News | Regata > Vela Oceanica

22/03/2015 - 16:09

Giro del mondo in equipaggio: sono i giorni dei ghiacci

La flotta Volvo
nel grande freddo

Ieri Alvimedica, oggi Brunel... La flotta resta compatta e in testa si avvicendano i leader. Ma davvero conviene essere davanti in questa fase della tappa? La Volvo Ocean Race è entrata nel mare più freddo del pianeta, e la minaccia (reale) si chiama iceberg. Grosse masse di ghiaccio alla deriva sono state avvistate e gli organizzatori cambiano il limite massimo anti-iceberg. Ma la verità è che a rallentare non ci pensa nessuno... GUARDA TRE VIDEO 


BRUNEL COMANDA NEI QUARANTA RUGGENTI
Continua la cavalcata della flotta verso sud, con condizioni sempre più dure per i 57 velisti impegnati nella quinta tappa della Volvo Ocean Race. In prima piazza gli olandesi di Team Brunel, che sono riusciti sopravanzare Team Alvimedica più a nord, ma devono guardarsi le spalle anche dal ritorno di Abu Dhabi Ocean Racing. Il trio dei “sudisti” composto da Dongfeng Race Team, Team SCA e MAPFRE naviga compatto in attesa di entrare nella fascia dei Cinquanta Urlanti.
 
SEMPRE PIU' FREDDO
L'acqua e l'aria diventano sempre più fredde, e le temperature continuano a scendere man mano che la flotta si addentra nella zona dei 50° sud, al limite dell'area dei ghiacci, posta a 51°. I sei team sono ancora nei cosiddetti Quaranta Ruggenti e ormai è la norma indossare tre strati di indumenti, cappucci e guanti, per proteggersi dal gelo intenso, reso ancora più pungente dall'effetto di raffreddamento del vento.

La vita a bordo si fa sempre più dura e il pericolo sempre dietro l'angolo. “La mano va bene, ma avrei anche potuto perdere qualche dito. Mi è rimasta la mano in un bozzello mentre cercavo di togliere un nodo a una cima. Pensavo “non metterci al mano, non farlo” mai poi mi è sembrato di potercela fare. C'è finita dentro, è rimasta incastrata per un po' finché qualcuno mi ha aiutato. Ho pensato di poter perdere qualche dito ma sono stato fortunato, solo una bella sbucciatura e dei lividi. Mi farà di certo male per il resto della tappa, ma poi andrà a posto.” 

Cosi ha raccontato l'incidente occorsogli ieri lo svedese Martin Strömberg, componente dell'equipaggio di Dongfeng Race Team che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi. Ora infatti la flotta è entrata in un'area dove ogni eventuale operazione di soccorso comincia ad essere complicata, con le barche prua verso Capo Horn e la Nuova Zelanda ormai a oltre 2.000 chilometri alle spalle, nel mezzo di uno dei tratti di mare più duri e inospitali del mondo.

Anche il team femminile di SCA ha informato di aver vissuto qualche momento di tensione quando l'inglese Annie Lush ha preso un brutto colpo alla schiena. “Stavo regolando la scotta della randa con 20 nodi d'aria e un mare ripido, sono stata catapultata dalla parte sopravento a quella sottovento e sono atterrata di schiena. Fortunatamente la cintura di sicurezza ha evitato che l'onda mi portasse via. Non c'è nulla di rotto, a parte il mio orgoglio ferito, ma il colpo mi ha provocato dei bei lividi, devo prendere degli antidolorifici e non è una bella situazione. Non stare bene è brutto, ti senti completamente inutile e in colpa, perché le altre hanno più lavoro da fare.” A bordo della barca magenta anche qualche problema con il sistema radar che non funzionava correttamente e che ha costretto Liz Wardley a salire sull'albero per una riparazione d'emergenza.

Sul fronte agonistico, Team Brunel continua a guadagnare terreno sugli avversari, nelle ultime 12 ore a ogni rilevamento delle posizioni la barca gialla e grigia guidata da Bouwe Bekking ha messo ulteriore spazio fra sé e gli inseguitori: 10 miglia su Team Alvimedica e 5 su Abu Dhabi Ocean Racing. Il team olandese è stata la barca più veloce con 15 nodi di media. Ciò dipende anche dal fatto che Brunel naviga con un angolo un poco più largo al vento. Come ha spiegato nel suo blog anche l'onboard reporter di Azzam: “Brunel ha navigato sempre un po' più largo, a destra della nostra rotta e ora si trova a una quarantina di miglia sulla nostra prua e in una bella posizione di controllo. Pensiamo che il vento andrà ad aumentare più avanti quindi chi è in testa guadagnerà ancora. Stesso discorso anche per Alvimedica anche se oggi abbiamo ottenuto una piccola vittoria riuscendo a strappare un grado, perchè loro si sono tenuti più alti. Comunque siamo contenti che gli altri tre siano dietro, li teniamo d'occhio anche se c'è ancora tanta strada e forse la regata versa comincerà solo dopo Capo Horn.”

La situazione del trio che insegue è stata anche interessante nelle ultime ore con Dongfeng Race Team che è passato in quarta posizione grazie a una velocità media circa un nodo migliore, con Team SCA a poco più di 2 miglia dietro e gli spagnoli di MAPFRE a meno di 5 miglia sulla poppa delle veliste.
L'onboard reporter svedese di Team SCA Anna-Lena Elled descrive così la situazione: “Abbiamo virato e fatto un po' di cambi di vela per passare l'alta pressione e andare a sud. Il piano è di saltare i Quaranta Ruggenti e cercare di entrare il più velocemente possibile nei Cinquanta Urlanti e poi fino a Capo Horn. Sappiamo tutti dove è il vento, la questione è chi riuscirà a prenderlo per primo...”

L'avanzamento dei sei team può essere seguito con lo strumento del tracker, la cartografica elettronica, aggiornata ogni tre ore al link: http://www.volvooceanrace.com/en/virtualeye.html o tramite le app per smartphone e tablet.


VIDEO: LE RAGAZZE SI AGGIUSTANO DA SOLE IL RADAR


VIDEO: NAVIGARE NEI QUARANTA RUGGENTI


VIDEO: NELLA CODA DEL CICLONE PAM
 
 
BARCHE CONTRO ICEBERG: LA BATTAGLIA DEL PACIFICO
Un'enorme massa di ghiaccio flottante, un iceberg con dimensioni rilevate superiori a un chilometro, ha costretto gli organizzatori della Volvo Ocean Race a cambiare il posizionamento dei cosiddetti ice limit*, per evitare che la flotta possa entrare in zone pericolose.

L'iceberg secondo la società francese CLS, che è consulente della regata su questo tema, si stava dirigendo verso la probabile rotta della flotta e dunque si è deciso di spostare ulteriormente a nord l'ice limit. Il grosso pezzo di ghiaccio tuttavia non è la sola preoccupazione, iceberg di minori dimensioni e growler (iceberg sommersi e dunque difficilmente avvistabili) potrebbero rappresentare altri pericolosi ostacoli per i team. La prossima foto ad alta risoluzione della zona sarà disponibile domenica, questo aggiornamento della situazione non necessariamente potrebbe portare a un altro cambio nell'area di esclusione.

Per quel che riguarda la cronaca della competizione al terzo giorno della quinta tappa la più dura e leggendaria del giro del mondo a vela, la flotta continua nella sua corsa di velocità in linea verso l'Antartico, cioè l'oceano più freddo del mondo. La flotta ha navigato nella coda del ciclone Pam nelle ultime 24 ore e ora le sei barche avanzano di bolina con vento da sud-est intorno ai 22/26 nodi di intensità.

La prima piazza è occupata dal team turco/americano Alvimedica, che ha messo ulteriore spazio fra sé e gli inseguitori olandesi di Team Brunel e gli altri quattro avversari che hanno optato per una rotta più meridionale. La barca più a sud ora è Abu Dhabi Ocean Racing, terzo, mentre l'equipaggio femminile di team SCA ha guadagnato terreno nelle ultime ore ed è quarto, quinti sono gli spagnoli di MAPFRE e sesti i franco/cinesi di Dongfeng Race Team.

L'alta pressione a sud-est della Nuova Zelanda che minacciava l'avanzamento della flotta pare che non avrà invece effetti negativi, anche se ci sarà una rotazione che costringerà le barche a una navigazione di bolina. "Chi riuscirà ad agganciare prima questo cambio di vento, uscirà davanti.“ Ha spiegato il meteorologo della regata Gonzalo Infante, quindi ora la questione non è strategica ma riguarda l'abilità di far camminare veloce la barca e di posizione, ovvero da quale parte, nord o sud, approcciare il salto di vento.

Sono ancora i primi giorni della tappa e tuttavia i velisti sono già stati messi a confronto con condizioni dure, e ancora più dure saranno nei prossimi giorni. Come ha scritto lo skipper di Dongfeng Race Team Charles Caudrelier: “C'è ancora tanta strada da fare e le cose sembrano complesse. Anche se i leader nel breve periodo potrebbero scappar via, sul medio gli inseguitori potrebbero rientrare, quindi forse la nostra posizione non è tanto catastrofica. In ogni caso questa tappa sarà molto dura per noi, siamo l'equipaggio meno esperto di tutti.” Forse Caudrelier ha ragione e forse è per questo che ha voluto accanto a sé un veterano come l'irlandese Damian Foxall per questa frazione, che nella scorsa edizione era uno dei suoi compagni di viaggio su Groupama, poi vincitore del giro del mondo.

Intanto gli organizzatori hanno anticipato l'ETA, la data di arrivo prevista, ad Itajaì dal 7 al 4 aprile dopo che la flotta ha fatto registrare un progresso molto veloce nelle prime 1.000 delle 6.776 miglia della tappa.
L'avanzamento dei sei team può essere seguito con lo strumento del tracker, la cartografica elettronica, aggiornata ogni tre ore al link: http://www.volvooceanrace.com/en/virtualeye.html o tramite le app per smartphone e tablet.

* Ice limit: si tratta di una linea virtuale che la flotta deve lasciare a destra e che può essere modificata dagli organizzatori a seconda del movimento dei ghiacci nella parte meridionale del pianeta. La linea è composta da un punto immaginario ogni cinque gradi, che disegna un contorno preciso che può essere variato.
 

Commenti