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22/01/2013 - 13:02

L'incidente a Capo Verde. Evitata la scuffia, rotta sulle Azzorre

JP Dick rompe la chiglia!

Il francese su Virbac Paprec 3 era saldamente al terzo posto. L’incidente a ovest delle isole di Capo Verde. La barca non ha scuffiato grazie alla sua manovra con i ballast. Rotta sulle Azzorre (6 giorni per raggiungerle)

Un’altra chiglia rotta, e stavolta fa rabbia, perchè capita a Jean Pierre Dick, straordinario navigatore francese e a Virbac Paprec 3, tra le barche nuove di questo Vendée e già protagonista un anno fa alla Barcelona Race (vinta). E fa rabbia anche perchè JPD era terzo in classifica, dietro agli scatenati Gabart e Le Cleac’h, ben più giovani di lui, e ormai navigava a 2000 miglia dal traguardo, avendone percorse quasi 28.000.

E’ accaduto a mezzanotte di lunedi, JP era in cabina ha sentito prima arrivare una raffica e poi un gran botto sotto lo scafo e la barca che si è inclinata dolcemente su un fianco. Senza la chiglia di quattro tonnellate VP3 rischia fortemente la scuffia, che sarebbe un bel guaio, con lo skipper probabilmente intrappolato in cabina... La chiglia in genere è pari alla metà  circa del peso dell’intera barca. Per evitare il peggio c’è voluta tutta l’esperienza di un sontuoso marinaio come Dick. Il 47enne di Nizza ha lascato le vele, ha poggiato e si è messo col vento in poppa e ha riempito tutti i ballast in modo da stabilizzare la barca. In questo modo il pericolo immediato di ribaltamento è stato evitato, ma certo VP3 resta molto vulnerabile, specie in caso di salti e colpi di vento.

Negli ultimi giorni Virbac paprec 3 e Jean Pierre Dick avevano continuato a rimontare miglia alla coppia di testa e non disdegnavano l’idea di un clamoroso recupero. Ora il francese è ancora tecnicamente al terzo posto, non si è ritirato, sta facendo prua verso le isole Azzorre che distano ancora 1000 miglia. Naviga mure a dritta con l’Aliseo di 20 nodi. Con questo vento non fa una rotta diretta per le Azzorre, ma secondo le carte meteo tra due giorni dovrebbe trovare un favorevole vento da Sud Ovest per orzare e fare rotta verso un ricovero sicuro per se e la barca nell’arcipelago, dove è stimato il suo arrivo in circa 6 giorni. Lo stesso tempo che avrebbe probabilmente impiegato per arrivare al traguardo di Les Sables!

E’ il terzo Vendèe per Jean Pierre, dopo il sesto posto del 2004-2005 e il forzato ritiro per rottura del timone nel 2008-2009. La sua sfortuna fa parte del gioco e della storia stessa del giro del mondo dei velisti solitari, che conta numerosi episodi drammatici legati alle rotture di chiglia, con salvataggi eroici, come i vari Pihilippe Poupon, Alain Gautier, Roland Jourdain. E in questa ultima edizione, specie nella prima parte della regata, l’oceano Atlantico ha rivendicato due chiglie in due settimane: prima quella in titanio di Marc Guillemot e poi quella di Jeremie Beyou, che ruppe il sistema idraulico della canting keel.

La discussione sulla fragilità dei grandi IMOCA 60 da giro del mondo è apertissima, c’è chi sostiene che soprattutto le barche nuove siano troppo pericolose e leggere per un giro del mondo. Ma Macif di Gabart e Banque Populaire di Le Cleach, il duo di testa, dimostrano che non è proprio così, e lo stesso Virbac Paprec 3 è passato indenne attraverso tutti gli oceani e i grandi capi prima dell’avaria. La fatalità gioca senza dubbio una parte importante.

Se Dick si ritirerà, a beneficiarne sarà soprattutto Alex Thomson, l’inglese con Hugo Boss potrebbe superarlo e concludere al terzi posto. Ma la vicenda stessa di Dick ricorda a tutti che siamo in una regata oceanica, e tutto può accadere ogni momento, la regata non è finita fino al taglio del traguardo, e gli ultimi giorni, un po’ come i primi, sono spesso costellati di incredibili e sfortunate vicende.

Intanto Le Cleac’h continua a rosicchiare miglia al leader Gabart, ora insegue a meno di 90 miglia. Il primo è a 1600 miglia da Les Sables. Il nostro Alessandro Di Benedetto, dopo la caduta di ieri e la rottura di una costola, sta riprendendo lentamente il ritmo di navigazione.

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