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17/08/2011 - 02:50

266 scafi ancora in gara. 30 i ritirati

Azzam,
record e regata

!--paging_filter--strongDopo il naufragio di Rambler 100, le emozioni alla Fastnet Race proseguono: 266 sono ancora in gara. Intanto il Vor70 di Abu Dhabi, prima barca araba nella storia, incide il suo nome nell'albo dei vincitori. Riduce di 1 ora e 39 minuti il tempo sul percorso. E si candida a una Volvo Ocean Race da protagonista./strongbr / !--break--br / Lo avevamo detto alla vigilia: il Fastnet è una regata per velisti veri. Un appuntamento che riserva sorprese, in cui vince chi sbaglia meno. E ha dalla sua la Fortuna che gli fa superare indenne le centinaia di onde che gli si stagliano davanti.br / br / Le emozioni non sono mancate quest’anno. Di ogni tipo: brividi di paura, per quanto accaduto al maxi Rambler 100 e al suo equipaggio. Di gioia, nel sapere che erano stati tutti tratti in salvo. Di soddisfazione, quando abbiamo compreso che gli avversari di sempre di Rambler, quelli di ICAP Leopard, non ci hanno pensato un attimo ad abbandonare la (rin)corsa al record per dirigersi sul luogo del naufragio. Di sorpresa, quando, alla fine di un paio di giorni molto intensi, dal cilindro della Fastnet Race è uscito il nome del vincitore: Azzam, lo scafo portacolori dell’Abu Dhabi Ocean Racing, la prima barca araba ad aver partecipato al Fastnet. La prima che lo ha vinto. La prima che ha fatto il record sul percorso (un ora e 39 minuti meno del record 2007 di 44 ore e 18 minuti). Una risultato reso ancor più importante dal testa a testa con Groupama 4, sconfitta da Azzam, in una sfida tutta “made in Volvo Ocean Race”, per appena 4 minuti, dopo aver percorso 608 miglia.br / br / strongATTENTI A QUEI TRE/strongbr / Team Sanya, guidato dal neozelandese Mike Sanderson, che altri non è che l’ex Telefónica Blue che ha preso parte alla Volvo Ocean Race 2008-09, ha tagliato la linea del traguardo con meno di un’ora ritardo. Tutte e tre le barche sono comunque scese al di sotto del record della prova, stabilito nel 2007 da ICAP Leopard con un giorno, 20 ore e 18 minuti.nbsp; Leopard era presente anche quest’anno e aveva buone chance di battere il proprio record, non fosse che l’equipaggio ha deviato dalla rotta per portare soccorso al 100’ Rambler vittima di un rovesciamento. Tutti i 21 componenti dell’equipaggio sono stati recuperati i un’operazione coordinata dalla Guardia Costiera irlandese.br / nbsp;br / La lotta serrata fra le tre barche alla Rolex Fastnet Race sarà certo stata osservata con attenzione dalle altre barche che parteciperanno alla Volvo Ocean Race 2011/2012 ossia Team Telefónica, PUMA Ocean Racing powered by BERG Propulsion e CAMPER with Emirates Team New Zealand.br / nbsp;br / Le condizioni meteorologiche si sono dimostrate ideali per i VO70 con vento forte e mare formato.br / nbsp;br / Ian Walker, non appena messo piede a terra, sorseggiando una Coca-Cola, ha potuto assaporare appieno la vittoria in questa “regata nella regata” e il nuovo record, ma ancor più le ottime prestazioni di Azzam, lo scafo disegnato da Farr Yacht Design, in rapporto a Groupama 4 che esce invece dalla matita del progettista argentino Juan Kouyoumdjian. Juan K, come è conosciuto nel mondo della vela, è stato l’autore dei progetti vincitori delle ultime due edizioni della Volvo Ocean Race e per la prossima “correrà” con PUMA Mar Mostro e Telefónica.br / nbsp;br / em"E’ fantastico perché non mi era mai successo prima di battere un record”/emha detto Walkerem. "Di solito sono i 100 piedi a farlo. In generale siamo felici di aver capito di essere competitivi. Non abbiamo battuto Groupama di molto ma è sempre bello rendersi conto di essere della partita.”/embr / nbsp;br / E’ stato Jean-Luc Nélias navigatore di Groupama a spiegare quanto serrata sia stata la lotta all’arrivo. em"Abbiamo girato il Fastnet praticamente insieme ma poi, con il buio, non riuscivamo più a vedere Abu Dhabi. Le condizioni erano impegnative, la rotta diretta, e all’alba loro erano mezzo miglio avanti. Vedevamo il colore brillante delle loro cerate, quindi eravamo davvero vicini.”/embr / nbsp;br / Team Sanya, arrivato solo sette settimane fa nel circuito della Volvo Ocean Race, ha potuto mettersi alla prova, come testimoniato dallo skipper Mike Sanderson: em"E’ stato un bene che le condizioni fossero piuttosto estreme, perché ci ha ricordato che su queste barche e alla Volvo Ocean Race le grandi rimonte si fanno con vento forte. Sono barche che tendono ad andare sempre intorno ai 16 nodi e per spingerle a 20 e oltre, si deve sfruttarle al massimo. Abbiamo avuto qualche piccolo problema che non ci ha permesso di farlo, ma in generale è stata una buona esperienza e come team siamo soddisfatti.”/embr / nbsp;br / La battaglia per la vittoria fra i tre team della Volvo Ocean Race è stata dura dall’inizio alla fine della regata. Nella parte del percorso di ritorno dal Fastnet, poi le barche hanno incontrato condizioni dure, con venti oltre i trenta nodi, ma hanno navigato a velocità altissime ben al di sopra dei 25 nodi.br / br / strongINTANTO, GLI ALTRI.../strongbr / Dopo le prime vivaci 48 ore, il passo della Rolex Fastnet Race è rallentato con il sopraggiungere di un’alta pressione nel Mar Celtico e a sud della Cornovaglia, leggermente a ovest del traguardo di Plymouth.br / nbsp;br / Da ieri pomeriggio ci sono stati solo quattro arrivi: gli ultimi due IMOCA 60 con Hugo Boss di Alex Thomson primo sul traguardo alle 22:10:01 BST di ieri; DCNS 1000 è arrivato alle 00:22:22, condotto dallo skipper Marc Thiercelin, veterano di circumnavigazioni in solitario, insieme a Luc Alphand, vincitore della Coppa del Mondo di sci nel 1997 che nel 2006 vinse anche la Paris-Dakar.br / nbsp;br / L’STP65 Vanquish portacolori dell’Oakcliff All American Offshore Team ha tagliato il traguardo alle 00:19:35 tra i due IMOCA 60, mentre Phaedo, il catamarano Gunboat 66 arancione di Lloyd Thornburg, ha raggiunto Sutton Harbour a Plymouth dopo aver tagliato il traguardo alle 03:03:24.br / nbsp;br / Paul Hand, capitano di Phaedo originario della Tasmania, ha commentato: “La parte più eccitante della regata è stata quella al largo dei Needles quando avevamo gli scafi completamente fuori dall’acqua, mentre la tratta più preoccupante è stato il lasco fino allo scoglio del Fastnet con 35 nodi di vento, a 20 nodi di velocità con uno scafo in aria. In quei frangenti non abbiamo dormito molto…”br / nbsp;br / Il navigatore Ian Moore e il tattico Andy Beadsworth, professionisti arruolati per la regata, hanno giocato un ruolo cruciale nell’arrivo così repentino di Phaedo a Plymouth, sfruttando al massimo la corrente di marea e ogni minimo salto di vento. Ma poco prima dell’arrivo i loro progressi hanno subito un brusco rallentamento, dovendo attendere per l’inversione di corrente.br / nbsp;br / Il team di Phaedo ha svolto un ruolo vitale nel salvataggio dell’equipaggio di Rambler100: al largo dell’Irlanda sud-occidentale è stata la loro barca dei giornalisti a recuperare i cinque velisti, tra cui lo skipper George David, che erano rimasti in mare per due ore e mezzo, sospinti via dalle onde dal supermaxi scuffiato.br / nbsp;br / L’unico arrivo dall’alba di stamattina è stato quello del TP52 svizzero Near Miss di Franck Noel, che ha tagliato il traguardo alle 10:46:05 BST. Lo skipper francese esperto di match racing e d’altura Benoit Briand è contento di essere arrivato. “Ieri sera eravamo bloccati a Lizard senza vento e senza corrente. Siamo rimasti per quattro ore in un raggio di un miglio!”br / br / Analogamente alle barche che hanno finito ieri, il timing di Near Miss intorno a Fastnet Rock è stato ideale, coincidendo con un salto di vento da sud-ovest a nord-ovest. Briand ha dichiarato che nell’avvicinamento allo scoglio c’erano circa 25-29 nodi di vento. “Il vento era okay, ma le onde erano ‘sufficienti’ per la barca.” Le condizioni sono migliorate nella notte scorsa al passaggio delle Isole Scilly.br / nbsp;br / Sfortunatamente Near Miss ha perso il suo rivale principale, il TP52 Pace di Johnny Vincent ritiratosi durante la prima notte in gara. Di conseguenza Near Miss ha regatato per lo più in solitudine.br / nbsp;br / “Siamo molto felici di aver partecipato a questa regata leggendaria,” ha dichiarato Briand. “Per noi era una sfida. Il nostro TP52 non è concepito che per le regate offshore e siamo molto soddisfatti di come abbiamo regatato. Abbiamo finito senza danni, ci siamo divertiti e abbiamo navigato bene.”br / nbsp;br / Altro yacht ad aver raggiunto gli ormeggi di Sutton Harbour è il First 40 La Reponse del Commodoro del RORC Andrew McIrvine, ritiratosi lunedì notte per problemi alla timoneria.br / nbsp;br / “Procedevamo con buon passo a circa un terzo della tratta nel Mar Celtico con vento crescente, c’erano raffiche di 30 nodi e grandi onde e avevamo ridotto il piano velico a jib top e randa terzarolata,” ha raccontato McIrvine.nbsp; “Ero seduto in falchetta, poi a un certo punto improvvisamente la barca ha virato e mi sono ritrovato semisommerso in mare. La ruota si era allentata e non era più connessa alla timoneria.” L’equipaggio è riuscito ad attivare il timone di rispetto, ma purtroppo per loro la regata era terminata.br / nbsp;br / Stamattina molte delle barche nelle vicinanze delle Isole Scilly Isles erano più o meno abbonacciate. Jonathan Goring, armatore del Ker 40 Keronimo, ha riportato che a circa 10-20 miglia da questo gruppo d’isole al largo della punta sud-occidentale della Gran Bretagna c’era una banda di vento molto leggero. Keronimo è riuscito a mantenere un minimo di velocità nella zona di calma insieme al Rogers 46s tedesco Shakti e Varuna ed è stato il primo yacht a entrare nella nuova brezza.br / nbsp;br / Analogamente, l’equipaggio dell’Oyster 48 Scarlet Oyster di Ross Applebey è rimasto abbonacciato nei pressi delle Isole Scilly, ma per fortuna è arrivato in soccorso un leggero vento da est. “Speriamo che la brezza tenga fino all’arrivo – questo è lo scenario indicato dai file GRIB. Tuttavia, oggi c’è stato molto meno vento del previsto quindi è difficile a dirsi. Sarebbe bello non rimanere parcheggiati di nuovo, poiché ancorarsi a un miglio dall’arrivo sarebbe un po’ stressante!”br / br / I prossimi arrivi previsti sono quelli del Volvo Ocean 60 lituano Ambersail e del Cookson 50 a chiglia basculante Jazz di Chris Bull, entrambi i quali hanno doppiato Lizard oggi a metà pomeriggio. Nel frattempo le restanti barche della Classe Z, più lente, stanno ancora raggiungendo Lizard con i leader in tempo reale in IRC 1, che attualmente includono il trio composto dal Ker 40 Keronimo, l’Andrews 56 Norddeutsche Vermögen Hamburg e lo Swan 62 Uxorious IV, tutti più o meno pari. I leader in tempo reale in IRC 2, Quokka 8 e il J/122 francese, stanno procedendo lentamente verso il sud delle Isole Scilly.br / br / Alle 17 locali, 18 barche avevano completato il percorso della Rolex Fasnet Race, 266 erano ancora in gara e 30 si erano ritirate.br / br / strongI PREMI IN PALIO/strongbr / Il traguardo della Rolex Fastnet Race è a Plymouth Harbour. Il trofeo principale del Rolex Fastnet è la Fastnet Challenge Cup. In aggiunta, altri 30 premi saranno consegnati alla cerimonia di venerdì 19 agosto presso l’antica Royal Citadel. La Citadel, sede della 29 Commando Regiment Royal Artillery, è affacciata su Plymouth Sound e Sutton Harbour, dove è ormeggiata gran parte della flotta.br / br / strongCome seguire la regata/strongbr / Maggiori informazioni e live race tracking sono disponibili sul sito a href="http://www.fastnet.rorc.org" title="www.fastnet.rorc.org"www.fastnet.rorc.org/abr / nbsp;br / br /

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