News | Regata > Vela Olimpica

31/07/2021 - 18:04

Finale amarissimo dell'Olimpiade che doveva e poteva essere la sua

Mattia Camboni e la maledizione Medal

COME COMMENTARE UNA MEDAGLIA EVAPORATA PER QUALCHE CENTIMETRO? - Mattia Camboni e il clamoroso OCS in finale: niente medaglia, è solo 5°. Distrutto, racconta a fatica: "E' un incubo, non riesco a credere che tutto questo sia vero." Domani vola in Italia. Brava Marta Maggetti, quarta anche nella Medal e ai piedi del podio. Ruggero Tita e Caterina Banti (8-3-2) sempre più primi. Domani la Medal di Silvia Zennaro, la mina vagante! Marchesini: "C'è ancora tanto da fare e tanto in palio"

 

Il piano B non era previsto, non era considerato. La medaglia olimpica di Mattia Camboni era talmente ben preparata, meritata, levigata, predestinata, arrivata da lontano, dai recenti Europeo e Mondiale chiusi al secondo posto dietro al mostro Kiran Badloe. Anche l'Olimpiade di Enoshima aveva tutto per finire con la stessa doppietta, ci si stava arrivando. Niente piano B. Mattia a medaglia, era tutto pronto, tutto.

Cosa è successo? Ci possono essere diverse letture. Una di cronaca: giornata afosa e senza vento, cielo grigio, caldo umido, la brezza non c'è, regate del mattino rinviate, si comincia a temere per le due Medal. Poi esce un po' di sole e la brezza pian piano si costruisce, 5 nodi, 6, 7. Barche in acqua. La Medal femminile che per noi aveva poco da dire, ha invece detto tanto: che dietro alle tre medaglie c'è la nostra italianissima medaglia, quella di Marta Maggetti, una crescita enorme nelle ultime settimane, un approccio splendido ai Giochi, la sua gara più bella, podio sfiorato, incontro rimandato. E ha detto anche che con 6 nodi è una lotteria. Cresce la tensione per la finale maschile.

Finite le feste delle ragazze, con la cinese oro, vanno in mare i ragazzi. Mattia scalpita come non mai. In tv danno il rinvio di 30 minuti, lui li passa quasi interamente a roteare intorno al Comitato, prendendo la rincorsa e provando partenze con sequenze di pompaggi veementi, che a vederlo ci si preoccupava che non si stancasse. E' un Mattia che vuole spaccare il mondo, e anche finirla presto, sbrigare la pratica, nel suo vento preferito. Al minuto ha già scelto la sinistra, ai 40 secondi un piccolo accenno oltre la linea, e una toccata con l'israeliano che ha scelto lo stesso estremo (e infatti vincerà la regata), un po' di marcia indietro, movenze ritmiche, nervose, c'è tensione, 10 secondi, 4-3-2... In tv ripresa dall'elicottero, subito la domanda spontanea: "sarà dentro Mattia?". Risposta del Comitato: bandiera X (richiamo individuale): qualcuno è fuori. Gli indiziati sono quelli più avanti e Mattia è tra loro, ma lui sembra disinteressarsene e va per la sua bolina. E' primo.

Ma la X c'è, l'abbiamo vista, qualcuno era fuori. Si muove un gommone della Jury, va verso Mattia... terrore... No! vira verso l'israeliano... E invece ritorna da Mattia, mostrando beffarda la bandiera con la lettera X: l'OCS del richiamo è lui. Costernazione, regata finita. Finita? Neanche per sogno: succederanno ancora tante cose. Prima il polacco Myszka è a sua volta indicato come OCS, e se ne va. Poco dopo, ancora, è fermato per l'ennesimo OCS il francese Goyard. Terremoto nella classfica, difficile raccapezzarsi, ma quando lo si fa ci si attacca forsennatamente all'ultima pazza idea: a Lungo Camboni è terzo alla pari con l'israeliano. Se questi venisse superato, Mattia tornerebbe terzo... Si guarda e si attende. 

Fino a un finale che copre con un drappo scuro ogni luce di speranza, l'equilibrio dei numeri si spezza, per l'entrata in scena del cinese Ki. Ora è lui il terzo, è li' che sta finendo il bronzo di Mattia. I sette residui medal racers si accodano verso il traguardo e non c'è verso che capiti alcun miracolo, solo conclamare la beffa. Anche se Badloe, il sovrano, superasse ISR, ma non avverrà, non basterebbe. Finisce così, con ogni allegria sbriciolata, con lo spirito olimpico maciullato da un fatto sportivo contro natura. Un autogol, ci siamo messi da soli fuori dal podio. Per quanto enfatizzata dalle emozioni (e depurata dalle imprecazioni), questa è la cronaca.

L'altra lettura è quasi antropologica. La Medal Race è anti-italiana. O gli italiani sono anti-Medal. Refrattari a vicenda. Risalgono come un reflusso gastrico ricordi acidi: la beffa di Qingdao con i Sibello che si abbracciano festeggiando un bronzo che pochi secondi dopo gli viene sfilato. Le Medal di Rio 2016 con Bissaro-Sicouri entrati da secondi e Flavia Tartaglini da prima, fucilati entrambi da un mix di errori e fatalità. I rigori del pallone erano una maledizione e sono diventati alleati della nostra nazionale. Non potremmo fare lo stesso con questa benedetta Medal Race? Chi scrive ha questa netta sensazione: Mattia era troppo carico, troppo spacco-tutto, tanto pompaggio prima della gara, e il volto, comparso un attimo dietro la vela in una inquadratura ravvicinata: una maschera di tensione. Questa l'incubazione dell'OCS. Se era solo trance agonistica, era troppa. 

Ma al di sopra delle letture, che potranno essere chissà quante nei prossimi mesi, c'è un atleta e un ragazzo da tutelare e difendere. Mattia era distrutto più di quanto si pensi. Ha fatto delle dichiarazioni, volerà domani stesso in Italia, è un ragazzo sensibile che si è creato un involucro di forza e per gli atleti di questo livello il risultato finisce per essere tutto. Non è tutto, caro Mattia. Non lo sarà mai. Tu sei molto più importante, e i risultati verranno solo per questo.

Riassumendo, la prima concretissima medaglia messa in conto, è volata via così. Nei quattro giorni che mancano alla fine dell'Olimpiade, ci si presenta la Medal di Silvia Zennaro che finora è stata l'opposto psicologico di Mattia, una sorta di asceta olimpica, se volesse potrebbe cammimare sulle acque. Mina vagante l'abbiamo definita e tale sarà fino al taglio della linea dei Laser, e allora si faranno i conti. Poi Ruggero Tita e Caterina Banti, primi fissi nel Nacra, altre tre prove e poi solo la Medal. Non diciamo niente. E infine i due 470, fin qui materia informe, che possano ritrovare almeno il divertimento e poi si vedrà. 

I conti si fanno alla fine.

REPORT DAY 7 FIV - La vela azzurra vede sfumare una delle possibili medaglie di Tokyo 2020, quella nel windsurf maschile. Mattia Camboni, dopo essere stato nelle prime tre posizioni per l’intera serie olimpica, è stato colto oltre la linea in partenza anticipata proprio nella Medal Race di finale che valeva il podio olimpico.

L’azzurro, molto tonico e motivato alla partenza, con vento sui 7-8 nodi (le sue condizioni preferite), ha scelto il lato sinistro della linea, che si è rivelato quello giusto, ed ha navigato subito nelle prime posizioni. Sulla barca del Comitato di regata, però, pochi secondi dopo la partenza è comparsa la bandiera della lettera X, che indica un richiamo individuale, cioè una partenza anticipata. A metà della prima bolina, un gommone della Giuria si è avvicinato al windsurf di Mattia, che era in testa alla regata, sventolando la bandiera che gli comunicava la squalifica per OCS (On Course Side, ovvero oltre la linea) nella Medal Race. La sua regata finisce qui, ma la Medal continua ed è piena di colpi di scena.

Poco dopo viene squalificato per lo stesso motivo anche il polacco Piotr Myszka, e dopo un altro bordo la stessa sorte tocca al francese Thomas Goyard. I tre che si contendevano due medaglie sono tutti fuori gara. Le attenzioni si spostano sul punteggio, e in base ai piazzamenti che maturano nella Medal, alla fine Kiran Badloe (NED) è l’annunciata medaglia d’oro, Thomas Goyard (FRA), nonostante l’OCS riesce a conservare l’argento, mentre per il bronzo Mattia Camboni è superato di 1 punto dal cinese Kun Bi, con un semplice quarto posto nella finale.

Nella classifica generale di Tokyo 2020, Camboni è 5°, a pari punti con l’israeliano Cohen  che lo supera per la migliore Medal Race. A terra Mattia fatica ad accettare questo verdetto, nell’anno in cui è stato vice campione europeo e mondiale. Poi parla e racconta cosa è successo e come si sente.

LA DICHIARAZIONE DI MATTIA CAMBONI: “Ieri ero più agitato, stanotte ho dormito molto bene e stamattina ero pronto, ieri avevamo fatto una bella giornata, eravamo usciti in acqua con Marta e avevamo provato, tra l’altro, proprio delle partenze! Stavo bene, andava tutto bene, il vento era quello giusto, mi sentivo veloce, non temo nessuno in queste condizioni.

“Non pensavo di aver forzato così tanto la partenza, forse c’era della corrente che spingeva fuori, e poi non ho sentito nessun suono dal Comitato e quindi non mi sono neanche girato, non pensavo di essere fuori. Quando ho visto i Giudici che indicavano me con la bandiera… mi è crollato il mondo addosso. Non ho parole, si vede che doveva andare così. Mi dispiace perché ho dato la mia vita per tutto questo, non me lo meritavo io, non se lo meritava il mio allenatore, però così è lo sport, puo’ regalare i momenti più belli della vita e anche questi. E’ difficile da accettare, anche solo pensare che tutto questo sia vero, ma è così. Sembra un incubo.

“Pensare a ripartire? Ammetto che lavorare intensamente, giorno dopo giorno, come abbiamo fatto in questi anni è veramente tosta, ho lavorato il doppio di tutti gli altri perché sono sempre stato quello partito dietro a tutti, col fisico meno adatto a questa tavola, perciò ho lavorato più di tutti. E’ dura adesso pensare che dovremo ricominciare tutto daccapo, altri tre anni, in questo momento non riesco a pensarci.  Voglio solo andare a casa riabbracciare i miei cari e stare un po’ di tempo con loro.”

Nell’altra Medal Race RS:X femminile, brava Marta Maggetti, che chiude quarta alle spalle del terzetto di atlete che si è diviso il podio. La cagliaritana ha fatto una bella finale, attaccando sempre e restando nelle prime posizioni. Alla fine l’oro va alla cinese Yunxiu Lu, l’argento a Charline Picon (FRA) e il bronzo a Emma Wilson (GBR), subito dietro c’è Marta. Nelle tavole la Cina vince un oro e un bronzo, la Francia due bronzi, l’olanda un oro e la Gran Bretagna un bronzo.

Nel catamarano misto foiling Nacra 17, Ruggero Tita e Caterina Banti rafforzano il primo posto in classifica, in una giornata difficile e potenzialmente rischiosa con vento leggero e oscillante. Dopo una prima prova chiusa all’8° posto in rimonta, Ruggero e Caterina hanno fatto un 3° e un 2° nelle successive, e a fine giornata, dopo 9 prove disputate, hanno portato a 6 punti il vantaggio sugli inglesi John Gimson e Anna Burnett, secondi. I tedeschi Paul Kohloff e Alica Stuhlemmer sono terzi a 12 punti, e gli australiani Jason Waterhouse e Lisa Darmanin sono quarti a 15 punti dagli italiani. Domani per il catamarano misto foiling in programma le ultime tre prove della serie, che definiranno la griglia di partenza della Medal Race in programma martedi 3 agosto.

DICHIARAZIONI DI RUGGERO TITA E CATERINA BANTI: “Per noi giornata positiva anche se abbiamo lasciato qualche punticino sulla strada, ma comunque allunghiamo in classifica, quindi contenti di quello che abbiamo fatto. Le condizioni non sono un problema per noi, con vento forte sappiamo di andare veloci, ma siamo allround, siamo pronti su tutto, il vento leggero puo’ essere più difficile per l’instabilità. Con vento forte le regate sono più vere.

“Agli avversari guardiamo poco, pensiamo a noi stessi, dobbiamo fare il meglio ogni giorno di quello che sappiamo fare, e non pensare ancora alla classifica, vedremo più avanti. Essere considerati i favoriti non ci da particolare pressione, anzi pensiamo sia meglio essere in questa posizione, la pressione devono averla gli altri.”

DICHIARAZIONE DI MARTA MAGGETTI: "E’ stata sicuramente è una gara molto forte di emozioni, una gara molto dura e un'esperienza nuova e non si sa mai come ci si va ad approcciare a un'esperienza del genere. Devo dire che sono molto soddisfatta di come l’ho affrontata e di come ho tenuto testa tutta la settimana, avevo come obiettivo una medaglia perché sapevo di essermi preparata veramente bene l’ultimo periodo, l’ultimo anno ho dato veramente l’anima per migliorare con vento leggero.

"Sono stata un po' sfortunata con le condizioni che ci sono state perché alla fine abbiamo fatto nove prove su dodici plananti, il che ha giocato un po' a mio sfavore, però anche in quelle giornate ho parato i colpi e cercato comunque di rimanere con i parziali intorno alla quinta, sesta posizione, più di così non potevo fare. Ho cercato di fare delle buone partenze però non è bastato, le prime tre avevano un buon passo e hanno sbagliato veramente poco in tutta la settimana, quindi mi ritengo soddisfatta sono felicissima del risultato che ho raggiunto, alla fine è una quarta posizione che ho mantenuto tutta la settimana quindi volevo veramente concludere con questo piazzamento."

L’ANALISI DEL DT DELLA VELA AZZURRA MICHELE MARCHESINI: “Maggetti è stata veramente brava, una Medal Race di carattere e astuzia a mettere in acqua tutto quello che ha costruito in questi anni e sfruttare fino alle minime spinte pompando in fase con il chop del campo di gara. Marta migliora le prestazioni Olimpiche dell’Italia a Londra 2012 e Rio 2016. Non basta per mettere i piedi sul podio, ma la Cagliaritana puó essere orgogliosa di sé, così come tutta la vela Italiana di lei.

"Riguardo Camboni, non mi sento di fare ora commenti tecnici. Certo li faremo, ma più avanti: Mattia ha preso un colpo bruttissimo, è un momento delicato per il ragazzo, è a pezzi e personalmente mi sento ora di tenere il lato umano davanti a tutto. Anche per questo Mattia partirà subito per l’Italia con il suo allenatore, è bene per lui e per la squadra che gli è vicina e gli vuole bene.

"Infine il Catamarano: il campo Zushi con queste condizioni è estremamente insidioso; Tita e Banti hanno interpretato con la giusta prudenza la brezza che stentava a stendersi, in conflitto con una situazione sinottica non favorevole. Rientrare a terra oggi con il secondo miglior score di giornata della flotta è un passo molto importante nella direzione giusta. Abbiamo una previsione di maggiore intensità di vento per domani: rimaniamo concentrati, c’è ancora tanto da fare, c’è ancora tanto in palio.”

Domani domenica 1 agosto tocca a Silvia Zennaro scendere in acqua per la Medal Race Laser Radial. L’azzurra che è stata una bella sorpresa a questi Giochi parte dal 6° posto a soli 5 punti dal bronzo e 13 dall’argento, e ha detto che proverà ad attaccare.

Sempre domani tornano in acqua i 470 maschili con Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò che ripartono dal 9° posto, e femminile con Elena Berta e Bianca Caruso, che sono al 10°. Previsioni di vento sui 10 nodi.

CLASSIFICHE AGGIORNATE

Il link per seguire le regate con il tracking SAP System sul sito FIV

CONI ITALIA TEAM SPECIALE TOKYO

https://tokyo2020.sailing.org

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

Commenti