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20/12/2010 - 18:56

Il 26 dicembre partirà la 66a Sydney-Hobart

Là dove soffiano
i Quaranta ruggenti

E' una delle classiche della vela oceanica, la regata più importante dell'emisfero australe: 89 finora gli iscritti. Tra loro, gli italiani di OneLife. Dovranno fronteggiare venti fino a 60 nodi e onde imponenti. Ma la neve (di Londra) potrebbe creare qualche problema...


Chi l’ha affrontato almeno una volta lo mantiene impresso nella mente e non se lo scorda più. Quel tratto di mare di 628 miglia nautiche che per coprirlo richiede quasi una settimana di tempo, è uno dei più infidi dell’emisfero australe. Forse solo onde, venti e correnti a sud di Capo Horn lo superano.
Per coprire la distanza tra Sydney e Hobart ci vuole coraggio e voglia di sfidare se stessi e gli elementi. Audacia, tecnica e tanto sangue freddo per affrontare venti a 60 nodi e onde alte come palazzi. La sfida si ripete. Il conto alla rovescia ormai sta per toccare lo zero.

Fra le onde dello stretto di Bass
Il giorno di Santo Stefano, mentre in Italia molti saranno impegnati a smaltire i postumi di giorni di festeggiamenti, prenderà il via la 66esima edizione della Rolex Sydney Hobart, una delle classiche più affascinanti della vela d’altura, che metterà a dura prova barche ed equipaggi. Come nelle precedenti edizioni, la regata porterà i velisti a lasciare il porto della città australiana, attraversare il mare di Tasmania, la Storm Bay e il fiume Derwent. Punto più infido, lo stretto di Bass, il tratto di mare tra Australia e Tasmania dove i venti sono quasi sempre forti e le ondi giganti. Le barche si spingeranno fino al 43° parallelo sud, nei mari in cui soffiano i Quaranta Ruggenti, termine inventato dagli inglesi all’epoca dei grandi velieri e che sottolinea forza dei venti e dei mari che si incontrano procedendo a Sud del quarantesimo parallelo, verso i Cinquanta Urlanti.
Il percorso, in tutti questi anni, è diventato un’icona dello sport estivo australiano fino a entrare nell’Olimpo delle competizioni sportive: come la Melbourne Cup di ippica, la sfida di cricket tra Australia e Inghilterra e la coppa Davis di tennis.
Nel tempo, l’appuntamento ha aumentato anche la sua risonanza mondiale: oggi pochi eventi velici al mondo attirano una copertura mediatica come la Sydney-Hobart. E il Cruising Yacht Club of Australia che organizza l’evento ha accresciuto la propria influenza nel settore delle regate oceaniche. Non fosse altro perché i membri del club hanno messo a segno ottimi risultati in regate del calibro della Admiral’s Cup, la Kenwood Cup, la One Ton Cup, la Fastnet Race e la BOC Challenge Around the world.

Alla caccia di Wild Oats XI
Sulla linea di partenza sono per ora iscritte 89 imbarcazioni. Un poco meno dei 100 dell’anno scorso. Ma qualcuno si aggiungerà nelle prossime ore. Tra loro, barche di ogni foggia, dalle più piccole fino ai Maxi da 100 piedi. E di ogni nazionalità: statunitensi, inglesi, francesi, russe… e italiane. Il nostro Paese è infatti rappresentato da Onelife, un 16 metri dei cantieri Amel del 2004, di proprietà di Alberto Biffignandi, che già aveva preso parte alla ARC del 2006. Come equipaggio, sei velisti, amici da trent’anni, da quando cioè facevano gli istruttori al Centro Velico di Caprera.
Obiettivo delle grandi barche che saranno presenti al via: battere il record di traversata – 2 giorni, 9 ore, 2 minuti e 10 secondi - fatto segnare nel 2005 da Wild Oats XI, che quest’anno sarà di nuovo al via per la sua sesta volta e cercherà di rimpossessarsi della vittoria, dopo il secondo posto del 2009 (vincitore fu il supermaxi Alfa Romeo, timonato dal suo armatore neozelandese Neville Crichton).

Nevica a Londra. Problemi a Sydney
Ma la partecipazione dei velisti internazionali alla Sydney-Hobart 2010 potrebbe subire non poche defezioni rispetto alle edizioni passate. Nessun disinteresse o boicottaggio: è “solo” colpa del meteo. L’aspetto curioso è che, a mettere i bastoni tra le ruote agli equipaggi, non sono le condizioni previste lungo il percorso di gara, ma quanto sta invece avvenendo agli antipodi rispetto all’Australia. A decine di migliaia di chilometri. Le nevicate che stanno flagellando il nord Europa e l’Inghilterra e la chiusura di molti aeroporti (quello di Heatrow in particolare) hanno sconvolto i piani di viaggio di molti concorrenti.
Il più danneggiato al momento è il JV72 inglese RAN, uno dei favoriti per la vittoria in compensato. Sette membri del suo equipaggio sono alle prese con ghiaccio e neve, bloccati nello scalo londinese. Nomi di tutto rispetto della vela internazionale, come i veterani della Volvo Ocean Race, Tim Powell (skipper) e Steven Hayles (navigatore). Per la serie: il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo.
 

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