News | Regata > Vela Oceanica
31/07/2010 - 21:30
Conclusa la prima tappa. D'Alì per ora è 35esimo
Conclusa la prima tappa. D'Alì per ora è 35esimo
Figaro, Le Cleac'h
primo a Gijon
primo a Gijon
Lo skipper di Brit Air precede Yann Eliés ed Eric Peron sul traguardo del porto spagnolo. Pietro D'Alì si ferma, per ora, al 35esimo posto.
Alle prime ore di oggi, precisamente all’1.42.32’, Armel Le Cléac’h, skipper di Brit Air ha tagliato per primo il traguardo della prima tappa della Solitaria di Figarò. La barca del francese è approdata al porto asturiano di Gijon dopo 82 ore, 14 minuti e 32 secondi dalla partenza da Le Havre. 6,9 nodi, la velocità media del tragitto.
Dopo di lui, si sono classificati Yann Eliès (Generali Europe Assistance) ed Eric Peron (Masif 2009).
Che fosse una buona tappa per Le Cléac’h lo si è visto fin dai primi minuti della frazione. La sua Brit Air non è mai scesa più in basso del quinto posto. Ma la sua vittoria l’ha costruita soprattutto nel Golfo di Biscaglia, quando ha optato per una rotta più orientale rispetto ai concorrenti, evitando così la zona di alta pressione presente nell’area.
E’ la nona volta che Le Cléac’h partecipa alla Figaro e può già vantare una vittoria nel 2003. Un palmares di tutto rispetto, che lo rende uno dei principali candidati alla vittoria finale.
D’Alì, 35esimo e senza sonno
L’Italiano Pietro D’Alì, skipper di Inova 3, si inserisce per ora nelle retrovie: 35esimo in classifica, a 3 ore e 39 minuti di distacco dal leader. Per lui una tappa molto complicata, trascorsa quasi totalmente insonne.
“È stata una regata molto difficile, molto combattuta, una bella battaglia. Non c'era modo di riposare. Non ho praticamente dormito. Le condizioni sono state molto variabili e instabili, quindi bisognava sempre stare attento a fare camminare la barca e a rimanere sulle buone velocità. Purtroppo, l'elastico si è allungato all'arrivo, il ritardo si è aggravato alla fine”, racconta D’Alì nel suo sito.
“All'inizio pensavo aver fatto la scelta giusta andando fuori. Con Gildas Morvan di Cercle Vert, prima di Cherbourg, a Barfleur. avevamo guadagnato tanto, pensavamo girare tra i primi. A terra sembravano morti, dovevano bordeggiare con poco vento. Invece il vento ha fatto un ribaltone, è girato a 80° e ci siamo ritrovati sottovento e gli altri sono passati. Comunque, al Capo de La Hague, dopo Cherbourg, eravamo ancora tutti vicini. Sono passato a largo. Poi ho fatto bene nelle anglo normanni dove sono stati un po' bassi. Lì ho recuperato anche perché sono passato veramente vicino agli scogli e la corrente mi ha aiutato. Passato il canale tra le isole, mi sono tenuto un po' alto e abbiamo bordeggiato di bolina fino a Ouessant. Anche lì, sono passato sui bassi fondali per non avere troppa corrente contro. Poi, è cambiato il vento e abbiamo bordeggiato di poppa sotto spi. Mi sono ritrovato sopravvento con il nuovo vento da Nord Ovest. Sono passato rapido a Ovest di Sein, anche qui su bassi fondali. Con l'onda lunga, la risacca e la corrente a favore, è un passaggio possibile solo con vento leggero, la barca ha fatto belli scossoni. Probabilmente, quelli che sono passati a terra, nello stretto, hanno avuto più corrente.
Mi sono tenuto sopravvento a lungo e ho aspettato il momento per strambare e tagliare la dorsale. L'obiettivo era di fare due laschi e la poppa. Rispetto a quelli che si tenevano più sotto di me, ho anticipato troppo la strambata. L'errore è stato quello, ma c'era il rischio che il vento girasse a Est e non volevo ritrovarmi troppo sotto. Invece non è andato così. Marc Emig che avevo staccato prima è rimasto più a Ovest e mi ha ripreso dopo.
Tra l'altro, il tempo era molto instabile, c'erano nuvoloni senza vento. Tracce di qualche fronte che stava morendo dentro all'anticiclone. Mi sono ritrovato impantanato in uno di queste. Quando sono uscito, sono stato costretto a rimanere a sinistra aspettando che girasse. Poi sono rimasto con poco vento fino all'arrivo”.
Nonostante il risultato non proprio tra i primi, D’Alì riesce a sottolineare i punti positivi della prova: “La barca è in perfetto stato e che ho potuto verificare le velocità in varie condizioni. Adesso devo approfittare di questi giorni a Gijon per riposare e cercare di rimediare sin dalla prossima tappa”.
Alle prime ore di oggi, precisamente all’1.42.32’, Armel Le Cléac’h, skipper di Brit Air ha tagliato per primo il traguardo della prima tappa della Solitaria di Figarò. La barca del francese è approdata al porto asturiano di Gijon dopo 82 ore, 14 minuti e 32 secondi dalla partenza da Le Havre. 6,9 nodi, la velocità media del tragitto.
Dopo di lui, si sono classificati Yann Eliès (Generali Europe Assistance) ed Eric Peron (Masif 2009).
Che fosse una buona tappa per Le Cléac’h lo si è visto fin dai primi minuti della frazione. La sua Brit Air non è mai scesa più in basso del quinto posto. Ma la sua vittoria l’ha costruita soprattutto nel Golfo di Biscaglia, quando ha optato per una rotta più orientale rispetto ai concorrenti, evitando così la zona di alta pressione presente nell’area.
E’ la nona volta che Le Cléac’h partecipa alla Figaro e può già vantare una vittoria nel 2003. Un palmares di tutto rispetto, che lo rende uno dei principali candidati alla vittoria finale.
D’Alì, 35esimo e senza sonno
L’Italiano Pietro D’Alì, skipper di Inova 3, si inserisce per ora nelle retrovie: 35esimo in classifica, a 3 ore e 39 minuti di distacco dal leader. Per lui una tappa molto complicata, trascorsa quasi totalmente insonne.
“È stata una regata molto difficile, molto combattuta, una bella battaglia. Non c'era modo di riposare. Non ho praticamente dormito. Le condizioni sono state molto variabili e instabili, quindi bisognava sempre stare attento a fare camminare la barca e a rimanere sulle buone velocità. Purtroppo, l'elastico si è allungato all'arrivo, il ritardo si è aggravato alla fine”, racconta D’Alì nel suo sito.
“All'inizio pensavo aver fatto la scelta giusta andando fuori. Con Gildas Morvan di Cercle Vert, prima di Cherbourg, a Barfleur. avevamo guadagnato tanto, pensavamo girare tra i primi. A terra sembravano morti, dovevano bordeggiare con poco vento. Invece il vento ha fatto un ribaltone, è girato a 80° e ci siamo ritrovati sottovento e gli altri sono passati. Comunque, al Capo de La Hague, dopo Cherbourg, eravamo ancora tutti vicini. Sono passato a largo. Poi ho fatto bene nelle anglo normanni dove sono stati un po' bassi. Lì ho recuperato anche perché sono passato veramente vicino agli scogli e la corrente mi ha aiutato. Passato il canale tra le isole, mi sono tenuto un po' alto e abbiamo bordeggiato di bolina fino a Ouessant. Anche lì, sono passato sui bassi fondali per non avere troppa corrente contro. Poi, è cambiato il vento e abbiamo bordeggiato di poppa sotto spi. Mi sono ritrovato sopravvento con il nuovo vento da Nord Ovest. Sono passato rapido a Ovest di Sein, anche qui su bassi fondali. Con l'onda lunga, la risacca e la corrente a favore, è un passaggio possibile solo con vento leggero, la barca ha fatto belli scossoni. Probabilmente, quelli che sono passati a terra, nello stretto, hanno avuto più corrente.
Mi sono tenuto sopravvento a lungo e ho aspettato il momento per strambare e tagliare la dorsale. L'obiettivo era di fare due laschi e la poppa. Rispetto a quelli che si tenevano più sotto di me, ho anticipato troppo la strambata. L'errore è stato quello, ma c'era il rischio che il vento girasse a Est e non volevo ritrovarmi troppo sotto. Invece non è andato così. Marc Emig che avevo staccato prima è rimasto più a Ovest e mi ha ripreso dopo.
Tra l'altro, il tempo era molto instabile, c'erano nuvoloni senza vento. Tracce di qualche fronte che stava morendo dentro all'anticiclone. Mi sono ritrovato impantanato in uno di queste. Quando sono uscito, sono stato costretto a rimanere a sinistra aspettando che girasse. Poi sono rimasto con poco vento fino all'arrivo”.
Nonostante il risultato non proprio tra i primi, D’Alì riesce a sottolineare i punti positivi della prova: “La barca è in perfetto stato e che ho potuto verificare le velocità in varie condizioni. Adesso devo approfittare di questi giorni a Gijon per riposare e cercare di rimediare sin dalla prossima tappa”.
Commenti