News | Regata > Vela Oceanica
08/11/2015 - 14:26
Transat Jacques Vabre, l’arrivo dei giganti: Macif batte Sodebo
Transat Jacques Vabre, l’arrivo dei giganti: Macif batte Sodebo
Gabart, tre corone
come Desjoyeaux
come Desjoyeaux
Con la vittoria a Itajaì, il giovane francese ha messo in fila la conquista di tre grandi classiche della vela oceanica: Vendée Globe, Route du Rhum e Transat Jacques Vabre. E’ il secondo velista di sempre a fare questo tris: eguagliato Michel Desjoyeaux. SU SAILY TV LE IMMAGINI DELL’ARRIVO DEI GRANDI TRIMARANI IN BRASILE
Macif, il nuovo super trimarano di 100 piedi di VPLP (lo studio, sotto pressione per i problemi strutturali degli ultimi IMOCA, almeno si toglie la soddisfazione con questo Ultime Class), con i due francesi François Gabart e Pascal Bidégorry, ha vinto la Transat Jacques Vabre, arrivando sabato mattina all’alba a Itajaì in Brasile. Le 5400 miglia del percorso sono state completate in 12 giorni, 17 ore, 29 minuti e 27 secondi. Dietro di loro l’altro super trimarano Sodebo con Thomas Coville e Jean Luc Nelias staccato di 88 miglia, ha tagliato poi dopo 7 ore e 18 minuti. A causa del forte rallentamento nel passaggio dei Doldrums equatoriali, Macif non è riuscito però a battere il record della regata, che è di 11 giorni e 5 ore, stabilito da un trimarano molto più piccolo, il Multi 70 di Sebastien Josse e Charles Caudrelier nel 2013.
Il trimarano vittorioso, che impressiona anche per il design avveniristico della sua tuga e dell’area di protezione del pozzetto coperto dove lavorano i navigatori, era alla sua prima regata, così come Gabart era all’esordio sui multiscafi, ed era stata varata solo 2 mesi fa. Per questo rispetto a Sodebo era considerata un outsider. Sodebo poi (l’ex Geronimo) è leggermente più lunga e il suo skipper Thomas Coville ha molte più miglia di esperienza sui trimarani del giovane Gabart. Ma alla fine l’oceano ha sovvertito le attese della vigilia. A bordo con Gabart c’era il basco Pascal Bidegorry, considerato un altro grande astro emergente della vela sugli oceani, con esperienza già vaste in multiscafi e monoscafi, Solitaire du Figaro, MOD70, record del nord Atlantico sul maxi trimarano Banque Populaire con record delle 24 ore a 908 miglia (!), e da ultimo navigatore alla Volvo Ocean Race su DongFeng.
Con questa vittoria Francois Gabart diventa il secondo velista nella storia ad aver vinto le tre grandi classiche francesi della vela oceanica in solitario o doppio: il Vendée Globe giro del mondo in solitario senza scalo (che Francois ha vinto nel 2013, a 29 anni e alla sua prima partecipazione), la Route du Rhum, transatlantica in solitario (vinta a Point-a-Pitre circa un anno fa), e la Jacques Vabre, transat in doppio, anche quest’anno molto dura e tempestosa, nella quale era stato secondo nel 2009 al suo debutto oceanico con Kito de Pavant. Quella che si dice una carriera folgorante!
Prima di lui il grande Michel Desjoyeaux, che ha vinto la Transat Vabre nel 2007, la Rhum nel 2002 e due volte il Vendée nel 2001-2002 e nel 2008-2009. E nel 2013, proprio Gabart e Michel Desjoyeaux, il primo navigatore ad aver messo in fila le tre corone, erano insieme alla Vabre ma dovettero ritirarsi a seguito del disalberamento.
PEDOTE IN TESTA, ARRIVO NEL MIRINO
Prossimi arrivi a Itajaì? Se li contenderanno gli IMOCA 60 e i trimarani Multi 50. In questa classe in testa c’è sempre Fenetrea-Prysmian, con Giancarlo Pedote e Erwan le Roux, conun vantaggio di oltre 450 miglia sul secondo ma previsioni di difficili condizioni meteo all’arrivo.
Dopo un Pot au Noir complicato, un flusso di alisei ha accompagnato con un buon ritmo gli skipper di FenêtréA-Prysmian fino all'Equatore, un passaggio simbolico per i marinai che non è stato festeggiato a causa di un forte temporale che ha costretto il duo a spengere il GPS.
Nonostante un vantaggio di oltre 450 miglia sui loro inseguitori, il duo franco-italiano continua a spingere al massimo: la fine della regata, infatti, sembra riservare molte sorprese, a causa di previsioni instabili al sud del Brasile. I prossimi giorni di mare (un primo ETA a Itajaí è previsto tra martedì e mercoledì), richiederanno un’attenzione costante.
All’uscita dall'Equatore, passato il Pot au noir, il vantaggio di FenêtréA-Prysmian sul secondo è passato da circa 260 miglia nella notte del 2 novembre (su Arkema) a oltre 400 miglia la mattina del 6 novembre (su Ciela Village). Il passaggio al Pot au Noir è sempre un momento strategico importante, in quanto si tratta di una zona estremamente volubile.
Grazie ad una rotta più occidentale, un passaggio di ingresso nella zona di interconvergenza tropicale a 29W, Pedote e Le Roux hanno potuto beneficiare di un Pot au noir leggermente più corto rispetto a quello affrontato da Arkema.
Ciela Village, che ha fatto la stessa scelta di FenêtréA-Prysmian, ne ha avuto gli stessi benefici. Venerdì FenêtréA-Prysmian ha spinto al massimo per sfruttare il più possibile i venti di 16 e 20 nodi e consolidare il vantaggio ottenuto prima del calo di venti previsto per oggi, tanto che nella notte ha superato il gruppo di testa degli IMOCA.
Riguardo alle prossime miglia, l’equipaggio dichiara il proprio massimo impegno: «Sappiamo perfettamente che la strada è ancora lunga. Restiamo concentrati sul nostro obiettivo, soprattutto dal momento che la fine della regata rischia di essere abbastanza difficile, a causa della tempesta attualmente piazzata sopra il golfo di Rio de Janeiro» afferma Erwan Le Roux, che al contatto radio di venerdì mattina ha ipotizza un’ETA (tempo stimato di arrivo) di 4 o 5 giorni.
Giancarlo Pedote al telefono in una intervista: «E’ necessario stare attenti a non andare troppo vicini alla costa brasiliana ed evitare la zona di transizione tra gli alisei di SE e il regime costiero del Brasile. Da ora in avanti viaggeremo sempre con gli alisei di SE e tra poco avremo uno spostamento di vento verso sinistra. Dovremo quindi piazzare al momento giusto una strambata. All’arrivo a Itajai troveremo un fronte freddo stazionario e dovremo fare attenzione a scegliere la rotta giusta».
Macif, il nuovo super trimarano di 100 piedi di VPLP (lo studio, sotto pressione per i problemi strutturali degli ultimi IMOCA, almeno si toglie la soddisfazione con questo Ultime Class), con i due francesi François Gabart e Pascal Bidégorry, ha vinto la Transat Jacques Vabre, arrivando sabato mattina all’alba a Itajaì in Brasile. Le 5400 miglia del percorso sono state completate in 12 giorni, 17 ore, 29 minuti e 27 secondi. Dietro di loro l’altro super trimarano Sodebo con Thomas Coville e Jean Luc Nelias staccato di 88 miglia, ha tagliato poi dopo 7 ore e 18 minuti. A causa del forte rallentamento nel passaggio dei Doldrums equatoriali, Macif non è riuscito però a battere il record della regata, che è di 11 giorni e 5 ore, stabilito da un trimarano molto più piccolo, il Multi 70 di Sebastien Josse e Charles Caudrelier nel 2013.
Il trimarano vittorioso, che impressiona anche per il design avveniristico della sua tuga e dell’area di protezione del pozzetto coperto dove lavorano i navigatori, era alla sua prima regata, così come Gabart era all’esordio sui multiscafi, ed era stata varata solo 2 mesi fa. Per questo rispetto a Sodebo era considerata un outsider. Sodebo poi (l’ex Geronimo) è leggermente più lunga e il suo skipper Thomas Coville ha molte più miglia di esperienza sui trimarani del giovane Gabart. Ma alla fine l’oceano ha sovvertito le attese della vigilia. A bordo con Gabart c’era il basco Pascal Bidegorry, considerato un altro grande astro emergente della vela sugli oceani, con esperienza già vaste in multiscafi e monoscafi, Solitaire du Figaro, MOD70, record del nord Atlantico sul maxi trimarano Banque Populaire con record delle 24 ore a 908 miglia (!), e da ultimo navigatore alla Volvo Ocean Race su DongFeng.
Con questa vittoria Francois Gabart diventa il secondo velista nella storia ad aver vinto le tre grandi classiche francesi della vela oceanica in solitario o doppio: il Vendée Globe giro del mondo in solitario senza scalo (che Francois ha vinto nel 2013, a 29 anni e alla sua prima partecipazione), la Route du Rhum, transatlantica in solitario (vinta a Point-a-Pitre circa un anno fa), e la Jacques Vabre, transat in doppio, anche quest’anno molto dura e tempestosa, nella quale era stato secondo nel 2009 al suo debutto oceanico con Kito de Pavant. Quella che si dice una carriera folgorante!
Prima di lui il grande Michel Desjoyeaux, che ha vinto la Transat Vabre nel 2007, la Rhum nel 2002 e due volte il Vendée nel 2001-2002 e nel 2008-2009. E nel 2013, proprio Gabart e Michel Desjoyeaux, il primo navigatore ad aver messo in fila le tre corone, erano insieme alla Vabre ma dovettero ritirarsi a seguito del disalberamento.
PEDOTE IN TESTA, ARRIVO NEL MIRINO
Prossimi arrivi a Itajaì? Se li contenderanno gli IMOCA 60 e i trimarani Multi 50. In questa classe in testa c’è sempre Fenetrea-Prysmian, con Giancarlo Pedote e Erwan le Roux, conun vantaggio di oltre 450 miglia sul secondo ma previsioni di difficili condizioni meteo all’arrivo.
Dopo un Pot au Noir complicato, un flusso di alisei ha accompagnato con un buon ritmo gli skipper di FenêtréA-Prysmian fino all'Equatore, un passaggio simbolico per i marinai che non è stato festeggiato a causa di un forte temporale che ha costretto il duo a spengere il GPS.
Nonostante un vantaggio di oltre 450 miglia sui loro inseguitori, il duo franco-italiano continua a spingere al massimo: la fine della regata, infatti, sembra riservare molte sorprese, a causa di previsioni instabili al sud del Brasile. I prossimi giorni di mare (un primo ETA a Itajaí è previsto tra martedì e mercoledì), richiederanno un’attenzione costante.
All’uscita dall'Equatore, passato il Pot au noir, il vantaggio di FenêtréA-Prysmian sul secondo è passato da circa 260 miglia nella notte del 2 novembre (su Arkema) a oltre 400 miglia la mattina del 6 novembre (su Ciela Village). Il passaggio al Pot au Noir è sempre un momento strategico importante, in quanto si tratta di una zona estremamente volubile.
Grazie ad una rotta più occidentale, un passaggio di ingresso nella zona di interconvergenza tropicale a 29W, Pedote e Le Roux hanno potuto beneficiare di un Pot au noir leggermente più corto rispetto a quello affrontato da Arkema.
Ciela Village, che ha fatto la stessa scelta di FenêtréA-Prysmian, ne ha avuto gli stessi benefici. Venerdì FenêtréA-Prysmian ha spinto al massimo per sfruttare il più possibile i venti di 16 e 20 nodi e consolidare il vantaggio ottenuto prima del calo di venti previsto per oggi, tanto che nella notte ha superato il gruppo di testa degli IMOCA.
Riguardo alle prossime miglia, l’equipaggio dichiara il proprio massimo impegno: «Sappiamo perfettamente che la strada è ancora lunga. Restiamo concentrati sul nostro obiettivo, soprattutto dal momento che la fine della regata rischia di essere abbastanza difficile, a causa della tempesta attualmente piazzata sopra il golfo di Rio de Janeiro» afferma Erwan Le Roux, che al contatto radio di venerdì mattina ha ipotizza un’ETA (tempo stimato di arrivo) di 4 o 5 giorni.
Giancarlo Pedote al telefono in una intervista: «E’ necessario stare attenti a non andare troppo vicini alla costa brasiliana ed evitare la zona di transizione tra gli alisei di SE e il regime costiero del Brasile. Da ora in avanti viaggeremo sempre con gli alisei di SE e tra poco avremo uno spostamento di vento verso sinistra. Dovremo quindi piazzare al momento giusto una strambata. All’arrivo a Itajai troveremo un fronte freddo stazionario e dovremo fare attenzione a scegliere la rotta giusta».
Commenti