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17/12/2017 - 23:30
Il significato e i numeri del fantascientifico record del navigatore francese
Gabart nel vento del futuro
E' storia della vela. A 34 anni Francois Gabart sul trimarano Macif è autore di un incredibile volo di 6 settimane intorno al mondo, da solo, spinto dal vento. In 42 giorni ha percorso 28.000 miglia, alla media di 27,2 nodi, superiore a quasi tutte le navi, abbassando di una settimana il precedente primato di Thomas Coville. Il reportage di Christophe Julliand racconta tutto sull'impresa-simbolo della vela del terzo millennio. Gabart: "In futuro si volerà sempre" - TRE VIDEO: DALL'ELICOTTERO E IL REPLAY DELL'ARRIVO
di Christophe Julliand
François Gabart a bordo del trimarano Macif Ultim ha tagliato la linea di arrivo del giro del mondo in solitario e senza scalo tra cape Lizard e Ouessant. Ha fermato le lancette del cronometro sull'incredibile tempo di 42 giorni, 10 ore e 40 minuti, polverizzando di 6 giorni il precedente record che Thomas Coville e Sodebo avevano realizzato alla fine dell'anno 2016 (49 giorni e 3 ore). Il pubblico ha riservato un'accoglienza trionfale a Brest per il ritorno dell'enfant prodige degli oceani.
VELOCE COME UN EQUIPAGGIO - Per cercare di dare la giusta dimensione all'impresa realizzata da Gabart, iniziamo da qualche dato numerico sulla rotta seguita dal trimarano blu. Gabart mette le mani sul record in solitario e firma la seconda performance in assoluto nella storia del giro del mondo. Più veloce di lui, c'è soltanto Francis Joyon e l'equipaggio di Idec Sport detentori del Trofeo Jules Verne dall'inizio del 2017 in 40 giorni, 23 ore e 30 minuti. In realtà Gabart è stato più veloce.
Se iI percorso teorico del giro del mondo è lungo 21.600 miglia seguendo la rotta ortodromica (la più breve), in realtà il viaggio è sempre più lungo. I numeri del Jules Verne di Joyon & Co danno 26.412 miglia percorse per una velocità media di 26,9 nodi. Da solo, di miglia Gabart ne ha macinato 27.859 alla velocità media di 27,2 nodi. Questo si traduce nel primato overall ottenuto in diverse frazioni del giro del mondo (troverete tutti i tempi intermedi e l'andamento del record alla fine di questo articolo).
Nelle grandi linee, ha guadagnato molto nella discesa del Sud Atlantico dove è riuscito a tagliare in diagonale verso Buona Speranza invece di aggirare l'anticiclone di Santa Elena. Ha perso terreno nell'Oceano Indiano alle prese con una depressione che ha dovuto inseguire. Ha riguadagnato tanto terreno nel Pacifico e nella risalita del Sud Atlantico (a tal punto che torna nell'emisfero Nord nei tempi del Trofeo Jules Verne). E poi perde qualcosina (24, 36 ore) nell'ultima frazione del Nord Atlantico frenato da una dorsale anticiclonica dopo le Azzorre.
STANCO COME UN SOLITARIO - Della sua stanchezza, lo skipper di Macif aveva parlato in un sentito post scritto nel suo giornale di bordo digitale, un post dove racconta la necessità di convivere con essa, l'obbligazione di addomesticarla e di gestirla al meglio. E ne ha parlato di nuovo sul palco: "Mi fa male dappertutto. In equipaggio sarei arrivato meno stanco e sarei andato più veloce. La dorsale degli ultimi giorni si riduce a poca roba, con un po' di velocità in più negli alisei, si poteva passare e guadagnare 24, 36 ore. Però in certe fasi, non avrebbe cambiato un granché aver un equipaggio, quando vai molto veloce con l'autopilota come la fine del Pacifico o dopo Capo Horn (zone dove ha superato diverse volte le giornate a più di 800 miglia, Ndr). La sfida è anche questa: vivere a 40 nodi e aver fiducia quando sei da solo, lasciare la barca andare veloce."
Ha parlato anche della fortuna, quella che sorride agli audaci, l'audacia di partire con una finestra meteo che non sembrava ideale, ma in caso di detrofront sarebbe stato comunque un bell'allenamento. Ha parlato dello stress, la paura di urtare qualche schifezza o di rompere qualcosa prima di tagliare il traguardo.
LA VITTORIA DI UN TEAM E DI UNO SPONSOR - Certo, è il trionfo di un velista di talento che a soli 34 anni ha vinto un secondo giro del mondo in solitario. Un velista che è passato da bambino con l'Optimist, poi il Moth Europe, poi una preparazione olimpica su Tornado, prima di approdare alle classi oceaniche (Figaro e Imoca). Ma è anche la vittoria di un team e di uno sponsor (gli stessi) che avevano già vinto insieme il Vendée Globe 2012 allorché molti lo consideravano come un outsider in partenza. Ed è dopo l'arrivo a Les Sables che è nato il progetto Macif Ultim barca ben nata, concepita nei computer dello studio VPLP e nei capannoni del cantiere CDK.
Queste le sue dichiarazioni a proposito: "Sono orgoglioso di tutto il lavoro che abbiamo fatto con questa barca da quattro anni. Abbiamo fatto una super barca, abbiamo fatto un super lavoro su questo giro del mondo. Quattro anni fa non c'erano i trimarani Ultim, c'erano già Idec e Sodebo ma non c'era la dinamica che c'è oggi. Siamo partiti da un foglio bianco con Macif, ci voleva un bel po' di audacia, Avevamo un obiettivo (fare il giro del mondo il più veloce possibile), un budget e la data del varo. Punto. Bisognava federare una squadra intorno al progetto, dopodiché penso che sono stato all'altezza del trimarano, merita di andare veloce."
Macif, primo Ultim di nuova generazione I foil. Sono queste appendici ovviamente la principale innovazioni del trimarano Macif. "Si ho volato. Non so quanto tempo ma ho volato in modo stabilizzato, minuti, ore passate con soltanto i foil che toccano l'acqua. Nel 2015 quando abbiamo varato la barca, queste appendici erano una rivoluzione perché nessuna barca oceanica aveva scelto soluzioni del genere. Oggi sono totalmente superati di fronte alle nuove barche varate quest'anno (Gabart si rifersce a Banque Populaire e Edmond de Rotschild, Ndr). Data la loro geometria, sono piccoli larghi e con poco allungamento, voliamo bassi ma quando vai a 42 nodi, le scotte in mano e 10 gradi di sbandamento, non sai esattamente a che altezza si trova lo scafo. Negli alisei, sono uscito per andare a vedere. Ho passato notte intere con lo scafo sottovento sopra l'acqua spinto dal foil, sono minuti bellissimi."
IL FUTURO - Anche questo suo record sarà battuto a sua volta, ha promesso lo stesso Gabart davanti al pubblico sul palco. Non si sa da chi, non si sa quando, ma si sa come: "Tra poco si riuscirà a volare lungo tutto il giro del mondo, quasi sempre, anche domani. In equipaggio arriveremo a passare il 90 per cento del tempo sopra l'acqua. Si andrà ancora più veloce." Ha evocato gli avversari, non ha parlato di un Macif 2.0 ma non ci vuole molto a immaginare un aggiornamento per il grande trimarano blu in vista dei prossimi appuntamenti degli Ultim e in particolare della sfida tra titani che si profila tra due anni quando ripartiranno gli Ultim sempre da Brest ma questa volta in flotta. Trofeo Alain Colas o Saint Exupéry.
CORSA AL RECORD SENZA NOME - Concludiamo con una breve storia del record del giro del mondo in solitario e senza scalo. Un record che, a differenza del Trofeo Jules Verne (stesso percorso ma in equipaggio), non ha un nome ufficiale. I pionieri: nel 1973-1974 Alain Colas a bordo del trimarano Manureva è il primo a completare il giro del mondo in solitario e in multiscafo, ci mise 169 giorni però fece uno scalo a Sydney. E' per questo motivo che il collega giornalista Guigueno di SeaSailSurf propone di chiamare il record Trofeo Alain Colas.
Nel 1988 Philippe Monnet chiude la sua circumnavigazione in 129 giorni, 1989-1990, Olivier de Kersauson a bordo di Un Autre Regard migliora questo tempo di 4 giorni (125 giorni), però sia Monnet che de Kersauson effettuano due scali tecnici. "L'era moderna" inizia nel 2004 quando Francis Joyon a bordo del primo Idec riesce il primo giro del mondo in multiscafo senza scalo in 72 giorni e 22 ore. Un giro non stop e notevolmente più veloce quello di Joyon rispetto ai suoi predecessori: la velocità media passa da meno di dieci nodi a 16 nodi.
Il primo record di Joyon dura un anno soltanto, è battuto nel 2005 da un certa Ellen Mac Arthur a bordo di B&Q/Castorama, un trimarano di 75 piedi: 71 giorni e 14 ore (16,53 nodi di velocità media). Lo stesso Joyon prende la sua rinvincita nel 2008 a bordo di un nuovo trimarano di 95 piedi con il quale frantuma il premiato di Dame Ellen: 57 giorni e 13 ore. Supera i 20 nodi di velocità media. Dal 2008 al 2016, Thomas Coville è l'unico skipper a cercare di migliorare il tempo stabilito da Joyon. Ci riesce alla fine dell'anno 2016, al quinto tentativo, a bordo di Sodebo Ultim, trimarano di 110 piedi: 49 giorni, 3 ore e 4 minuti. Lo stesso Coville ha proposto al Collectif Ultim Trofeo Saint Exupery come nome ufficiale per questo record.
Tutti i tempi intermedi del nuovo record di François Gabart
Vantaggio o svantaggio su Thomas Coville
Équateur: + 140 miglia
Cap des Aiguilles: – 829
Cap Leeuwin: – 653
Tasmania: – 687
Cap Horn: -1.215
Equatore ritorno: – 1.990
Ouessant: -2.810
Tempi di percorrenza dalla partenza di Ouessant
Ouessant-Equatore: 05g 20h 45’
Ouessant-Cap des Aiguilles: 11g 22h 20’ (nuovo record assoluto)
Ouessant-Cap Leeuwin: 19g 14h 10’ (nuovo record in solitario)
Ouessant-Cap Horn: 29g 03h 15’ (nuovo record in solitario)
Ouessant-Equatore retour: 36g 01h 30’ (nuovo record assoluto)
Ouessant-Ouessant: 42g 16h 40’ (nuovo record in solitario)
Tempi di percorrenza per tratti di percorso
Equatore-Cap des Aiguilles: 6g 01h 35’ (nuovo record assoluto)
Cap Horn-Equatore: 06g 22h 15’ (nuovo record assoluto)
Records WSSRC (in corso di validazione)
Equatore-Equatore: 30g 04h 45’ (record in solitario) precedente detentore Thomas Coville in 35g 21h 38’)
Ocaano Pacifico Sud: 7g 15h 15’ (record assoluto) precedente detentore Francis Joyon con il suo equipaggio in 7g 21h 13’
Distanza percorsa in 24g: 851 miglia (record in solitario) precedente detentore François Gabart con 784 miglia
https://macifcourseaularge.com
VIDEO DELLA MARINA FRANCESE
VIDEO: REPLAY DIRETTA DELL'ARRIVO VIDEO: HIGHLIGHTS DELL'ARRVO
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