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09/02/2015 - 14:21
La Volvo Ocean Race si fa interessante
La Volvo Ocean Race si fa interessante
Sanya-Auckland,
cosa può succedere
cosa può succedere
E' partita la quarta tappa della Volvo Ocean Race, da Sanya (Cina) a Auckland (Nuova Zelanda), di 5264 miglia. Subito giorni duri e tempestosi nel mare cinese. E subito Dongfeng al comando: come cambiano le gerarchie della regata? Cronaca delle prime durissime 24 ore
Dongfeng adesso ci crede. Nonostante la pressione addosso, per questo team giovane e forse non pronosticato subito come favorito, la vittoria nella terza tappa (dominata dall'inizio alla fine) e la leadership della classifica, impongono di mettere il team franco-cinese in cima alla lista dei possibili vincitori del giro. E la loro risposta è scattare subito in testa dopo la prima notte della quarta tappa...
LE PRIME 24 ORE, DURE COME PREVISTO
Come previsto, le prime 24 ore della quarta tappa della Volvo Ocean Race, da Sanya ad Auckland, non hanno dato un attimo di respiro alla flotta, che avanza di bolina nel Mar Cinese Meridionale verso la punta settentrionale delle Filippine. Vento forte e onde molto alte stanno mettendo a dura prova le sei barche in regata e i 57 velisti oceanici. La flotta è ancora raggruppata in poco meno di 9 miglia, guidata da Dongfeng Race Team, Abu Dhabi Ocean Racing e MAPFRE, e tutti cercano di uscire indenni da queste condizioni potenzialmente pericolose per barche, uomini e attrezzature.
I sei team hanno lasciato l'isola tropicale di Hainan ieri mattina, ma la prima notte di navigazione si è dimostrata poco benevola nei loro confronti, se non addirittura brutale. Navigare controvento con 20/30 nodi di vento non è certo una situazione ideale e se a questo, si aggiunge uno stato del mare “cattivo” con onde sui 4/5 metri, la cosa è tutto tranne che piacevole. Il forte vento presente sull'area è la conseguenza di una zona di altra pressione situata fra le città cinesi di Shanghai e Qingdao, che crea un robusto monsone di nord-est lungo la rotta per lo stretto di Luzon, ossia fra Taiwan e le Filippine, proprio dove sta facendo rotta la flotta. Secondo le previsioni le condizioni dovrebbero migliorare una volta le barche usciranno dal Mar Cinese Meridionale per entrare nel Mare delle Filippine, ma lo stretto dista ancora circa 400 miglia. Curiosamente quest'area del pianeta è nota per il gigantesco movimento ondoso sottomarino, un fenomeno del tutto invisibile ma che ha forti effetti sul clima e l'ecosistema oceanico.
I velisti stanno cercando di resistere a una situazione molto poco confortevole, che in alcuni casi ha causato anche mal di mare, e di entrare nel ritmo della navigazione, cosa tutt'altro che semplice. Come racconta l'onboard reporter Amory Ross da bordo di Team Alvimedica: “E' una sensazione di nausea indescrivibile, quella che prende nelle prime 36 ore dopo una partenza dura, lo stomaco sottosopra non ti permette di fare quasi nulla, o almeno in modo normale. Il corpo ha bisogno di tempo per acclimatarsi, tempo che non abbiamo avuto, e non importa se hai vomito o meno, ti senti una schifezza e di solito dura finché le condizioni non migliorano. La cuccetta è forse l'unico posto dove si potrebbe stare meglio, ma in realtà non riesci a entrarci. Ci sono vele da cambiare, una barca da portare, cibo da cucinare e persino un blog da scrivere. Tutti hanno qualcosa da fare... l'unica soluzione è pensare che poi le cose miglioreranno. 30 nodi sulla faccia e un'onda ripida e cattiva sono scomodi, ma andare veloci è un'altro tipo di lotta, non sono condizioni che abbiamo potuto provare prima, non ci sono ancora famigliari.”
Gli fa eco il collega Matt Knighton da Azzam, la barca del team Abu Dhabi Ocean Racing. “Azzam sbatte così violentemente che non riesco nemmeno a scrivere una frase tutta intera. Le ultime 24 ore sono state senza dubbio le più dure di tutta la regata. Il vento ha continuato ad aumentare e le onde non hanno nessuno ritmo. Non appena ci sono dieci secondi di calma apparente, la barca si lancia giù da un'onda e le cose cadono dappertutto, il colpo sull'acqua è così forte che si riverbera sull'albero e per tutto lo scafo. Non è molto confortante sapere che la flotta è vicina e che stiamo tutti soffrendo allo stesso modo. Moltiplica solo la possibilità che qualcuno rompa qualcosa. Per ora non ci sono scelte tattiche è solo una questione di rimanere tutti interi.” Knighton riporta anche il racconto dello skipper Ian Walker, che definisce il Mar Cinese meridionale come il “mare delle rotture certe”, avendolo sperimentato nell'edizione del 2008/09 quando sia lui che Chuny Bermudez furono costretti a riparare con le rispettive barche alle Filippine, dopo aver sofferto gravi danni. “Quando abbiamo rotto con Green Dragon era peggio però, c'erano 50 nodi e onde di 10 metri!”
Secondo il meteorologo della regata Gonzalo Infante, domani mattina la flotta incontrerà le condizioni più dure, con 25 e fino a 35 nodi di bolina. “A questo si aggiunge lo stato del mare pessimo, i continui salti sulle onde, alla frequenza di una ogni 5 secondi, che vuol dire 72 ogni ora e non meno di 1.500 in un giorno. Le vibrazioni mettono alla prova i materiali e anche i velisti, che sono costretti a dormire, quando riescono, con i piedi verso prua.” E, tuttavia, pare che la flotta non incontrerà una situazione “non navigabile” come successo in passato in questa zona. Infante prevede che la flotta opti per la rotta più diretta verso lo stretto di Luzon, anche perché in queste ore è attivo un tifone nell'area della costa sud-est delle Filippine, che potrebbe avere un effetto sugli alisei che i team sperano di poter agganciare dopo il passaggio dello stretto. Ma per vedere cosa veramente succederà, non si può far altro che attendere l'evoluzione della meteo.
All'ultimo rilevamento delle posizioni i battistrada sono i leader della classifica generale, i franco/cinesi di Dongfeng Race Team, seguiti a pochissima distanza da Abu Dhabi Ocean Racing con il quale si sono dati il cambio al vertice per tutta la notte. Terzi sono spagnoli di MAPFRE, quarto Team Brunel, poi Team Alvimedica e Team SCA. I sei scafi sono comunque tutti racchiusi in un raggio di poco meno di 9 nove miglia e navigano con velocità tutte superiori agli 11 nodi.
CHE TAPPA SARA'
Partiti, i sei team della Volvo Ocean Race hanno preso il via della quarta tappa. Hanno davanti a loro 5.264 miglia teoriche di navigazione per raggiungere Auckland per una tappa ancora una volta complessa e, soprattutto, con previsioni meteo che parlano di condizioni dure, con vento forte e mare molto formato. Tre settimane e mezza e moltissimo da giocarsi nella classifica generale.
Sanya non si è risparmiata e ha offerto condizioni magnifiche per la partenza della quarta tappa. Sole, vento e moltissime barche spettatori a seguire lo start e le evoluzioni dei sei equipaggi attorno alle boe e poi fino all'imponente statua di Budda, ultimo passaggio obbligato prima dell'uscita in mare aperto. Bella partenza di Team Alvimedica, su cui corre l'unico italiano della regata Alberto Bolzan, degli spagnoli di MAPFRE e di Abu Dhabi Ocean Racing. Alla prima boa sono proprio i giovani di Alvimedica a passare in testa ma poi, dalla seconda sono i leader della classifica generale, vincitori della terza tappa e della in-port di ieri di Dongfeng a guidare la flotta. Primo al passaggio della spettacolare statua di Buddha, che con i suoi 108 metri è la quarta più alta del mondo, Team Brunel, seguito da Dongfeng Race Team e da Team Alvimedica.
Ora i 57 velisti, si preparano ad affrontare la lunga rotta verso la celeberrima City Of Sails: 5.264 miglia teoriche che si annunciano forse come le più dure dalla partenza di Alicante, con previsioni di vento intenso, forte corrente contraria e mare molto formato fin dalle prime 24/48 ore nel Mar Cinese Meridionale. Una zona decisamente infida, tanto che nel 2012 Team Telefónica registrò onde alte fino a 15 metri, cioè come un palazzo di cinque piani. Tutti i navigatori si concentreranno poi sul difficile passaggio dello stretto di Luzon, fra Taiwan a nord e le Filippine a sud, dove ci si dovrà posizionare al meglio per affrontare in anticipo la zona di convergenza intertropicale, diversi giorni più tardi.
Da notare che Dongfeng, ha cambiato quattro componenti dell'equipaggio. Per questa quarta tappa, infatti, risalgono a bordo della barca grigia e rossa lo svedese Martin Strömberg e i due velisti cinesi Yang Jiru detto Wolf e Chen Jin Hao detto Horace. Il navigatore Pascal Bidegorry è stato invece sostituito dal connazionale transalpino Erwan Israël, che non manca certo di esperienza, avendo fatto parte dell'equipaggio di Groupama nella scorsa edizione del giro del mondo, e che proprio ad Auckland vinse la sua prima tappa.
Ma, se i cambi di equipaggio su Dongfeng facevano parte di un progetto stabilito da tempo, più inaspettata è arrivata la sostituzione a bordo di Abu Dhabi Ocean Racing dove il giovane britannico Alex Higby è stato chiamato proprio all'ultimo momento a sostituire l'unico velista dell'emirato, Adil Kalid, vittima di una seria forma di intossicazione.
Lotta aperta e tappa tutta da seguire per vedere come evolverà la situazione di classifica, che vede sì Dongfeng in testa, ma che ha registrato finora tre diversi vincitori su tre tappe disputate. Alle spalle del team franco/cinese e di Abu Dhabi Ocean Racing sul tabellone, chi sicuramente cercherà il riscatto da una terza tappa non brillante è il veterano olandese Bouwe Bekking su Team Brunel. I giovani di Team Alvimedica guidati dallo skipper statunitense Charlie Enright cercheranno di salire di nuovo sul podio, come sono brillantemente riusciti a fare nella scorsa frazione, mentre MAPFRE e Team SCA devono entrambi ancora dimostrare il loro vero potenziale nelle tappe oceaniche.
Secondo le prime previsioni, la flotta potrebbe arrivare ad Auckland dopo circa tre settimane e mezza di navigazione, agli inizi di marzo. L'avanzamento dei sei team può essere seguito con lo strumento del tracker, la cartografica elettronica, aggiornata ogni tre ore al link: http://www.volvooceanrace.com/en/virtualeye.html
Dongfeng adesso ci crede. Nonostante la pressione addosso, per questo team giovane e forse non pronosticato subito come favorito, la vittoria nella terza tappa (dominata dall'inizio alla fine) e la leadership della classifica, impongono di mettere il team franco-cinese in cima alla lista dei possibili vincitori del giro. E la loro risposta è scattare subito in testa dopo la prima notte della quarta tappa...
LE PRIME 24 ORE, DURE COME PREVISTO
Come previsto, le prime 24 ore della quarta tappa della Volvo Ocean Race, da Sanya ad Auckland, non hanno dato un attimo di respiro alla flotta, che avanza di bolina nel Mar Cinese Meridionale verso la punta settentrionale delle Filippine. Vento forte e onde molto alte stanno mettendo a dura prova le sei barche in regata e i 57 velisti oceanici. La flotta è ancora raggruppata in poco meno di 9 miglia, guidata da Dongfeng Race Team, Abu Dhabi Ocean Racing e MAPFRE, e tutti cercano di uscire indenni da queste condizioni potenzialmente pericolose per barche, uomini e attrezzature.
I sei team hanno lasciato l'isola tropicale di Hainan ieri mattina, ma la prima notte di navigazione si è dimostrata poco benevola nei loro confronti, se non addirittura brutale. Navigare controvento con 20/30 nodi di vento non è certo una situazione ideale e se a questo, si aggiunge uno stato del mare “cattivo” con onde sui 4/5 metri, la cosa è tutto tranne che piacevole. Il forte vento presente sull'area è la conseguenza di una zona di altra pressione situata fra le città cinesi di Shanghai e Qingdao, che crea un robusto monsone di nord-est lungo la rotta per lo stretto di Luzon, ossia fra Taiwan e le Filippine, proprio dove sta facendo rotta la flotta. Secondo le previsioni le condizioni dovrebbero migliorare una volta le barche usciranno dal Mar Cinese Meridionale per entrare nel Mare delle Filippine, ma lo stretto dista ancora circa 400 miglia. Curiosamente quest'area del pianeta è nota per il gigantesco movimento ondoso sottomarino, un fenomeno del tutto invisibile ma che ha forti effetti sul clima e l'ecosistema oceanico.
I velisti stanno cercando di resistere a una situazione molto poco confortevole, che in alcuni casi ha causato anche mal di mare, e di entrare nel ritmo della navigazione, cosa tutt'altro che semplice. Come racconta l'onboard reporter Amory Ross da bordo di Team Alvimedica: “E' una sensazione di nausea indescrivibile, quella che prende nelle prime 36 ore dopo una partenza dura, lo stomaco sottosopra non ti permette di fare quasi nulla, o almeno in modo normale. Il corpo ha bisogno di tempo per acclimatarsi, tempo che non abbiamo avuto, e non importa se hai vomito o meno, ti senti una schifezza e di solito dura finché le condizioni non migliorano. La cuccetta è forse l'unico posto dove si potrebbe stare meglio, ma in realtà non riesci a entrarci. Ci sono vele da cambiare, una barca da portare, cibo da cucinare e persino un blog da scrivere. Tutti hanno qualcosa da fare... l'unica soluzione è pensare che poi le cose miglioreranno. 30 nodi sulla faccia e un'onda ripida e cattiva sono scomodi, ma andare veloci è un'altro tipo di lotta, non sono condizioni che abbiamo potuto provare prima, non ci sono ancora famigliari.”
Gli fa eco il collega Matt Knighton da Azzam, la barca del team Abu Dhabi Ocean Racing. “Azzam sbatte così violentemente che non riesco nemmeno a scrivere una frase tutta intera. Le ultime 24 ore sono state senza dubbio le più dure di tutta la regata. Il vento ha continuato ad aumentare e le onde non hanno nessuno ritmo. Non appena ci sono dieci secondi di calma apparente, la barca si lancia giù da un'onda e le cose cadono dappertutto, il colpo sull'acqua è così forte che si riverbera sull'albero e per tutto lo scafo. Non è molto confortante sapere che la flotta è vicina e che stiamo tutti soffrendo allo stesso modo. Moltiplica solo la possibilità che qualcuno rompa qualcosa. Per ora non ci sono scelte tattiche è solo una questione di rimanere tutti interi.” Knighton riporta anche il racconto dello skipper Ian Walker, che definisce il Mar Cinese meridionale come il “mare delle rotture certe”, avendolo sperimentato nell'edizione del 2008/09 quando sia lui che Chuny Bermudez furono costretti a riparare con le rispettive barche alle Filippine, dopo aver sofferto gravi danni. “Quando abbiamo rotto con Green Dragon era peggio però, c'erano 50 nodi e onde di 10 metri!”
Secondo il meteorologo della regata Gonzalo Infante, domani mattina la flotta incontrerà le condizioni più dure, con 25 e fino a 35 nodi di bolina. “A questo si aggiunge lo stato del mare pessimo, i continui salti sulle onde, alla frequenza di una ogni 5 secondi, che vuol dire 72 ogni ora e non meno di 1.500 in un giorno. Le vibrazioni mettono alla prova i materiali e anche i velisti, che sono costretti a dormire, quando riescono, con i piedi verso prua.” E, tuttavia, pare che la flotta non incontrerà una situazione “non navigabile” come successo in passato in questa zona. Infante prevede che la flotta opti per la rotta più diretta verso lo stretto di Luzon, anche perché in queste ore è attivo un tifone nell'area della costa sud-est delle Filippine, che potrebbe avere un effetto sugli alisei che i team sperano di poter agganciare dopo il passaggio dello stretto. Ma per vedere cosa veramente succederà, non si può far altro che attendere l'evoluzione della meteo.
All'ultimo rilevamento delle posizioni i battistrada sono i leader della classifica generale, i franco/cinesi di Dongfeng Race Team, seguiti a pochissima distanza da Abu Dhabi Ocean Racing con il quale si sono dati il cambio al vertice per tutta la notte. Terzi sono spagnoli di MAPFRE, quarto Team Brunel, poi Team Alvimedica e Team SCA. I sei scafi sono comunque tutti racchiusi in un raggio di poco meno di 9 nove miglia e navigano con velocità tutte superiori agli 11 nodi.
CHE TAPPA SARA'
Partiti, i sei team della Volvo Ocean Race hanno preso il via della quarta tappa. Hanno davanti a loro 5.264 miglia teoriche di navigazione per raggiungere Auckland per una tappa ancora una volta complessa e, soprattutto, con previsioni meteo che parlano di condizioni dure, con vento forte e mare molto formato. Tre settimane e mezza e moltissimo da giocarsi nella classifica generale.
Sanya non si è risparmiata e ha offerto condizioni magnifiche per la partenza della quarta tappa. Sole, vento e moltissime barche spettatori a seguire lo start e le evoluzioni dei sei equipaggi attorno alle boe e poi fino all'imponente statua di Budda, ultimo passaggio obbligato prima dell'uscita in mare aperto. Bella partenza di Team Alvimedica, su cui corre l'unico italiano della regata Alberto Bolzan, degli spagnoli di MAPFRE e di Abu Dhabi Ocean Racing. Alla prima boa sono proprio i giovani di Alvimedica a passare in testa ma poi, dalla seconda sono i leader della classifica generale, vincitori della terza tappa e della in-port di ieri di Dongfeng a guidare la flotta. Primo al passaggio della spettacolare statua di Buddha, che con i suoi 108 metri è la quarta più alta del mondo, Team Brunel, seguito da Dongfeng Race Team e da Team Alvimedica.
Ora i 57 velisti, si preparano ad affrontare la lunga rotta verso la celeberrima City Of Sails: 5.264 miglia teoriche che si annunciano forse come le più dure dalla partenza di Alicante, con previsioni di vento intenso, forte corrente contraria e mare molto formato fin dalle prime 24/48 ore nel Mar Cinese Meridionale. Una zona decisamente infida, tanto che nel 2012 Team Telefónica registrò onde alte fino a 15 metri, cioè come un palazzo di cinque piani. Tutti i navigatori si concentreranno poi sul difficile passaggio dello stretto di Luzon, fra Taiwan a nord e le Filippine a sud, dove ci si dovrà posizionare al meglio per affrontare in anticipo la zona di convergenza intertropicale, diversi giorni più tardi.
Da notare che Dongfeng, ha cambiato quattro componenti dell'equipaggio. Per questa quarta tappa, infatti, risalgono a bordo della barca grigia e rossa lo svedese Martin Strömberg e i due velisti cinesi Yang Jiru detto Wolf e Chen Jin Hao detto Horace. Il navigatore Pascal Bidegorry è stato invece sostituito dal connazionale transalpino Erwan Israël, che non manca certo di esperienza, avendo fatto parte dell'equipaggio di Groupama nella scorsa edizione del giro del mondo, e che proprio ad Auckland vinse la sua prima tappa.
Ma, se i cambi di equipaggio su Dongfeng facevano parte di un progetto stabilito da tempo, più inaspettata è arrivata la sostituzione a bordo di Abu Dhabi Ocean Racing dove il giovane britannico Alex Higby è stato chiamato proprio all'ultimo momento a sostituire l'unico velista dell'emirato, Adil Kalid, vittima di una seria forma di intossicazione.
Lotta aperta e tappa tutta da seguire per vedere come evolverà la situazione di classifica, che vede sì Dongfeng in testa, ma che ha registrato finora tre diversi vincitori su tre tappe disputate. Alle spalle del team franco/cinese e di Abu Dhabi Ocean Racing sul tabellone, chi sicuramente cercherà il riscatto da una terza tappa non brillante è il veterano olandese Bouwe Bekking su Team Brunel. I giovani di Team Alvimedica guidati dallo skipper statunitense Charlie Enright cercheranno di salire di nuovo sul podio, come sono brillantemente riusciti a fare nella scorsa frazione, mentre MAPFRE e Team SCA devono entrambi ancora dimostrare il loro vero potenziale nelle tappe oceaniche.
Secondo le prime previsioni, la flotta potrebbe arrivare ad Auckland dopo circa tre settimane e mezza di navigazione, agli inizi di marzo. L'avanzamento dei sei team può essere seguito con lo strumento del tracker, la cartografica elettronica, aggiornata ogni tre ore al link: http://www.volvooceanrace.com/en/virtualeye.html
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