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11/10/2020 - 21:10

Allerta meteo e avvisi della Capitaneria di porto, così è arrivata la scelta

La Barcolana annullata unica scelta possibile

BURRASCA E DIBATTITO - Alla fine IL 2020 si prende anche la Barcolana: primo annullamento della sua storia. Alle 4:30 posizionate le boe del percorso. Alle 6:50 rilevati 38 nodi alla boa 4 (Barcola). Alle 7 la decisione del Comitato di Regata. Qualche mugugno (Furio Benussi, Mauro Pelaschier) nella domenica spettrale nella città sferzata dalla Bora e dalla pioggia - COVID: I VELISTI SONO UN "CASO": A TRIESTE 1000 TAMPONI E 1 SOLO POSITIVO (CONTRO IL 3% NAZIONALE)

 

Il finale che nessuno avrebbe voluto, per una Barcolana che si è provato a strappare alla pandemia, evento di riscatto e resilienza, partecipazione di cuore con 1424 iscritti, molti per affetto sapendo di non partecipare, misure di sicurezza straordinarie per il Covid (sul caso-tamponi torniamo più avanti in questa pagina), ormeggi contingentati, niente villaggio (solo sponsor a Piazza dell'Unità), tutto online, distanziamenti e locali chiusi alle 23. Barcolana è stata, tirata per i capelli, e le banchine desolatamente vuote erano irriconoscibili per ciò che è diventata la Coppa d'Autunno. Però, pure smagrita e camuffata, orgogliosamente Barcolana. Fino a domenica.

Domenica di mare vuoto: dalle duemila barche a zero. E spettrale in città: Bora scura oscillante dai 20 ai 50 nodi (qualche anemometro ha misurato 57 nodi), pioggia sferzante, banchina, piazza, vie vuote. Il fantasma della Trieste in festa per la sua regata. Perchè davvero era impraticabile la giornata. Come un pallone che non rimbalza sull'erba di un campo di calcio. L'ha verificato il Comitato all'alba, posando le boe, lo ha certificato la Capitaneria di Porto con avvisi circostanziati, c'era una allerta meteo regionale, insomma come mandare in mare un migliaio di barche in questa situazione?

La prima Barcolana annullata in 52 anni fa discutere da subito: poco dopo le 8 in banchina Furio è una furia. Benussi risponde a qualche giornalista, commenta la decisione e non la condivide: "Ho fatto tante Barcolane con 40 nodi, ho rotto l'albero, ogni velista sa cosa fare. Avrebbero potuto almeno attendere qualche ora. Bisogna ricordare che la Barcolana è si una festa ma è anche una regata. Di questo passo rischiamo di regatare sempre meno..."

Parole dettate dalla frustrazione di chi ha preparato barca (e che barca, il 100 piedi Arca SGR, con tante ore di cantiere) e team per questo appuntamento, e dopo la Maxi Cup di Porto Cervo vede sfumare anche la rivincita con gli sloveni di Way Of Life a casa propria, a Trieste. Anche Mauro Pelaschier, il decano, fresco di consegna della tessera FIV onoraria, è un po' contrariato: "La responsabilità di andare in mare dovrebbe essere lasciata ai velisti, ci stanno vietando troppe cose, è un anno complicato, è andata così, avrei preferito regatare come sempre, e poi io amo la pioggia!"

Difficile incontrare qualcuno in banchina, le barche dalle rive sono state spostate nei marina già la sera prima o all'alba, su suggerimento di Capitaneria e organizzatori, anche la stessa Arca SGR. Nelle voci però, prima che parli l'organizzazione, rimbalzano i pareri positivi sull'operato del Comitato da parte della maggioranza dei velisti. Ne parlano anche nella diretta di Rai 3 dove sono ospiti in studio Giovanni Soldini e Francesco Ettorre. Quest'ultimo dice qualcosa a proposito dell'annullamento: “Le condizioni proibitive erano largamente previste, anche se con delle variabilità nei diversi modelli meteo, credo che la scelta degli organizzatori, anche seguendo l’allerta meteo e gli avvisi della Capitaneria di Porto, sia stata giusta. Andare in regata con 40-45 nodi di vento credo non sia il massimo per i velisti, anche se ovviamente chi naviga deve essere pronto ad affrontare tutte le condizioni. La prudenza è sempre la migliore consigliera, e il senso di responsabilità. Credo si debba fare i complimenti all’organizzazione di Barcolana, perchè il tema della sicurezza, come sappiamo, in questo periodo è centrale, e qui è stato affrontato in modo eccellente.”

Poi parla Mitja Gialuz, di ritorno da un tour di 2 ore su un rimorchiatore d'altomare, a perlustrare il golfo e recuperare le boe. Sono parole che vanno oltre il comunicato ufficiale. "Sono orgoglioso della nostra squadra organizzativa e delle decisioni prese, i marinai sanno quando fermarsi, e quando a Trieste arriva sua maestà la Bora, perdipiù scura, non è il momento di andare in mare. Capisco la voglia di regatare dei velisti, specie dei professionisti, ma con queste condizioni non si scherza, e chi dice il contrario ragiona solo sulla base dei propri interessi. Noi invece come organizzazione abbiamo ragionato nell'interesse di tutti. Adesso pensiamo alla Barcolana 53, speriamo che questa Bora spazzi via il Covid dall'Italia e dal mondo, ringrazio tutti gli armatori e i velisti che ci sono stati a fianco in questa edizione difficile."

ECCO IL COMUNICATO DELLE 7 DI DOMENICA MATTINA - A causa delle condizioni meteo marine presenti nel Golfo di Trieste, il Comitato di regata, sulla base delle indicazioni della Capitaneria di Porto e sentita la Società organizzatrice, valutate l'allerta meteo emessa dalla Protezione Civile e le previsioni meteo diramate dall’Osmer per la giornata di oggi, domenica 11 ottobre, ha deciso di annullare la Coppa D’Autunno - Barcolana 52 presented by Generali. 

La decisione è stata presa stamani alle 7 del mattino, visto l’evolversi del meteo secondo le previsioni di Bora forte e il concretizzarsi dell’allerta meteo diramata ieri dalle autorità.

Di fronte a condizioni meteo marine come quelle odierne - ha commentato il presidente della Svbg, Mitja Gialuz - la gente di mare riconosce la necessità di mantenere gli equipaggi a terra e le imbarcazioni al sicuro. Abbiamo lavorato con grande impegno per realizzare l’evento in sicurezza per quanto attiene gli aspetti sanitari, ora dobbiamo rispondere nel modo più corretto e secondo le logiche marinare al meteo e annullare la regata. È una decisione impegnativa ma necessaria che preserva tutto il popolo della Barcolana e rispetta tutti quei equipaggi familiari con barche di piccola dimensione che sono il cuore di questa regata. C’è qualcosa di liberatorio nel fatto che il vento batta il Covid: abbiamo superato le difficoltà connesse all’organizzare Barcolana in questo contesto, e a fermarci in questa edizione è stato solo il nostro elemento naturale, il vento”.

Gli organizzatori hanno monitorato l’evoluzione delle condizioni per tutta la notte, lavorato per rinsaldare gli ormeggi, inviato in mare alle 4 del mattino il rimorchiatore e posizionato le boe di partenza alle 4.30 di stamani: alle 5.30 il rimorchiatore è stato collocato all’altezza della Boa 1 con l’obiettivo di misurare il vento in quell’area del Golfo strategica per la regata e fornire da lì le informazioni necessarie alle successive valutazioni sulle condizioni del mare e del vento.

Alle 7, nel corso del briefing in Capitaneria di Porto, è stata presa la decisione di annullare la regata. “Come abbiamo avuto più volte modo di ricordare in queste settimane - ha commentato il presidente Gialuz - lo scorso luglio ci ha lasciato il nostro Sandro Chersi, uno dei padri ispiratori della regata, grande esperto nelle previsioni del tempo. Ecco, noi dedichiamo a lui questa impegnativa scelta perché sappiamo che avrebbe approvato e chiudiamo questa edizione con le sue parole: il bravo marinaio salva la barca e il suo equipaggio nella tempesta, l’ottimo marinaio ha scelto di non uscire, e dalla finestra guarda il bravo marinaio in mare, mentre lotta per salvare la barca e l’equipaggio. Sandro, il nostro obiettivo è quello di essere ottimi marinai, come tu ci hai insegnato”.

NON DIVIDIAMOCI SULLA PASSIONE - Come commentare la prima Barcolana annullata per maltempo in 52 anni di vita, e proprio nell'anno della pandemia? Inevitabile, diciamo la verità, per quanto era visibile in banchina: le barche, già poche, avevano raddoppiato e rinforzato gli ormeggi già nella notte. Nessuno in mare, salvo qualche sparuto diretto a porti vicini, San Rocco e giù di lì, qualche tormentina, a terra pochi sparuti velisti con cerate già zuppe, acqua a raffiche, vento bagnato, la Bora scura con la sua faccia più cattiva.

E' vero che in passato si sono fatte Barcolane con 40 nodi di Bora. E' vero che qualche anno fa il sabato sera c'erano 80 nodi (si proprio 80), poi scesi a 25 la domenica. E' vero che certi velisti amano il vento forte e che certi professionisti sono pronti ad affrontare qualsiasi condizione, come le loro barche, grandi e attrezzate, in certi casi oceaniche. E' vero che alcuni team hanno lavorato mesi per questo giorno, e vederselo sfumare porta rabbia e frustrazione, e fa venire voglia di questionare, polemizzare, argomentare. E' vero che le regate - ma non accade così con (quasi) tutte le cose delle nostre vite? - sono sempre più complicate, burocratiche, regolate su binari spesso estranei ai velisti, e soggette a scelte autoritative altrui che tolgono ai partecipanti gran parte delle libertà e del piacere semplice di iscriversi e partecipare. Questioni delicate di sicurezza, responsabilità, assicurazioni.

Tutto vero, ma guai a dividersi sul mare, sulla vela, sulle passioni comuni. Eravamo sulla stessa barca l'anno scorso, siamo "Together" quest'anno, nel bene e nel male. Aver organizzato la Barcolana nel 2020 è stato un atto di coraggio che non viene meno per la decisione di annullare la parte sportiva causa maltempo. A Trieste, tra triestini, si parlerà a lungo di questa Barcolana 52 finita in una domenica spettrale dove persino i bar erano desolatamente vuoti, seguita a un sabato di caldo e sole con Piazza Unità piena di gente e speranze. La cosa migliore per tutti è ripartire da quel sabato, inchinarsi al ruggito della Bora e ricominciare. Tutti insieme.

IL CASO DEI VELISTI "QUASI" IMMUNI AL COVID - Incrociando le dita, facendo gli scongiuri e tutto il resto, a Trieste per Barcolana è andato in scena un protocollo i cui risultati hanno creato un caso tra i sanitari. Sono stati effettuati i tamponi obbligatori per tutti gli equipaggi con più di 7 persone. In totale quasi mille tamponi grazie ad ASUGI. Proprio gli operatori sanitari hanno manifestato stupore per i risultati: solo 1 positivo (un velista arrivato a Trieste con la sua auto e con sintomi, senza entrare in contatto con l'equipaggio, e subito tornato a casa in isolamento, il sistema ha funzionato perfettamente al suo scopo) su mille tamponi: l'1 per mille della vela contro il 3 per cento della media nazionale tamponi/positivi. Al di là delle considerazioni già fatte sulla vela come sport sicuro, dell'aria, del vento, del sole e del sale, è un dato che sicuramente merita attenzione. Il sistema di tampone veloce usato a Trieste (dieci minuti per la risposta) è considerato attendibile al 98%. E' stato uno degli straordinari servizi forniti da Barcolana 52. Da mettere nel conteggio finale.

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