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08/11/2021 - 18:13

Verso la 37 America’s Cup

E’ la Coppa America, ma si sente Formula 1

IL 17 NOVEMBRE FINALMENTE QUALCHE ANNUNCIO? –  In attesa di qualcosa di serio, le ultime voci: 1) Si potrà costruire una sola nuova barca. 2) Gommoni e barche assistenza dei team saranno a idrogeno. 3) Protocollo con obbligo per i team di aprire le basi alle telecamere (Dalton si è invaghito della serie Netflix “Drive To Survive” dedicata alla Formula 1)…

 

Adesso la data cui tutti guardano è il 17 novembre, un mercoledi. Non perché qualcuno l’abbia annunciata, ma perché sono due mesi dopo il rinvio (a data da destinarsi) sparato lo scorso 17 settembre. E visto che il 17 ottobre non è successo nulla… La comunità velica, gli appassionati e tifosi, ma soprattutto i team: tutti attendono che il defender neozelandese, insieme al primo sfidante inglese, concedano il diritto di sapere come, quando, e perché sarà disputata la prossima edizione dell’America’s Cup.

I motivi dell’attesa sono noti: Emirates Team New Zealand è rimasto con le finanze a secco, non ha trovato l’accordo per il consueto finanziamento del governo (90 milioni non sono bastati) e ha messo in qualche modo all’asta la sopravvivenza del team aprendo a finanziamenti esteri offrendo anche la possibilità di ospitare la regata. In questi mesi si è parlato tanto, si sono succedute voci e conferme su proposte arrivate da Cork (Irlanda), Valencia e Barcellona (Spagna), Jeddah (Arabia Saudita), così come sì è molto parlato delle discussioni tutte kiwi legate a movimenti per cercare di blindare la disputa della difesa a Auckland, con la comparsa sulla scena di strani personaggi potenziali finanziatori. E l’attesa continua.

LE ULTIME VOCI SUL PROTOCOLLO IN ARRIVO – In attesa del benedetto 17 novembre, Grant Dalton ha parlato al sito neozelandese stuff.co.nz, rivelando alcuni sviluppi, non particolarmente decisivi. Ha dichiarato che il defender e il challenger of record sono sulla buona strada per rispettare la scadenza, e che il processo di scrittura del nuovo Protocollo è “produttivo e progressivo”.

Ma la prima “bomba” anticipata da Dalton, somiglia più a un gossip che a vera Coppa. Il Protocollo anglo-kiwi prevederà l’obbligo per i team di aprire le proprie basi alle telecamere. Non ci saranno più i segreti visti nelle passate edizioni, quando si custodivano gelosamente barche e attrezzature… Addirittura un “punto chiave del protocollo” sarebbe la richiesta che le squadre consentano alle troupe cinematografiche di accedere per rivelare tutto al proprio interno. A quale scopo? Qui sta la parte più esilarante: il motivo è cercare di replicare in Coppa il successo della serie Netflix dedicata alla Formula 1  e chiamata "Drive To Survive".

"Solleviamo i veli dalla Coppa, mandiamo le troupe cinematografiche negli edifici e nei luoghi in cui non sono mai state prima", ha detto il CEO del Team New Zealand Grant Dalton. "Drive to Survive è stato un enorme successo e ogni sport vorrebbe fare qualcosa di simile, ma pochi hanno un ambiente come il nostro".

Dunque ora sappiamo che (forse) sarà girata una docuserie durante la 37AC, per essere trasmessa l’anno successivo alla regata (così funziona per la F1 Drive To Survive). Non siamo già tutti un po’ più eccitati all’idea? Quanto a date, formato, barche, regole e stazze: c’è tempo, più tardi lo dicono e meglio è per loro, la premiata coppia defender-COR, ETNZ-Ineos.

Nella stessa intervista Dalton ha rilasciato anche queste altre pillole di futuro.

• Gli AC75 saranno utilizzati di nuovo (ma si sapeva già), anche se sono probabili alcune modifiche alla regola della classe per migliorare le prestazioni in condizioni di vento leggero e ridurre i costi.

• In questo ciclo potrà essere costruita una sola barca, mettendo a dura prova i progettisti.

• Sarà un evento multi-sfidanti, non la gara uno contro uno come si era temuto (già l’esigenza di doverlo ribadire mette paura)

• L'evento includerà le regate della Women America’s Cup e della Youth America’s Cup: Coppa femminile e giovanile, con i monoscafi foiling da 40 piedi che i team potranno anche utilizzare anche per i test sui vari foil e altre sperimentazioni.

• I team dovranno utilizzare barche assistenza e supporto a foil e alimentate a idrogeno, secondo un prototipo dello stesso Team New Zealand che sarebbe attualmente in costruzione. Così anche la Coppa diventerà più ecologica.

• La regola della nazionalità sarebbe seriamente rafforzata: il 100% dell'equipaggio in regata dovrà essere titolare di passaporto del paese dello yacht club della squadra alla data del 19 marzo 2021, o essere stato fisicamente presente in quel paese (o, agendo per conto di tale yacht club ad Auckland, sede degli eventi della scorsa 36AC) per due dei tre anni precedenti prima del 18 marzo 2021. In ogni caso sarà consentita una quota di stranieri sugli equipaggi di gara per i concorrenti provenienti da “nazioni emergenti”.

Poco o niente. Grant e Ben si tengono stretti il loro futuro.

Sezione ANSA: 
Saily - America's Cup

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