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17/06/2017 - 01:23
XXXV America's Cup Match: Emirates Team New Zealand contro Oracle USA
Il weekend delle prime verità
Sabato 17 e domenica 18 le prime quattro regate della finalissima per la Coppa America. James Spithill (38 anni) contro Peter Burling (26), un asso del match race, specialista della Coppa, contro un talento che ha vinto due medaglie olimpiche. "Non possiamo più aspettare, finalmente in regata". La conferenza stampa della vigilia. Le previsioni (sarà vento da Est, il più instabile), la diretta dalle 19 su Mediaset Premium. Chi sarà a bordo. Punti di forza e debolezza dei due team - SU SAILY TV TORNA CAYARD REPORT
La Coppa America più veloce del West è già nella volata decisiva. Neanche il tempo di accorgersene, qualche giorno di Playoff per far fuori Groupama France e Franck Cammas (ultimi nelle classifiche del budget e dei due Round Robin), altri tre per salutare SoftBank Japan e Land Rover Bar, Dean Barker e Ben Ainslie, poi meno di una settimana per la finale sfidanti persa da Artemis SWE e Nathan Outteridge, e vinta da Emirares Team New Zealand e Peter Burling. Ed eccoli qui, faccia a faccia, tutto come previsto, i soliti due, la rivincita di quattro anni fa, San Francisco 2013. USA e Nuova Zelanda, Oracle e Emirates, due nazioni, due sponsor, il software contro gli aerei, Jimmy contro Pete, che più diversi non si possono immaginare. E anche, o forse soprattutto, Larry Ellison e Russell Coutts da una parte contro Grant Dalton e Matteo de Nora dall'altra.
Il programma: sabato 17 due regate, domenica 18 altre due, poi lunga sosta e arrivederci il sabato successivo 24 giugno per altre due regate e domenica 25 altre due. Si vince al meglio delle sette, quindi teoricamente due weekend potrebbero bastare: se così non fosse, si proseguirà con le regate lunedu 26 e martedi 27. Il defender Oracle USA parte da zero, lo sfidante ETNZ parte da -1, per il contorto regolamento che ha previsto il defender in gara con i challenger nelle qualifiche. Ma ormai è tardi per ogni recriminazione, per ogni comtumelia, per ogni piagnisteo. Ora è solo il momento della verità, o almeno il sabato delle prime verità. Perchè in questa Coppa, con queste barche, con le sorprese tra meteo, tecnologie, scelte del tipo di derive/foil, tutto può accadere, e basterà ricordare l'andamento incredibile della finale del 2013, con i kiwi in vamtaggio 8-1 che bruciarono uno dopo l'altro otto match-point e finirono battuti da Oracle 8-9.
Nella conferenza stampa della vigilia James Spithill e Peter Burling hanno fatto se stessi, con semplicità e naturalezza, senza scimmiottare due pugili alla vigilia di un match mondiale. Spithill è stato il più giovane timoniere nella storia a vincere una Coppa America, e Burling potrebbe batterlo anche in questo. "Mi aspetto una finale combattuta, saranno regate tese e difficili. Con le previsioni di vento da Est nel primo giorno, ci saranno tanti salti di vento. Non mi meraviglierei se ci fossero molti cambi in testa nel corso delle regate", ha detto Spithill, aggiungendo: "Siamo due tra i team velici più forti, faccio i complimenti a Emirates Team New Zealand per quanto fatto finora. Sarà bellissimo sfidarci in acqua".
E Peter Burling: "Veniamo da alcuni mesi di intenso lavoro, fatto per arrivare dove siamo oggi. Ora ci saranno un paio di weekend molto intensi, saranno regate testa a testa. Siamo consapevoli di avere l'appoggio di una intera nazione, e questo ci da grande carica".
Gli equipaggi non sono stati ancora comunicati, ma Burling su ETNZ avrà come sempre a bordo Glenn Ashby (specialista di catamarani) e Blaire Tuke (suo storico prodiere del 49er), mentre Spithill potrà contare su Tom Slingsby, oro olimpico 2012 nel Laser. L'impressione è che l'equipaggio neozelandese sia più corposo, in termini di nomi e quoziente di qualità velica, sia pure di poco. Ma nello stesso tempo, come è stato già notato contro Artemis, i kiwi difettano un po' nelle partenze e nel match race. Con gli svedesi non è servito, ma contr Oracle perdere le partenze significherebbe consegnare la regata.
E naturalmente in ballo non c'è solo la trentacinquesima America's Cup. Ci sono anche il prestigio, il potere nelle stanze dei bottoni della vela. Più di ogni altra cosa, chi vince prende il pachetto America's Cup e può cambiarlo, cosa che avverrebbe di sicuro in caso di vittoria kiwi, mentre se il defender dovesse prevalere, si resterebbe così come oggi per almeno due edizioni e quindi quattro anni anni.
Intanto mentre stanno per scendere in acqua le moderne astronavi a vela della Coppa America, il trofeo rende omaggio alla sua storia ospitando una regata di meastosi ed enormi J-Class. Ai loro tempi erano avanguatdia pura...
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