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06/05/2021 - 13:47
Vela Olimpica (d'altri tempi?)
Finn Gold Cup, 60 a Porto per la storia
VIDEO TEASER - SARA' L'ULTIMO MONDIALE FINN CON STATUS OLIMPICO? - L'Italia ha in gara Matteo Iovenitti. 60 timonieri da 33 nazioni, ultima qualifica (1 posto) per l'Europa e l’Africa. Figli d'arte, sogni di una vita, persino il 73enne Gerardo Seeliger in regata: sentite che storie dentro questo Mondiale... Chi sono i favoriti e come seguire le regate
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Sessanta finnisti sull'oceano. Porto ospita la Finn Gold Cup 2021, il Mondiale del singolo olimpico pesante, nell'anno che doveva essere postolimpico e invece cade a 80 giorni da Tokyo. Sarà davvero l'ultima Olimpiade per il Finn, da quel lontano Helsinki 1952? Molti sperano di no, si affidano a speranze piuttosto remote che per diverse ragioni prima o poi World Sailing e il CIO rivedano le scelte fatte per il dopo Tokyo, che da Parigi 2024 in poi esclude il Finn dalle discipline olimpiche della vela.
Intanto c'è questo Mondiale, anzi questa Finn Gold Cup. La Coppa che per decenni è stata una leggenda della vela sportiva. Considerata (a ragione) più difficile da vincere che una stessa medaglia olimpica. Ha reso celebri nomi di timonieri che l'hanno vinta e anche di chi ci ha provato arrivandoci vicino. Nomi che poi hanno scritto altri capitoli di storia dello yachting.
A Porto ci sono 60 finnisti iscritti, da 33 nazioni. A Tokyo si contenderanno le tre medaglie in diciannove, diciassette dei quali già qualificati e selezionati. Gli ultimi due concorrenti per Enoshima (uno dall'Africa e uno dall'Europa) li assegnerà la Finn Gold Cup di Porto 2021. E' presto per pensare a Porto come ultimo Mondiale del Finn con status olimpico, e ci sarà tempo per capire cosa diventerà la Finn Gold Cup di una classe gloriosa ma senza cinque cerchi... Oggi, alla 65ma edizione (la FGC nacque nel 1956) è Mondiale olimpico e di qualifica.
Facile per gli africani, saranno in due a contendersi l'onore di volare a Tokyo e sfilare alla cerimonia inaugurale. Il sudafricano Leo Davis e il tunisino Karim Esseghir, un ragazzone ex laserista e biker, che fa la spola con la Francia e che di lavoro fa il manager di un gruppo multimediale occupandosi di protezione dei contenuti e anti-pirateria, anche in importanti gestioni dei diritti televisivi come UEFA e FIFA. Ci aveva provato per Rio, senza qualificarsi, ritenta ancora.
L'altro è il sudarficano Leo Davis, bella storia. Lui va in Finn da una dozzina d'anni senza grande continuità, Porto sarà la sua prima Finn Gold Cup e perdipiù con vista sui Giochi... Che sono un'affare di famiglia. Il papà di Leo, Greg, è stato un notevole finnista, ma ha perso la possibilità di partecipare ai Giochi a causa dell'apartheid. Poi ha continuato e ha corso tante FGC Master. Facile immaginare i significati di una possibile qualifica per Tokyo per la famiglia Davis.
Ben diversa la corsa degli europei per l'ultimo posto a Tokyo. 32 timonieri da 15 nazioni si confronteranno in questo mondiale-nel-mondiale. Tra loro anche nomi importanti, come i francesi Jonathan Lobert (bronzo a Londra 2012 e poi fuori medal a Rio 2016) e Fiabien Pic, lo svizzero Nils Theuninck, bronzo europeo qui tre settimane fa e numero 1 mondiale di stagione, lo spagnolo Joan Cardona, quarto al recente europeo, l'estone Denis Karpak, il finlandese Oskari Muhonen. Affascinante come cognome l'austriaco Moritz Spitzauer, ragazzotto austriaco di sangue velico nobilissimo: papà Hans ha corso quattro Olimpiadi (tre in Finn e una in Star) e in oltre 25 anni ha vinto oro argento e bronzo sia Mondiale che Europeo Finn, sfiorando il podio (4°) a Savannah (Atlanta 1996), viene considerato come il miglior finnista degli anni '90. Moritz gli darà la soddisfazione della quinta partecipazione olimpica in famiglia?
Da citare che tra i quattro spagnoli iscritti c'è Gerardo Seeliger, 73 anni, olimpico Finn a Monaco (Kiel) 1972, personaggio poliedrico e recentemente candidato alla presidenza di World Sailing, tra i maggiori oppositori dell'ex presidente danese Kim Andersen. Un onore bordeggiare con uno così.
La concorrenza insomma è feroce, metteteci pure dentro tre croati, sei russi, quattro portoghesi... Gli italiani a questa Finn Gold Cup dai tanti risvolti simbolici, sono due giovanissimi atletoni: Federico Colaninno e Matteo Iovenitti. Fede, figlio d'arte anch'egli visto che papà Nando, Fiamma Gialla di lungo corso, ha fatto le Olimpiadi di Sydney 2000 sulla Star di Pietro D'Alì, e nella lunga carriera è stato soprannominato "qualificator" per la particolare abilità a conquistare pass ai Giochi, prima di dedicarsi con successo al Match Race. Federico è diventato finnista da minorenne, complice il fisicone, e ha vinto due mondiali Under 19, che l'hanno caricato di aspettative e sogni. Poi sono arrivati i confronti più duri con gli adulti, la scelta federale di dirottare il tecnico Finn sui Laser, le giuste sirene di altre carriere veliche, che oggi lo vedono impegnato nel circuito Persico 69F a fare foiling con Young Azzurra sognando gli AC75...
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L'altro italiano Matteo Iovenitti corre con i gloriosi colori del Circolo Canottieri Aniene, la quinta "Forza Armata" dello sport italiano, è grande e grosso, va in Finn dal 2018 dopo un buon periodo in Laser, si è messo molto in evidenza a livello nazionale con la Coppa Italia e con due secondi posti agli Italiani.
I favoriti per il titolo invece? I soliti: Giles Scott che torna al Finn dopo la Coppa su Ineos con Ben Ainslie (nel ruolo è stato surclassato dal nostro Pietro Sibello) e arriverà a Tokyo con l'oro di Rio al collo. L'olandese Nicholas Heiner, altro figlio d'arte (papà Roy scippò il bronzo a Savannah proprio a Hans Spitzauer...) e talentuosissimo ex laserista confermato sul Finn (due volte sul podio di una Gold Cup, vincitore del test event a Enoshima 2019, in vetta alla ranking internazionale. E ancora: i due kiwi Josh Junior, 7° a Rio 2016 e altro ex di Coppa (lui però l'ha vinta con Te Rehutai...), e Andy Maloney. Il brasiliano Jorge Zarif (4° a Rio 2016), lo svedese Max Salminen (5° a Rio 2016), l'australiano Jake Lilley (8° a Rio), l'argentino Facundo Olezza (9° a Rio), il turco Kainar, l'ungherese Berecz... gente con tanto Finn sulla schiena.
Le regate, organizzate dal Clube We Do Sailing con base a Douro Marina, Porto, sono in programma da sabato 8 a mercoledi 12, due prove al giorno senza Medal Race. Come a marcare una dna diverso. News, foto, video e focus sugli italiani da Porto, nei prossimi giorni su Saily.
COSA E' UNA FINN GOLD CUP
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