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19/08/2013 - 22:23
Finale Louis Vuitton Cup: demolition derby
Finale Louis Vuitton Cup: demolition derby
Una regata normale? Pare proprio di no...
!--paging_filter--strongEmirates Team New Zealand torna in testa 2-1 su Luna Rossa nella Finale della Louis Vuitton Cup. Ma a decidere è l'ennesimo cedimento, stavolta si rompe il sistema di controllo della wingsail della barca italiana. E' una finale decisa da episodi. Intanto il vento cresce, come previsto. E con esso, i rischi/strongbr /
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Ritorno alla realtà per Luna Rossa. Ma è una Louis Vuitton Cup che sembra giocarsi solo sul filo delle rotture e delle avarie. Demolition derby: chi rompe paga, e il punto va all’avversario. La partenza più bella e convincente della serie per il team italiano non è bastato: Luna Rossa alla pari con Emirates Team New Zealand sulla linea dello start, appaiata spalla a spalla fino a girare la prima boa con soli 3 secondi di ritardo. Gara tence, gara aperta, il sogno di giocarsela fino in fondo. Questo il piano di battaglia, il sogno di Max Sirena e compagnia. Crederci.br /
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La partenza molto bella di Luna Rossa è stata seguita dal primo laschetto altrettanto spettacolare, forse il più combattuto visto finora: le due barche fianco a fianco alla stessa velocità, tra 33 e 38 nodi, in pieno foiling. Solo una leggera caduta dal foiling di Luna Rossa ha dato a ETNZ io 3 secondi di margine alla prima boa. "Ma ero certo che li avremmo superati", ha insistito nel racconto Chris Draper, timoniere di Luna Rossa.br /
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Un progetto durato il tempo di qualche altra strambata, la verifica delle media di velocità al primo lato di poppa (35 nodi per ETNZ contro 33,83 per LT), per infrangersi infine sull’ennesimo colpo di scena che con la vela c’entra ben poco. Si rompe ancora qualcosa, un pezzo delle complicate e delicate attrezzature di questi mostri imbizzarriti. E si rompe su Luna Rossa. Le scene si ripetono e diventano abitudine che fa passare il piacere di seguire una vera e bella regata velica: la barca ferita – in questo caso Luna Rossa – rallenta e si ferma. A bordo si cerca di risolvere il problema, e ancora prima di capirlo. Pare che si sia trattato di un cedimento del sistema di controllo della wingsail. Lanbsp; wingsail è la grande randa a profilo alare, praticamente un’ala più che una vela, ed è un’altra delle novità di questa Coppa America. I sistemi di controllo di queste componenti sono legati a delicati meccanismi, e le onde, il vento, l’usura, nonostante si tratti di barche di circa un anno di vita, evidentemente colpisce e spacca.br /
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Morale: Emirates Team New Zealand vince la regata (tecnicamente la numero 2, visto che si trattava di un recupero), e si riporta in vantaggio 2-1 nella serie. Il vento soffia a 19 nodi e il limite è a 19.4. Aumenterà e poco più tardi il Comitato di Regata rinvia la partenza della seconda prova del giorno (il recupero di regata 4), e Luna Rossa tira un sospiro di sollievo. Insomma la finale della Louis Vuitton Cup torna alla realtà: quella di uno squadrone velico, quello neozelandese, che respinge i dubbi di fragilità, si riprende alla grande e torna in testa. E di una sfida italiana che conferma grande generosità, passi avanti (la grinta, la partenza e la velocità non sono lontanissima dai maestri kiwi), ma anche un po’ sfortunata. Il circo va avanti, in una San Francisco sempre abbastanza distratta.br /
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Intanto negli ultimi giorni si fa strada un protagonista ancora forse sottovalutato: il vento. Nella baia come previsto soffia forte e sta aumentando con la stagione. A settembre è previsto il picco massimo. Si rischiano molte giornate con regate rinviate per troppo vento, il calendario può esserne sconvolto, e ci potrebbero essere decisioni imprevedibili sulla materia. Di certo, come visto a ETNZ con 19 nodi, vento e onda in aumento non sono il terreno ideale oer questi catamarani.br /
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