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11/11/2015 - 14:56
Transat e Mini Transat
Ultimora Atlantico Pedote vince
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ULTIM'ORA MERCOLEDI 11 ORE 13
>> Arrivo vittorioso in classe Multi50 per Giancarlo Pedote e Erwan Le Roux con FeneterA-Prysmian. Confermate dunque le attese, bella (ed ennesima) vittoria per Giancarlo sul trimarano con Erwan. E tra poco i commenti dalla voce del velista fiorentino su SAILY TV.
>> Alle 13:41 tra gli IMOCA, PRB è a 4 miglia dal traguardo e il secondo BP8 dista ancora 60 migli, dunque verdetto fatto anche per la classe del Vendée Globe. Su questa regata, sulla classe, le novità dei foil, le tante avarie e gli sviluppi futuri, vi anticipiamo un servizio con il commento di esperti navigatori.
>> MINI TRANSAT - Michele Zambelli è nuovamente secondo!, ma Denis allunga a 75 miglia, e gli altri sono abbastanza vicini. Presto sul magazine di Saily una scheda con i distacchi di tempo tra Michele e gli avversari, per seguire l'arrivo e le possibili combinazioni di classifica del nostro navigatore.
IL Multi50 FENÊTRÉA-PRYSMIAN ha tagliato la linea d’arrivo della Transat Jacques Vabre alle 11:59 e 13 secondi (ora italiana). Erwan Le Roux e Giancarlo Pedote hanno impiegato 16 giorni 22 ore, 29 minuti e 13 secondi a percorrere le 5.400 miglia (10.000 km) ortodromiche da Le Havre (in Normandia) a Itajaí (nel sud del Brasile)
Grazie a queste performances, il duo franco-italiano conquista la vittoria nella classe Multi50 e il terzo posto assoluto in questa traversata oceanica, lunga come un quarto del giro del mondo.
Si tratta della terza vittoria alla Transat Jacques Vabre per Erwan Le Roux e la prima vittoria alla prima partecipazione per Giancarlo Pedote, dopo una stagione piena di successi.
Un risultato conquistato con fatica, stringendo i denti, in quella che verrà ricordata come un’edizione particolarmente dura per le condizioni meteo marine che hanno caratterizzato il campo di regata soprattutto nei primi 4-5 giorni, durante i quali gli skipper di FenêtréA-Prysmian hanno deciso di adottare una strategia conservativa per la salvaguardia dei materiali e dell’imbarcazione.
Con il miglioramento delle condizioni meteo e grazie ad una traiettoria più occidentale già al passaggio delle Azzorre, il duo Le Roux - Pedote è comunque riuscito ben presto a recuperare lo svantaggio inizialmente accumulato, fino a prendere la testa della flotta in un primo momento il 29 ottobre mattina e poi stabilmente a partire dal 31 ottobre.
Anche il passaggio clou del Pot au Noir è stato gestito da FenêtréA-Prysmiani in maniera favorevole.
L’indicazione del routier Jean Yves Bernot di entrare nella zona di interconvergenza tropicale al 29 Ovest ha pagato, tanto che, dopo il passaggio di questa difficile zona, il vantaggio sul secondo risultava quasi raddoppiato. Se nella notte del 2 novembre il Multi 50 franco-italiano distava circa 260 miglia da Arkema, in quel momento secondo, la mattina del 6 novembre il distacco su Ciela Village (divenuto nel frattempo secondo) era di oltre 400 miglia.
E’ poi all’altezza di Fernando de Noronha che Pedote e Le Roux hanno superato il primo gruppo degli IMOCA, passando terzi nella classifica generale dopo i due Ultime MACIF e Sobedo Ultim’.
L’imprevisto
Sabato 7 novembre, mentre FenêtréA-Prysmian si trovava in discesa lungo le coste brasiliane, la randa si è lacerata nella parte superiore, obbligando i due skipper ad effettuare una riparazione a bordo che ha rallentato l’andatura del trimarano per qualche ora, ed ha concesso agli inseguitori il recupero di una quarantina di miglia.
Trovandosi a navigare in alisei da Sud Est abbastanza sostenuti, Giancarlo Pedote e Erwan Le Roux hanno dovuto regolare stabilmente la randa con una mano di terzaroli, arrivando fino a due mani di terzaroli nei pressi del Golfo di Rio, dove le condizioni più instabili erano pericolose per una vela con una riparazione di fortuna.
Nonostante il non poter sfruttare al 100% le potenzialità della barca, le difficoltà di un meteo non favorevole neanche nella fase finale (venti di 25 nodi con punte a 35 all’altezza di Rio e calo radicale dei venti nella baia di Itajaí) e nonostante lo slalom richiesto dalle numerose piattaforme petrolifere presenti lungo la costa brasiliana nei pressi di Rio, il team di FenêtréA-Prysmian ha potuto mantenere non solo la testa della flotta dei Multi 50, grazie al vantaggio ottenuto precedentemente, ma anche la terza posizione assoluta.
IL RACCONTO DI GIANCARLO
«Vincere la TJV a bordo di FenêtréA Prysmian è un’emozione grandissima, difficile da descrivere» – dichiara sereno Giancarlo Pedote al suo arrivo in banchina. «Ricordo quando ero preparatore a Le Havre nell’edizione del 2001: la sera, quando il porto era più calmo e non c’era più vento, le luci risplendevano sulle barche e io mi sedevo a guardarle tutte. Partire 14 anni dopo su un multiscafo è stata una grandissima emozione: ricamminare a Le Havre, ripensare a quello che era passato in precedenza…
Vincere poi la regata al primo colpo insieme a Erwan è stato fantastico, per un insieme di ragioni: innanzitutto perché navigare in multiscafo è un’esperienza molto ricca in termini di cultura velica; e poi, chiaramente, perché la vittoria ripaga di tutte le difficoltà, di tutti i sacrifici, di tutto quello che c’è a monte del lavoro »
La coppia di velisti ha dovuto affrontare le prime ore di navigazione con prudenza, viste le condizioni meteo piuttosto dure, ma non appena le condizioni lo hanno permesso, hanno attaccato, optando per una rotta occidentale che puntava ad uno specifico passaggio di ingresso al Pot au Noir, il 29 Ovest.
Una scelta che li ha favoriti, dal momento che sono riusciti ad uscire dalla “zona d'ombra” delle calme equatoriali più velocemente dei loro avversari.
«E’ stata una corsa molto interessante» continua Pedote, «Abbiamo avuto diritto al routage. È quindi un po’ come camminare con gli occhi bendati, tu esegui letteralmente tutto ciò che ti viene detto e ti occupi soltanto di fare andare veloce la barca, di fare le manovre. Per me si è trattato di uno stile di regata completamente diverso, in cui all’inizio è un po’ difficile calarsi ma in cui poi ci si trova a proprio agio perché il multiscafo fisicamente è una barca estenuante».
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