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26/05/2015 - 09:38

Round Sardinia, 150 miglia di volata verso l'arrivo

Proto o Serie, chi
vince a Cagliari?

Il giro di Sardegna dei Mini 650 ha iniziato la discesa verso Cagliari, dopo la terza notte di navigazione. In testa sempre Andrea Fornaro e Olivier Bravo su Sideral, un Argo di Serie, davanti a Michele Zambelli e Gaetano Mura che inseguono sul prototipo Illumia. Terzi i sardi Riccardo Cao e Carlo Marongiu. Vi spieghiamo le differenze tra Proto e Serie - SUCCESSO DELLO SPECIALE SULLA TV DI SAILY - GUARDA I VIDEO



"Abbiamo iniziato la discesa verso Cagliari dove prevediamo di atterrare tra...." Non dicono così a bordo degli aeroplani? E non dovrebbero dirlo, o almeno pensarlo, anche a bordo dei Mini 650 del giro di Sardegna? Questa regata Round Sardinia si sta rivelando forse anche più interessante delle promesse, varia, incerta, da marinai veri, duri, che non mollano. Come emerso dalle interviste realizzate da Saily alla vigilia, e trasmesse in queste ore sulla nostra TV nello speciale Round Sardinia, a sua volta molto seguito, a testimonianza della simpatia e dell'interesse suscitato ortmai dai Mini 650 anche in Italia. C'è una volata entusiasmante da seguire: vince il Prototipo o la barca di Serie? A 150 miglia dal traguardo è già un successo straordinario per Sideral essere ancora davanti a Illumia. Vedremo come finirà, ma intanto c'è chi ha già vinto: la Serdegna. Sarebbe un peccato lasciar perdere questa occasione e non tarsformare l'appuntamento (magari biennale) in una classica del calendario Mini 650 internazionale. Bisogna accordarsi con la classe francese.


DIARIO DI BORDO
di Christophe Julliand (roundsardinia.classemini.it)

Sideral
, l’Argo 650 di Andrea Fornaro e Oliver Bravo de Laguna è stato il primo Mini ad entrare nel Mare di Sardegna questa sera intorno alle 18.30 dopo aver doppiato la punta Nord dell’Asinara. Un Mini di serie (progetto Lombard) davanti ad Illumia (progetto de Beaufort) di Michele Zambelli con a bordo il navigatore sardo, Gaeatano Mura. Più che sulle performance della barca è grazie alla strategia che Fornaro e il suo coskipper spagnolo si sono guadagnati la leadership. Durante la prima notte quando hanno tirato questo bordo al largo, un vantaggio che stanno difendendo con grinta. ”Ci hanno fatto un bello scherzetto” ci diceva questa mattina Zambelli al VHF, ”cercheremo di recuperare, le occasioni non mancheranno.
 

Tanto di cappello ad Andrea e Oliver ma ha ragione Zambelli, la rotta è ancora lunga: circa 140 miglia tra Asinara e Carloforte, altre 40 miglia lungo la costa Sud e la risalita del Golfo degli Angeli fino a Cagliari.
 

La copertina del post del giorno però la dedichiamo ai Volponi, di nome (il Ginto di serie ha preso il nome dello sponsor Legnami Volponi) e di fatto. Bella regata da parte di Riccardo Cao e Carlo Marongiu. Sono riusciti a staccarsi dal gruppo inseguitore (il prototipo Peter Punk di Pilar Pasanau, e il Pogo 2 Tortuga di Andrea Iacopini e Tommaso Stella e Golden Apple, altro P2 di Luca Cortazzo e Stefano Paltrinieri. I ”volponi” hanno circa 10 miglia di vantaggio su queste tre barche che continuano a navigare a vista. Se lo sono guadagnati nel vento leggero di ieri di questa notte e di questa mattina. Lo stanno consolidando nel bordeggio di bolina di questo pomeriggio in una brezza da NW salita fino a 15 nodi, in calo mentre scriviamo queste righe.
 

Questo hanno detto le Bocche finora, per rispondere alla nostra domanda di ieri: ariette notturne per i due primi, brezza in aumento per gli inseguitori. Hanno detto: ”Sì, si passa” almeno per le barche citate. Incrociamo le dita per il fanalino di coda, Marineria Italiana di Edoardo Cavallo e Adriano Tucci. Le previsioni meteo parlano di un ritorno del Maestrale nelle prossime 24 ore. Alcuni modelli di previsioni con una fase di SW prima della rotazione a NW, un bel po’ di Libeccio già per questa notte. Questo vorrebbe dire accelerazione per i primi che hanno già iniziato o si preparano per la discesa lungo la costa occidentale della Sardegna. Per i ritardatari il rischio è che le Bocche cambino discorso…


PROTOTIPO O SERIE? L'ETERNO DUBBIO. ECCO LE DIFFERENZE SPIEGATE
di Christophe Julliand

Ecco qualche spiegazione sulle due categorie della classe Mini 650: prototipi e barche di serie.

6,5 metri di lunghezza massima, 3 metri di larghezza, 7 vele in totale e le dotazioni di sicurezza: questo hanno in comune i prototipi e le barche di serie, oltre a un bordo libero minimo di 0,75 metri, un'altezza interna di 1,40 metri e i volumi per garantire l'inaffondabilità (1.200 litri in 4 compartimenti). Le due classi sono sottoposte a test di stabilità. Per il resto, sono due tipi di barche abbastanza diverse tra loro.

I PROTOTIPI
Secondo molti osservatori, i prototipi rappresentano la classe più Open che ci sia, secondo alcuni addirittura l'ultima rimasta. Una classe in cui, come si dice, “tutto quello che non è espressamente vietato è autorizzato”. È proprio per questo che da sempre i Mini rappresentano un laboratorio per provare innovazioni e soluzioni progettuali. Si parla molto della “crisi” dei prototipi tanto che si riflette ad un eventuale ritorno a una classifica unica: staremo a vedere...

Materiali
Sui prototipi, l'uso del carbonio è autorizzato per scafo, coperta, armo e altri componenti.

Appendici
Per quanto riguarda la configurazione delle appendici, lo standard attuale prevede chiglia basculante (2 metri di pescaggio massimo), due derive laterali alzabili a baionetta (canard) per il piano antideriva, due pale del timone (alzabili o no). I ballast sono autorizzati (400 litri massimo con ripartizione simmetrica).

Armo
Grande libertà anche da questo punto di vista. Gli alberi possono essere alari o tradizionali. Il rake può essere regolabile e inclinabili lateralmente. Il sartiame tessile è autorizzato, così come gli outrigger per le scotte delle vele da lasco. Il bompresso (o balestrone) è orientabile con una lunghezza massima di 3 metri. Il boma non deve superare lo specchio di poppa. Diverse le soluzioni sul trasto randa, circolare o no.

Vele
Il loro numero è limitato a 7, tra cui la tormentina. Per i materiali, le fibre aramidiche (tipo kevlar, technora o twaron), così come Vectran, Zylon, PBO e carbonio sono vietati su tutte le vele. La tendenza prevede un gioco di vele così composto: randa a profilo square top con tre mani di terzaroli, solent o genoa con una o due mani di terzaroli, spi grande, spi medio con mano di terzaroli, Code 5 (spi piatto polivalente per la brezza forte o la bolina larga con poco vento) e Code 0 spesso armato a metà del bompresso.
 

LE BARCHE DI SERIE
Per essere omologate di serie, devono essere costruite 10 barche identiche. Dopodiché non sono monotipi, nel senso che se uno skipper vuol modificare il piano di coperta, per esempio, lo può fare, ovviamente nei limiti del regolamento.

La stazza delle barche di serie limita l'uso del carbonio a pochi componenti a bordo, mentre è vietato per la costruzione di scafo, coperta, albero, boma e bompresso. Per il sartiame, soltanto cavo spiroidale, niente rod o dyform, ancor meno cavi tessili.

Il pescaggio è limitato a 1,60 metri, la lunghezza del bompresso a 2 metri. L'albero è più corto che sui prototipi. Chiglia basculante, ballast e derive laterali sono vietate, tre soltanto le appendici ammesse (una chiglia fissa e due pale del timone).

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