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12/12/2020 - 13:24
Record stregato
Jules Verne, anche Sodebo si arrende
AVARIA AL TIMONE NELL'OCEANO INDIANO, TENTATIVO INTERROTTO - Thomas Coville e i suoi si arrendono e fanno rotta sull'isola di Reunion. Il team è deluso ma convinto delle potenzialità per battere il record (era in vantaggio) e annuncia che riproverà
di Christophe Julliand
Fine della corsa per lo skipper Thomas Coville e l’equipaggio del trimarano gigante Sodebo Ultim 3 nel tentativo di conquistare il Trofeo Jules Verne, il record assoluto del giro del mondo. Ieri venerdì 11 dicembre di mattina, dopo 16 giorni di navigazione, mentre Thomas Coville, François Duguet, Sam Goodchild, Corentin Horeau, Martin Keruzoré, François Morvan, Thomas Rouxel et Matthieu Vandame si trovavano nell’Oceano Indiano, a oltre 50° di latitudine, un’avaria al timone di dritta ha costretto l’equipaggio a rallentare per cercare di effettuare una riparazione.
L’annuncio è arrivato la sera stessa dello stesso giorno: ‘’La riparazione non permette di navigare al 100 per cento del potenziale della barca. Ovviamente deluso, il team preferisce rinunciare al tentativo e fare rotta verso l’isola della Reunion ma rimane convinto di aver le capacità di battere il record stabilito dall’equipaggio di Francis Joyon con Idec Sport (40 giorni, 23 ore e 30 minuti).''
Di questo primo tentativo da parte di Coville & Co con Sodebo Ultim 3, ricorderemo il brevissimo match race in Biscaglia con Gitana ritirato anch’esso per avaria al timone, il timing perfetto seguito nella prima parte del percorso tra l’isola di Ouessant e l’equatore, poi la bella sequenza di strambate al largo del Brasile, una fase cruciale per posizionarsi davanti al fronte dell’indispensabile depressione-catapulta per Buona Speranza.
VIDEO Giornate di pura velocità sul tappeto volante
Fase che aveva portato i suoi frutti poiché lo scorso 7 dicembre Sodebo aveva passato il primo dei tre capi del giro del mondo con 17 ore e 35 minuti di vantaggio, corrispondente a circa 700 miglia rispetto alla traccia record di Idec . Una performance che Jean Luc Nelias, responsabile del routage a terra, aveva commentato così: ‘’Abbiamo rispettato il timing di questa finestra meteo, sapevamo in partenza che non sarebbe stata perfetta il risultato è conforme a quanto avevamo previsto'’.
Le cose si sono complicate nell’Oceano Indiano dove la successione di depressioni molto vicine e il mare caotico hanno impedito all’equipaggio di rimanere sulla rotta diretta e di mantenere velocità alte. Proprio dove quattro anni fa Idec aveva registrato le medie giornaliere più alte della sua circumnavigazione surfando lo stesso fronte, dritto per dritto, dal Sud Atlantico fino alla Nuova Zelanda.
VIDEO Condizioni difficilI nell’Oceano Indiano
Poi l’avaria, al sedicesimo giorno, il ritiro. Il trofeo Jules Verne rimane in casa Joyon. Fino a nuovo tentativo...
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