News | Regata > FIV

18/08/2019 - 10:02

Vela Olimpica, il core business della FIV

Ettorre il giapponese la vede così

Parla dal Giappone il presidente della Federazione Italiana Vela Francesco Ettorre: l'organizzazione non facile dell'Olimpiade agli antipodi, il problema degli spazi e delle regole ferree, la forza di uno spirito di squadra: "I ragazzi hanno la giusta tensione in questa fase, sono consapevoli della loro forza e consci di giocarsi qualcosa di importante per la loro carriera, e per la nazione e lo stanno facendo stringendosi ancora di più nel gruppo. Quello che è stata la nostra forza in questi ultimi anni"

 

Ha preso in mano le redini della preparazione olimpica, da presidente, dopo 8 anni di deleghe della dirigenza ai tecnici. Ha girato il mondo per tre anni, ha dato direttive, stretto rapporti umani, facilitato la rosoluzione dei problemi, spesso facendosene carico in prima persona. Abbiamo sentito dal presidente federale Francesco Ettorre all'avvio del test-event che fa le prove generali dell'Olimpiade 2020. 

Sei già stato varie volte a Enoshima, che idea ti sei fatto dal punto di vista di strutture, organizzazione e condizioni meteo (a terra e in acqua): che Giochi saranno per la vela?

Indubbiamente sin dall’inizio, abbiamo compreso che non sarebbero state condizioni facili. La prima missione è stata fatta a Gennaio del 2017 per poter capire se fosse stato possibile ricreare la condizione logistica che avevamo avuto a Rio . Cioè una base tutta nostra che ci avrebbe consentito di poter contare su un’appoggio logistico ed anche un contenimento dei costi, senza dover ogni volta affrontare continua viaggi in container per gommoni ed imbarcazioni. Subito ci siamo accorti che questo non sarebbe stato possibile, per la totale assenza di spazi. Il marina all’interno del quale si svolgeranno le olimpiadi è esattamente quello delle olimpiadi del 1964, tutto è molto stretto, complicato e pieno di regole quasi invalicabili.

Tutto questo non rende la vita facile ai teams. In questi ultimi tempi i lavori a terra vanno avanti e lo scenario sta prendendo corpo, anche se il problema spazi permane. In questi due anni, nelle varie sessioni di allenamento e di vari campionati Internazionali disputati ad Enoshima, abbiamo trovato condizioni meteo molto differenti tra loro, anche in considerazioni dei diversi periodi in cui si sono disputati. Quindi il test- event è molto importante per questo, perché ci potrà dare, la misura di quello che si potrebbe trovare il prossimo anno e mettere tutte insieme le informazioni raccolte, in questi due anni, con il nostro meteorologo e tecnici. Sono convinto che saranno sicuramente dei bellissimi giochi, combattuti e l’organizzazione saprà offrire un’evento da ricordare.

In una ipotetica classifica quali sono le preoccupazioni maggiori che hai come responsabile della spedizione italiala?

Le maggiori preoccupazioni sono quelle legate al meteo. Infatti se in questi due anni abbiamo potuto risolvere tutte le difficoltà logistiche, anche grazie ad un magnifico lavoro di raccordo del nostro Team Manager, la possibilità di trovare una settimana con tifoni che possono mescolare ulteriormente i valori, mi potrebbe preoccupare. Indubbiamente queste non sono condizioni facilmente replicabili, e quindi bisognerà sapersi adattare. Sappiamo di aver lavorato molto bene bene, ed i risultati con condizioni difficili, lo hanno evidenziato, e con altrettanta serenità e consapevolezza dobbiamo continuare a lavorare sui dettagli.

Il test-event “Ready, steady, Tokyo” vuole essere una prova generale delle Olimpiadi del prossimo anno. Cosa ti aspetti di trovare a Enoshima?

Purtroppo in questi giorni le condizioni meteo in previsione dell’arrivo del Tifone previsto per la notte del 15 Agosto, stanno creando diversi problemi. Questo ha rallentato un pò i programmi degli atleti ( ma naturalmente per tutti ) e quindi confidiamo che una volta passato il tifone si possa regatare con condizioni le più stabili possibili. Comunque a parte il problema meteo il test-event è sicuramente la prova generale, e noi l’abbiamo preparata con attenzione e con obbiettivi personalizzati, per i singoli equipaggi.

Venendo all’aspetto tecnico e sportivo: la vela olimpica azzurra arriva al test event preolimpico in buona salute, soprattutto hai sempre sottolineato la forza dello spirito di squadra. E’ ancora così, nonostante le tensioni legate alle selezioni interne in corso? Se dovessi dare un messaggio agli atleti che oggi si confrontano per Tokyo 2020, e come parte dello stesso team, cosa diresti loro?

Assolutamente Si. Lo spirito di squadra deve essere la forza di un team e non la debolezza. Certamente il gioco si inizia a restringere e tutti gli atleti devono lavorare per performare al massimo. Credo che il valore aggiunto che abbiamo avuto in questi due anni e mezzo è stato proprio lo spirito di squadra. Allenamenti congiunti Maschi e Femmine per alcune classi, cura di alcune aree non precedentemente coperte e tanta voglia di dimostrare che la vela e le competenze italiane non erano inferiori ad altre nazioni che l’hanno fatto da padrona negli ultimi anni. Il lavoro di questi anni è stato improntato al raggiungimento della performance negli appuntamenti importanti e credo che questo sia riuscito discretamente.

I ragazzi hanno la giusta tensione in questa fase, sono consapevoli della loro forza e consci di giocarsi qualcosa di importante per la loro carriera, e per la nazione e lo stanno facendo stringendosi ancora di più nel gruppo. Quello che è stata la nostra forza in questi ultimi anni.

Fare una Olimpiade in un paese così lontano per geografia, cultura e modo di vivere, comporta aspetti di preparazione che ne tengano conto?

Sicuramente. Il Giappone un paese affascinante, pieno di cultura e storia, ma anche così diverso da noi, pieno di tante regole, modi di vivere differenti, che non possono non essere presi in considerazione nella preparazione di una Olimpiadi. Sono tutte situazioni fortemente impattanti con la preparazione e l’approccio ad un avvenimento così importante. La squadra ha avuto diverse occasioni per poter vivere in questo contesto, potersi ambientare non solo alle condizioni meteo marine ma anche e soprattutto a lunghi periodi di permanenza in questo contesto. L’Olimpiade è lunga e tutto questo, in quelle due settimane non deve rappresentare neppure l’1% di problema. Devo fare però un grande plauso a tutto lo staff federale, che ha saputo sempre lavorare perché tutte le difficoltà venissero eliminate e gli atleti potessero solo concentrarsi sulla performance.

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

Commenti