News | Regata > Vela Oceanica

22/11/2010 - 15:14

La class 40 era la categoria più affollata, con 44 concorrenti al via

Il broker della City
vince la sua scommessa

Point a Pitre saluta anche Marco Nannini, l'altro italiano ancora impegnato nella Route du Rhum. Il Class 40 Unicredit ha chiuso al 27esimo posto. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ai lettori l'ardua sentenza. Di certo, la vela oceanica italiana ha una nuova freccia al suo arco.

Finalmente Marco Nannini può addentare il tanto agognato panino e smetterla di pasteggiare a cracker e pistacchi. Se ne era lamentato direttamente lui a 24 ore dall’arrivo in Guadalupa: “Domani potrei già gustarmi un pranzo decente, visto che le scorte sono agli sgoccioli. Siamo a Cracker, pistacchi e altre menate avanzate ma niente con cui farsi un panino. E di cose calde ne ho proprio voglia…”.

27esimo su 44 concorrenti: un successo?
Di caldo, all’arrivo a Point a Pitre c’era solo la temperatura. 34 gradi all’ombra. “Stare al sole è peggio che sdraiarsi su un barbeque”, confessava Marco.
Di palme sotto cui trovare riparo e refrigerio in Guadalupa ne troverà senza dubbio molte. La Route du Rhum di Nannini e del suo Class 40 Unicredit è terminata domenica sera, attorno alle 22 locali, in 27° posizione, dopo 21 giorni, 9 ore , 16 minuti e 1 secondo dalla partenza di Saint Malò. Uno di quei risultati che si possono leggere in molti modi. Certo, il podio è distante 3 giorni. E il club dei primi dieci è lontano più di 24 ore. Però, d’altro canto, far segnare il 27° posto nella categoria più affollata (44 i concorrenti al via) non è affatto da disdegnare.
Tanto più se si considera, come aveva ammesso lui stesso nella prima intervista tv concessa a Saily ad agosto (vedi il video fra i contenuti correlati), che la sua era una preparazione “da week-end”, fatta a costo di molti sacrifici, usando giorni di ferie e cercando di incastrare l’organizzazione della Rhum con il suo lavoro di broker negli uffici di Unicredit a Londra.
L’amaro in bocca rimane soprattutto perché a metà regata, Nannini era riuscito ad agguantare anche il 10° posto. Ma vari problemi alla strumentazione di bordo e una scelta di rotta probabilmente non ottimale gli sono poi costati molte posizioni.
Alla vigilia della partenza da Saint Malò, nell’intervista tv “a tre” con Mura e Consorti, aveva detto che gli bastava arrivare al traguardo per essere soddisfatto. Meglio se a metà classifica. Nei prossimi giorni, nell’intervista che gli faremo fra poche ore, vedremo se conferma tale analisi.
Nel frattempo, ognuno di voi, lettori di Saily, può decidere se valutare l’impresa di Marco Nannini come una scommessa vinta o un’opportunità persa.

Commenti