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13/11/2013 - 21:42
Partita la Mini Transat!
Partita la Mini Transat!
E stanotte, tutti
a Capo Finisterre!
a Capo Finisterre!
!--paging_filter--strongChe traffico sul crinale dell’Atlantico! Tra Mini 650 e Class 40, anche 12 navigatori italiani. La notizia del giorno è la partenza della Mini Transat. Una liberazione per organizzatori e skipper. Giancarlo Pedote già terzo. Bravi Zambelli (Proto) e Bona (Serie). Sarà lunghissima! FOTO E VIDEO/strong!--break--br /
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emGuardate le due mappe con il tracking delle flotte dei Class 40 della Jacques Vabre e dei Mini della Mini Transat, e poi dite ancora se non credete alle convergenze astrali. Un’incredibile serie di eventi, alcuni partiti da molto lontano (le perturbazioni atlantiche che si sfogano su Biscaglia hanno origine dalla corrente del Golfo) ha riunito due classi di imbarcazioni, 100 barche (74 Mini e 26 Class40), 126 navigatori, partiti (molto teoricamente) da due porti francesi (Douarnenez in Bretagna e Le Havre in Normandia), poi diventati scali di ripartenza a Sada (Spagna) e Roscoff (Bretagna), si ritrovano quasi insieme, quasi a vista e qualcuno si sarà visto davvero, in un fazzoletto di miglia marine nel bel mezzo dell’oceano e al largo del capo più rispettato e temuto, Finisterre. Tra loro anche 12 italiani. Per tutti, a quanto pare, condizioni favorevoli, in pratica un bell’assaggio di Aliseo robusto a 25 nodi raffiche a 30 ma tutto portante. I Class40 vanno in Brasile, i Mini in Guadalupe, ai Caraibi. Ma entrambi, per ora, scorrono il Portogallo con prua sulle Canarie./embr /
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strongLA PARTENZA, UNA LIBERAZIONE!/strongbr /
Una liberazione! Così hanno salutato la partenza da Sada (Spagna) i 74 navigatori solitari della Mini Transat 2013, la più ritardata a prendere il via, la più bersagliata dal maltempo, la più complicata per la conseguente logistica, la più lunga: perché alla fine il tappone unico da Sada a Point-a-Pitre in Guadalupa sarà di 3700 miglia, (circa 7 mila chilometri), una cosa mai vista né tentata prima con barchini di 6 metri e mezzo. La Mini Transat più sperimentale, dunque. Tutti alla scoperta: di se stessi, dei propri limiti, dei limiti delle barche, cresciute si ma sempre lunghe 6 metri e quindi con problemi anche di stivaggio dei viveri necessari a una settimana di regata in più. Ma sempre resta una liberazione, sul volto dei velisti che all’alba si preparavano per la partenza alle 9, era questa l’espressione più evidente, c’era la voglia di ritrovarsi in mare, da soli con la propria barca, perché alla fine di tutto, se fai questa scelta, se sei un navigatore oceanico e ti prepari, ti selezioni e ti iscrivi alla Mini Transat, quello che vuoi prima di tutto è andartene sull’oceano a navigare, correre sulle onde, sia quel che sia. E adesso ci siamo proprio.br /
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E’ stata una “bon depart”, una bella partenza dicono gli organizzatori, forse esausti a loro volta, di questa attesa e del continuo reinventare la regata, recuperare in giro nei porti di Biscaglia i marinai, tenerli uniti, informati, accuditi, per quanto possibile. Sono partiti in 74, degli 84 iscritti iniziali di Douarnenez. Solo 10 si sono arresi al lungo tiramolla, condito di colpi di vento presi sia a terra che in mare, di un mese da campare a viveri e vestiti lontano da casa, di budget da aggiornare. Tutto sommato pochi, e questo rende merito alla flotta, alla classe, alla generazione dei ministi.br /
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Tra i 10 che hanno rinunciato, per diversi motivi, 6 sono del gruppo di Serie (l’italiano Davide Lusso, la francese Elise Bakhoum, l’australiana Kathrine Ham, e i francesi Arnaud Etchandy, Bruno Simonet e Damien Cloarec), e 4 dei Proto (l’americano Jeffrey MacFarlane che non è riuscito a recuperare dopo il disalberamento, l’estone Jaanus Tamme, il francese Arthur Leopold-Leger e il tedesco Henrik Masekowitz. Peccato per Davide, che ci ha provato fino alla fine, ma ha preso una decisione saggia e inevitabile: come abbiamo anche scritto in articoli precedenti, la barca faceva acqua dopo una collisione e aveva rotto il fiocco nell’ultimo trasferimento, troppi contrattempi e senza il tempo per venirne a capo. Alla prossima Davide!br /
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Il colpo di cannone che ha ufficialmente detto: “adesso andatevene, ci rivediamo a Guadalupa, dall’altra parte” è risuonato alle 9,45, nella rada di Sada. Nelle vele un vento da Nord Nord Ovest di 9 nodi, gentile quasi timido, e un cielo ampiamente azzurro, quasi una scusa di quanto fatto penare per giungere a questo momento. I più contenti di tagliare la linea, perché i primi a farlo, sono stati Ludovic Méchin tra i Proto,e il nostronbsp;Alberto Bona tra i Serie. Le previsioni per tutti sono buone: vento stabile e favorevole, dapprima leggero e poi in aumento nelle prossime ore, dopo Finisterre anche oltre i 20 nodi, ma sempre da Nord, sia pure ruotato a Nord Est. Un buon discendere lungo il Portogallo.br /
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Il nuovo percorso, diretto su Gadalupe, prevede comunque un gate da passare vicino a Lanzarote, la località che resterà nella storia come la tappa “mancata” della Mini Transat 2013. Chi vorrà potrà fare scalo tecnico, ma per tutti l’obbligo è solo il cancello (dove sarà stilata comunque una classifica ufficiale), poi basta, solo Atlantico fino all’altra sponda.br /
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Dopo le prime 8 ore di corsa, passata La Coruna, in vista Finisterre, in testa tra i Proto c’è Nicolas Boldevezi (Nature Addict), che ha scelto di navigare molto sotto costa, seguito da Benoit Marie (Benoitmarie.com) a 8 miglia e dal nostro Giancarlo Pedote (Prysmian), subito ancora protagonista, terzo a 10 miglia e con una rotta molto più a Ovest. Una scelta che potrebbe pagare nelle prossime ore, se effettivamente dovesse il vento ruotare a Est, Giancarlo avrebbe un angolo migliore nella discesa a Sud. Corre forte anche l’altro italiano nei Proto, Michele Zambelli, 13° a 16 miglia dal primo, quindi a sole 5 miglia e mezzo da Pedote, e con un buon passo. Gran parte della flotta cammina a circa 10 nodi di velocità.br /
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Tra gli scafi di Serie è in testa Jonas Gerckens, davanti allo spagnolo Joel Miro Garcia e a Simon Koster. Dopo l’ottima partenza mantiene le posizioni di testa Alberto Bona (Onlinesim), 5° a 2 miglia e mezzo dal leader, a sua volta spinto veloce dal vento giusto di queste prime ore. Gli altri italiani: 31° Andrea Iacopini (Umpalumpa, ma a sole 6,6 miglia dal primo, la flotta è davvero compatta), 37° Federico Fornaro (Raw News Jolie Rouge, a 8,7 miglia), 38° Federico Cuciuc (Your Sail, alla stessa distanza).br /
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La grande regata è in mare, adesso le parole, le attese snervanti, le chiacchiere, lasciano il posto a vento e onde. Senza radio, i 74 solitari sono i puntini sulla cartografia del sito ufficiale, assistiti comunque dalla nave della Marina francese che li segue a distanza. Buon vento!br /
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AMPIA SELEZIONE DI FOTO DELLA VIGILIA E DELLA PARTENZA NELLA SEZION GALLERYbr /
E IN ARRIVO SULLA TV DI SAILY VIDEO ESCLUSIVI DELLA MINI TRANSATbr /
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