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06/06/2017 - 23:47

Semifinali, giorno decisivo: ETNZ su BAR 4-1, SoftBank su Artemis 3-2

Una scuffia cambierà la Coppa?

DAY 3 SEMIFINALI: TROPPO VENTO E NIENTE REGATE - Emirates Team New Zealand ha 24 ore di tempo in più per rimettere in sesto il catamarano dopo la rovinosa capriola di due giorni fa. Glen Ashby (skipper): "Saremmo stati pronti anche oggi". Grant Dalton (Team Principal): "Oggi saremmo stati al 75%, domani saremo al 98%" - VIDEO SCUFFIA - PARLA BURLING - FOTO - TIFO E SOCIAL - VIDEO LAVORI - INTERVISTA A MAX SIRENA SU SAILY TV

 

IL RACCONTO DELLA SCUFFIA E COSA PUO' CAMBIARE

Alla partenza della seconda prova del giorno, la quarta di semifinale tra Emirates TNZ e Land Rover BAR, con vento ben oltre i 20 nodi e raffiche misurate a 26-27 nodi, il catamarano kiwi dopo un foiling esagerato affonda le prue in acqua e scuffia di prua in pochi secondi e violentememte. L'equipaggio sta bene (tre in acqua, due rimasti in pozzetto), parecchi danni ma niente di irreparabile. Peter Burling: "Saremo pronti". Mercoledi forse troppo vento

Proprio quando Emirates Team New Zealand si era portata sul 3-0 contro Land Rover BAR, la quarta regata che poteva spalancare le porte a ben cinque possibili match point, si è trasformata in un incubo kiwi in pochi secondi. Il tempo di un decollo esagerato sui foil, seguito da una frenata, e subito dopo una raffica da dietro proprio mentre il cat metteva le prue nel mare piuttosto agitato della Great Sound. Capriola di prua inevitabile e rapidissima, senza vie d'uscita. Tutto sommato è andata bene. I velisti stanno tutti bene, neanche un graffio, e la barca non si è disintegrata come accadde a Oracke AC72 in una situazione analoga quatro anni fa. Danni ci sono ma niente di irreparabile. E se mercoledi come pare ci saranno 30 e forse 40 nodi di vento, New Zealand avrà 24 ore in più per rimettersi in sesto e affromtare giovedi (con 10-12 nodi di aria) la doppia sfida che potrebbe già valere la finale.

Ma l'interrogativo è un altro. Ben Ainslie e i suoi hanno superato delle bruttissime Qualifiche e un avvio sfortunato di Semifinale, con la rottura della wing ieri. Camminano bene, sono in partita, venderanno cara la pelle. Peter Burling, che pure ha dietro un mega-team di grande esperienza anche anagraficamente, e un paese velico che soffia alle spalle, e pur con le sue due medaglie olimpiche al collo, è rimasto vittima di un incidente che -per quanto "banale" nel senso di ampiamente possibile con quelle barche in quelle condizioni - può avere conseguenze di vario tipo. Non siamo in una regata di 18 piedi australiani, siamo in Coppa America, ogni particolare fa la differenza.

Peter Burling avrà più paura nelle prossime regate, ora che ha provato come la scuffia sia in agguato? I grinder di ETNZ pedaleranno con un occhio alle raffiche in arrivo? Grant Dalton cosa dirà ai suoi, attesi a una notte insonne di lavori in cantiere, in attesa du svegliarsi domattina e sperare che ci sia troppo vento per regatare? La Coppa America in queste circostanze si dimostra ancora un gioco da duri e da vecchie volpi. Nathan Outteridge, talento olimpico e doppia medaglia (come Burling) sulle terrazze del 49er (certo non stabili e certo inclini alle capriole) stasera è sotto 1-3 contro Dean Barker, che le Olimpiadi le ha fatte sul Finn quasi per caso ma è cresciuto a pane e America's Cup, e ha guidato la rivolta dell'orgoglio "Loyal" contro la fuga in Svizzera del gruppo di Russell Coutts. I prossimi giorni diranno se il talento emergente può ancora puntare a soppiantare la vecchia guardia dei sergenti di ferro.

Intanto oggi raccontiamo che è arrivata la scuffia annunciata, prima o poi doveva succedere: Oracle aveva scuffiato due volte in allenamento nei mesi scorsi. Sono macchine portate oltre i loro stessi limiti. L'enfasi della narrazione fa pensare anche che la scuffia spettacolare faccia "audience", cassetta.

Sui social network intanto si è scatenata la reazione all'incidente di ETNZ, e anche da questi elementi si può desumere il punto in cui si trova una sfida, il livello di un team anche in base al numero, alla forza e al carattere dei propri fans. A guardar bene è un processo di trasformazione che avvicina questa vela ad alcuni dei maggiori sport basati sul pubblico e sul senso di appartenenza dei "tifosi". Anche se in Coppa America questo aspetto c'è sempre stato, il merchandisong ne è un aspetto storico, di costume e anche di business.

I social vicini a Team New Zealand hanno come trend principale il "Go Kiwi!", senza se e senza ma, forza ragazzi, rialzatevi e combattete. E' il carattere di un popolo che viene a galla in momenti come questo, come fuori da una mischia di rugby. Molti messaggi sottolineano il sollievo perchè nessuno si è fatto male. C'è parecchio supporto anche per il team inglese, che ostenta sempre l'ashtag "riportiamo a casa la coppa".

Tuttavia l'incidente come prevedibile ha riacceso e infuocato la polemica e il confronto tra chi giudica questa Coppa "non piu' vela", brutta, pericolosa e neanche emozionante; e chi invece ne sottolinea i contenuti tecnologici e l'onda di progresso che rappresenta. Chi ha ragione? E' un tema capitale per il futuro della vela e meritera' un diacorso a parte, approfondito e corretto. Il giusto approccio e' fondamentale per dare un senso alla discussione, che non puo' restare una chiacchiera da bar...

IL VIDEO DEI LAVORI NOTTURNI ALLA BASE NEOZELANDESE - (Il video inizia con il lavoro di corsa al mattino per sostituire la wing danneggiata prima delle regate; poi mostra in breve la scuffia e si concentra sui danni, il rientro della barca alla base e le considerazioni dello shore team)

IL MOMENTO DELLA SCUFFIA E SUBITO DOPO

LA CONFERENZA STAMPA DI PETER BURLING: "ECCO COSA E' SUCCESSO. STIAMO LAVORANDO E SAREMO PRONTI PER LA RIPRESA"

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