News | Regata > Coppa America

22/11/2021 - 19:43

37 America's Cup

Il RNZYS si spacca sulla difesa a Auckland

SOTTO AL PROTOCOLLO ARDE LA BRACE – Altro che strada tracciata. Team New Zealand è ancora a rischio. Una parte dei soci del Royal New Zealand Yacht Squadron che rappresenta il team defender, è pronta a tutto pur di riuscire a garantire che la prossima AC37 si disputi a Auckland. Assemblea decisiva il 9 dicembre (Covid permettendo). Ecco dove puo’ portare lo scontro e cosa rischia Team New Zealand

 

Ci sono tanti soci sul piede di guerra, nel club dove l’America’s Cup è esposta in una grande teca, grandi finestre sulle banchine affollate di alberi da vele. Il santuario inviolabile della nazionale velica più forte del mondo è in fibrillazione. Pochi giorni dopo la presentazione del Protocollo, che ha enumerato regole generali, qualche novità tecnica sulle barche AC75 e prime date di riferimento (ma senza località), chi pensava che la prossima Coppa avesse ormai la strada tracciata, è già costretto a ricredersi. E nelle basi di team sfidanti o aspiranti tali, chi sta leggendo avidamente i documenti rilasciati il 17 novembre puo’ prendersi una pausa di riflessione. Potrebbe essere anche tutto inutile.

Alcuni soci RNZYS hanno presentato una petizione e chiesto un’assemblea straordinaria del club, il cui direttivo, peraltro uscente, ha promesso di tenere dopo l'assemblea generale prevista il 9 dicembre. I soci in agitazione chiedono una presa di posizione netta del club sul fatto che l'America's Cup sia sempre difesa nelle acque adiacenti alla città di Auckland. Tenere assemblee in periodo Covid non è facile neanche in Nuova Zelanda, al momento ci sono restrizioni, è atteso per fine novembre un allentamento delle misure, ma difficilmente si potrà fare una assemblea realmente aperta a tutti i 3500 soci dello Squadron. Resta il fatto che un nutrito gruppo di soci è in grande agitazione, esprimendo peraltro una posizione condivisa da gran parte dei neozelandesi. La conseguenza è che il club è in forte difficoltà. E uno scollamento tra club detentore e team vincitore avrebbe conseguenze esplosive sull’America’s Cup.

A cercare di gettare acqua sul fuoco, è il commodoro Aaron Young: "Abbiamo completa fiducia in Emirates Team New Zealamd (ETNZ) nella gestione degli affari della squadra e nel fare ciò che serve per garantire una difesa credibile e di successo e per realizzare un altro evento di grande successo. E tutto questo in un momento difficile, in cui devono affrontare alcuni significativi problemi finanziari, e rispondere alle sfide di squadre che sono dotate di risorse considerevolmente superiori.

"Abbiamo sempre detto che la preferenza del RNZYS è che l'AC37 si tenga in Nuova Zelanda. Tuttavia, per consentire che ciò accada devono esserci le condizioni. Quello che noi e il team ci siamo concessi è il tempo per fare tutto il possibile per questo obiettivo. Per noi è essenziale che ETNZ rimanga in vita, che resti unito e che insieme onoriamo gli impegni con il nostro Challenger of Record, Royal Yacht Squadron e INEOS Britannia.

"Negli ultimi mesi, ETNZ ha tenuto aggiornato l'RNZYS con conversazioni quasi quotidiane e il club ha agito quando necessario nel suo ruolo di fiduciario. Le minacce legali e la disinformazione non aiutano il club a lavorare per gli obiettivi di sempre: la promozione e lo sviluppo della nautica da diporto. Per fare questo, il Club dovrebbe sforzarsi per provare a vincere ancora il più antico trofeo dello sport internazionale. Il nostro Direttivo continuerà a lavorare per conto dei soci, proprio per questo", ha concluso il Commodoro Young.

Dal punto di vista delle regole del Deed of Gift, il defender è libero di scegliere una località per la difesa, ma se è fuori dalle acque di casa del proprio Club, il Royal New Zealand Yacht Squadron deve ottenere l’ok dello sfidante INEOS Britannia e del Challenger of Record, il Royal Yacht Squadron. Cosa peraltro non difficile da immaginare, visto che il primo a sussurrare ipotesi di difesa offshore a Grant Dalton fu proprio Jim Ratcliffe con la proposta “oscena” di un match a due da disputarsi a Cowes. Ovviamente in cambio di tanti soldi. Quell'ipotesi è stata fortunatamente accantonata, ma ETNZ ha lasciato la porta aperta alle proposte offshore, cioè fuori dalla Nuova Zelanda.

In vista della riunione del 9 dicembre, il Direttivo ha recapitato ai soci RNZYS una dichiarazione molto schietta nella quale si afferma: "Deve esserci un sano realismo rispetto a una AC37 da tenere in Nuova Zelanda. ETNZ ha bisogno di garantirsi finanziamenti con il supporto del governo locale e centrale, per tenere questo evento ad Auckland. A meno che ciò non accada (e fin qui sappiamo che le offerte fatte dal Governo sono state ritenute insufficienti dal team, ndr), dobbiamo prendere in considerazione anche delle sedi offshore. Non farlo avrebbe conseguenze potenzialmente disastrose: nessuna difesa della Coppa e restituzione dell'America's Cup non essendo stati in grado di organizzare una difesa e di adempiere ai nostri obblighi ai sensi del Deed of Gift…

"Ciò significa la perdita dell'America's Cup, la perdita del nostro Team New Zealand e la potenziale perdita delle future sfide dell'America's Cup dal RNZYS e molto probabilmente dalla Nuova Zelanda. Quindi, mentre comprendiamo e supportiamo il sentimento della petizione e il loro desiderio di avere l'evento in Nuova Zelanda, la risposta non è così semplice".

Insomma c’è in ballo roba grossa. Non si arriverà mai all’estremo paventato dagli imbarazzati dirigenti del Club, ovvero la restituzione della Coppa (che tornerebbe al New York Yacht Club, proprietario dell’atto di donazione), ma le frasi indicano lo spessore della contesa. Se il Club dovesse veramente votare obbligando il team a regatare in Nuova Zelanda, quale sarebbe la reazione di Grant Dalton? Si adatterebbe o si dimetterebbe? E chi mai potrebbe affrontare una difesa al suo posto, partendo da zero?

Guardando da fuori questa diatriba kiwi, ci si deve chiedere cosa vogliono davvero i soci arrabbiati del RNZYS: la Coppa a Auckland o conquistare il Club? Nel primo caso i soci più influenti (non ne mancano) farebbero meglio a fare pressioni direttamente sul Governo, e molto probabilmente l’avranno fatto e continueranno a farlo, fino all’ultimo istante. ETNZ e RNZYC hanno siglato il Protocollo con INEOS Britannia e RYS, intanto stanno trattando con un numero imprecisato di offerte da località e paesi stranieri pronti a ospitare la Coppa 37 e finanziare il team kiwi (tutto strettamente riservato, al contrario di quanto vuole il nuovo Protocollo: tutto alla luce del sole nell’attività e nelle basi dei futuri team). Tra le tante trattative c'è anche quella col governo. Normalità vorrebbe che la vela neozelandese trovasse le risorse in casa e che la Coppa fosse messa in gioco nel golfo di Hauraki. Ma cosa c’è di normale ancora in circolazione?

Le lancette ticchetteranno fino al 31 marzo 2022, data dell’annuncio della location (e quindi del tesoro garantito al team per vivere e preparare una degna difesa). Arriverà in tempo una decisione che faccia tutti contenti, compresi i soci del RNZYS che rappresentano la nazionale velica più forte al mondo? Se non ce la faranno, come dice qualcuno i danni collaterali saranno enormi, gli avvocati prospereranno, e il futuro del Team New Zealand sarà appeso a un filo. Fortunatamente non quello dell'America's Cup: è nella cassaforte della storia.

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti