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31/03/2022 - 10:25
Innovazioni e sostenibilità
ETNZ: l’idrogeno è possibile
CI AVEVANO DETTO CHE OCCORREVANO 4 ANNI… L’ABBIAMO FATTO IN 9 MESI – Varato il primo dei mezzi assistenza per le barche di Coppa America, un catamarano foiling a idrogeno per navigare da 35 a 50 nodi di velocità. Il significato di un progetto rivoluzionario che viene dalla vela e (speriamo) anticipa i tempi e segna la rotta per tutta la nautica - VIDEO DEL VARO
Alla forma ci abitueremo, certo non ha le linee di un Riva, ma neanche Te Rehutai ricorda i J-Class. Quello che conta di ChaseZero, il catamarano foiling a idrogeno varato a tempo record a Auckland, 24 ore dopo che la città aveva detto addio alla possibilità di ospitare la prossima America's Cup, è il messaggio: si puo' fare. Una barca a motore a idrogeno, dal disegno al varo in meno di un anno, quando tutti gli esperti parlavano di tre anni e mezzo, quattro.
Lo strano momento del team detentore della Coppa America, impegnato su tre fronti: trovare soldi e location lontano da casa (ieri annunciata Barcellona), studiare e realizzare uno strano mezzo a vela con ruote per battere il record di velocità spinti dal vento su terra, e infine progettare e realizzare le chase boat di assistenza alla prossima Coppa (che tutti gli sfidanti dovranno obbligatoriamente acquistare da Emirates Team New Zealand).
Emirates Team New Zealand ha varato ieri 31 marzo a Auckland il suo prototipo di barca assistenza foiling alimentata a idrogeno. Andrea Joy ha battezzato la Chase Zero davanti al team. Chase Zero è la prima barca ad essere varata in questo ciclo di Coppa America e si spera possa gettare le basi di un cambiamento profondo verso un futuro più pulito e sostenibile nella nautica in tutto il mondo. "Spero che in futuro guarderemo a questo giorno come all'inizio di una rivoluzione del motoscafo a idrogeno", ha affermato Sir Stephen Tindall, ambasciatore della sostenibilità di ETNZ e sostenitore del progetto.
Grant Dalton, CEO di Emirates Team New Zealand si è chiesto: "E ora? Come possiamo continuare a spingere i confini dell'innovazione e della tecnologia utilizzando le persone e la tecnologia disponibili in ETNZ?" Con la classe AC75 già impegnata per la prossima Coppa America e con una continua spinta verso un futuro più sostenibile, l'attenzione si è rapidamente spostata sulle barche assistenza in acqua. Durante la misurazione delle emissioni di carbonio delle squadre nell'ultima campagna per ottenere la certificazione carbonzero, era ovvio che le barche contribuissero in modo considerevole alle emissioni complessive. E così è nata l’idea di alimentarle a idrogeno.
CI AVEVANO DETTO CHE OCCORREVANO 4 ANNI… L’ABBIAMO FATTO IN 9 MESI – Questo è l’aspetto più importante dell’iniziativa: aver dimostrato la sua fattibilità (aspettando ora le prove in mare), contro le previsioni dei pessimisti. Vale più questo che decine di convegni e chiacchiere inutili sulla sostenibilità. All’inizio sembrava che questo non fosse il progetto di 12 mesi che il team stava cercando. "Ci è stato praticamente detto che qualcosa del genere avrebbe richiesto 3-4 anni, invece l’abbiamo fatto in poco più di 9 mesi". ha detto il responsabile del progetto Geoff Senior.
“Di certo non ci aspettavamo di lavorare così intensamente subito dopo AC36. Ma immagino che sia solo una parte della nostra cultura e del modo in cui lavoriamo al meglio in Emirates Team New Zealand, quindi è eccitante arrivare a questa fase, un'enorme pietra miliare per il team. È stato un grande sforzo far costruire la barca presso la nostra struttura di costruzione e poi allestirla qui alla base, semplicemente inserendo tutte le componenti del gruppo propulsore e tutti i rispettivi hardware. Non credo che ci rendiamo conto di quanto sia significativo. Penso che non ci siano quasi altre barche come questa in giro. Le prossime barche come questa sono ancora molto lontane, quindi penso che una volta che sarà in acqua e in funzione, ci renderemo conto di quanto sia importante sulla scena mondiale”.
FINO A 50 NODI, IN SILENZIO - Chase Zero, navigherà a 35 nodi con una velocità massima di oltre 50 nodi, è il culmine del contributo collettivo del team e di diversi partner vitali: Toyota, Gurit Composites, Global Bus, tra gli altri, hanno tutti contribuito in modo massiccio a Chase Zero. Toyota, partner di Emirates Team New Zealand da oltre 30 anni, ha svolto un ruolo significativo nel facilitare l'acquisizione di due prototipi di celle a combustibile a idrogeno che erano ancora nella fase di pre-produzione. “Siamo entusiasti di vedere la barca andare in acqua come dimostrazione delle potenzialità della tecnologia a idrogeno di Toyota. Toyota è impegnata nell'aiutare a far progredire la tecnologia dell'idrogeno e il suo sviluppo in Nuova Zelanda attraverso partnership commerciali, sotto il nostro banner Toyota Hydrogen Projects".
Chase Zero attraverserà ora un'ampia fase di messa in servizio e test in banchina nel corso della prossima settimana, testando e facendo funzionare i sistemi prototipo prima di essere liberato nel porto di Waitematā nelle prossime settimane.
IL VIDEO DEL VARO
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