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27/10/2010 - 16:08

Nuovo leader della classifica compensata

Middle Sea Race,
chi è più Lucky?

Il TP 52 statunitense di Bryon Ehrhart strappa la testa della classifica in compensato ad Esimit. Decisive per la prestazione le ottime scelte tattiche del suo navigatore Ian Moore. Ma non è detta l'ultima: due barche maltesi potrebbero ancora dire la loro...
I timori espressi da Flavio Favini, skipper di Esimit Europa 2 appena arrivato in porto hanno trovato conferma: il vento lungo il percorso della Middle Sea Race ha aiutato gli equipaggi che erano ancora in mare e ha fatto perdere ad Esimit la testa della classifica compensata.
Al momento, il nuovo leader ad handicap è Lucky,  il TP52 americano guidato da Bryon Ehrhart, che h tagliato il traguardo dopo 3 giorni, 3 ore e 16 minuti. Un premio alla meticolosità dello skipper/armatore di Chicago, che da tempo voleva partecipare alla Rolex Middle Sea Race e ha quindi pianificato meticolosamente la stagione, – inclusa la Rolex Fastnet Race dell’anno scorso – in modo tale da avere tempo per allenarsi e navigare in Mediterraneo.
“Che regata magnifica”, ha commentato Ehrart al suo arrivo. “Probabilmente è stata la regata d’altura più bella che abbiamo mai disputato in quanto a stile. In particolare attraversare lo Stretto di Messina è stata una sfida impegnativa, un po’ come disputare tante piccole regate in un’unica lunga corsa, lo scenario è spettacolare ma ci sono tanti punti in cui puoi mettere completamente a repentaglio il risultato. 

“Per fortuna, Ian Moore è un navigatore fantastico. Siamo molto contenti di tutte le nostre decisioni in regata. Laddove pensavamo che ci sarebbero stati dei buoni, generalmente li abbiamo avuti; laddove pensavamo che ci sarebbero stati degli scarsi nei pressi di passaggi importanti, ci sono stati. Ma non è facile decidere se prendere un buono o uno scarso e prevedere quali saranno le conseguenze dopo 25-50 miglia, tanto di cappello ai geni che ci consentono di arrivarci”.
Da parte sua, il “genio” di Lucky, Ian Moore si dice entusiasta del percorso di regata: “Un tragitto spettacolare su una rotta circolare con partenza e arrivo a Malta; e include il passaggio nello Stretto di Messina con cinque nodi di corrente proveniente chissà da dove, intorno al fumoso vulcano di Stromboli e a tutte le isole, incluse Pantelleria e Lampedusa. Queste isole sono in mezzo al nulla, ma ci sono sempre persone che ci vivono. È un percorso davvero incredibile ed è bellissimo tornare a ripercorrerlo”.



Speranze maltesi
Lucky è in testa alla classifica overall in tempo compensato IRC, ma ci sono altre due barche che gli contendono la vittoria: il J/122 Artie di Lee Satariano & Christian Ripard e il J/133 Jaru di John Ripard & Andrew Calascione. L’ultima volta che una barca maltese ha vinto la Rolex Middle Sea Race overall fu nel 2002 con Market Wizard di Ripard & Calascione, e nel 2001 fu la volta di Straight Dealer di Christian Ripard.

Il Beneteau 411 maltese Fekruna, si è ritirato a ovest di Stromboli e a oggi sono in tutto otto i ritiri; otto barche hanno raggiunto il traguardo e 60 sono ancora in regata.

Un Volvo russo ai piedi del podio overall
Quarto in tempo reale è giunto, alle 12.35 di ieri, il Volvo 70 E1 charterizzato da Vladimir Proshikin. Il velista russo di San Pietroburgo l’anno scorso ha partecipato a questa regata con il suo Shipman 72, modello da crociera/regata che è quasi l’esatto opposto del Volvo 70, yacht da regata oceanico con cinque anni di vita. Quest’anno il vento è stato più leggero ma ciò nonostante l’equipaggio ha sudato parecchio con molteplici cambi di vele, una rete impigliata sul bulbo e una chiglia basculante rimasta incastrata su un lato nelle ultime dieci miglia del percorso.
In banchina dopo l’arrivo, Proshikin era esultante: “La regata è stata un po’ lenta, ma con aria leggera è ancor più faticosa. È stata divertente e impegnativa, abbiamo impiegato un po’ più di tempo e quindi siamo un po’ stanchi. È una regata straordinaria, le condizioni sono difficili, ci sono molte isole – non è una corsa di 600 miglia da inizio a fine in linea retta, è un percorso complicato.

In un paio di occasioni siamo stati sfortunati, ad esempio quando abbiamo preso una rete sul bulbo ed è rimasta impigliata per molte ore (abbiamo dovuto cazzare dentro tutta la randa e spostare la chiglia basculante sul lato opposto per consentire a uno dei membri dell’equipaggio d’andare fuori e tuffarsi in acqua per tagliare la rete). È la prima volta che l’equipaggio regata insieme su questa barca, ci siamo allenati solo una settimana ed è una barca molto complessa. A volte sei fortunato a volte no… ma in linea di massima sono felice!”.

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