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07/10/2011 - 14:29
E' di Susanne Beyer il miglior piazzamento tra tutti gli italiani alla prima tappa della Transat 650.
E' di Susanne Beyer il miglior piazzamento tra tutti gli italiani alla prima tappa della Transat 650.
Mini Transat
Maxi Susanne
Maxi Susanne
!--paging_filter--strongItaliani alla prima tappa della Transat 650? Salvati da una ragazza, la bravissima Susanne Beyer, migliore tra i nostri e diciannovesima tra i Serie a 4,8 nodi di media. Praticamente la stessa di Andrea Caracci, 28° tra i Prototipi. Gli altri italiani tutti oltre il 30°. Stanchi ma felici di esserci.../strong!--break--br /
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Tutto secondo copione per la prima tappa della Transat 650, con i francesi a fare la parte del leone. Una tappa di vento leggero e scelte difficili, come si sapeva. Una classifica con i favoriti della vigilia tutti lì davanti. Unica e notevole nota stonata (ahimè) viene dal ritiro di Andrea Pendibene, che era terzo in classifica tra le barche di Serie, e stava confermando il ruolo di favorito alla vigilia. Senza il contributo possibile del suo Intermatica, la flotta dei navigatori italiani ha lottato ma non ha brillato nelle due classifiche. Un bilancio che può comunque essere migliorato nella seconda tappa che sta per partire e che si concluderà con l'arrivo a Salvador de Bahia in Brasile.br /
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Il migliore risultato tra gli italiani è arrivato da una ragazza, la straordinaria Susanne Beyer con la sua Penelpoe. Ha tagliato il traguardo al 19° posto dei Serie, a una media di 4,8 nodi. Il vincitore della categoria, Benoit Mariette con Odalys Vacances, ha tenuto una media di 5,1 nodi. Insomma la Beyer si è difesa davvero benissimo.br /
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Gli altri italiani tra i Serie: 32° Simone Gesi (Dagadà Spirito di Maremma), 39° Giacomo Sabbatini (Scusa le spalle), 43° Sergio Frattaruolo (Bologna in Oceano). Ritirato Andrea Pendibene (Intermatica).br /
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Tra i Prototipi, il capitano della flotta azzurra Andrea Caracci (Speedy Bonsai) ha concluso al 28° posto, un piazzamento che non rende giustizia dei valori e delle potenzialità della barca. La media di Caracci è stata di 4,84 nodi. Tiziano Rossetti (Una vela per Emergengency) ha concluso al 30° posto (4,58 di media), e Maurizio Gallo (Yak) al 31° (4,37). Il vincitore Sebastien Rogues (Eole Generation GDF Suez) ha corso alla media di 5,38.br /
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strongARIA DI TESTA: DENTRO LA VITTORIA DI ROGUES/strongbr /
Gli sono bastati 8 giorni, 20 ore, 46 minuti e 43 secondi per coprire le 1148 miglia della prima tappa della Mini Transat 6.50.nbsp; Sufficienti a Sébastien Rogues, con la sua Eole Generation GDF Suez, per tagliare davanti a tutti il traguardo di Funchal a Madeira, con una velocità media di 5.40 nodi. E' lui il più bravo, finora, a confrontarsi con condizioni meteo particolari e assolutamente inattese da molti concorrenti. Vento leggerissimo e capriccioso che però al largo del Portogallo ha rinforzato in modo impressionante, sparigliando i piani soprattutto del gruppetto di italiani costretto nelle retrovie, dopo un avvio più che dignitoso.br /
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"E' la mia vittoria più grande", ha dichiarato Rogues pochi minuti dopo l'arrivo a Madeira. E' la regata più dura che abbia mai fatto. Quella che finora mi ha fatto soffrire di più. Ecco perché la vittoria ha un gusto così dolce e essere stato quasi sempre in testa alla flotta è motivo di grande soddisfazione. Ma, appena lasciato il Portogallo, quando mi sono trovato di fronte a 40 nodi, mi sono chiesto cosa stessi facendo lì. E mi chiedevo cosa avrei rotto prima. L'albero? Lo scafo?".br /
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Dietro Rogues, 28 minuti e 25 secondi dopo, è giunto - meritatamente - David Raison (Team Work Evolution), bravo soprattutto ad aver affrontato con freddezza il problema alla randa che gli impediva di ammainarla. Ho veramente temuto di andare a schiantarmi sulle rocce. 24 ore, queste ultime, che mi hanno davvero sfinito".br /
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Il podio è infine completato da Jorg Riechers (Mare.de), che ha raggiunto Funchal meno di mezz'ora dopo Rogues. Per lui, più amarezza che soddisfazione, visto che probabilmente la vittoria gli è stata preclusa dalle fasi concitate della partenza. Quando, a La Rochelle, ha subito una collisione da parte di Bertrand Delesne: "Quando mi è venuto addosso - rivela Riechers - ero furioso. L'avessi avuto a tiro, probabilmente gli avrei messo le mani addosso. Mi sono subito ricordato quando sono stato costretto al ritiro nel 2009. E non volevo certo ripetere il bis. Ma alla fine, forse, quell'incidente sta rendendo più dolce il mio terzo posto attuale".br /
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