News | Regata > Vela Oceanica

20/11/2013 - 20:14

Gaetano Mura e Sam Manuard sfiorano la collisione con un mercantile. E nella manovra rompono bompresso e spi

Bet1128, cargo della malora!

!--paging_filter--strongGaetano Mura e Sam Manuard, equipaggio di Bet1128 rischiano di essere travolti da un mercantile in transito sulla loro stessa rotta. Spaccato il bompresso, disintegrato lo spinnaker, riescono a salvare la barca e vanno avanti, sempre al 12° posto/strong!--break--br / br / br / strongDIARIO DELLA CUCCETTA 20 NOVEMBRE/strongbr / emLa luna si leva sempre più tardi, bet 1128 scivola nella notte nera. Il vento nelle ultime ore e un po’ più dalla nostra parte , ha stretto qualche grado e si adatta meglio alla nostra configurazione forzata a vele bianche (randa e solent NDR) navighiamo su pilota e recuperiamo sonno arretrato. L’angolo più stretto offre un altra prospettiva delle onde e questa nuova oggi pomeriggio mi ha ipnotizzato per qualche ora che sono stato a guardarle dal tambucio (sportello d’ ingresso NDR) e incredibile sono miliardi e sono tutte diverse. Con queste nostre barche veloci si riesce sempre a corrergli davanti, piuttosto è proprio l’onda che sta davanti che rappresenta un ostacolo, la barca già veloce accelera nella discesa si trova il muro davanti e se non riesce a tenere il naso alto ci si infila dentro di prepotenza come con una brusca frenata, la barca viene sommersa d’ acqua che pian piano sgotta sui lati e di poppa e riparte subito con altrettanta brusca accelerazione. Questo ritmo si ripete all’ infinito influenzando il nostro quotidiano, il modo di muoverci, di sederci, di mangiare e di dormire ....tutti i rumori del mare e delle onde si fondono con suoni e scricchiolii della barca in un concerto da banda musicale.br / br / ‘Tutte accoglie e fonde le risonanze acute nelle sue volute profonde,..libera e molle,..possente e folle..". Non sto impazzendo..ancora, è un pezzo de "l onda " di D'Annunzio, si vede Che che l’ assenza di spi lascia del tempo per cazzeggiare. La grande novità di domani sera e l’ingresso nel pot au noir da dove speriamo di uscirne presto ed almeno con una specie di bompresso che ci consenta di murare vele da poppa. Ora l’obbiettivo e stringere un po’ i denti e non perdere troppe miglia rispetto agli altri fino al pot. Fa un granbr / caldo sia dentro che fuori..,.ho appena dato uno sguardo fuori, buio pesto non si vede nemmeno la prua. Stasera ci siamo consolati con un piatto di carne d agnello squisita che ha preparato per noi il cuoco Giovanni Cossu del ristorante Ispinigoli vicino a casa mia dove c’ è la grotta con la stalatite - stalagmite più alta d’Europa. Grazie Giovanni e tutto lo staff di Ispinigoli. Con questi super piatti finirò per eliminare quasi del tutto i lioffilizzati. Buona serata a tutto il pianeta terra.br / Un pensiero per l’agente Luca Tanzi che ha perso la vita nell’ alluvione ebr / per la sua famigliabr / gaetano e sam/embr / nbsp;br / strongIL RACCONTO DELLA COLLISIONE SFIORATA!/strongbr / Atlantico, 200 miglia a sudovest delle Isole di Capoverde - Una Transat Jacques Vabre decisamente movimentata quella di Bet1128, il Class 40 italiano con il navigatore Gaetano Mura e il suo collega francese Sam Manuard. Dopo il disalberamento scampato di qualche giorno fa, adesso una collisione sfiorata con un cargo in pieno oceano, con conseguenze su componenti importanti dell’attrezzatura di bordo. E Bet1128 non può più usare lo spinnaker (rotto nella manovra) e il gennaker (rotto anche il bompresso). Sentiamo com’è andata dalla viva voce di Gaetano.br / nbsp;br / em“Dopo una notte insonne ero riuscito finalmente a stendermi in cuccetta, quando Sam mi chiama. Il tono era inequivocabile: ho capito subito che bisognava correre. Tiro su la cerata, afferro la giacca e volo fuori. Un cargo, col quale Sam si era già accordato via radio, reagisce in maniera anomala./embr / nbsp;br / em“Tutto si svolge in pochi attimi: Sam chiude la calza dello spi, che nella manovra fa una caramella (lo spinnaker, in gergo spi, è una vela molto grande, utilizzata con andature portanti, ossia vento dal lato posteriore della barca; quando se ne perde il controllo può arrotolarsi su se stesso, diventa ingovernabile creando notevoli problemi, soprattutto se l’equipaggio è ridotto). Corro in aiuto ma proprio in quel momento lo spi va in acqua mentre la barca sta volando giù da una grossa onda ... tutta la nostra forza non serve a niente. Lo spi si riempie come un otre incomincia a lacerarsi trascinando il bompresso (piccolo albero orizzontale che sporge dalla prua) che si tronca di netto./embr / nbsp;br / em“La vela tira paurosamente, la barca si intraversa, incassiamo un frangente che arriva fino all’interno dello scafo. L’unica cosa cui pensiamo è togliere braccia e gambe dalle manovre impazzite che frustano la coperta. Metto la drizza sul winch e tiro con tutta la forza per avvicinare la vela alla poppa. Afferro il coltello e a fatica riesco a liberare la vela. Finalmente la barca, liberata dal carico, riprende un assetto stabile. /embr / nbsp;br / em“Tiro un respiro di sollievo, ma non e finita: vela, scotte e manovre sono finite sotto la chiglia, il bompresso penzola pericolosamente fuoribordo vincolato solo dalla tackline. Mi viene da piangere, ti crolla il mondo addosso, dopo aver disalberato nel golfo di Biscaglia, questa proprio non ci voleva. Guardo Sam, non una parola, ma ci capiamo al volo. Bisogna scendere sott’acqua. Sam prepara un sistema di cime al quale tenermi. Mi assicuro e scendo in acqua, il mare e blu cobalto bellissimo, l’acqua è gelida!! Due immersioni e riesco a liberare la barca dal groviglio di cime e brandelli di vela. A bordo incontro lo sguardo di Sam “bravò, mon gars! Tiriamo su il solent (vela di prua) e via verso il Brasile, mantenendo salda la nostra posizione. Magari il “Pot au Noir” (cintura larga qualche centinaio di chilometri a cavallo dell’equatore) ci concede qualche chance e la possibilità di riparare il bompresso.”/embr /

Commenti