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08/10/2020 - 13:14
Oceano sempre più attenzioni
L'Undicesima ora è giusta per l'Ocean Race
2 VIDEO: IL PRIMO IMOCA 60 CHE NASCERA' PER THE OCEAN RACE - Il team americano 11thHour Racing ha iniziato la costruzione di un nuovo 60 piedi della classe IMOCA in vista di The Ocean Race, il giro del mondo a tappe e in equipaggio, la cui partenza inizialmente prevista ad ottobre 2021 è stata rimandata di un anno e il cui grand finale è stato confermato a Genova per l'estate 2023. Guida a un progetto forte innovativo
di Christophe Julliand
Il team americano 11thHour Racing ha iniziato la costruzione di un nuovo 60 piedi della classe IMOCA in vista di The Ocean Race, il giro del mondo a tappe e in equipaggio, la cui partenza inizialmente prevista ad ottobre 2021 è stata rimandata di un anno e il cui grand finale è stato confermato a Genova per l'estate 2023.
Chiare le ambizioni dell'equipaggio capitanato da Charlie Enright e Mark Towill : vincere la tredicesima edizione della regata nata nel lontano 1973 come Whitbread, diventata poi Volvo Ocean Race, oggi semplicemente The Ocean Race.
Il metodo: navigare tanto, accumulare dati ed esperienza - Enright e Towill hanno già partecipato ai due precedenti giri del mondo in equipaggio sui monotipi VO 65. Appena confermata la scelta da parte degli organizzatori di The Ocean Race di correre la prossima edizione in IMOCA oltre ai VO 65, hanno comprato un 60 piedi performante, l'ex Hugo Boss che Alex Thomson ha portato al secondo posto del Vendée Globe 2016/2017. Si sono cimentati nel circuito partecipando tra l'altro alla transat in doppio, la Jacques Vabre 2019 che hanno concluso al quarto posto. A seguire il ritorno in Bretagna via mare.
Dopo questa esperienza, la barca è tornata in cantiere per un upgrade importante con l'arrivo di una nuova versione di foil (come vi avevamo raccontato QUI). In questa configurazione, il team ha attraversato l'Atlantico per raggiungere la sua base a Newport, sulla costa orientale degli Stati Uniti.
VIDEO Ritorno a casa attraverso l'Atlantico
Tre nuovi membri nel team - Il 22 settembre, tra sessioni di allenamento di 24 ore e conferenze per presentare la filosofia del progetto (sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della crisi climatica, la salute degli oceani e la sostenibilità), è stato annunciato l'arrivo di tre nuovi membri nel team. Altri pezzi da 90 che vengono a completare una crew list già del tutto rispetto. Si tratta dei britannici Simon Fisher e Rob Greenhalgh veterani della Ocean Race che hanno entrambi assaggiato alla vittoria in passato, più l'australiano Kyle Langford, ex Oracle in Coppa America e del Team Brunel nella scorsa Volvo Ocean Race. E' salita a bordo per delle prove anche la laserista statunitense Erika Reineke.
Una barca nuova per una nuova era - Lo scorso 5 ottobre infine la notizia bomba: il team sta costruendo un nuovo 60 piedi proprio per The Ocean Race 2022/2023, il primo IMOCA della nuova era. E' stato progettato da Guillaume Verdier, con la collaborazione della società Mer Concept diretta da François Gabart ed è costruito in Bretagna presso il cantiere CDK.
Come spiegato nel video sotto, in palio c'è la fusione di due culture: quella delle regate in doppio e in solitario della ''course au large'' francese e quella più anglosassone delle regate in equipaggio completo. Siccome lo spazio è contato a bordo di un 60 piedi e che le regole di The Ocean Race prevedono un equipaggio di 6 persone tra cui un onboard reporter, uno dei punti che ha focalizzato di più l'attenzione dei progettisti è stata l'ergonomia. altra differenza maggiore tra le regate in solitario o in doppio e le regate full crew, spiega Charlie Enright, è che in equipaggio ridotto ci si affida a piloti automatici sempre più sofisticati la maggior parte del tempo, mentre le regole di The Ocean Race prevedono un solo autopilota più basilare e c'è quasi sempre qualcuno al timone. E' il motivo per cui si è scelto di montare in pozzetto due timonerie a ruota invece del timone a barra...
VIDEO Costruire un 60 piedi per The Ocean Race
Alla ricerca della sostenibilità - Ma la vera novità e la parte forse più innovante nella costruzione di questo 60 piedi di nuova generazione è la ricerca effettuata in fatto di sostenibilità: sin dall'inizio delle costruzione il team sta misurando e valutando l'impatto ambientale dell'intero processo di costruzione ricercando dove è possibile materiali e tecniche alternative, incluso l'uso di fibre di lino in alcune parti strutturali e non. ''Questo fa parte'' spiega l'articolo che accompagna il video (leggi QUI) ''dell'ambizione generale del tema di lasciare un impatto positivo sull'ambiente alla fine della campagna. Damian Foxall e Amy Munro hanno il compito di identificare i punti chiave di impatto chiave attraverso la valutazione del ciclo di vita. L'articolo precisa: ''Stiamo lavorando con la classe IMOCA per sviluppare e stabilire standard di sostenibilità per le costruzioni future e pubblicheremo e condivideremo risorse con l'industria marittima e la comunità della vela per incoraggiare l'attuazione dei piani di sostenibilità.'' E Damian Foxall per concludere: “Fin dall'inizio come team abbiamo deciso di voler avere un impatto neutro sull'ambiente, ma fare meno male non è abbastanza. Vogliamo rendere tutte le nostre aree di attività positive e rigenerative ".
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