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21/12/2016 - 12:32

Dietro le quinte del Vendée Gobe

Gitana 16 torna
a casa in nave

Dopo il ritiro del 7 dicembre per la grave avaria a uno dei foil, e l'arrivo a Freemantle (Australia), l'IMOCA 60 dello skipper Sebastien Josse è stato caricato su una nave il 16 dicembre ed è ripartito per l'Europa. La barca è integra e sarà ancora protagonista sugli oceani. L'impresa logistica del grande Gitana Team. Il racconto di Josse: "Se l'incidente fosse capitato nella risalita finale dell'Atlantico, forse si poteva continuare. Ma non prima di Capo Horn..."

 

Ci sono storie anche nel backstage di un grande evento come il Vendée Globe, anche fuori dall'acqua. Tra i tanti ritiri (finora siamo a nove), ci sono barche abbandonate (Bastide Otio di Kito de Pavant), o da buttare (Le Souffle du Nord di Thomas Ruyant, arrivato ieri in un porto del sud della Nuova Zelanda con lo scafo letteralmente a pezzi), ma anche scafi trattati con i guanti, curati e che torneranno presto a navigare.

Se poi dietro a barca e navigatoe c'è un grande team come Gitana, ecco cosa accade. Dal giorno dell'annuncio del ritiro, 7 dicembre, Sabastien Josse e il suo Edmond De Rostchild sono stati "teleguidati" verso il porto australiano di Freemantle, a nord di Capo Leeuwin, dove è arrivato il 10 dicembre. "Al momento della rottura c'erano 40 nodi e onde di 7 metri, l'avaria riguardava una parte meccanica del foil, e c'era il rischio che si creasse una via d'acqua potenzialmente pericolosa - racconta Sebstien - la decisione è stata dolorosa ma obbligata con tanta strada ancora da fare. Se questa avaria fosse accaduta in Atlantico del Sud, nel ritorno verso l'arrivo, l'avremmo forse valutata diversamente e provato a restare in gara, ma con tutto il Pacifico e Capo Horn da fare, sarebbe stata una follia." 

Sebastien ha bloccato il foil rotto, ha virato e fatto prua verso l'Australia affrontando una brutta depressione, ma uscendone intatto. "L'arrivo a Freemantle non è stato esattamente una scampagnata - racconta ancora Josse - a causa di una serie infinita di pratiche burocratiche e amministrative legate alle leggi protezionistiche australiane. Nonostante il contatto della Dogana con il team in Francia, abbiamo avuto momenti difficili, e fortunatamente tutto si è sbloccato grazie all'interessamento du un amico sul posto, il velista Philippe Péché, col quale ho vinto un Trofeo Jules Verne insieme. Finalmente abbiamo smontato l'albero e la chiglia, e caricato la barca su una nave il 16 dicembre. Ringrazio Philippe e gli faccio gli auguri perchè sta organizzando la sua prossima sfida, il Golden Globe del 2018!"

Sebastien è tornato in Francia: "Ora ho staccato del tutto dalla regata, è strano ma l'aspetto positivo è poter godere la mia famiglia nei giorni di festa di fine anno. Poi a gennaio tornerò a lavoro a Lorient." Intanto la sua barca Edmond De Rotschild, chiamata anche Gitana 16, partita con la nave il 17 dicembre, sta navigando ancora, su un cargo, e l'attende un viaggio di 40 giorni per tornare in Francia alla fine di gennaio 2017. Dal suo arrivo il Gitaa Team avrà poche settimane per prepararla e rimetterla in sesto per consegnarla al nuovo proprietario, dal momento che la vendita della barca è stata confermata.

"Non era un mistero che la barca sarebbe stata venduta dopo il Vendée - ha detto Cyril Dardashti, direttore di Gitana Team - e del resto la regata era parte di un programma più vasto che ci porterà a varare nell'estate 2017 un mega trimarano per nuove avventure oceaniche. Sono stati tre anni intensi e anche se non sono finiti come ci si aspettava, ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto, gli altri navigatori per i loro messaggi di sostegno, e in particolare Le Cleac'h e Coville, ma anche Paul Meilhat e Thomas Ruyant che hanno concluso la loro avventura in modo traumatico, dimostrandosi comunque sempre grandi marinai."

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