News | Regata > Vela Oceanica

04/10/2019 - 19:49

Atlantico arriviamo

Mini Transat, chi seguire/2 SERIE

3 VIDEO! - Seconda parte dell'analisi della flotta al via della Mini Transat 2019. LE BARCHE DI SERIE - Et voila’, c’è un italiano in cima a tutte le aspettative, è Ambrogio Beccaria. I rivali e gli outsider non mancano. Eccoli tutti

 

di Christophe Julliand

SERIE: un favorito, tanti outsider - Dovevano essere 68 partenti nella categoria delle barche di serie. Saranno ''soltanto'' 65 a tirare i primi bordi domani al largo di La Rochelle verso Capo Finisterre. Uno ha rinunciato e non si è presentato, uno si è ferito alla spalla durante l'ultimo trasferimento, il terzo si è rotto la gamba qualche giorno prima della partenza.

In questa categoria, che è di gran lunga la più rappresentata ed è così da anni, la panoramica favoriti / outsider è presto fatta.

Abbiamo un binomio favorito e tanti outsider. Ambrogio Beccaria e la sua Geomag ITA 943 contro tutti e tutti contro Beccaria.

Un Bogi che, così en passant, per mettere i puntini sulle i e lasciare un segnale chiaro e forte alla concorrenza ha vinto il prologo nella sua categoria concludendo al quarto posto assoluto dietro ai prototipi 865, 945 e 969 (vedi articolo precedente). Un segnale davvero chiaro e forte.

IL VIDEO DEL PROLOGO

Bogi a caccia dell'apoteosi, ''per fare sognare l'Italia'' - In un articolo uscito sul quotidiano Libération (LINK https://www.liberation.fr/sports/2019/09/27/mini-transat-et-voguent-les-coques-de-noix_1754101?fbclid=IwAR1uCQ3h0PiRKsXpsGFL6oLO_IdEO-6dWVyBRMoPuqcXJIzagDUNbx7I6P8) dove racconta la sua esperienza e anche qualche sogno nel cassetto, leggiamo questa frase: ''per fare sognare l'Italia''. Sono dieci anni ormai che dall'Italia seguiamo la progressione di vari navigatori che riescono a farci sognare. Dieci anni che la Classe Mini esercita anche qui la sua funzione di talent scout. Perché anche nella vela oceanica, Italy's got talent e non è un reality show. Ci manca solo l'apoteosi, una vittoria. C'è stato il podio sfiorato per una sciocchezza di Riccardo Apolloni nel 2009 compensato dal quarto posto di Giancarlo Pedote, entrambi in barca di Serie. Del 2011, la meno brillante per la squadra azzurra, ricordiamo la caparbietà di una Suzanne Beyer.

Nel 2013, il secondo posto molto doloroso di Pedote di nuovo, da aggiungere ai più che meritevoli piazzamenti tra i primi dieci di Michele Zambelli con il suo prototipo vintage e del quinto posto di Alberto Bona tra le barche di serie. Nel 2015, con un prototipo più performante, dopo un fatale errore strategico prima di Finisterre nella prima tappa, Zambelli conclude la seconda al secondo posto. Il 2017 infine è l'anno del quarto posto di Andrea Fornaro tra i prototipi e della prima Mini di Beccaria. Una prima esperienza che ha lasciato un po' di amaro in bocca al giovane velista milanese che stava facendo una grande regata con il suo Pogo 2 prima di rompere il bompresso e di dover fermarsi a Capo Verde. Una storia da finire quindi e tanta, tanta voglia di ripartire per giocarsela, questa volta per i primi posti. Questa volta con una barca performante, e cioè un bel nuovo Pogo 3.

Un livello sempre più alto - Il problema però è che non è l'unico a voler arrivare primo in Martinica. Non è poi un problema, anzi, è proprio quello che è venuto a cercare, e cioè la competizione, la bagarre. Come ha detto lui stesso, il dodicesimo posto raccolto durante la Transagascogne, unica regata sbagliata da quando ha preso il timone di Geomag, sta a significare che c'è una buona decina di concorrenti da non sottovalutare e che nella categoria delle barche di serie, il livello agonistico è sempre più alto con concorrenti sempre più agguerriti. A cominciare da alcuni dei suoi compagni del centro di allenamento di Lorient (non tutti ci mancherebbe – sono 39 in totale) ma alcuni nomi da tener d'occhio come Nicolas d'Estais (recidivo anche lui), Mathieu Vincent, Felix de Navacelle oppure Amélie Grassi, una delle otto donne in partenza, che ha partecipato a diverse regate in Figaro 3 quest'anno e sembra ben decisa a migliorare la strepitosa performance realizzata da un'altra donna, Clarisse Crémer che ha concluso la MT del 2017 sul secondo gradino del podio.

Tutti concorrenti che corrono in Pogo 3.

Pogo 3 vs Maxi 650 vs Vector - Dopo una prima stagione di rodaggio nel 2015, in effetti, il Pogo 3 primo Mini di Serie disegnato da Guillaume Verdier per il cantiere Structures domina il circuito con prepotenza. Nel 2017, questo modello ha monopolizzato il podio e piazzato otto o nove esemplari nella top ten. Sarà così anche nel 2019? Di fatto con 19 esemplari è il Mini di Serie più rappresentato sulla griglia di partenza, seguito dall'evergreen ma ormai superato Pogo 2 (15). Tra i Mini di vecchia recenti che possono ancora creare sorprese ci sono 5 Ofcet (progetto Bertrand, 2 barche sul podio nel 2015) e 8 Nacira (3 barche sul podio nel 2013) ma la minaccia più concreta per i migliori skipper dei Pogo 3 viene dai nuovissimi Mini Scow di Serie: il Maxi progettato da David Raison (5 esemplari al via) e costruito da IDB Marine e il Vector costruito in Polonia progettato da Etienne Bertrand (2 esemplari al via). Da tener d'occhio quindi, in particolare Paul Cloarec (Maxi) e Keni Piperol (Vector) che dopo una prima partecipazione su prototipo torna questa volta con una barca di serie più semplice.

Durante il nostro incontro al Salone di Parigi lo scorso dicembre, Ambrogio non nascondeva le sue preoccupazioni a proposito di queste barche. Le regate di inizio stagione e alcuni problemi di giovinezza riscontrati dai due modelli lo hanno rassicurato sul fatto che il Pogo 3, certo più bagnato dei nuovi scow, rimane una barca performante, polivalente, forse meno veloce dei nuovi mostri soltanto in alcune condizioni. Poi la carena non è tutto, oltre all'homo sapiens che comanda il bachino, il motore di qualsiasi barca a vela rimane il suo gioco di vele. Un gioco, quello dello sviluppo delle vele che lo appassiona e sul quale ha lavorato tanto come ci ha raccontato nel video sotto.

Già, il lavoro. Alla fine del prologo, Luigi Dubini, The Doctor che durante la sua preparazione ha scambiato molte informazioni con Ambrogio per capire i trucchi del suo Pogo 2, ci ha detto questo mentre aspettavamo l'apertura delle chiuse: ''Ambrogio ha talento è chiaro, ma dietro i suoi successi c'è davvero tanto lavoro e in tutti i campi.''

Tanto lavoro per alineare i pianeti e mantenerli così fino in Martinica, per fare sognare l'Italia.

Sezione ANSA: 
Saily - Altomare

Commenti