora rallentato dall'avaria alla rotaia della randa, resta indietro
Venerdì pomeriggio il Race Control centre di Alicante è stato informato della presenza di un iceberg nell’area a nord-est delle isole Kerguelen, il remoto arcipelago di appartenenza francese conosciuto anche come l’arcipelago della desolazione, al cui traverso stanno navigando le sette barche partecipanti alla terza tappa del giro del mondo a vela. Per assicurare la sicurezza degli equipaggi, la direzione di corsa ha dunque deciso di spostare la AIEZ -la zona di esclusione dei ghiacci antartica- più a nord.
“La sicurezza dei velisti è la nostra priorità numero uno. Non vogliamo che le barche, che scendono giù dalle onde a oltre 25 nodi di velocità nelle ore notturne, possano trovarsi in un’area dove sappiamo c’è un significativo rischio di incontrare iceberg.” Ha spiegato il Race Director della Volvo Ocean Race, il britannico Phil Lawrence.
Attualmente il vento è ancora piuttosto forte, sui 20/25 nodi con raffiche a 35, e i temporali sono frequenti. Così la skipper di Turn the Tide on Plastic Dee Caffari ha descritto le condizioni di navigazione in un tweet dall’Oceano meridionale: “Quando si arrotola il FR0 (fractional code zero, la vela frazionata di prua) e si danno due mani di terzaroli con il J3 (il fiocco piccolo) in un temporale e si fanno ancora 30 nodi, vuol dire che c’è ancora abbastanza vento!”
Nella zona, tuttavia, ci sono anche aree di vento leggero, basta finire in una di queste bolle che a bordo l’umore cambia immediatamente con il sospetto che gli avversari stiano camminando forte mentre tu sei fermo e cerchi di rientrare nell’aria. Ed è proprio quello che è successo oggi a Vestas 11th Hour racing, che si è ritrovato in una zona di bonaccia. Lo skipper statunitense ha detto di prepararsi al peggio, al ricevimento del report delle posizioni. “E’ stato un giorno stressante, abbiamo navigato fra cumuli di nuvole e cerchiamo di procedere meglio che possiamo. E’ possibile che quelli dietro ci raggiungano, ma speriamo che tutto lo sforzo che ci abbiamo messo sia servito a limitare i danni.”
Intanto al vertice, Dongfeng Race Team grazie a una migliore velocità media, continua a sopravanzare MAPFRE di 15 miglia e ha messo la prua verso la punta settentrionale della zona di esclusione dei ghiacci. Alle loro spalle Vestas 11th Hour Racing è riuscito a mantenere la terza piazza, ma deve contenere il rientro di team Brunel e di Sun Hung Kai Scallywag. Turn the Tide on Plastic è sesto a poco più di 200 miglia mentre 375 miglia dietro il leader, a bordo di AkzoNobel si lavora ancora a pieno ritmo per cercare di riparare la rotaia della randa sull’albero per poter riprendere a navigare alla massima velocità.
Per ora, comunque, il team guidato da Simeon Tienpont continua a poter utilizzare solo la vela di prua, ed è il più lento della flotta, accumulando ritardo a ogni rilevamento delle posizioni. Eccole.
Leg 3 – Posizoni di sabato 16 dicembre (Day 7) alle ore 13:00 UTC
1. Donfeng Race Team, 3,453.6 miglia all'arrivo
2. MAPFRE +15.0 miglia
3. Vestas 11th Hour Racing +99.3
4. Team Brunel +167.3
5. Sun Hung Kai / Scallywag +176.6
6. Turn the Tide on Plastic +202.5
7. team AkzoNobel +377.3
VIDEO: DAILY LIVE DI SABATO 16 DICEMBRE
IL DIARIO DI BORDO DI VENERDI 15 DICEMBRE: UNA DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI DURE A BORDO - Le condizioni restano dure per i sette team, come ha raccontato l’onboard reporter di Dongfeng, Martin Keruzoré. “Il vento ha rinforzato oggi, e si combina con l’onda da sud, rendendo il mare particolarmente tosto e faticoso. La vita sottocoperta è piuttosto intensa, mi sembra di stare in uno shaker di carbonio e il cocktail che vi si produce non è affatto raffinato. Come dice Charles Caudrelier sembra di stare in una macchina che sta facendo la Parigi-Dakar, senza sabbia ma con molta più umidità.”
La rotta diretta per Melbourne dovrebbe vedere le barche entrare nella zona dei Cinquanta Furiosi ma la loro corsa è bloccata dalla Antarctic Ice Exclusion Zone definita dagli organizzatori per tenere le barche lontane dalle acque infestate da iceberg e growler. Perciò, per evitare di sconfinare nella AIEZ e pur restando nell’area di vento più intenso, i battistrada sono stati costretti a numerose strambate. Manovra non facile, anzi assai pericolosa se fatta con mare molto formato e vento oltre i 60 nodi.
BEKKING: COME STRAMBARE CON 45 NODI - Lo skipper di Team Brunel, Bouwe Bekking ha raccontato proprio una di queste manovre in un suo blog dal Souther Ocean. “Abbiamo strambato in 45 nodi. Fortunatamente stavamo surfando sull’onda e la randa è passata senza problemi. Ci si preoccupa sempre delle stecche e della rotaia, in queste condizioni. Il vento più forte che abbiamo visto sulla raffica era di 62 nodi, meno male che avevamo arrotolato il gennaker poco prima.”
LA SITUAZIONE DI AKZONOBEL - Proprio lo scotto di una strambata non perfetta è stato pagato da AkzoNobel, con il risultato di strappare la rotaia della randa dall’albero, e di danneggiare anche la randa. Costretto a utilizzare solo vele di prua, il team ha dovuto far rotta verso nord e verso un clima più clemente per effettuare le riparazioni con la resina. Purtroppo nel processo la barca ha rallentato moltissimo e si trova ora in ultima posizione.
“La barca è a posto, tutti hanno lavorato duro per un giorno e mezzo per riparare.” Ha spiegato lo skipper di Akzonobel, Simeon Tienpont. “Siamo andati a nord, dove ci sono dieci gradi di temperatura in più, così abbiamo potuto rimontare la rotaia sull’albero e iniziato a riparare la randa. Non è proprio una situazione ideale, prima di partire avevamo detto che si doveva arrivare a Melbourne in un solo pezzo. Siamo piuttosto stressati perché vogliamo fare in tempo per la prossima tappa. Stiamo reagendo, siamo in assetto di lotta, non c’è molto altro che possiamo fare.”
Secondo le ultime previsioni i primi potrebbero arrivare in terra australiana il 24 dicembre.
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