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17/11/2018 - 17:28

Route du Rhum: la vela oceanica e i suoi volti nuovi in vetrina

Paul Meilhat, nuovo
re della vela solitaria

L'avevamo detto a St Malo: "Attenti al Pollo". E Paul, alla fine, ha vinto la Route du Rhum 2018 in IMOCA. A sole 12 ore da Alex Thomson, battuto per la penalità. Un'impresa pazzesca, con una barca senza foil, contro barche più recenti e avversari più esperti. Ex delle classi olimpiche (Laser, 49er), pupillo di Michel Desjoyeaux, ecco la sua prima intervista all'arrivo. La regata, i duelli, Thomson, la Giuria. E una domanda: "Ma chi ha deciso quel giro finale dell'isola? E' surreale" - GUARDA ANCHE DUE VIDEO

 

Uno dei lati interessanti della vela oceanica, che sta crescendo di interesse, prima di tutto in Francia ma anche in altri paesi, è la capacità di sfornare sempre nomi e volti nuovi, possibili personaggi di riferimento, grandi marinai. Una volta c'erano solo le grandi stelle, che si contavano sulle dita di una mano, i Tabarly, i Poupon, i Peyron e pochi altri. Adesso, tra il boom della Mini Transat e del Figaro, e il crescente interesse dei grandi eventi quadriennali come Vendée Globe, Route du Rhum, Transat Jacques Vabre, si moltiplicano le occasioni di scoprire nuovi volti, giovani in carriera, spesso storie di successi lampo (alla Gabart), l'età media si abbassa, la concorrenza aumenta le occasioni.

Tra St Malo è Guadalupe, l'ultimo volto copertina della vela oceanica (chiamarla Offshore evoca le recenti decisioni World Sailing di una barca a chiglia olimpica per il 2024, ed è un discorso del tutto diverso) è quello di Paul Mailhat. Non inatteso a questi livelli: nel servizio girato a St Malo analizzando gli IMOCA in banchina (DA VEDERE QUI SU SAILY TV) Christophe Julliand aveva ammonito "Attenti al Pollo, Paul Mailhat è forte e puo' dire la sua".

Siamo stati facili profeti: Rrimasto sempre al secondo posto sin dall'uscita del Golfo di Biscaglia, Paul Meilhat alla fine è risultato il vincitore della Route du Rhum 2018 nella classe IMOCA, ha tenuto duro a bordo di una barca senza foil contro avversari di più lunga esperienza e con barche più recenti e in teoria più performanti. E la storia della penalità di 24 ore a Thomson c'entra relativamente poco, come egli stesso racconta - tra le altre cose - in questa primissima intervista all'arrivo a Point-a-Pitre.

Meilhat firma a 36 anni una prima grande vittoria in solitario che definire a tavolino sarebbe riduttivo.

Soprattutto in solitario è vero, avevo ottenuto bellissimi risultati in doppio soprattutto con Gwenolé Gahinet. Avevo vinto regate corte e in solitario in Figaro e Imoca, ma questa è la prima grande classica, è una regata straordinaria, sono su una nuvola. Penso che tutti arriveremo in condizioni di stanchezza estrema, è stata una regata molto tosta, anche negli alisei è stata dura, bisognava battersi su ogni onda, le condizioni del mare erano molto dure, bisognava timonare molto, regolare continuamente le vele.

Finalmente, dopo la partenza da Saint Malo non avete avuto un momento di tregua?

Io mi sono riposato di più all’inizio, nelle condizioni di burrasca. C’erano momenti in cui non riuscivo a dormire perché la barca sbatteva troppo, ma in seguito dopo il passaggio dei fronti, al reaching, quando andavamo veloci, sono riuscito a riposarmi un po’. Poi però non so chi avuto l’idea di fare il giro della Guadalupa all'arrivo! Già è una regata da pazzi, ma far fare il giro alla fine! Non so quante virate ho dovuto fare, è stato surreale.

Hai tenuto testa a Vincent Riou e Yann Elies

Ho dovuto cercare risorse in fondo di me. All’inizio ci credevo, volevo fare una bella regata, poi mi sono detto sto dentro, vediamo dove possiamo andare avanti così. Con Vincent abbiamo un po’ di fortuna ad uscire così bene, dopo la prima depressione. Poi Alex torna dalla sua opzione a ovest, Yann torna pure lui. Mi sono detto ok adesso si tratta di reggere il più a lungo possibile e il più a lungo è durato fino al traguardo. Ci credevo ogni giorno un po’ di più.

Sul routage, la strategia

Non ho mai regatato con un routeur a terra. In Figaro o Imoca lo facciamo noi, per me è super interessante far la strategia, trovo che sia il complementare di questa regata in cui facciamo tutti noi stessi.

Avarie?

No, niente di che. Sì un avvolgitore che si è staccato la prima o la seconda notte che ha iniziato a sbattere a prua. Me ne sono accorto presto, meno male, ho potuto rimediare subito. Ho stratificato quando abbiamo avuto tre ore di bonaccia, ho fatto una stratificazione ma più per togliermelo della mente che altro, perché c’era materiale sotto, avrebbe retto anche senza.

Nell'insieme mi sono sorpreso da solo, soprattutto alla fine, non so quante strambate abbiamo fatto però non non ne ho sbagliata nessuna. Tutto passava liscio, secondo la procedura, la routine anche con 25/30 nodi, con gli angoli giusti in uscita. Stavo bene nella mia regata, sono felice di questo. Era questo l'obiettivo. In partenza non potevo definire un obiettivo, non sapevo dove sarei stato in classifica, volevo navigare bene, far belle traiettorie e seguire le velocità polari della barca. Di questo sono molto felice.

La stessa barca del 2014

Le vecchie barche possono competere. Penso che aggiungendo dei foil, questa potrebbe anche vincere la prossima.

Il caso Alex Thomson

E' stato molto difficile da vivere. Ho visto subito dalle classifiche che c’era un problema, zero velocità. Salita subito l’angoscia poi abbiamo visto che era ripartito. Da quel momento, ci siamo calmati tutti. Era l’ultima notte, negli ultimi giorni stavamo attaccando come matti, ci siamo calmati perché abbiamo pensato che eravamo nelle stesse condizioni di stanchezza, ed è un errore, quello di Alex, che possiamo commettere tutti. Nel giro della Guadalupa, se Alex non avesse fatto questa cosa, non so se sarei stato così ragionevole, attento e concentrato.

Ma per forza di cose, ti metti in condizioni di stanchezza estrema e dopo 11 giorni, commetti un errore, è sfortuna. Non l'ho ancora visto Alex, penso che andremo a bere qualche birra insieme. E' il mio idolo, ha fatto una regata magnifica. Poi quello che mi piace di lui è il suo modo di navigare, non si fa domande, fa la sua cosa. Ha una barca eccezionale, lo ha ancora dimostrato. Una barca che conosce come le sue tasche e che è capace di fare andare molto veloce. Non so se qualch’altro skipper è capace di spingere così tanto. 

La decisone della giuria

Non ho voluto occuparmi della decisione e non voglio farlo tuttora: è andata così, questa è una cosa per i giornalisti. Quello che bisogna ricordare che Alex è un immenso marinaio, non ha vinto questa regata, ne vincerà altre. Ora ho voglia di andare a parlarne con lui perché la sua storia poteva anche finire male, e forse ha bisogno di parlarne.

(Traduzione di Christophe Julliand)

 

RIVIVI L'ARRIVO DI SMA E PAUL MALHIAT A POINT-A-PITRE

 

LE PRIME PAROLE DEL VINCITORE APPENA ORMEGGIATO IN BANCHINA

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