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19/02/2014 - 20:08

A Punta Ala il Trofeo Bruno Calandriello

Nasce la piccola
Admiral's italiana

!--paging_filter--strongIl presidente Alessandro Masini e il direttore sportivo Filippo Calandriello presentano la nuova idea dello Yacht Club Punta Ala. Ecco il Bando di regata e le novità da sapere. E un ricordo del Professor Bruno Calandriello/strong!--break--br / br / emUna piccola Admiral's Cup italiana. Piccola si fa per dire, o almeno nella necessaria gioventù. A Punta Ala infatti hanno pensato in grande, senza freni, nel lanciare il Trofeo intitolato allo storico fondatore e presidente del club Bruno Calandriello. Una regata per squadre di circolo, un trofeo challenge, una competizione di vela d'altura che rompe gli schemi classici delle regate individuali e ripercorre le strade battute dalle più famose gare della storia velica. E' una regata di club l'America's Cup, era una regata a squadre (per nazione) per l'appunto l'Admira'ls Cup di Cowes. Lo è anche la Sardinia Cup, che in tempi recenti ha però cambiato spesso pelle.br / br / Insomma la nuova entità presentata oggi al palazzo del CONI di Viale Tiziano a Roma, dal presidente Alessandro Masini e dal direttore sportivo Filippo Calandriello, figlio di Bruno, ha tutti i numeri per essere una storia di successo. Nonostante arrivi a stagione già ben definita, nonostante la crisi, nonostante tutto. Il fatto che alla presentazione ci fosse una nutrita presenza di altri prestigiosi circoli (tra gli altri Aniene, CV Roma, Riva di Traiano, Repubblica Marinara di Pisa) - sicuramente ben più numerosi degli sparuti giornalisti - rende l'idea della risposta che potrebbe arrivare a questo evento già dalla prima edizione, in concomitanza col Gavitello d'Argento la prima settimana di giugno.br / br / Professionisti a bordo limitati a 3, owner's driver, 1 solo scarto per squadra in tutta la competizione, sono solo alcuni degli elementi di novità tecnica introdotti. strongIl BANDO DI REGATA lo trovate allegato (sulla destra in questa stessa pagina) e merita una attenta lettura./strong Speriamo di vedere subito tante squadre di club al Trofeo Bruno Calandriello. Tra gli intervenuti anche Roberto La Corte, presidente dello YC Repubblica Marinara di Pisa, co-organizzatore con YCPA della 151 Miglia, e CEO di Pharmanutra che col marchio Celadrin sponsorizza anche questa ultima creatura del circolo di cui è socio onorario. Sono intervenuti anche la FIV e l'UVAI./embr / br / strongLA REGATA/strongbr / Dunque la novità della stagione velica 2014 si chiama Gavitello d’Argento-Yacht Club Challenge Trophy Bruno Calandriello, manifestazione d’altura riservata a squadre di club in programma a Punta Ala dal 5 all’8 giugno, in memoria di Bruno Calandriello, fondatore e storico Presidente del club di Punta Ala scomparso nell’aprile dell’anno scorso. Organizzata dallo Yacht Club Punta Ala, sodalizio toscano già al fianco di Luna Rossa in due edizioni dell’America’s Cup, con il prezioso supporto degli sponsor Prysmian e Celadrin.br / nbsp;br / Durante la conferenza è stata presentata nel dettaglio la formula della manifestazione, che ha avuto fin da subito degli ottimi riscontri tra i circoli velici contattati e che richiama le prime edizioni della Settimana delle Bocche, la storica competizione organizzata dallo Yacht Club Costa Smeralda che inizialmente era riservata, appunto, a squadre di Yacht Club.br / br / I team saranno quindi formati da tre imbarcazioni d’altura (due con certificato di stazza IRC e una con certificato ORC) e si affronteranno in una tre giorni di regate che prevede sia prove a bastone (venerdì 6 e domenica 8 giugno) che costiere (sabato 7), per concorrere all’assegnazione del Trofeo Challenge Bruno Calandriello, che verrà consegnato al circolo vincitore.br / br / Le singole barche potranno inoltre gareggiare anche per la conquista di altri due Trofei, il Trofeo Celadrin (per il primo classificato overall IRC) e il Trofeo Prysmian (per il primo classificato overall ORC), oltre che per il Trofeo 151 Miglia-Gavitello d’Argento, risultato di una combinata con la regata d’altura 151 Miglia, al via il 30 maggio da Livorno, con arrivo proprio a Punta Ala.br / nbsp;br / Negli stessi giorni delloYacht Club Challenge Trophy Bruno Calandriello, infine, le barche stazzate ORC International potranno iscriversi anche singolarmente al Trofeo Gavitello d’Argento, prova valida come selezione per il Campionato Italiano Assoluto d’altura, in programma alla Marina di Loano nel mese di luglio.br / nbsp;br / “Il forte senso di appartenenza al proprio circolo ha caratterizzato la vita di Bruno Calandriello, che del nostro club è stato fondatore e leader per tutta la sua vita”, ha dichiarato il Presidente dello YCPA Alessandro Masini. “Per questo abbiamo deciso di dedicargli l’evento più importante della nostra stagione agonistica, ideato secondo una formula, la sfida tra circoli, in perfetta sintonia con il suo spirito sportivo. Questa regata è nata per valorizzare al massimo il legame tra armatore, equipaggio e club, punta a far emergere l’orgoglio di scendere in acqua con addosso i colori e la storia del proprio circolo, di fare squadra nella sfida, di vivere la vela e le regate con uno spirito nuovo e allo stesso tempo tradizionale, nel segno delle grandi competizioni tra yacht club che hanno caratterizzato la storia della vela agonistica”.br / nbsp;br / L’appuntamento con la prima edizione del Gavitello d’Argento-Yacht Club Challenge Trophy Bruno Calandriello, sfida internazionale a squadre per circoli,è a Punta Ala, dal 5 all’8 giugno.br / br / a href="http://www.puntalagavitello.it" title="www.puntalagavitello.it"www.puntalagavitello.it/abr / br / stronga href="http://www.saily.it/webtv/video.php#562/1934" SCOPRI LO YACHT CLUB PUNTA ALA: GUARDA IL SERVIZIO SUL CIRCOLO SUL CANALE DEI CLUB SULLA TV DI SAILY QUI /a/strongbr / br / strongRICORDO DI BRUNO CLANDRIELLObr / Un ricordo del Professor Bruno Calandriello scritto da Alessandro Masini, attuale Presidente dello Yacht Club Punta Ala/strongbr / br / Ricordare il Professor Bruno Calandriello non è cosa facile, pensandobr / a cosa è stato nella sua vita! Cercherò di farlo ripensando al tempobr / passato con lui. Un grande ortopedico: Direttore dello IOT (Istituto Ortopedicobr / Toscano), da lui fortemente voluto e creato, ove rimase finobr / al momento di ritirarsi, è stato Presidente della Società Italiana di Ortopediabr / e Traumatologia dal 1978 al 1980 ed ha sempre improntato labr / sua attività professionale sulla centralità del paziente e sul correttobr / sfruttamento della tecnologia senza cadere negli eccessi che il suobr / profondo rispetto per la cultura biologica rifiutava.br / br / Un grande e appassionato velista fin dagli anni in cui con i suoi Didabr / partecipava e vinceva le regate più difficili e più prestigiose, tra questebr / la vittoria della prima Sardinia Cup, a quel tempo selezione per l’Admiral’sbr / Cup.br / br / Ma una volta deciso ad abbandonare l’attività velica agonistica, iniziabr / la storia recente del Prof. Calandriello, quella che ha visto molti di noibr / protagonisti al suo fianco, assetati di apprendere come poter gestirebr / le attività di un Club piuttosto che di un’Associazione di armatori. Erabr / il 1991, quando il Professore mi chiamò per dirmi che il vento nella velabr / d’altura stava cambiando, lo IOR cominciava ad ansimare e oltrebr / oceano già era vivo ed attivo un nuovo sistema di stazza, dunque erabr / giunto il momento di una nuova associazione di armatori. Così mi convocòbr / per un giorno di dicembre insieme a pochi amici, Gianfranco Alberini,br / Giorgio Natali e Pippo Dalla Vecchia, e lì nacque l’AVAI che duebr / anni dopo, insieme all’AICI, confluì nell’attuale UVAI.br / br / Dunque la storia del Professore passa dal mare alla terra, ma sulle alibr / del vento organizzativo. Il 21 aprile del 1996 convocò un Consiglio Direttivobr / urgente con un ordine del giorno sibillino: ”Comunicazioni importanti”.br / La cosa si fece sin da subito più chiara: al tavolo era statobr / invitato Patrizio Bertelli e la comunicazione fu che il Sindacato di Pradabr / voleva lanciare la sfida alla Coppa America per il 2000 con lo Yachtbr / Club Punta Ala e con l’imbarcazione il cui nome sarebbe stato Lunabr / Rossa. Così il Professore firmò la lettera di sfida. Noi lo sapemmo praticamentebr / solo quel giorno, ma lui aveva abilmente intessuto rapportibr / con Patrizio Bertelli perché la sfida fosse lanciata sotto il guidone dellobr / Yacht Club Punta Ala.br / br / Iniziarono 8 anni di trepidazione, entusiasmo e soddisfazioni, cui il Professorebr / prestò un grande impegno, anche se spesso non manifesto.br / La soddisfazione ebbe il suo culmine con la vittoria della Louis Vuittonbr / Cup 2000 e con il lancio della sfida per l’edizione del 2003. In una famosabr / foto, il Prof. Calandriello consegna sulla linea di arrivo dell’ultimabr / regata di assegnazione della XXX Coppa America, al Commodoro delbr / Royal New Zealand Yacht Squadron, Peter Kingstone, la sfida per labr / XXXI edizione che valeva come titolo di Challenge of Record per l’edizionebr / successiva.br / br / Ma la storia del Prof. Calandriello come Presidente dello YCPA non sibr / limita alla Coppa America: fu l’ideatore del Trofeo Gavitello d’Argentobr / che per alcuni anni si identificò con il Campionato Europeo IMS, chebr / vide la partecipazione di quasi tutti i migliori velisti del mondo e conbr / loro Sua Altezza Reale Juan Carlos di Borbone, con cui il Professorebr / strinse rapporti di stima ed amicizia, fino al TP 52 race del 2006, ultimabr / regata in cui il Re di Spagna fu presente a Punta Ala.br / br / Tutto ciò insieme ad innumerevoli altri campionati del Mondo, Europeibr / e Nazionali, che approdavano a Punta Ala perché il suo nome era benbr / noto sui campi di regata di tutto il mondo e dunque era una garanziabr / per chi veniva a competere nelle sue acque, garanzia di efficienza, organizzazionebr / e condizioni meteo fantastiche (si vede che aveva un ottimobr / rapporto con chi le condizioni meteo le gestisce!).br / br / Che dire poi della forza di volontà che lo spingeva nel raggiungere glibr / obiettivi che si era prefissato? All’inizio della sua storia, lo Yacht Clubbr / Punta Ala aveva come sede un piccolo locale sul fronte del porto, ove,br / si e no, ci si riusciva a riunire in pochi intimi per la cena o per le nostrebr / riunioni. Il Marina di Punta Ala concesse così allo Yacht Club un terrenobr / vicino al mare, sul versante Sud del Marina, dove si sarebbe potutobr / costruire una Club House degna di questo nome, ma occorreva la disponibilitàbr / economica che né la Marina di Punta Ala né le casse delbr / Club ovviamente potevano fornire.br / br / Il Professore allora chiamò un certo numero di amici e gli disse: “amicibr / miei abbiamo il terreno ma non abbiamo i soldi per poter edificare ilbr / nostro Club, se ognuno di noi acquisisce una quota, chiamiamola dibr / Socio Benemerito, in un centinaio di persone la costruzione si fa!”. Ebr / così fu: di amici ne trovò ben 150 e per non eccedere, fu posto il limitebr / di 158. La nuova sede fu inaugurata il 7 luglio del 1994, ma senza labr / sua caparbietà e il suo intuito oggi i soci non potrebbero godere dellobr / spettacolo delle isole dell’arcipelago Toscano al tramonto seduti ai tavolibr / del circolo.br / br / E’ ovvio che tutti, anche i migliori, hanno i loro difetti ed i suoi più grandibr / erano la riservatezza e a volte l’imperscrutabilità! Certo non sono grandibr / difetti, ma potevano metterti in difficoltà, anche se avevi la certezzabr / che se passeggiando lungo le banchine del Marina ti prendeva sottobraccio,br / unico gesto di intimità che si concedeva, allora voleva dire chebr / eri considerato davvero un intimo amico.br / br / Come detto non amava la ribalta, era schivo e discreto nel suo grandebr / modo di essere e come ha vissuto, un giorno ha deciso di andarsene.br / Come era solito fare alla fine delle sue giornate, quando spegneva labr / luce dicendo “è ora di andare”, così ha fatto: ha spento la luce e se nebr / è andato, lasciando in noi un vuoto enorme, ma anche tanti ricordi.br / Grandi, belli e soprattutto duraturi.

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