News | Regata > Vela Oceanica
08/11/2011 - 15:08
Transat 650, tra imprese, volti, emozioni
Transat 650, tra imprese, volti, emozioni
Susanne d'Italia!
Un grande marinaio
Un grande marinaio
!--paging_filter--strongSusanne Beyer, genovese di Zoagli, ha concluso la Transat 650 al 22° posto, seconda femminile e prima degli italiani! Chi è, cosa ha fatto e cosa farà la nuova marinaia azzurra. VIDEO! Simone Gesi 26°, tartassato dalla jella ma felice. L'ultimo italiano, Maurizio Gallo, si ferma esausto sulla costa brasiliana.../strong!--break--br /
nbsp;br /
nbsp;br /
SUSANNE BEYER RACCONTA LA SUA PENELOPEiframe allowfullscreen="" src="http://www.youtube.com/embed/ro6uHuL9P74" frameborder="0" height="372" width="620"/iframeLa vela oceanica italiana ha i capelli biondi e gli occhi vispi e marroni di Susanne Beyer. Imparate bene questo nome: a 33 anni la navigatrice genovese ha compiuto un'impresa notevole, e non può più restare nell'ombra. Seconda alla Transat 650 nella classifica femminile degli scafi di Serie, col suo Penelope, un Pogo 650, battuta solo dalla inglese Pip Hare. C'è di più: Susanne è arrivata a Salvador de Bahia prima tra tutti gli italiani, ben otto alla partenza di questa edizione della Mini-Transat. E se obiettate che di questi 5 (forse 6, come vedremo) si sono ritirati, bè questo argomento secondo noi aumenta lo spessore dell'impresa di Susanne. Vogliamo ricordarla, la flotta tricolore alla Transat 650 del 2011: Andrea Pendibene, Andrea Caracci, Tiziano Rossetti, Giacomo Sabbatini, Sergio Frattaruolo, sono i cinque ritirati. E in queste ore c'è mistero su Maurizio Gallo, 59 anni, che con Yak era all'ultimo posto tra i proto, ma in gara, fino a circa 260 miglia dal traguardo: poi la sua traccia online si perde sulla costa. Potrebbe trattarsi di un errore di comunicazione, perché il sito della regata continua a considerarlo in classifica. Poi viene indicato AB (abandon, ritirato), e in attesa di capire cosa sia successo affiora il ricordo di quanto accadde due anni fa a Riccardo Apolloni, piaggiato a 60 miglia dall'arrivo quando era in seconda posizione!br /
br /
strongULTIME DA MAURIZIO GALLO/strongbr /
emIl sito della Transat rende noto che l'italiano si è fermato a Maceio (tra Racife e Aracaujo), ha dichiarato di essere "stremamente esausto" e di volersi riposare! E' in porto, non è chiaro se intenda ripartire e concludere la regata con le ultime 200 miglia fino a Salvador de Bahia. Forza Maurizio!/embr /
br /
Resta il fatto che Susanne Beyer porta in alto i cuori della nostra vela. Perché hai voglia a dire che alla Transat 650 la parte più difficile sia essere al via... Ma concluderla, arrivare dall'altra parte, è la vera sfida, e riuscirci contro se stessi, gli altri, le avversità, facendo del mare e degli elementi degli alleati e non dei nemici, è il lavoro dei grandi marinai. Chi è il nuovo grande marinaio scoperto dalla vela oceanica azzurra?br /
nbsp;br /
E' Susanne stessa che racconta così l'inizio del suo rapporto con la vela, lo spiega sul suo sito (minipenelope.it): "A sei mesi i miei genitori mi portano in crociera con loro sul 35 piedi "Marea", che diventerà la mia prima palestra; comincia una bella avventura... Sul Marea - un Impala 35 disegnato da Sparkman and Stevens - imparo ad andare per mare. Si naviga molto, per piacere d'estate e per regate d'inverno. Sono una marinaretta instancabile e papà è un bravo comandante. Per 16 anni navighiamo insieme. Dall'età di 6 anni - inoltre - mi dedico alle derive (pur preferendo sempre la navigazione d'altura); si comincia - ovviamente - dai mitici Optimist! Che grande scuola la vela!... un bimbo, una piccola barca, il mare: un bel modo per imparare ad arrangiarsi ed allo stesso tempo a socializzare, essere corretti con gli altri, tenere in ordine le proprie cose."br /
nbsp;br /
Poi naviga a lungo sul ketch aurico del 1914 Tirrenia II, di Gianni Loffredo. Il presidente dell'AIVE (l'associazione delle vele d'epoca) vede in lei un grande marinaio e le affida il comando e la gestione del restauro. Ma in lei resta un richiamo forte: "In tutti questi anni il legno non mi distoglie dal resto del mondo della vela: continuo a partecipare alle regate ed a navigare su barche moderne. Nel 2009 mi diplomo all'Istituto Nautico di Genova. Il Mini 650 è sempre stato soltanto un sogno, il sogno degli altri, che seguo sulle riviste della vela e tale è rimasto per molti anni. Nel 2006 decido che voglio provarci ed il sogno diventa - sulla carta - progetto; non ho mezzi, neanche per cominciare. Si parte da zero! Impiego 3 anni per trovare gli sponsor ed il finanziamento per comprare la barca. Penelope è nata. E' solo un'idea, una lampadina che si è accesa dentro di me e che non so più come fare a spegnere."br /
nbsp;br /
Visti i risultati, cara Susanne, è una meraviglia che quella lampadina non si sia spenta, anzi vorremmo proprio che si illuminasse ancora a lungo.br /
nbsp;br /
Giornata di gloria anche per Simone Gesi, arrivato al 26° posto. Il toscano, Istruttore FIV, era alla sua seconda Transat 650. Due anni fa dovette ritirarsi ed è un suo merito straordinario quello di averci riprovato, e di aver fortemente voluto portarla a termine. Perché anche stavolta la sfortuna si è accanita contro di lui: "Lo strallo che si era rotto nella prima tappa, si è rotto ancora. E poi una ad una si sono rotte tutte le stecche della randa. Per fortuna ne avevo di rispetto. Una miriade di altri lavori... Ho fatto manutenzione anziché veleggiare! E' stata dura, e la parte peggiore sono stati gli ultimi due giorni, con i temporali più brutti di tutta la traversata, vento a 40 nodi improvviso, un tormento... Ma questa è la Transat 650, e io lo sapevo. Se avessi voluto riposarmi sarei andato in vacanza con mia moglie... Cosa che spero farò presto! Oggi sono proprio felice."br /
nbsp;br /
La storia di Susanne, la storia di Simone, la storia misteriosa di Maurizio. E le storie di tutti gli altri. Le storie del mare come forse solo una regata transatlantica con barchette di 6 metri e mezzo sa creare e raccontare. Per capirle un po', anche da lontano, anche seduti a una scrivania, basta guardare le facce di chi è appena arrivato a Bahia, dopo un mese di Atlantico sul suo guscio. Ne abbiamo fatto una lunga e imperdibile gallery fotografica. Occhi, pelle, barba, mani: guardateli, ci troverete l'oceano.br /
Commenti