News | Regata > Vela Olimpica

04/08/2021 - 14:54

ULTIMO GIORNO PER LA VELA A ENOSHIMA, TEMPO DI PRIMI BILANCI

La Vela saluta Tokyo, Arrivederci a Marsiglia

G&G, ORGOGLIO FINALE: SESTI - Una bella Medal per Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò: per loro 6° posto olimpico. Gli ultimi podi, il medagliere e i numeri della vela di Tokyo 2020. Il bilancio positivo dell’Italia alla regata olimpica a Enoshima. L’analisi finale del DT Michele Marchesini. Domani il presidente FIV Francesco Ettorre a Casa Italia con gli azzurri ancora a Tokyo, e con il presidente World Sailing Quanhai Li - TITA-BANTI ORO-BOOM! COSA CI LASCIA ENOSHIMA

 

Ancora ubriachi dell'oro di Titabanti! Ed è solo l'inizio (speriamo): televisioni che vanno a scovare genitori e parenti degli atleti a casa loro, articoli sui grandi quotidiani nazionali. E' l'Olimpiade, o meglio l'Olimpiade quando vinci. E stavolta, dopo due flop, abbiamo vinto. La vela italiana ha lasciato il segno, con Malagò camicia zuppa di mare ad abbracciare Ruggero e Caterina sullo scivolo dopo il trionfo, scene che mancavano, scene da ricordare, scene da far durare, come la famosa planata da prolungare il più possibile poggiando e orzando sulle onde.

Qualche esempio? Il più eclatante, segnalato da tutte le parti, riguarda la Rai. Molti non hanno capito la limitatezza del contratto Rai, che avendo una sub-licenza per i diritti olimpici ha un limite di 200 ore di trasmissione, e ha dovuto scegliere sport di prima e seconda fascia. Ai primi è stata dedicata una postazione per le dirette, ai secondi no, si son dovuti arrangiare. E la vela troppo si è arrangiata, bisogna dire grazie al lavoro di sensibilizzazione di Giulio Guazzini e alcuni altri, e naturalmente ai risultati dei nostri, con parecchie finali con medaglia in vista... Ecco, la prossima volta (mancano solo tre anni a Parigi), sapendo già che Rai avrà ancora una sub-licenza, la vela che ha vinto uno dei pochi ori azzurri di Tokyo 2020, si spera sia promossa tra gli sport di prima fascia. E che a Marsiglia ci sia una postazione per la diretta.

Cosa ci lascia Enoshima? Il solito corredo di emozioni olimpiche, sebbene parecchio limitate dalle restrizioni Covid. Prendete le cerimonie delle medaglie. Sono il massimo del corredo emotivo dei Giochi: inni, bandiere, musica olimpica, speaker molto formale con le tre lingue olimpiche inglese, francese e giapponese, gli atleti in tuta con facce raggianti e spesso commosse, gli abbracci, i fiori, e loro: le medaglie. Il tutto avveniva in una arena colma di tifosi, compagni di squadra, pubblico pagante. Stavolta pochi ammessi alle cerimonie le hanno derubricate a premiazione di circolo, non fosse che per la marcetta dei militari che portavano le bandiere piegate e la loro issata cadenzata sui pennoni.

Ci lascia il circo della vela olimpica a un livello sempre più alto, sia agonistico che organizzativo. La gestione dei team, in particolare di quelli top tra i quali a pieno titolo di inserisce l'Italia, è ormai di tipo aziendale, dalla logistica alle risorse umane alle finanze, ed è solo supporto agli atleti che devono performare. Girare per il porto olimpico e vedere Paul Cayard o Torben Grael puo' far pensare a una vela di altri tempi. Ma la perfezione delle divise, dell'abbigliamento tecnico in mare, delle atrezzature nella basi-container, l'uso dei colori, delle insegne, delle tre lettere e delle bandiere nazionali, fa capire quanti dettagli ci sono dietro alla prestazione finale di un equipaggio della vela. Ne abbiamo già parlato nell'articolo sulla giornata-tipo a Enoshima.

L'isolotto devoto a una dea della musica, e il suo bel porto trasformato in olympic venue, lasciano anche altri ricordi. I volontari giapponesi che di fatto hanno rappresentato e incarnato la disponibilità, la gentilezza e l'accoglienza dell'intero popolo, a dispetto delle statistiche sulla contrarietà ai Giochi. Da soli ti fanno venire voglia di tornare in Giappone. L'inquietante esercito di OBS, la produzione tv olimpica: 240 persone solo a Enoshima per le dirette di due campi di regata al giorno, impianti monstre, mezzi senza limiti. Inevitabile chiedersi: tutto questo per chi? Per quanti? Se anche in Germania o Nuova Zelanda si lamentano per la scarsa visibilità della vela. C'è qualcosa di insondabile che bisogna cercare di capire. Cominciando da una cosa banlissima: quando saranno resi disponibili almeno gli highlightt con il meglio delle Medal Race di Tokyo 2020?

La comunicazione è essenziale a tutto, figurarsi alla bistrattata vela. Il venue press centre di Enoshima è arrivato quasi al tutto esaurito nel giorno delle quattro Medal Race, tantissimi fotografi, tanti giornalisti (per quanto meno del solito, sempre causa Covid), un servizio di flusso delle notizie e delle foto da parte della federvela internazionale (in qualche modo padrona di casa all'evento olimpico per il quale ha interagito col CIO) interessante ma con qualche criticità, e comunque a sua volta schiavo delle regole ossessive sui diritti olimpici.

Regole per le quali anche le singole federazioni sportive nazionali (come la FIV, così il nuoto, canottaggio, scherma. etc) sono limitate nella loro azione e subordinate al CONI che è il titolare dell'Italia Team. Tutto sacrosanto e scritto nella carta olimpica che è come il Deed of Gift dell'America's Cup. Ma un briciolo, un pizzico, un'anticchia di flessibilità e apertura farebbe bene a tutti, in primis proprio al CONI. Anche perchè se si pongono regole severe si deve essere in grado di controllare e sanzionare le violazioni, sennò è una giungla in cui i temerari fanno un po' come gli pare tanto non li becca nessuno...

Abbiamo parlato di questioni (non troppo) accessorie, lasciando per ultimo il tema che semplicemente apriamo, per continuare ad approfondirlo nei prossimi giorni e settimane: come è andata la vela azzurra a questa Olimpiade? Ovvio che la risposta immediata sia: benissimo, c'è un oro storico, con tante grazie da parte del governo sportivo. La seconda medaglia (erano le due più papabili) se l'e portata il vento. Ma (come potete leggere nel report qua sotto) ci sono numeri che testimoniano la solidità della nostra squadra, su tutti il numero delle finali.

Si poteva fare di più? Si potrà, con qualche aggiustamento più o meno strutturale. In una organizzazione complessa come una preparazione olimpica che dura quattro anni e si realizza in 15 giorni, il confronto è tra le scelte, le logiche, la policy generale, e le persone, i volti. Nel nostro caso i volti sono quelli del presidente Ettorre, del DT Marchesini e dei tecnici dello staff. Godersi l'oro che mancava da 21 anni è doveroso, e va fatto nel modo più giusto, promuovendo lo sport di base. Ma proprio quando si vince è importante fare debriefing a viso aperto e tirare fuori tutto quello che ancora non va e che si puo' cambiare.

In attesa di questa fase, il presente indica che nel buio caldo di Enoshima, tutta la squadra all'ora di cena sta caricando i container, operazione complessa e faticosa, tutti precettati. Altrochè medaglia, anche Ruggi e Cate sudano la loro parte. E il presente indica anche che dentro il team al netto di momenti di tensione che hanno tutte le famiglie, c'è il famoso spirito di squadra, favorito dalla presenza di molti giovani. Ci si sente parte di un team, ci si fa carico a vicenda. E' stato bello esserci dentro. Godiamoci quella medaglia (grazie Ruggero, grazie Caterina!) come se fosse di tutti, ognuno il suo. E poi, prua sul futuro.

REPORT FIV DAY 11 - Si conclude con l’undicesimo giorno di regate, e la disputa delle ultime due finali Medal Race per le discipline del doppio 470 maschile e femminile, la regata olimpica della Vela per Tokyo 2020. Il programma pienamente rispettato con un solo giorno di recupero utilizzato, condizioni meteo varie, dal vento forte dei primi giorni per la coda di un tifone, al vento leggero dei giorni centrali, fino alle finali con brezza termina regolare e di media intensità.

Nel 470 maschile l’ultima Medal Race che vedeva impegnati dei velisti azzurri: Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò hanno dato battaglia in una finale combattuta e con distacchi minimi, chiudendo alla fine settimi. Un risultato che gli consente di guadagnare una posizione nella classifica generale: Ferrari e Calabrò concludono la loro prima Olimpiade al 6° posto, un risultato tra i migliori nella storia delle partecipazioni italiane in questa disciplina olimpica. L’oro è andato agli australiani Matt Belcher e Will Ryan, argento agli svedesi Anton Dahlberg e Fredrik Bergstrom, bronzo agli spagnoli Jordi Xammar e Nicolas Rodriguez Garcia-Paz.

LE DICHIARAZIONI DI GIACOMO FERRARI E GIULIO CALABRO’ – Giacomo Ferrari: “Siamo molto contenti, era la nostra prima partecipazione olimpica, eravamo i più giovani, in Medal ce la siamo giocata, sapevamo che avevamo tanto da perdere e poco da guadagnare, siamo andati in acqua provando ad attaccare, purtroppo all’inizio non eravamo tra i primi ma ci siamo messi sotto e recuperato, volevamo chiudere al meglio, recuperare una posizione per noi è tanto. Chiudiamo sesti dietro equipaggi con molta più esperienza di noi. Non abbiamo mollato mai, quelli davanti hanno meritato, per noi tanta crescita. L’unico rammarico è che dovremo separarci visto che il 470 diventa misto.”

Giulio Calabrò: “E’ stata una grandissima esperienza, ne abbiamo tanto sentito parlare, l’abbiamo desiderata, sognata, sinceramente non ci aspettavamo una cosa così grande, è stata una bellissima esperienza di squadra, abbiamo gioito insieme a Ruggero e Caterina, abbiamo sofferto con Mattia, una esperienza a 360 gradi, la squadra ci ha aiutato tanto. Non ce ne sarà un’altra i 470 maschile e femminile, vedremo cosa fare perché entrambi vogliamo continuare a restare nel giro olimpico, è difficile provare emozioni simili nella vita, almeno per uno sportivo. Ringraziamo tutti, a partire da Giacomo (che ricambia, ndr), le nostre famiglie, il nostro allenatore, la Federazione, la Marina Militare. E’ stato un grosso lavoro di squadra.”

Nel 470 Femminile l’oro è andato alle inglesi Hanna Mills e Eilidh McIntyre, argento alle polacche Agneska Skrzypulec e Jolanta Ogar, bronzo alle francesi Camille Lecointre e Aloise Retornaz. Le azzurre Elena Berta e Bianca Caruso, giunte con il terzo posto al Mondiale di pochi mesi fa, non hanno trovato il ritmo olimpico giusto e hanno concluso al 13° posto, per pochi punti fuori dalla finale.

LE DICHIARAZIONI DI ELENA BERTA E BIANCA CARUSO – Elena Berta: “E’ stato fantastico far parte di questa spedizione della squadra italiana della vela, stare vicino a Ruggi e Cate che hanno vinto l’oro e che ci hanno trasmesso tantissime emozioni, così come stare vicino anche a Mattia, è stata dura per tutti, e poi Marta che è stata bravissima, i nostri Giacomo e Giulio con i quali abbiamo condiviso un bellissimo percorso. Una esperienza molto bella che dentro ci darà tanto per il futuro. Anche se non è andata come volevamo, adesso brucia tanto, ma sono sicura che sia stato un passo importante per ka nostra carriera.”

Bianca Caruso:“Nei prossimi giorni faremo una analisi attenta su ciò che non ha funzionato, per andare avanti si deve anche capire cosa si è sbagliato. Bisogna comunque apprezzare tantissimo il fatto di essere qui, di essere presenti a una Olimpiade che non è scontato. In questi giorni ho pensato alle tante persone che mi hanno detto “è già tanto essere lì”… lo so, però quando poi ci sei, e sei bronzo mondiale in carica e non ce le fai, è dura da digerire. Sapevamo della forza di inglesi e francesi, ci hanno sorpreso le polacche, comunque tutta gente che ha fatto almeno due Olimpiadi, e qui l’esperienza conta tantissimo, perché i Giochi sono delle montagne russe, se conosci il percorso sei avvantaggiato.”

IL MEDAGLIERE DELLA VELA A TOKYO 2020 – Un totale di 16 nazioni si è diviso le 30 medaglie in palio nelle 10 discipline della vela a Tokyo 2020. Numero inferiore alle edizioni precedenti, a causa della concentrazione di medaglie di alcune nazioni (5 Gran Bretagna, 3 Olanda, Francia e Germania).

L’Italia, tornata a medaglia dopo due Olimpiadi (Londra 2012 (Weymouth) e Rio 2016) senza podio, grazie all’oro di Tita-Banti si trova al 5° posto del medagliere di Tokyo Enoshima. 

1) GBR          3-1-1 (5)

2) AUS           2-0-0 (2)

3) NED          1-0-2 (3)

4) CHN          1-0-1 (2)

5) ITA             1-0-0 (1)

    DEN           1-0-0 (1)

    BRA           1-0-0 (1)

6) FRA           0-2-1 (3)

7) SWE          0-2-0 (2)

8) GER          0-1-2 (3)

9) CRO          0-1-0 (1)

10) HUN        0-1-0 (1)

      NZL         0-1-0 (1)

      POL         0-1-0 (1)

11) ESP         0-0-2 (2)

12) NOR        0-0-1 (1)

LE FINALI CONQUISTATE - Altra osservazione interessante riguarda la presenza delle nazioni nelle Finali olimpiche rappresentate dalle Medal Race dei top-10 di ciascuna disciplina. Dominio inglese anche qui, con 9 finali su 10 classi. Ecco la lista dei paesi che hanno conquistato almeno tre finali, nel leggerla bisogna considerare che solo poche nazioni erano presenti in tutte le discipline, ed è giusto calcolare il rapporto tra finali conquistate (il primo numero) e discipline disputate (tra parentesi). In questa lettura, l’Italia si conferma tra le prime nazioni, presente in 5 finali su 6 discipline presenti, alla pari della Germania. Meglio di tutti ha fatto l’Olanda con 7 finali su 7 discipline.

9 GBR (10)

7 NED (7)

6 FRA (9), ESP (10)

5 DEN (5), ITA (6), GER (6), BRA (8)

4 AUS (8), NZL (6), POL (6)

3 SWE (6), USA (9), ISR (5), ARG (8), NOR (6)

L’ANALISI FINALE DEL DT MICHELE MARCHESINI: “Ogni Olimpiade è diversa, questi Giochi sono stati particolarissimi, blindati oltre ogni immaginazione, diversi, posticipati di un anno ma alla fine l’aspetto sportivo anche questa volta ha sovrastato tutto. Il livello di queste competizioni, degli atleti è il massimo possibile, difficile da immaginare interamente se non si è dentro. Persone che dedicano la vita e sacrifici impensabili anche solo per essere sulla linea di partenza. 

"Il bilancio della nostra trasferta, e dunque di tutto nostro quadri-quinquennio, è assolutamente positivo. Sono soddisfatto della prestazione di squadra. Entrare in una finale Olimpica, in qualsiasi sport è un risultato di rilievo assoluto: abbiamo centrato cinque finali contro le quattro di Rio 2016, in tre siamo entrati con chance di Medaglia e per una di queste il risultato è stato Oro Olimpico. Super!

“La vela Italiana è una dei cinque sport che ad oggi spinge in alto nel medagliere in nostro Paese. Siamo orgogliosi, il Presidente Ettorre ci aveva chiesto del metallo e lo abbiamo portato, accanto alla prestazione complessiva solidissima di un gruppo straordinario. Gli atleti che abbiamo schierato sono dei ragazzi speciali e hanno fatto cose speciali, mi complimento con tutti loro per il percorso tecnico e sportivo che li ha portati qui, al di là della semplice performance.

“Parigi 2024 è a soli tre anni da oggi, continueremo lavorare per confermarci, per migliorare, per portare altre classi al livello che serve per partecipare ai Giochi ed entrare nell’elite dello sport, riservata a poco più di undicimila persone ogni quattro anni su nove miliardi che siamo al Mondo.”

CHIUSURA A CASA ITALIA – Giovedi 5 agosto sarà l’ultimo giorno a Tokyo per gli azzurri della vela, che saranno presenti a Casa Italia insieme al presidente federale Francesco Ettorre. Quest’ultimo ha invitato a Casa Italia anche il presidente della federvela internazionale Quanhai Li, che in questi giorni ha confermato il suo particolare legame con la vela italiana. Per tutti saranno i saluti al Giappone e alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

CLASSIFICHE FINALI IN TUTTE LE DISCIPLINE

RIVEDI TUTTE LE REGATE CON IL TRACKING SAP SYSTEM SUL SITO FIV

IL SITO DI TOKYO 2020 DEL CONI – ITALIA TEAM

IL SITO DI WORLD SAILING CON TUTTE LE INFO SULLA REGATA OLIMPICA

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

Commenti