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22/09/2021 - 13:52

Volano gli stracci tra fazioni in Nuova Zelanda (e non solo)

America’s Cup, chi c'è dietro lo scontro totale?

COSA ACCADE (E ACCADRA') DAVVERO? – E’ battaglia aperta in Nuova Zelanda sul futuro della Coppa America. Rottura tra il petroliere miliardario Mark Dunphy alfiere della conferma di Auckland come sede della difesa, e Team New Zealand. Spuntano mail compromettenti. Sullo sfondo il tentativo di Dunphy di arrivare alla Corte Suprema di New York per invalidare la sfida inglese, alleandosi al NYYC, supportato da Ernesto Bertarelli! Fantacoppa? Tutto molto grottesco. Intanto Luna Rossa…

 

di Fabio Colivicchi

Le scene che speravamo di non rivedere dal mondo sempre agitato dell’America’s Cup. Volano gli stracci, duello tutto kiwi con osservatori (in parte misteriosi) interessati alla finestra, pronti a intervenire. L’origine del contrasto è sempre la scelta della prossima località della Coppa: il detentore Royal New Zealand Yacht Club (RNZYC) con Emirates Team New Zealand (ETNZ) da mesi ha aperto ufficialmente trattative con città e paesi esteri pronti a offrire soldi (che finanzierebbero il team) per ospitare l’evento. La scadenza del 17 settembre prevista per l’annuncio è slittata a data da destinarsi, con la precisazione che ci sono almeno tre proposte definite molto interessanti (finanziariamente) e credibili, che necessitano approfondimenti. Si parla di Jedda (Arabia Saudita), Emirati Arabi, Valencia o Barcellona (Spagna), mentre Cork (Irlanda), si sarebbe ritirata.

Da mesi però è spuntato questo miliardario petroliere, Mark Dunphy, che avrebbe promesso di completare il finanziamento di ETNZ raddoppiando l’investimento promesso dal Governo neozelandese (90 milioni di dollari), a condizione di regatare sempre a Auckland. Dunphy così è diventato il vessillo della difesa in casa, ha creato Kiwi Home Defense, ed è ormai indicato come Team Dunphy. I rapporti con Grant Dalton sono stati subito burrascosi: Dunphy ha iniziato chiedendo la sua testa, poi ha fatto parziale marcia indietro, per un po’ è parso possibile un accordo, fino a queste ultime ore quando è esplosa la guerra aperta.

Ora da ETNZ fanno sapere di aver interrotto ogni comunicazione con il Team Dunphy, e anzi hanno avviato una guerra a colpi di scoop per denunciare il comportamento dannoso del petroliere. Quello che emerge è un piano diabolico che partirebbe da un ricorso alla Corte Suprema di New York volto a disconoscere la validità del challenger of record (gli inglesi del Royal Yacht Squadron (RYS), Team Ineos UK, i soldi di Jim Ratcliffe e la faccia di Ben Ainslie, alleati di Dalton nella visione del futuro almeno per le prossime tre Coppe).

Lo scopo della manovra? Fatto fuori il RYS, il nuovo challenger of record (il primo sfidante, chiamato a condividere col defender il Protocollo e le regole, comprese date e località) diventerebbe New York, la cui sfida alla 37AC è stata ricevuta dal RNZYS. L’ulteriore colpo di scena riguarda le voci sulle personalità (e i patrimoni) pronti a supportare New York, tra i coinvolti (anche se non risulta chiaro il modo, e mancano le conferme degli interessati) ci sarebbero Ernesto Bertarelli e Larry Ellison, gli ex arci-rivali, che nel 2010 diedero vita a una sfida tra catamarano e trimarano proprio a seguito di decisioni della Corte Suprema di New York (che il Deed of Gift sul quale si basa tutto il trofeo impone come tribunale in caso di controversie). Pazzesco no? Ma cosa c’è di vero e cosa invece è romanzo? Cerchiamo di capire.

L’ultimo comunicato del RNZYS (22.9) denuncia dettagli fraudolenti e cita la parola “danni” dietro l'offerta del "Team Dunphy". A sua volta Dunphy afferma in un comunicato stampa che le affermazioni di Emirates Team New Zealand sui suoi rapporti offshore sono "false".

DUNPHY NEGA TUTTO: “SIAMO SOLO PATRIOTTICI” - "Il team Kiwi Home Defense e Mark Dunphy non stanno lavorando con, o per conto di, alcun interesse offshore. RNZYS e ETNZ ne sono consapevoli. Qualsiasi affermazione contraria è completamente falsa. Kiwi Home Defense e i potenziali donatori sono semplicemente un gruppo di patriottici neozelandesi che vogliono solo aiutare RNZYS e ETNZ con i finanziamenti per garantire la difesa casalinga di successo della Coppa America nel 2024. E naturalmente vogliamo che la nostra squadra vinca la Coppa e continui a vincere ancora in futuro. Siamo aperti, siamo trasparenti e siamo sicuri che la nostra squadra possa farlo. Come te, siamo neozelandesi che tifano con passione per la nostra squadra vorrebbero la prossima regata a Tāmaki Makaurau."

Dunphy ha rincarato: "Nessuno dei nostri potenziali donatori ha interessi in conflitto con il Team New Zealand che difende con successo l'America's Cup. Confermiamo che non accetteremmo mai finanziamenti da una squadra sfidante o da qualsiasi parte i cui interessi siano in conflitto con gli interessi della Nuova Zelanda, e quelli di RNZYS e ETNZ."

IL RILANCIO DI DALTON - ETNZ ha quindi provocato Dunphy ponendo domande esplicite rimaste senza risposta:

- Ha ricevuto una telefonata da un membro del NYYC che è direttamente coinvolto nell'America's Cup in cui ha chiesto il loro sostegno per presentare un'azione alla Corte Suprema di New York per contestare la validità del Royal Yacht Squadron come Challenger of Record?

- Ha informato il membro del NYYC di avere il sostegno finanziario di Ernesto Bertarelli e di aver anche comunicato con Larry Ellison?

- Ha avuto incontri con persone che rappresentano o potrebbero essere considerate rappresentanti di una squadra rivale che intende entrare in AC37?

- Hamish Ross la rappresentava quando ha fatto pressioni sul NYYC via e-mail per istigare un'azione presso la Corte Suprema di New York?

A rincarare la dose, il comunicato del team guidato da Grant Dalton rivela retroscena inquietanti: “Se quella di ieri era una smentita, allora il signor Dunphy dovrebbe guardare il suo registro delle chiamate zoom e rinfrescarsi la memoria, visto che la chiamata è stata avviata da lui. Emirates Team New Zealand è stato informato in modo completo su tutti i punti di discussione subito dopo la chiamata all'inizio di settembre e ne ha traccia.”

Non basta. ETNZ continua: “Emirates Team New Zealand ora rende pubblici i dettagli di una mail (datata 26/8/21) al Commodoro del NYYC da parte del Dr. Hamish Ross, con Mr. Dunphy (entrambi membri del RNZYS) in copia diretta. Il Dr Ross è stato ufficialmente consulente legale di Alinghi durante le loro campagne del 2003, 2007 e 2010. La mail delinea chiaramente la loro attività di lobbying intenzionale con NYYC per intraprendere un'azione legale presso la Corte Suprema di New York contro il Challenger of Record allo scopo di interrompere intenzionalmente il processo di selezione della sede.”

COSA C’E’ NELLA MAIL DI ROSS RIVELATA DA ETNZ? – Secondo il defender, nella mail Ross delinea la sua visione: "Sto assistendo un gruppo di eminenti neozelandesi che cercano di mantenere il prossimo evento di Coppa America ad Auckland…" E continua: “Attraverso me, il gruppo in Nuova Zelanda chiede al NYYC, in adempimento del suo ruolo di supervisione, di sfidare RYSL sulla sua buona fede come sfidante qualificato. Ciò può richiedere un'interpretazione del Deed of Gift per fornire chiarezza a tutti gli interessati. Il primo passo sarebbe inviare una lettera allo sfidante RYSL e, in caso di risposta insoddisfacente, chiedere un'interpretazione alla Corte Suprema di New York. La ricerca di un'interpretazione ostacolerebbe la scelta della sede che dovrebbe essere annunciata il 17 settembre 2021 (data che come noto è poi slittata, ndr). Dato che il tempo è essenziale, mi sono preso la libertà di preparare una forma di lettera suggerita come punto di partenza per la considerazione…”

LA MOSSA DI ROSS - Qualora RYSL non possa qualificarsi come sfidante, la sfida del NYYC del 7 maggio 2021 renderebbe New York il ​​nuovo COR, con il il diritto di concordare nuovo Protocollo con RNZYS. Nota non secondaria: la sfida del 7 maggio di NYYC è stata consegnata personalmente al Commodoro RNZYS per conto di NYYC dallo stesso dottor Hamish Ross.

LA GUERRA TRA KIWI – Questi retroscena aprono la rottura totale tra Dunphy e Dalton, ogni ipotesi di suo finanziamento al team che ha difeso l’ultima Coppa. “Le azioni del signor Dunphy e del dottor Hamish Ross chiaramente non rappresentano le migliori e oneste intenzioni nei confronti del RNZYS e di Emirates Team New Zealand che invece essi descrivono nei loro comunicati stampa e in pubblico.”

DALTON TUONA: “AZIONI SPREGEVOLI” - Scende personalmente in campo Grant Dalton: "Emirates Team New Zealand è deluso dai tentativi subdoli e ingannevoli di Mark Dunphy di minare RNZYS, ETNZ e RYS con le sue azioni spregevoli. Gli abbiamo dato ogni opportunità per dircelo lui stesso, ma ha scelto di non farlo e per quanto ci riguarda questo pone fine a un capitolo deplorevole della 37AC. Applaudiamo il Commodoro Culver e il NYYC per non aver voluto partecipare e aver respinto le aperture del signor Ross e del signor Dunphy”.

Emirates Team New Zealand e RNZYS hanno deciso di interrompere tutta la corrispondenza e qualsiasi rapporto con Dunphy sulla base di prove evidenti delle azioni conflittuali sue e del suo associato, il dottor Hamish Ross, che si sono rifiutati di confermare o smentire.

Insomma botta e risposta al vetriolo. Difficile pensare a una soluzione pacifica. Si rinfacciano tra kiwi i rapporti con situazioni extra-neozelandesi, che nel caso di ETNZ sono quanto meno dichiarate, mentre nel caso di Dunphy sono oscure. Non un bel vedere.

E ADESSO? – Per ora è bonaccia di dichiarazioni ufficiali e chiarificatrici di New York, Bertarelli, Ellison o altri, compresi gli inglesi tirati in mezzo (il cui gioco comunque come COR alleato di ETNZ è stato sin dall’inizio quello di far immaginare a Dalton e soci dei finanziamenti esterni superiori alle offerte del Governo): tutti tacciono e lasciano che la faida bruci i kiwi. Il tempo però scorre. Le sfide ufficiali alla 37AC sono Ineos e American Magic (pur con numerosi distinguo: ricordate il Protocollo fantasma fatto circolare da New York?), ma entrambi non sanno quando e dove si correrà la prossima Coppa. Sanno solo che le barche resteranno gli AC75, ma si parla anche di parecchie modifiche: quali? In queste condizioni non si puo’ lavorare neanche con il design team e i progettisti.

E Luna Rossa? Silenzio anche da Max Sirena e da Patrizio Bertelli. Occhio però: quest’ultimo ha detto e ridetto che Luna Rossa ci sarà, ma non è tipo da accettare certi giochetti senza replicare. Un suo chiarimento potrebbe arrivare e dare una spinta chiarificatrice: in fondo è il più longevo degli sfidanti nella storia del trofeo, è stato l’ultimo COR e l’ultimo finalista nel match di marzo, ha dato il via al processo che ha portato alla classe AC75 (col veto ai catamarani), e il suo team non ha mai fermato l’attività, la base di Cagliari è operativa, gli altoforni della sfida italiana mai spenti.

Di sicuro le manovre del petroliere Dunphy non paiono né chiare né genuine. La presenza nel gioco di una vecchia volpe come Hamish Ross, avvocato onnipresente in Coppa e spesso in chiave polemica e guerrafondaia, non aiuta a mettere in buona luce le sue intenzioni. Dal canto loro, Dalton e soci appaiono ancora lontani dal raggiungere l’agognata quadratura dei conti per dare il via a una nuova campagna di difesa.

Il futuro lo dirà, ma gli scenari più probabili sono un paio:

1) RNZYS e ETNZ, con il supporto del COR inglese, proseguono e finalizzano le trattative con le proposte internazionali e nel giro di qualche settimana, massimo un mese, annunciano la città, la data e il Protocollo, ripulendo il clima dai veleni e dando il via alla fase sportiva. La parte dolorosa di questo scenario è l’addio a Auckland, che per quanto Grant possa sforzarsi lascerà una ferita aperta tra la gente e il team.

2) Il Governo neozelandese (che sulla faida opportunamente e politicamente tace) da seguito al sondaggio che lo autorizzava ad aumentare il finanziamento al team defender, e colma le richieste di Dalton: a quel punto si potrebbe annunciare una 37AC ad Auckland e replicare (quasi) tutto dell’ultima edizione, speriamo senza Covid e dintorni.

In entrambi questi casi, eventuali interessati a scendere in campo sarebbero i benvenuti, compresi i big evocati come Bertarelli o Ellison. Ogni altro scenario invece aprirebbe una stagione anomala e dal finale imprevedibile: un ricorso alla Corte Suprema; un nuovo team defender alternativo a ETNZ; finanziatori più o meno occulti dietro a qualche team (basta già la bocciatura del doppio gioco di Ratcliffe con defender e COR); campo libero a personaggi millantatori, che spesso hanno usato il palcoscenico della Coppa per effimeri momenti di visibilità... Non è e non deve tornare la Coppa dei nani e delle ballerine.

Sezione ANSA: 
Saily - America's Cup

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