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12/11/2019 - 10:01

Grande classica atlantica: stanotte l'arrivo dell'italiano

Giancarlo Pedote ora è pronto per il Vendée

FOTO - Giancarlo Pedote e Anthony Marchand su Prysmian Group arrivati stanotte alle 4:41 a Salvador de Bahia, concludendo al 17° posto su 29 concorrenti la Transat Jacques Vabre Normandie Le Havre, in 15 giorni, 15 ore, 26 minuti e 57 secondi. Un altro passo decisivo per Giancarlo verso il Vendée Globe 2020-21, perchè questa regata era valida per la qualifica al giro del mondo in solitario. Sul risultato pesa la scelta tattica iniziale a Ovest risultata errata, ma il bilancio resta positivo - IL COMMENTO - VIDEO IN ARRIVO

 

Giancarlo Pedote rimette piede a Salvador de Bahia, dove già arrivò in una Mini Transat, stavolta a bordo di un fimmante Imoca 60 dotato di foil, per quanto non di ultimissima generazione. Il senso di un passo avanti, di una carriera che ha preso una piega precisa, che vede il navigatore italiano inserito stabilmente nell'elenco dei protagonisti del circo oceanico dello yachting. Una regata di cinquemila miglia è sempre insidiosa, ne sa qualcosa Alex Thomson. Gestire e bilanciare attacco e prudenza è il segreto dell'arte di navigare sui moderni velieri offshore. Giancarlo, meticoloso, preparato, solido, e il suo Prysmian che pare fatto a sua somiglianza, hanno risposto: ci siamo anche noi!

L'arrivo a Bahia appena due giorni dopo i vincitori di Apivia. I primi sette scafi sono arrivati tutti nell'arco di domenica 10 novembre, mentre dall'8° posto al 15° gli arrivi si sono concentrati lunedi 11, quindi all'alba di oggi il 16° posto di V and B di Maxime Sorel e Guillame Le Brec (alle ore 04:32), e appena dopo, praticamente a vista, alle 04:41, neanche dieci minuti più tardi, ha tagliato il traguardo nella rada di Salvador de Bahia Prysmian Group, l'Imoca 60 "italiano" con Giancarlo Pedote e Anthony Marchand.

Diciassettesimo posto su 29 concorrenti della classe Imoca 60. Un risultato finale sicuramente determinato dalla scelta - rivelatasi sbagliata - fatta all'inizio della regata da un gruppo di concorrenti (tra i quali Giancarlo e Anthony) di andare a Ovest a cercare il vento favorevole di una depressione. Al contrario, si sono trovati prima in burrasca e poi in bonaccia, mentre il resto delle barche navigava con un ottimo VMG alla massima velocità. Anche Alex Thomson (che poi è stato costretto ad abbandonare per la grave avaria costata la chiglia di Hugo Boss) era tra i concorrenti della scelta occidentale, questione strategica che ha occupato le cronache della Transat Jacques Vabre nella prima settimana.

Il resto della regata è stato abbastanza scontato: i "ricchi sempre più ricchi", come ormai si racconta quando chi è davanti si avvantaggia su chi insegue. Anche il passaggio dei Doldrums non ha riservato clamorose sorprese. La regata di Pedote e Marchand su Prysmian, però, resta rimarchevole perchè, una volta tornati in scia della flotta, hanno tenuto un ritmo molto alto, recuperando posizioni dal 23° posto nel quale si ritrovavano, fino al 17° finale.

La Transat Jacques Vabre per Prysmian e Giancarlo Pedote ha anche avuto il significato della qualifica per il Vendée Globe 2020-21: un altro passo chiave per il navigatore italiano, che adesso ha davanti a se alcuni mesi importanti per preparare al meglio il sogno più importante da realizzare, il giro del mondo in solitario e senza scalo. Ci torneremo. Da seguire adesso l'arrivo dei Class 40, tra i quali è in gara l'italiano Pietro Luciani.

I PRIMI COMMENTI ALL'ARRIVO DA GIANCARLO PEDOTE

Una straordinaria esperienza di apprendimento, Giancarlo ha accumulato miglia preziose in vista della sua qualifica per il Vendée Globe, e ha potuto conoscere la sua barca in maniera determinante.

"Arrivare a Salvador de Bahia è ovviamente un sollievo.  L'opzione Ovest che abbiamo scelto, come hanno fatto altre quattro barche, si è rivelata estenuante sia per la barca sia per noi stessi, perché abbiamo fatto molte più miglia e in condizioni difficili di vento e mare. Una scelta che alla fine non ha pagato.  Sapevamo fin dall'inizio che stavamo prendendo la strada più complicata, ma si trattava di una scelta ponderata, fatta in accordo con il nostro meteorologo l'ultima sera prima di lasciare Le Havre. Abbiamo seguito il nostro piano iniziale, tranne per il fatto che il fenomeno meteorologico che ci aspettavamo non si è verificato. Ovviamente, è stata una grande delusione."

IL DANNO A UN FOIL E UN TIMONE E LA SCELTA DI PROSEGUIRE - Le speranze si sono affievolite alla latitudine di Capo Verde, poco dopo metà regata: "Mentre ci trovavamo al 13° N navigando ad una media di oltre 15 nodi negli alisei, felici di averli finalmente agganciati, abbiamo sentito un grande "bam". La barca si è fermata improvvisamente. In quel momento, eravamo entrambi all'interno della barca, concentrati al tavolo da carteggio. Quando Siamo usciti, abbiamo visto che il foil di dritta era rotto e il timone sullo stesso lato era danneggiato. È stato un momento difficile", ha ammesso Giancarlo che, dopo aver effettuato i controlli tecnici necessari, ha ritenuto assieme al suo team a terra di poter continuare la navigazione.

"Da quel momento in poi, la gara non è stata più la stessa. Tutta la seconda metà della regata si deve fare mura a sinistra, e senza il foil di dritta sapevamo di trovarci “con la scarpa sbagliata”.  È destino, qualcosa che non puoi controllare. Abbiamo continuato la nostra corsa in modalità ‘rallentata’ e questo spiega perché la nostra velocità fosse inferiore a quella dei nostri avversari.

"Abbiamo provato una moltitudine di configurazioni diverse: ballast pieni, vuoti o pieni a metà, chiglia più o meno inclinata ... ", ha confessato lo skipper italiano che durante questa Transat Jacques Vabre ha mostrato determinazione e capacità di reazione, valori condivisi da Prysmian Group, Electriciens sans frontiéres e dallo spirito #4PEOPLE.  "Nelle regate offshore, è così. Puoi passare dall'euforia alla tristezza in una frazione di secondo, ma devi sapere come combattere e reagire per andare avanti. Certo, in termini di prestazioni un diciassettesimo posto non è quello che stavamo cercando, e non è così facile da accettare. Ma quello che voglio ricordare di questa gara, è l’esperienza, un’esperienza che ha molti aspetti positivi. Non rimpiango la nostra opzione a Ovest, perché mi ha permesso di affrontare condizioni difficili per un lungo periodo e l'IMOCA è una classe nella quale si progredisce con l'esperienza. Ho imparato molto e sono stato in grado di definire diversi punti di miglioramento in vista del Vendée Globe ", ha aggiunto Giancarlo con lo sguardo già rivolto verso il 2020...

Anthony Marchand, co-skipper di Prysmian Group: "La gara è stata un po' più lunga del previsto, ma umanamente è stata molto gratificante. Con Giancarlo siamo andati davvero d’accordo, nonostante tutte queste vicissitudini. È stata una bellissima esperienza. Io e soprattutto lui, abbiamo imparato molto sulla barca. Ha anche accumulato miglia preziose per la sua qualifica al Vendée Globe.  È certo che il 17° posto non è quello che speravamo di fare, ma è così. La nostra opzione a Ovest avrebbe potuto essere un bel colpo ma mentre avanzavamo, la porta si è chiusa. Molto presto ci siamo trovati bloccati e ci siamo ‘chiusi’ per una settimana. Ci siamo ritrovati con stivali e cerata mentre i ragazzi a sud erano in pantaloncini corti e maglietta, negli alisei. È stato molto difficile mentalmente, ma siamo rimasti uniti e non abbiamo mai lasciato andare".

Francesco Zecchi, Direttore Marketing Prysmian Group Europa Regione Sud: "La scelta tattica di Giancarlo e Anthony di portarsi a Ovest per cercare di prendere il fronte prima degli altri si basava su previsioni meteo studiate da tempo e, come ben sapevano, non era priva di rischi. Una scelta coraggiosa che sottolinea lo spirito competitivo di Prysmian Group. Nonostante le condizioni meteo non abbiano premiato questa scelta, Giancarlo e Anthony sono riusciti a recuperare la buona traiettoria sapendo sfruttare efficacemente gli alisei. 

"Siamo molto orgogliosi di questa prova, dove Giancarlo e Anthony sono riusciti a superare diversi momenti critici, come per esempio l’impatto inaspettato con un ofni. Quest’episodio ha provocato diverse avarie fra cui soprattutto l’impossibilità di utilizzare il foil di dritta impedendo di far andare la barca al massimo delle sue potenzialità. Sapere fare scelte coraggiose e superare momenti di difficoltà rappresentano pienamente lo spirito di Prysmian Group e lo spirito #4PEOPLE che vogliamo trasmettere con questo progetto: valore, reazione e determinazione."

www.prysmianoceanracing.com

A SEGUIRE VIDEO DELL'ARRIVO A BAHIA DI PRYSMIAN - APPROFONDIMENTI ESCLUSIVI SU SAILY TV

VIDEO: 24 ORE DI ARRIVI A SALVADOR DE BAHIA (PRIMA DI PRYSMIAN)

Sezione ANSA: 
Saily - Altomare

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