News | Regata > Vela Oceanica

11/11/2016 - 19:54

Si cambia emisfero...

Il mio diario dal Pot-Au-Noir

Gaetano Mura e Italia sempre più vicini al passaggio dell'Equatore: il diario del navigatore, tra calme e temporali. Intanto si avvicina a Gaetano la flotta del Vendée Globe... 


La spiegazione dell'evoluzione meteo intorno a Italia da parte di Andrea Boscolo e Alessandro Pezzoli - VIDEO SU SAILY TV

Gaetano Mura e Italia, il Class 40 (12 metri) con le insegne dell'Enit che sta dando vita al tentativo di record sulla circumnavigazione a vela in solitario da Gibilterra a Gibilterra, è sempre più vicino al passaggio dell'Equatore. Un momento importante del suo giro del mondo: l'entrata nell'emisfero Sud, dopo circa due settimane dall'ingresso in Atlantico.
 
E' anche una fase molto delicata dal punto di vista della navigazione oceanica, perchè la zona equatoriale è sempre caratterizzata da condizioni meteo difficili, e di conseguenza da venti instabili capaci di passare dalle estenuanti calme alle improvvise forti raffiche dei violenti temporali. Lo spiega bene nel suo diario di bordo il navigatore sardo, e lo confermano, con le ultime previsioni, anche i suoi routier.
 
Intanto, l'Atlantico è affollatissimo di velisti solitari: alle spalle di Gaetano Mura e di Italia infatti, sta sopraggiungendo a medie folli la flotta degli IMOCA 60 (18 metri) della regata Vendée Globe, il giro del mondo senza scalo. Sono 29 gli skipper in gara, la maggior parte con barche super-tecnologiche e velocissime, e sono sulla stessa rotta di Italia, poichè per tutti la prossima "boa" da girare sarà il Capo di Buona Speranza, estremo sud del continente africano. Come previsto dallo stesso Gaetano, tra pochi giorni i primi concorrenti del Vendée raggiungeranno Italia, per poi superarla. E' possibile, anche se difficile nei vasti spazi dell'oceano, che ci possano essere incontri a vista con qualcuna delle barche in corsa.
 
IL DIARIO DI GAETANO MURA: "L'EQUATORE E' SEMPRE PIU' VICINO"
"La zona di convergenza intertropicale, dette in gergo calme equatoriali, doldrums per gli inglesi ma la definizione che ne danno i nostri cugini d'oltralpe è, secondo me, quella che rende meglio l'idea del luogo: "Pot au noir" che evoca l'essere intrappolati. 
 
"La ITCZ  (l'acronimo inglese) è una fascia che può essere più o meno spessa da attraversare e ci si sposta  allargandosi e stringendosi nei vari punti con l'aiuto delle carte; con i meteorologi si lavora per stabilire in che punto il passaggio sarà più breve e meno "doloroso" anche in considerazione della propria destinazione, quindi l' angolo più favorevole, in questo caso il meno sfavorevole possibile, rospetto al vento una volta usciti fuori quando si aggancerà il nuovo aliseo, quello da Sud-Est.
 
"Normalmente con le nostre barche moderne e leggere il dazio che si paga a Nettuno in termini di tempo per l'attraversamento va dai 2 ai 3 giorni di tempo. Non era uguale per i poveri equipaggi dei grandi e pesanti velieri mercantili sulle rotte commerciali dal Cile all'Oriente che, a ragion veduta, lo temevano almeno quanto le burrasche poiché la cosa peggiore per chi è in cammino è non avanzare. Poteva succedere che calassero le scialuppe in mare e a remi cercassero di rimorchiare il grande veliero.
 
"ECCO SPIEGATA LA MIA ROTTA A ZIG-ZAG NEGLI ULTIMI DUE GIORNI"
"Noi abbiamo individuato il nostro varco intorno ai 27 gradi di Longitudine e la scia ad angoli retti che vedete disegnare da Italia negli ultimi due giorni serve a posizionarsi al meglio, cercando di guadagnare verso ovest e non finire nella trappola del buco di vento a sinistra. E' un passaggio cruciale. Io lo definisco "un luogo" dove si ha l'impressione di aprire una porta e uscirne da un altra dopo aver fatto un'esperienza in un luogo unico che è lui è basta. Si alternano assenza totale di vento e groppi temporaleschi gravidi di pioggia o grandine con raffiche di vento che possono essere molto violente, e fulmini potenti. E' un luogo che incute timore e che veramente vuoi attraversare al più presto, ma allo stesso tempo ti affascina fortemente al punto tale da volerlo rivedere. L'uomo è uno strano animale, spesso paradossale.
 
"Oggi fa veramente caldo, quindi ho approfittato per fare una doccia e asciugare un po' di cose. Fuori ci puoi resistere poco, ma Italia all'interno è abbastanza confortevole grazie a un piccolo ventilatore elettrico, funziona proprio perché c'è il sole e quindi i pannelli caricano. Lusso sfrenato specie rispetto alla Mini Transat del 2009 (regata che si corre in solitario dalla Francia al Brasile su barchini di 6,50 metri, ndr). Su quella piccola barca trovare riparo dal caldo era veramente un'ardua impresa.
 
"Noi ci siamo infilati all'improvviso in questo luogo che è l'anticamera della zona di convergenza intertropicale, ci siamo infilati a buona andatura, senza orizzonte, un po' alla cieca in un mare disordinato e con un vento fortemente instabile. Ieri sera un'estesa zona temporalesca, molto attiva, ci ha letteralmente tagliato la strada: come con una grande saracinesca ha chiuso il tubo soffiante dell'aliseo. Improvvisamente fermi. Prendi una mano (una mano di terzaruoli, per ridurre superficie velica, ndr), togli la mano, metti Code Zero (vela da andature portanti, ndr), togli il Code Zero, metti Solent (un fiocco, vela di prua, per vento più forte), ritoglilo. Si suda anche per pensare, immaginiamoci a cambiare vele. Ora pioviggina, ora ora diluvia. Poi rimaniamo nella calma totale, letteralmente shakerati da un'onda formata e incrociata. La randa strattona con violenza con conseguenti e interminabili vibrazioni che si ripercuotono su tutta la barca e dal canto mio è come se ogni ceffone che Italia subisce lo avessi preso come un pugno all'addome
 
"Bisogna andar via da questo luogo al più presto. E poi ti siedi e ti guardi intorno o forse ti guardi dentro. Una famiglia di procellarie d'alto mare ci segue da due giorni, regalandoci uno spettacolo unico di volo. Ai massimi livelli. Migliaia di pesci volanti di tutte le dimensioni schizzano fuori dall'acqua per affrontare quei pochi metri di volo goffo e mostrando tutte le sfumature dei loro i colori. Una brevissima incursione fuori dal loro elemento che è l'occasione per la procellaria di acciuffarli al volo, esercizio che li costringe a incredibili evoluzioni e cambi di traiettoria ai limiti del credibile. Poi anche con la pancia sazia il gioco delle planate prosegue interminabile e mi sorprendo ad osservarli per ore, ipnotizzato dalla grazia e dal ritmo del loro gioco. Quasi a voler dare spettacolo si lanciano in picchiata ridisegnando il profilo dell'onda e sfiorandone il dorso con l'ala come fa il surfista sulla tavole allungando il braccio nel tentativo di imitarli. Anche il piccolo ripete il gesto per pochi minuti e poi si riposa sulla superficie dell'acqua lasciandosi trasportare dall'onda senza opporgli alcuna resistenza. Mi sento goffo. Noi con tutta questa tecnologia ad imitare pedestremente ciò che la natura sa, da sola, da milioni di anni. Mi siedo a pensare, l'onda non si può domare ma si può imparare a cavalcarla in punta di piedi, da ospite privilegiato di questa natura selvaggia: che cosa non darei per provare anche solo una di quelle planate nel cielo...

"Allora mi dico che entrare qui con un atteggiamento negativo, sarebbe una profanazione, il significato di questo mio viaggio è un record, vero, ma soprattutto un desiderio di conoscenza e di entrare in simbiosi con tutto questo. Credo sia questa la chiave di lettura di questa avventura. Guardati intorno, la pioggia è acqua, l'acqua è vita, in questi luoghi si formano i venti che per lo scambio termico garantiscono la nostra sopravvivenza sulla terra, è un pullulare di vita e a guardar bene c'è anche un bel colore argento su questo mare, c'è un tappeto sterminato di alghe gialle galleggianti, ce ne sono talmente tante che rinunci a toglierle di continuo, sono impigliate sui timoni, perché tanto è inutile, ce ne sono troppe. E ci sono i pesci volanti con i loro colori, ci sono le procellarie che danno spettacolo solo per noi. E' arrivato anche un po' di vento e ci siamo anche noi tutti colorati con una grande scritta Italia sulle vele e sullo scafo... chissà che cosa strana sembreremo a loro.
 
"Qualche giorno fa abbiamo avuto una visita particolare. Un enorme delfino globicefalo scuro è venuto a fare qualche evoluzione sotto la pancia di Italia. Non ne avevo mai visto uno così grande tant'è che per un attimo lo avevo scambiato per un cucciolo di balena. Sfiorava letteralmente la pancia d'Italia e mi sono così emozionato, pieno di orgoglio perché sembrava aver riconosciuto Italia come un animale degno di essere sfidato al gioco, da non essere nemmeno riuscito a fare una foto. Ma ne ho registrato gli ultrasuoni particolari con un apparecchietto che mi sono regalato prima di partire. Nel prossimo diario proverò a farveli sentire."

 
IL PUNTO METEO DEI ROUTIER
Andrea Boscolo e Alessandro Pezzoli di MeteoSport:"La navigazione del Class 40 Italia, in questa ultima settimana  dopo il passaggio delle Canarie, è stata caratterizzata  dall'avvicinamento verso le Isole di Capo Verde inizialmente con i venti di Ovest generati da una depressione atlantica che formatasi al largo  del Portogallo si è poi spostata fino alle isole Canarie e successivamente, solo all'approccio delle isole Capoverdiane, dall'aggancio dell'Aliseo che si è ben stabilizzato in tutto l'Atlantico centrale. In queste ultime ore Gaetano sta "scalettando" verso Ovest per posizionarsi nel migliore dei modi per il passaggio della Zona di Convergenza Intertropicale (ITCZ), caratterizzata da aria molto instabile con forti temporali e venti molto leggeri a causa della convergenza dell'Aliseo di Nord-Est dell'emisfero nord con quello di Sud-Est dell'emisfero Sud."

Sul sito ufficiale di Gaetano Mura è in funzione il tracking per seguire la rotta di Italia: http://www.gaetanomurarecord.com/la-rotta/

Commenti