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24/02/2017 - 16:37

Vendée Globe: e adesso restano solo altri due skipper in gara

Ben arrivato Mr. Colman
La stavamo aspettando

Il neozelandese Conrad Colman ha aggiunto una nuova pagina alla leggenda dell'Everest del mare, tagliando la line d'arrivo a Les Sables d'Olonne oggi alle 15, con attrezzatura di fortuna sul suo Foresight-Natural Energy che aveva disalberato il 10 febbraio. Chiude al 16° posto il Vendée Globe in 110 giorni, 1 ora, 58 minuti e 41 secondi. La sua media per 27.929 miglia è stata di 10,57 nodi. Prima di lui solo due nomi mitici come Philippe Poupon e Yves Parlier, avevano tagliato l'arrivo con armo d'emergenza. Chi è Colman, quanto vale la sua impresa - FOTO E VIDEO IN ARRIVO SU SAILY TV

 

di Fabio Colivicchi

Era decimo, quando il 10 febbraio è venuto giù l'albero del suo 60 piedi. Ma Conrad (che nome, però: grazie mamma e papà) ne aveva già passate e superate di tutti i colori, in questo suo primo Vendée stregato e magico, per avere il minimo dubbio di arrendersi. Ha rimesso in piedi qualcosa che somigliava a un paio di mutande e ha girato la prua verso Les Sables, il luogo dove tutto inizia e finisce, dove il sogno del giro del mondo a vela in solitario nasce come una fecondazione nelle teste dei velisti, partorisce e matura come uno spirito vivente. 

Conrad Colman è arrivato oggi, spinto nelle ultime ore da una mezza burrasca a 30-35 nodi, benedetti per uno che naviga su un 18 metri spinto dalla superficie velica di un 49er... E' arrivato a fare una media di 7 nodi, cibo, energia, acqua, in quelle ultime 40 miglia fatte dall'alba di stamattina, suo centodecimo giorno di mare, non contava più nulla: solo vedere la terra e tagliare quella linea, tra la boa e la punta del canale.

Lo ha fatto e adesso è un'altra delle leggende del Vendée, l'Everest del mare, marinai come scalatori. Come Philippe Poupon e come Yves Parlier, nomi che sono la storia della vela in oceano, Colman quella linea l'ha tagliata senz'albero, ma con un rattoppo, il boma nella scassa, la penna della randa e la tormentina. Ma con dentro un quinto oceano, quello della sua rabbia gioiosa, per aver comunque portato a termine la corsa. 110 giorni, 1 ora, 58 minuti e 41 secondi, per i cronometri. 16° posto per le cronache.

Ma c'è di più: Conrad è riuscirto anche a raggiungere il suo obiettivo dichiarato di compiere il giro del mondo senza utilizzare energie fossili, primo skipper nell'interra storia del Vendée Globe, e questo per certi versi è forse il suo record più pesante. Ha usato un motore elettrico innovativo, dei pannelli solari e un idrogeneratyore per produrre e stoccare l'energia necessaria nelle batterie delle strumentazioni di bordo.

Conrad Colman ha detto: "L'obiettivo era quello di soddisfare il mio pensiero. In Nuova Zelanda, ero ben consapevole del buco nello strato di ozono. Sono diventato un vegetariano, non perché amavo le pecorelle, ma perchè preoccupato per l'impatto di questa produzione e consumo di energia."

Per tutta la gara, Conrad ha mostrato unn particolafre talento e la capacità diventata quasi seriale, anche sui social, nel superare i problemi tecnici. Ha trovato un modo originale per riparare un ingranaggio della chiglia che aveva subito danni che minacciavano di porre fine alla sua gara. Un incendio ha danneggiato il sistema elettrico a bordo di Foresight, mettendo il pilota automatico fuori uso. Un giorno, ha dovuto scalare il sartiame tre volte per riparare le vele. Cosa non facile, perchè ogni volta che saliva, Conrad portava con sè la memoria di suo padre, che è morto proprio cadendo dall'albero di una barca.

Nel mezzo del Pacifico vicino a Point Nemo, Conrad si è trovato al centro di una delle più grandi tempeste della regata. La sua corsa è sembrata ancora al capolinea quando ha rotto l'asse e il suo IMOCA ha ballato per diverse ore in balia del mare agitato da raffiche a 40-45 nodi. Ci sono voluti quattro giorni di lavoro per riavere la barca pronta, ed è stato superato da Nandor Fa. Infine, il disalberamento, a 800 miglia dall'arrivo...

Conrad diventa anche il primo skipper neozelandese a completare il Vendée Globe. Questo risultato segna la realizzazione di un sogno iniziato non più di dieci anni fa, quando si è trasferito dagli Stati Uniti in Francia, dopo una carriera professionale e gli studi negli USA, il paese di origine di suo padre. Colman ha lavorato a lungo nel settore nautico. Prima della partenza ha spiegato di avere ipotecato tutti i suoi beni, per partecipare. E forse anche questo lo ha spinto all'inverosimile pur di completare l'impresa.

Il suo IMOCA 60 è un disegno del sudafricano Angelo Lavranos, utilizzata negli ultimi anni per day-sailing in Gran Bretagna. L'ha presa e ha dovuto lavorare sodo per renderla adatta al Vendée, e dieci giorni prima della partenza del 6 novembre, Conrad aveva appena i fondi per la partecipazione, senza alcun extra. La determinazione, e il supporto all'ultimo minuto del Gruppo Foresight con sede a Londra, lo hanno messo in grado di effettuare alcune ottimizzazioni supplementari.

Dopo il disalberamento del 10 febbraio, quando era in decima posizione a 250 miglia ad ovest di Lisbona, Conrad Colman ha costruito e montato un armamento di fortuna che gli ha permesso di completare le restanti 740 miglia al traguardo di Les Sables d'Olonne. Il disalberamento si è verificato quando stava attraversando l'ultimo fronte prima del traguardo, che avrebbe tagliato in decima posizione solo un paio di giorni più tardi. La sua corsa si è bruscamente rallentata e da allora le sue riserve alimentari sono esaurite, costringendolo a mangiare razioni di emergenza nella zattera di salvataggio.

Ben arrivato Conrad, ti stavamo aspettando. Da oggi sei nel gruppo dei grandi navigatori che hanno scritto la storia del Vendée. E vedete, come in fondo le storie nascono all'improvviso, quando meno te lo aspetti.

SU SAILY TV IN ARRIVO IL VIDEO CON L'ARRIVO E LA CONFERENZA STAMPA DI CONRAD COLMAN

LA DIRETTA DELL'ARRIVO

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