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04/12/2015 - 19:42
Trofeo Jules Verne, vi spieghiamo perchè l'Oceano Indiano sarà decisivo
Trofeo Jules Verne, vi spieghiamo perchè l'Oceano Indiano sarà decisivo
Astronavi nel paese dei ghiacci
Trofeo Jules Verne: freddo, tempeste e iceberg. I giorni decisivi dell'Oceano Indiano – FOTO – SPECIALE VIDEO DA NON PERDERE SU SAILY TV
di Fabio Colivicchi
Le astronavi corrono, eppure non basta. L’incredibile impresa dei due super trimarani Spindrift 2 (Dona Bertarelli e Yann Guichard) e IDEC Sport (Francis Joyon e Gwenole Gahinet), entrambi lanciati alla rincorsa del Trofeo Jules Verne per il record sul giro del mondo a vela in equipaggio, continua a ritmi vertiginosi. Mentre noi lavoriamo, pensiamo al Natale, guidiamo nel traffico o prendiamo un treno, le due task-force di velisti iperveloci, a bordo di yacht gestiti come veicoli spaziali, in contatto con le rispettive stazioni di controllo, corrono, cambiano vele, orzano e poggiano, studiano le rotte non evitando ma cercando le depressioni, usano la tecnologia per evitare il rischio più temuto, i growlers, i piccoli iceberg alla deriva.
Yann e Dona hanno passato Capo di Buona Speranza, o meglio il suo meridiano, giacchè sono quasi 1000 miglia più a Sud. Sfiorano già i Cinquanta Urlanti. Prua sulle isole Kerguelen. Tratti di mare teatro di grandi imprese, regate, navigatori, naufragi, record. L’idea romantica del marinaio che cavalca gli oceani sopravvive a fatica all’impatto hi-tech delle moderne astronavi (e ancora non siamo ai foil e alle wingsail, almeno non per 40 giorni su tutti gli oceani). A fatica, ma sopravvive. E questa è la buona notizia, in fondo. Gli esseri umani, le loro paure, stanchezze, coraggio, debolezze, capacità, restano le cellule che fanno la differenza e scrivono le storie.
Spindrift 2 la notte del 4 dicembre dopo Capo Agulhas è entrato simbolicamente nell’Oceano Indiano, salutando l’Atlantico dopo 12 giorni e 2 minuti. La media tenuta nella discesa è di 27, 64 nodi, Ma il tempo record di riferimento sulla tratta Ushant–Capo Agulhas, fatto segnare 4 anni fa dal detentore del Trofeo Jules Verne è ancora di 12 minuti e 44 secondi. Non basta, ci vuole di più, per superare Banque Populaire V e Loick Peyron. Per questo Yann e Dona si sono spinti così a sud, per evitare uno stabile anticiclone intorno a Buona Speranza.
INTANTO SU IDEC SPORT
Anche sul maxi trimarano IDEC Sport si corre ma non basta: il ritardo dal record, visualizzato sulla cartina, è di quasi 400 miglia, troppe. Mentre su Spindrift 2 sono a bordo in 12, su IDEC sono solo 6, c’è più lavoro per tutti, è più dura, e la barca è un po’ più piccola. La colpa del rallentamento per Joyon è nel vento scarso degli ultimi giorni. Ma è arrivata una depressione e mettere tutti di buon umore. Come cambiano gli atteggiamenti dei navigatori: le tempeste una volta temute adesso sono ricercate! A bordo del resto ci sono 6 nomi d’eccellenza della vela oceanica. Joyon, Stamm, Surtel, Gahinet, Herrmann e Pella. Il loro programma nei prossimi giorni? Sorvegliare la prua alla ricerca di piccoli iceberg, correre tra 51 e 52 Gradi Sud, prua sulle Kerguelen e non pensare ad altro.
Con medie giornaliere spaventose, Spindrift 2 e poi IDEC Sport sono attesi al prossimo punto di passaggio, quello di Capo Leeuwin, in meno di una settimana. Sono le 5000 miglia dell’Oceano Indiano. Dopo inizierà il Pacifico, più lungo ma forse più costante. L’Indiano è il vero momento delicato e forse decisivo del giro e delle due sfide.
Le previsioni meteo sono complicate e oltre ai ghiacci è in arrivo una depressione tropicale che sta scendendo velocemente dal Madagascar. E va bene che le tempeste fanno correre verso il record, ma non si può esagerare. I router che da terra guidano le astronavi hanno avvisato di evitare un’area “violentemente disturbata” che si sta creando proprio prima delle Kerguelen.
YANN GUICHARD: SIAMO IN CORSA
Yann Guichard: “Comincia a fare freddo, negli ultimi tre giorni siamo stati sulla testa di una depressione che arrivava dall’Argentina con venti forti che ci hanno fatto fare molte planate. Abbiamo fatto 827 miglia in 24 ore! Adesso siano sui 47 gradi Sud, e la temperatura è di 6 gradi centigradi, ma in rapida discesa, presto saremo a 2-3 gradi sopra lo zero… Abbiamo le immagini satellitari che ci fanno vedere dove sono posizionati i grandi iceberg, quelli di almeno 100 metri. Sappiamo che intorno ad essi possono esserci i più piccoli growlers, e per questo dobbiamo stare a distanza di sicurezza dalle grandi masse di ghiaccio. Scendere sotto a 52° Sud sarebbe pericoloso. Usiamo anche gli occhiali a raggi infrarossi per vedere meglio a prua se ci sono ghiacci alla deriva, ma dobbiamo guardare molto lontano a prua, visto che navighiamo, per esempio adesso, a 37 nodi!
“Banque Populaire V fu velocissimo nell’Indiano, ha posto le basi del record. Ma anche se dovessimo restare dietro a loro (figurativamente) fino all’Australia, è importante mantenere una distanza minima in grado di poterli rimontare. Nel Pacifico loro persero quasi due giorni. Dopo 12 giorni di Atlantico siamo quasi alla pari con il record, Spindrift 2 si sta rivelando una straordinaria macchina da corsa!”
LA FLEMMA LEGGENDARIA DI JOYON
“La dorsale anticiclonica è avanzata insieme a noi e ci ha rallentato, siamo adesso in una zona di transizione, aspettiamo l’evolversi degli eventi e andiamo a circa 21 nodi…” Ventuno nodi significa andare piano per le astronavi. A bordo di IDEC Sport attendono ogni giorno con ansia i collegamenti co Marcel Van Triest, l’olandese considerato il fuoriclasse dei router oceanici, l’uomo che convive con isobare e batimetriche, e calcola quasi matematicamente il momento di una strambata.
DA VEDERE SU SAILY TV UN EPISODIO DEDICATO AL LAVORO DEL ROUTIER MARCEL VAN TRIEST
LA VEGLIA ANTI-ICEBERG SU IDEC SPORT
Proprio Van Triest ha condiviso con Joyon le ultime scelte di queste ore. Tentare di attraversare la nuova depressione in discesa sull’Indiano sarebbe “un suicidio” e non vale la pena anche se stai tentando un record di velocità a vela: “Agganciarne la coda andando verso Nord allungherebbe la rotta senza certezza di guadagno; sorpassarla da sotto, a Sud, aumenterebbe il rischio di trovare dei ghiacci” Ecco perché il puzzle Oceano Indiano è il momento chiave di questo Verne. Anche su IDEC e sul tavolo di Van Triest, il satellite in questi giorni è perennemente acceso con gli allarmi iceberg programmati, ci sono sensori che avvisano in caso di caduta della temperatura dell’acqua (attualmente sui 5 gradi) e a bordo tutti gli occhi scrutano di continuo a prua. Compito arduo, con la nebbia di questi giorni.
Nebbia, vento che va e viene, tempeste in agguato, ghiacci misteriosi: il Trofeo intitolato a Giulio Verne e alle sue “Ventimila Leghe Sotto i Mari” tiene fede alla sua leggenda. E per i marinai che ne scrivono le storie odierne, pur se dotati di computer e satelliti, restano forti le sensazioni legate ai grandi capi da doppiare: Buona Speranza, Leeuwin, Capo Horn…
NON PERDERTI GLI INCREDIBILI VIDEO DA BORDO DI SPINDRIFT 2 E IDEC SPORT: SPECIALE JULES VERNE SU SAILY TV
di Fabio Colivicchi
Le astronavi corrono, eppure non basta. L’incredibile impresa dei due super trimarani Spindrift 2 (Dona Bertarelli e Yann Guichard) e IDEC Sport (Francis Joyon e Gwenole Gahinet), entrambi lanciati alla rincorsa del Trofeo Jules Verne per il record sul giro del mondo a vela in equipaggio, continua a ritmi vertiginosi. Mentre noi lavoriamo, pensiamo al Natale, guidiamo nel traffico o prendiamo un treno, le due task-force di velisti iperveloci, a bordo di yacht gestiti come veicoli spaziali, in contatto con le rispettive stazioni di controllo, corrono, cambiano vele, orzano e poggiano, studiano le rotte non evitando ma cercando le depressioni, usano la tecnologia per evitare il rischio più temuto, i growlers, i piccoli iceberg alla deriva.
Yann e Dona hanno passato Capo di Buona Speranza, o meglio il suo meridiano, giacchè sono quasi 1000 miglia più a Sud. Sfiorano già i Cinquanta Urlanti. Prua sulle isole Kerguelen. Tratti di mare teatro di grandi imprese, regate, navigatori, naufragi, record. L’idea romantica del marinaio che cavalca gli oceani sopravvive a fatica all’impatto hi-tech delle moderne astronavi (e ancora non siamo ai foil e alle wingsail, almeno non per 40 giorni su tutti gli oceani). A fatica, ma sopravvive. E questa è la buona notizia, in fondo. Gli esseri umani, le loro paure, stanchezze, coraggio, debolezze, capacità, restano le cellule che fanno la differenza e scrivono le storie.
Spindrift 2 la notte del 4 dicembre dopo Capo Agulhas è entrato simbolicamente nell’Oceano Indiano, salutando l’Atlantico dopo 12 giorni e 2 minuti. La media tenuta nella discesa è di 27, 64 nodi, Ma il tempo record di riferimento sulla tratta Ushant–Capo Agulhas, fatto segnare 4 anni fa dal detentore del Trofeo Jules Verne è ancora di 12 minuti e 44 secondi. Non basta, ci vuole di più, per superare Banque Populaire V e Loick Peyron. Per questo Yann e Dona si sono spinti così a sud, per evitare uno stabile anticiclone intorno a Buona Speranza.
INTANTO SU IDEC SPORT
Anche sul maxi trimarano IDEC Sport si corre ma non basta: il ritardo dal record, visualizzato sulla cartina, è di quasi 400 miglia, troppe. Mentre su Spindrift 2 sono a bordo in 12, su IDEC sono solo 6, c’è più lavoro per tutti, è più dura, e la barca è un po’ più piccola. La colpa del rallentamento per Joyon è nel vento scarso degli ultimi giorni. Ma è arrivata una depressione e mettere tutti di buon umore. Come cambiano gli atteggiamenti dei navigatori: le tempeste una volta temute adesso sono ricercate! A bordo del resto ci sono 6 nomi d’eccellenza della vela oceanica. Joyon, Stamm, Surtel, Gahinet, Herrmann e Pella. Il loro programma nei prossimi giorni? Sorvegliare la prua alla ricerca di piccoli iceberg, correre tra 51 e 52 Gradi Sud, prua sulle Kerguelen e non pensare ad altro.
Con medie giornaliere spaventose, Spindrift 2 e poi IDEC Sport sono attesi al prossimo punto di passaggio, quello di Capo Leeuwin, in meno di una settimana. Sono le 5000 miglia dell’Oceano Indiano. Dopo inizierà il Pacifico, più lungo ma forse più costante. L’Indiano è il vero momento delicato e forse decisivo del giro e delle due sfide.
Le previsioni meteo sono complicate e oltre ai ghiacci è in arrivo una depressione tropicale che sta scendendo velocemente dal Madagascar. E va bene che le tempeste fanno correre verso il record, ma non si può esagerare. I router che da terra guidano le astronavi hanno avvisato di evitare un’area “violentemente disturbata” che si sta creando proprio prima delle Kerguelen.
YANN GUICHARD: SIAMO IN CORSA
Yann Guichard: “Comincia a fare freddo, negli ultimi tre giorni siamo stati sulla testa di una depressione che arrivava dall’Argentina con venti forti che ci hanno fatto fare molte planate. Abbiamo fatto 827 miglia in 24 ore! Adesso siano sui 47 gradi Sud, e la temperatura è di 6 gradi centigradi, ma in rapida discesa, presto saremo a 2-3 gradi sopra lo zero… Abbiamo le immagini satellitari che ci fanno vedere dove sono posizionati i grandi iceberg, quelli di almeno 100 metri. Sappiamo che intorno ad essi possono esserci i più piccoli growlers, e per questo dobbiamo stare a distanza di sicurezza dalle grandi masse di ghiaccio. Scendere sotto a 52° Sud sarebbe pericoloso. Usiamo anche gli occhiali a raggi infrarossi per vedere meglio a prua se ci sono ghiacci alla deriva, ma dobbiamo guardare molto lontano a prua, visto che navighiamo, per esempio adesso, a 37 nodi!
“Banque Populaire V fu velocissimo nell’Indiano, ha posto le basi del record. Ma anche se dovessimo restare dietro a loro (figurativamente) fino all’Australia, è importante mantenere una distanza minima in grado di poterli rimontare. Nel Pacifico loro persero quasi due giorni. Dopo 12 giorni di Atlantico siamo quasi alla pari con il record, Spindrift 2 si sta rivelando una straordinaria macchina da corsa!”
LA FLEMMA LEGGENDARIA DI JOYON
“La dorsale anticiclonica è avanzata insieme a noi e ci ha rallentato, siamo adesso in una zona di transizione, aspettiamo l’evolversi degli eventi e andiamo a circa 21 nodi…” Ventuno nodi significa andare piano per le astronavi. A bordo di IDEC Sport attendono ogni giorno con ansia i collegamenti co Marcel Van Triest, l’olandese considerato il fuoriclasse dei router oceanici, l’uomo che convive con isobare e batimetriche, e calcola quasi matematicamente il momento di una strambata.
DA VEDERE SU SAILY TV UN EPISODIO DEDICATO AL LAVORO DEL ROUTIER MARCEL VAN TRIEST
LA VEGLIA ANTI-ICEBERG SU IDEC SPORT
Proprio Van Triest ha condiviso con Joyon le ultime scelte di queste ore. Tentare di attraversare la nuova depressione in discesa sull’Indiano sarebbe “un suicidio” e non vale la pena anche se stai tentando un record di velocità a vela: “Agganciarne la coda andando verso Nord allungherebbe la rotta senza certezza di guadagno; sorpassarla da sotto, a Sud, aumenterebbe il rischio di trovare dei ghiacci” Ecco perché il puzzle Oceano Indiano è il momento chiave di questo Verne. Anche su IDEC e sul tavolo di Van Triest, il satellite in questi giorni è perennemente acceso con gli allarmi iceberg programmati, ci sono sensori che avvisano in caso di caduta della temperatura dell’acqua (attualmente sui 5 gradi) e a bordo tutti gli occhi scrutano di continuo a prua. Compito arduo, con la nebbia di questi giorni.
Nebbia, vento che va e viene, tempeste in agguato, ghiacci misteriosi: il Trofeo intitolato a Giulio Verne e alle sue “Ventimila Leghe Sotto i Mari” tiene fede alla sua leggenda. E per i marinai che ne scrivono le storie odierne, pur se dotati di computer e satelliti, restano forti le sensazioni legate ai grandi capi da doppiare: Buona Speranza, Leeuwin, Capo Horn…
NON PERDERTI GLI INCREDIBILI VIDEO DA BORDO DI SPINDRIFT 2 E IDEC SPORT: SPECIALE JULES VERNE SU SAILY TV
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