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08/11/2017 - 14:04
Volvo Ocean Race
I sette VOR corrono,
Meglio Ovest o Sud?
Oltre Madeira, altre scelte all’orizzonte per gli equipaggi del girodel mondo. Nelle prossime ore sarà decisiva la strategia: continuare verso a Ovest verso il Brasile per sfruttare gli Alisei o strambare e puntare verso Sud? Lotta a quattro in testa - IL PUNTO - LA CLASSIFICA - LE FOTO - VIDEO: BURLING VELISTA DELL'ANNO IN PIENO OCEANO!
(8 novembre) I vincitori della prima tappa, gli americani di Vestas 11th Hour Racing conducono la flotta, che ormai punta diretta verso sud e verso le calme equatoriali. Ma i distacchi fra i primi sono minimi, e tutto potrebbe ancora succedere… E’ stata una tattica accorta e una buona navigazione a portare la barca con bandiera USA e danese in prima posizione, insieme a un ottimo tempismo nella scelta delle strambate nella giornata di ieri, tanto che ne è emersa con un margine superiore alle 10 miglia sugli avversari di MAPFRE, Dongfeng Race Team e Akzonobel.
Ma non tutto è andato secondo i piani di Vestas, e gli inseguitori nelle ultime ore si sono molto avvicinati grazie a migliori condizioni di vento. Al rilevamento delle 14 ora italiana, il team guidato da Charlie Enright aveva infatti un vantaggio di poco superiore alle due miglia su Dongfeng Race Team in termini di distanza al traguardo, ma in realtà le prime le quattro barche Vestas 11th Hour Racing, Dongfeng Race Team, MAPFRE e Akzo Nobel erano praticamente appaiate e distanziate di sole 4 miglia, con una separazione laterale di una quindicina di miglia.
Le alte velocità dei primi giorni della frazione da Lisbona a Città del Capo, hanno cominciato a scendere, man mano che il vento cala di intensità e la flotta si avvicina alla zona delle temute calme equatoriali. Per contro un aumento delle temperature ha portato con sé un maggior numero di temporali, che appaiono all’improvviso sotto le nuvole e che sono un vero incubo per i navigatori per le condizioni perturbate e locali che provocano. L’espertissimo Juan Vila, navigatore su MAPFRE ha riassunto così la situazione: ”Ieri sea e stamattina, abbiamo cominciato a sentire gli effetti dei temporali tipici degli alisei, è un po’ un campo minato con raffiche a 25 nodi o chiazze di vento leggero.” Vila ha spiegato, dicendo che i leader di Vestas navigavano a vista. “Ieri sera abbiamo dovuto affrontarne un paio prima di poterci mettere mure a sinistra su un bordo che probabilmente ci porterà fino ai doldrum. Abbiamo avuto vento praticamente da tutte le direzioni. ora sembra che stia schiarendo un po’, quindi potrebbe esserci una pausa.”
A poco più di 50 miglia alle spalle dei battistrada e una decina di miglia più a ovest Team Brunel, su cui corrono anche gli italiani Alberto Bolzan e Maciel Cicchetti, che secondo lo skipper olandese Bouwe Bekking ha strambato per l’ultima volta e ora punta direttamente verso Capo Verde, a circa 600 miglia dalla costa del Senegal. “Abbiamo fatto quella che pensiamo sia l’ultima strambata, se sarà veramente così potremmo non farlo più per i prossimi 10 giorni. Ma il vento salta molto, quindi nulla è scontato. Siamo la barca più a ovest, quindi chi vivrà vedrà. Loro (le barche davanti) hanno strambato prima e hanno guadagnato perché si sono messe prua a sud. Ora è una questione di pazienza.”
C’è stata però un’ottima ragione per festeggiare a bordo di Team Brunel dato che, in pieno Atlantico mentre sta vivendo la sua prima e più intensa avventura oceanica il neozelandese Peter Burling ha ricevuto la notizia di essere stato eletto Velista dell'Anno 2017 per la vittoria nella Coppa America. Il kiwi, insieme al suo co-equipier Blair Tuke, ora imbarcato su MAPFRE, potrebbe diventare il primo velista nella storia ad aggiudicarsi il "triplete" con oro olimpico, Coppa America e Volvo Ocean Race. “Fa un effetto un po’ strano, ma sono molto, molto felice.” Ha dichiarato Burling in un collegamento in diretta con il Race Control Centre di Alicante. “E’ bellissimo, è stato un hanno incredibile.”
Al sesto posto i giovani di Turn the Tide on Plastic, guidati dalla skipper Dee Caffari, con un distacco di circa 90 miglia dai leader. La barca portacolori delle Nazioni Unite ha accumulato circa 25 miglia di ritardo nel tentativo di portarsi più a ovest, in settima piazza Sun Hung Kai/Scallywag dell’australiano David Witt, 125 miglia dietro. Liz Wardley, boat captain di Turn the Tide on Plastic, team di cui fa parte la triestina Francesca Clapcich, ha spiegato in un collegamento televisivo di avere Team Brunel nel mirino. “Va un po’ ad alti e bassi, con vento forte avremmo potuto magari spingere un po’ di più, ma eravamo tutti molto stanchi e abbiamo fatto quel che potevamo.” Ha detto. “Adesso che il vento è calato abbiamo più persone che possono stare al timone in queste condizioni. E Brunel è qui vicino, né noi né loro siamo nel match per la leadership al momento. Quindi dobbiamo considerarli come il nostro primo obiettivo.”
(7 novembre) Mentre continuano a procedere a grande velocità verso ovest, i sette equipaggi impegnati nella Leg 2 della Volvo Ocean Race sono chiamati a prendere altre decisioni che potrebbero avere un effetto persino sulla classifica finale a Città del Capo La flotta ha navigato in poppa in condizioni quasi al limite nelle prime 48 ore dalla partenza da Lisbona, con velocità prossime ai trenta nodi.
Ma, oltre a dover affrontare le durezze della vita di bordo in queste condizioni, con grandi onde che spazzano la coperta, un rumore e uno sbandamento continui, poco sonno e riposo, gli equipaggi e soprattutto i navigatori sono chiamati a delle scelte difficili, per decidere il momento ideale per puntare la prua più verso sud e verso la meta finale.
Al rilevamento delle ore 14 (italiane) MAPFRE occupava la prima posizione del ranking provvisorio, con Dongfeng Race Team e team Akzonobel rispettivamente in seconda e terza posizione. In realtà però a questo punto della tappa la classifica è di secondaria importanza rispetto alle posizioni sullo scacchiere atlantico, in relazione alla meteo presente sul cammino.
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La grande decisione è se optare per andare più a ovest o più a sud. Oggi la flotta aveva una separazione di quasi 60 miglia, con MAPFRE su una rotta più meridionale, mentre Dongfeng a circa 40 miglia a nord, che si è tenuto su una rotta più occidentale. I team non devono solo evitare una ampia zona di aria leggera sottovento alle Canarie, ma devono anche cercare il punto migliore per passare le calme equatoriali, la striscia di bassa pressione in continuo movimento che attualmente dista oltre tre giorni di cammino, a sud.
Secondo il navigatore di Dongfeng, Pascal Bidegorry, la terza notte in mare sarà cruciale per il decidere il resto della tappa. “L’idea è quella di agganciare il vento più sostenuto possibile” ha spiegato in un collegamento il diretta con il Race Control Centre di Alicante. “Per fare ciò dobbiamo portarci a ovest. Dobbiamo fare attenzione alle Canarie e a Capo Verde. Stanotte sarà fondamentale per la regata, specialmente per la posizione rispetto ai Doldrums (le calme equatoriali). E’ il momento di prendere le decisioni giuste.”
Descrivendo le condizioni di navigazione molto dure anche dal punto di vista fisico, Bidegorry ha aggiunto: “C’è un sacco di acqua intorno a noi e sopra di noi! Siamo completamente zuppi, fin sotto le cerate.” Secondo le previsioni il vento dovrebbe diminuire d’intensità nei prossimi giorni e dunque l’obiettivo per tutti i team è guadagnare il più possibile prima di mettere le carte sul tavolo da gioco. “Tutta la flotta ha accelerato dopo aver passato Madeira e adesso dobbiamo giocare sugli scarsi e sui buoni.” Ha detto il prodiere e boat captain di MAPFRE Antonio ‘Neti’ Cuervas-Mons.
“Dobbiamo strambare su ogni salto e ogni volta dobbiamo spostare tutto il materiale (sopravento) ed è proprio una rogna perché le vele sono zuppe di acqua e molto pesanti. Ma, questo è il gioco e poi ci aspettano solo un altro paio di giorni così e poi il vento calerà e tutto sarà più tranquillo.”
LA MODALITA' STEALTH - Le posizioni della flotta sono rilevate quattro volte al giorno, alle 0100, 0700, 1300 and 1900 UTC (un’ora più tardi in Italia). In una sola occasione ogni tappa, però, ognuno dei team ha la possibilità di entrare in modalità ‘Stealth’, in cui le posizioni sono nascoste al resto della flotta (e al pubblico) per tre rilevamenti successivi. Questa è un’opzione tattica importante che può permettere ai team di portarsi in una zona dove ritengano ci sia una migliore pressione, raggiungere una layline, decidere da quale parte passare un’isola, eccetera. La sola restrizione è che i team non possono passare il modalità Stealth a meno di 200 miglia dal traguardo. L’approccio alle calme equatoriali è una delle situazioni in cui questa opzione tattica viene usata più spesso. Da vedere se i team la utilizzeranno nei prossimi giorni.
AGGIUNTO UN NUOVO WAYPOINT CLASSIFICA - Gli organizzatori hanno aggiunto un nuovo ‘Ranking Waypoint’ alla cartografia elettronica per fare in modo che la classifica rispecchi in maniera più efficace le posizioni tattiche dei team durante la prima fase della Leg 2. Da notare che non si tratta di una nuova boa di percorso che i team devono doppiare. Si tratta invece di un waypoint virtuale che è stato aggiunto al software e che è posizionato vicino al punto mediano dove ci si aspetta che i team attraversino i doldrum. L’intenzione è di fornire una classifica più realistica e di aggiustare la distanza all’arrivo dei team.
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