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14/04/2022 - 10:06

Offshore, andiamo a incominciare

Garmin Roma per Due i giorni degli arrivi

VIDEO, ANDREA MURA ALL'ARRIVO RACCONTA L'INCIDENTE DELLA PARTENZA - Gli altri arrivi alla Garmin Roma per Due. La line honours di Cippa Lippa X in 54 ore e 41 minuti: il record di Ourdream resiste da 14 anni! Secondo Testacuore (Coockson 50), terzo in reale e primo in solitario Vento di Sardegna - IL TRACKING PER GLI ALTRI ARRIVI - VIDEO: KITO DE PAVANT ALLE EOLIE - COMMENTO DI ANDREA CARACCI

 

La Garmin Roma per Due, ampliata nelle versioni per Uno e per Tutti, si conferma regata tosta, da gente di mare, velisti navigati. Guardate le facce del vasto equipaggio di Cippa Lippa X, il grande Mylius 60CK vincitore in reale: esprimono tutta la fatica, la stanchezza e la pienezza realizzativa di 64 ore di confronto con le onde e il vento del Tirreno, il cuore del Mediterraneo ad aprile. L'offshore al suo massimo. Questa regata storica (il prossimo anno ci sarà il trentennale) merita tutta l'attenzione, la considerazione e la partecipazione di un super evento.

Il Mylius 60CK di Guido Paolo Gamucci ha tagliato il traguardo alle 02:56 del 13 aprile coprendo le 535 miglia del percorso Riva-Lipari-Riva in 64 h 41' 2". Al secondo posto si è classificato Tastacuore Race, Cookson 50 di Riccardo Ciciriello. Nonostante la splendida cavalcata di "Cippa Lippa X" fino a Lipari avesse creato aspettative, il record della Roma per tutti di "Ourdream Damiani" di Claudio Uberti, continua a resistere dopo ben 14 anni, con le sue 54 ore e 23 minuti. "Cippa Lippa X" ha tagliato la linea di arrivo alle 2:56 di oggi, coprendo le 539 miglia del percorso in 64h 41' 2", navigando per effettive 572 miglia.

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CAVALCATA INARRESTABILE - Per "Cippa Lippa X", il Mylius 60CK di Guido Paolo Gamucci, è stata, fino a Lipari, una cavalcata inarrestabile. Partita alle 10:15 di domenica 10 aprile, dopo un rinvio di 22 ore deciso dal CdR presieduto da Fabio Barrasso alla luce delle previsioni meteo illustrate nel briefing da Andrea Boscolo, ha sbrigato la "pratica" Ventotene alle 18:28 dello stesso giorno, giusto in tempo per lo Spritz serale, e si è presentata a Lipari alle 12:36 del lunedì.... sempre in orario aperitivo! Anche la risalita era iniziata nel migliore dei modi, ma contro il meteo avverso e il "pot au noir" di Riva di Traiano e dintorni, che in condizioni normali si innesca dalle 21:00 fino a mezzanotte, si è dovuto arrendere anche Andrea Caracci, che ha magistralmente orchestrato la strategia di "Cippa Lippa X".  

Al secondo posto assoluto si è piazzato il Cookson 50 "Testacuore Race" diRiccardo Ciciriello (arrivo ore 09:51:24) che, fino a Lipari, ha dato filo da torcere a "Cippa Lippa X", nonostante un problema con il gennaker. Dietro ai primi due Andrea Mura e "Vento di Sardegna" sembrano aver avuto definitivamente la meglio sui due class 40 francesi "Reforest'Action" di Kito de Pavant e Alex Bravo, e "Teata Full Save" di Jean Pierre Balmes e Michel Cohen. Segue, prima dei X2, "Libertine" con Marco Paolucci e Lorenzo Zichichi, che hanno faticato non poco a riprendere "Eco 40" che, ricordiamolo, è praticamente un barca scuola supervisionata da Giovanni Mengucci, ma skipperata da allievi dei corsi di altura di Matteo Miceli. 

L'ARRIVO DI VENTO DI SARDEGNA - Nella giornata successiva alle 18 sul traguardo è arrivata Vento di Sardegna, con un Andrea Mura che ha raccontato a caldo a Roberto Imbastaro dell'ufficio stampa del circolo la delicata situazione vissuta alla partenza, e anche quanto ha tirato al massimo durante la regata.

ANDREA MURA: "VEDEVO GIA' IL FILM DELLA BARCA FRACASSATA SULLA DIGA..."

QUI PER RIVEDERE LA CRONACA DELLA PARTENZA CON IL MOMENTO DIFFICILE VISSUTO DA VENTO DI SARDEGNA, SU SAILY TV

I GIORNI DEGLI ARRIVI - Alcune ore dopo Mura è arrivato Kito De Pavant con il suo Class40 ReforestAction, seguito da Full Save, Libertine e l'ottimo Eco 40, settimo. Quindi bravissimi su Lunatika e Sir Biss, ottavo e nono. Al decimo è in arrivo mentre scriviamo Amapola 2. La top-ten si completa in circa 4 giorni. Restano dieci barche in navigazione, la più lontana a 150 miglia dal traguardo (alle 10 circa di giovedi 14 mentre scriviamo), tre sono i ritirati "eccellenti": Blue Planet II, Guardamago e L'Automobile Globulo Rosso, si attende di conoscere i motivi.

QUI IL TRACKING PER SEGUIRE GLI ALTRI ARRIVI E RIVEDERE LE ROTTE DELLE BARCHE

KITO DE PAVANT "RACONTA" LE EOLIE DELLA GARMIN ROMA PER DUE DAL SUO CLASS40

(15.4) ALTRI ARRIVI A RAFFICA - Dopo Cippa Lippa X, Testacuore Race e Vento di Sardegna, arrivati nella giornata di martedì 13 aprile, oggi è stata la volta del “corpaccione” centrale della flotta. Hanno tagliato il traguardo, nell’ordine, Reforest’Action, Class 40 di Kito de Pavant e Alex Bravo (00:45) impegnati nel Trophée Mediteranée dei Class 40, Full Save, Class 40 di Jean Pierre Balmes e Michel Cohen (03:37), Libertine, Comet 45S di Marco Paolucci e Lorenzo Zichichi, primo nella X2 che si corre in tempo reale (07:02), Eco 40, Class 40 con Augusto Gianferri comandante e Giovanni Mengucci tutor a bordo (07:38), Lunatika, Sun Fast 3600 di Guido Baroni e Giovanni Bonzio (08:24), Sir Biss, Sydney 39 di Giuliano Perego e Marco Marchi (09:37), Amapola 2, Sun Odissey 49 di Gherardo Maviglia e Maurizio D’Amico (10:04). In Arrivo nel tardo pomeriggio e in serata anche Muttley, Nuova e  Renoir.
Registrati anche i primi commenti delle barche giunte a Riva. Andrea Caracci ha commentato la bellissima line honours di Cippa Lippa X e Andrea Mura ha finalmente potuto raccontare le sue vicissitudini in partenza e a Ventotene, che ne hanno davvero ostacolato la corsa.    

Andrea Caracci: “La regata è andata ovviamente molto bene per noi. Abbiamo fatto un'ottima performance insieme, barca e equipaggio; tutto ha funzionato nel migliore dei modi dalla partenza che, credo, abbiamo fatto molto bene, molto lineare, molto pulita e poi abbiamo manovrato bene. Diciamo che è stata una bellissima interpretazione di una situazione metereologica tutto sommato anche piacevole, con delle condizioni perfette in mattinata, con un bel lasco veloce con vento anche abbastanza sostenuto, però niente di ingestibile. Poi mano a mano il vento è calato e sono diventate condizioni mediterranee. Diciamo che noi non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre navigato bene e abbiamo interpretato bene quelle che sono state le evoluzioni metereologiche. E' stata una bella regata e siamo molto contenti.”

Episodi particolari? 

“Devo dire che c'è stato tanto divertimento specie nella prima parte della regata dove abbiamo surfato parecchio; poi abbiamo fatto molti cambi vele, ma non abbiamo mai avuto mai inconvenienti né incidenti. Ha funzionato tutto molto bene.”

Avete mai pensato al record?

“No, non ci abbiamo mai pensato perché sapevamo che il ritorno sarebbe stato leggero. Eravamo sicuri che saremmo arrivati abbastanza velocemente, ma che il vento forte sarebbe durato troppo poco per poterci pensare. Se fossimo partiti sabato probabilmente si, avremmo avuto la possibilità di provarci. La barca ha viaggiato veloce, abbiamo toccato i 27 nodi ed abbiamo fatto una bella esperienza. Questa è la cosa importante.”
 
Andrea Mura: “Quanto successo alla partenza, è stata una conseguenza di fatti che hanno portato all'errore umano. E' iniziato qui in porto con la trappa che si è impigliata nel bulbo e ci ha fatto perdere un quarto d'ora, e forse avrà anche un po' sverniciato il siluro. E questo quarto d'ora ci è mancato poi in mare per le procedure e il protocollo da eseguire nel pre-partenza. Poi il vento è aumentato e questo ha anche aggravato le cose. Io distrattamente, nella fretta perché eravamo già in ritardo, avevo già sganciato la sicura del reacher e nelle manovre di partenza la barca ha un po' sbandato in raffica, il tangone è finito in acqua, la scotta è stata trascinata dall'acqua ed ha aperto il reacher, involontariamente, perché non era più bloccato. Questo è avvenuto proprio negli attimi antecedenti la partenza, quando stavo cercando di posizionarmi per partire. Quindi ho perso il controllo della barca, avevo gli scogli a 70 metri, e vedevo già la barca distrutta come in un film, perché io non potevo fare niente. Non c'era motore, non c'era nulla che potesse salvare la barca. In un momento di freddezza in quella sbandata, perché c'era la chiglia basculata sotto vento, con il reacher aperto dalla parte sbagliata e la barca a 45 gradi, ho chiuso il reacher manualmente e, chiudendolo, ho ripreso il controllo della barca che si è raddrizzata e la chiglia era già basculata dalla parte giusta per partire. E sono partito.”

A Ventotene altro problema? 

“Dalla partenza a Ventotene non ho mai potuto lasciare il timone. L'ho lasciato solo un attimo per mangiare un tramezzino e per fare pipì. Il pilota non ce la faceva a controllare la barca perché avevo su 130 mq di vele con un vento che è arrivato fino a 30 nodi. Era veramente impegnativo. Normalmente non si va così invelati in quelle condizioni, ma essendo una regata corta l'ho spinta anche per stare al passo con i “per2” che potevano permettersi di andare invelati mentre io, in solitario, avrei dovuto essere un po' più conservativo. Arrivato poi a Ventotene, in un momento di relax sottovento all'isola, ho fatto una diretta facebook, ho salutato tutti, mi sono ripreso un attimo godendo di una calma di vento con onde più tranquille e non ho visto che c'era una boa, segnalata sulle carte ma non illuminata, proprio davanti a me. Per fortuna non l'ho presa con la prua ma di fianco, ma ha agganciato il reacher e l'ha strappato, ha agganciato le scotte e la barca si è ormeggiata sulla boa che abbiamo trascinato dietro. La barca si è girata, un'altra volta si è messa con la chiglia basculata sbandata a 45° e, in questa operazione, le scotte sono finite sotto la barca e, quando poi mi sono liberato dalla boa, la barca era alla deriva e le scotte erano incastrate sotto. Quindi, dopo qualche imprecazione, ho dovuto prendere la muta artica, quella grossa, e senza guanti, senza pinne, senza boccaglio, solo con la maschera, mi sono immerso buttando una cima alla quale mi sono aggrappato con una mano mentre con l'altra tenevo la torcia In apnea sono andato sotto la chiglia per togliere la cima che si era infilata nella chiglia basculante. Alla fine tra tutte le manovre e il tempo per riprendermi dopo essere risalito, ho perso più di un'ora prima di ripartire. Poi ho ripreso a bordeggiare penso bene, perché poi la mattina mi sono ritrovato davanti ai due francesi.”

Perché la scelta di puntare verso terra dopo aver passato Lipari?

“Si perché le previsioni dicevano di andare fuori dove il levante era più forte, però mi sembrava tutto un po' diverso dalla meteo, e la mia barca ha bisogno di andare ad angoli stretti, perché così sviluppa molta velocità. Infatti così ho allungato moltissimo lasciando indietro Kito che andava lento in basso mentre io andavo molto veloce in alto, e ho puntato verso Capri. Arrivando in quella zona il vento poi è calato, ha ruotato moltissimo, ho strambato e sono andato in fuori. Alla lunga potrei dire che forse non ha pagato, perché poi Kito e Alex mi hanno risuperato, però alla fine ho riallungato; ma è stata una cosa complicata che ha spiazzato un po' tutti.”

Sei regate corse qui a Riva e sei vittorie. Sarai contentissimo.
“Si, ma non solo per il sei su sei! Sono contento perché questa regata per me era importante a livello umano, psicologico e personale per una ripresa dopo un lungo periodo di pausa. Avevo voglia di ricominciare e di disputare una regata bella come questa che mi ha sempre appassionato per le persone meravigliose che sono in questa organizzazione, per il posto fantastico e per ritrovare quella adrenalina e quello spirito sportivo che era un po' scemato in questi anni di riposo. Ed è stato bello poter riattaccare la spina.”

Sezione ANSA: 
Saily - Altomare

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