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16/11/2016 - 03:30
Dell'inglese su Hugo Boss la prima fuga al Vendée Globe
Dell'inglese su Hugo Boss la prima fuga al Vendée Globe
Alex Thomson, così
spaventi i francesi
spaventi i francesi
Primo non francese in testa all'Equatore (con record) nella storia del Vendée. L'inglese delle imprese folli, dei naufragi e dei ritiri, stavolta ha una barca formidabile con hydrofoil, spinge sul gas, stramba al momento giusto, e ha pure fortuna. Ai Doldrums ha preso 80 miglia sugli inseguitori. Ora è già nel nuovo aliseo, mentre Riou e Le Cleac'h arrancano. E Josse è in bonaccia. Per questo, il biondo britannico, comincia a far paura alla flotte francaise...
di Fabio Colivicchi
Una volta camminava sulle chiglie, poi si tuffava dalla testa d'albero, e infine si faceva trainare in kite dal suo IMOCA 60, per poi sganciarsi e ammarare, il tutto ripreso con potenti produzioni tv. Altre volte è partito ma si è smarrito, avarie, naufragi, persino una appendicite che l'ha messo fuori gioco. Alex Thomson il folle, l'istrione, il casinista. Forse anche per questo, alla vigilia pochi lo mettevano tra i favoriti.
Ma adesso, dopo 10 giorni di gara, il Vendée sta scoprendo un altro Alex Thomson. Primo inglese a tagliare in testa l'Equatore nella storia della regata, per di più con un tempo record: 9 giorni, 7 ore e 3 minuti da Les Sables d'Olonne al parallelo zero. Il record precedente era di oltre un giorno superiore (10 giorni e 11 ore, di Jean Le Cam nel 2004). Può non voler dire nulla, e poi la regata è lunga e massacrante, c'è quella infausta statistica sulla media del 50% di arrivati rispetto agli iscritti (in tutto 71 arrivati su 138 iscritti, dal 1989 a oggi, e tre dispersi). Ma per chi sa guardare dentro, sono dati significativi, che cominciano a essere presi sul serio, come la sagoma nera, quasi da sommergibile, di Hugo Boss con la grafica Mercedes. Quella barca corre davvero. E Alex adesso fa paura.
C'è aria di battaglia navale anglo-francese. Alex Thomson è determinato a diventare il primo skipper inglese a vincere il Vendée Globe. L'ultimo navigatore inglese al comando della regata fu Mike Golding nel 2008: in testa poche ore, poi ruppe l'albero e si ritirò a Freemantle in Australia. Alex non pensa ai precedenti, e anzi sembra un assatanato: nell'ultimo collegamento live con la direzione del VG ha detto "Il passaggio del Pot-au-Noir è stato veloce, ora mi aspetto venti in aumento e una discesa molto rapida verso Capo di Buona Speranza, dove prevedo di arrivare tra una decina di giorni. Mi sembra una buona media." Lui gongola.
Le miglia diventano ore
Il passaggio della linea permette di convertire le miglia della classifica sulla cartografia in tempo, ore e minuti : Le Cleac'h (Banque Populaire) ha tagliato la linea 2 ore e 54 minuti dopo Thomson, Riou (PRB), ottimo terzo, 3 ore e 22 minuti dopo. Seguono Josse (Gitana) e Meilhat (SMA) con rispettivamente 5 e quasi 6 ore di ritardo. A completare il primo gruppo inseguitore, due concorrenti più staccati, Beyou e Lagravière sono entrati questa mattina nell'emisfero australe, hanno 150 miglia di ritardo su Thomson.
Per questo gruppo in fuga è iniziato il lungo bordo mure a sinistra negli alisei da sud est al largo delle coste del Brasile, una bolina larga veloce,a correre verso sud, verso le latitudini australi per raggirare l'anticlone di Sant'Elena che impedisce di fare rotta diretta verso il capo di Buona Speranza. Il resto della flotta invece è ancora alle prese con l'instabilità equatoriale, per loro il gap con i primi potrebbe diventare irrecuperabile.
Parlando dell'innovativo sistema hydrofoiling adottato su Hugo Boss dice: "Penso che i nostri foil siano ottimi con vento leggero, non c'è problema. Credo che la nostra debolezza rispetto ai foil convenzionali è di bolina, con aria leggera o media, forse con vento molto forte potremmo non essere così svantaggiati, ma sappiamo che è lì la nostra debolezza. Però possiamo diminuire questa debolezza se navighiamo liberi." Una riflessione che spiega forse le scelte tattiche abbastanza estreme di Hugo Boss in questi primi 9 giorni.
Ha poi aggiunto: "Mi sento abbastanza fiducioso, la barca sta andando veloce. Non ho alcun motivo per non esserlo. Abbiamo avuto una piccola idea di ciò che questa barca può fare nella regata New York-Vendée e da allora abbiamo fatto passi da gigante per migliorare le prestazioni. E ciò nonostante penso che siamo ancora poco sviluppati rispetto a tante di queste barche. Considerando che eravamo a testa in giù di un anno fa, e poi per sei mesi nel capannone, non abbiamo avuto il tempo che questi altri team hanno avuto".
Verranno i giorni dello "Sciacallo" Armel Le Cleac'h con Banque Populaire, verrà Sebastien Josse con De Rotschild, forse negli oceani del sud, quando ci sarà da correre e basta, senza curarsi della tattica e senza strambate decisive, Hugo Boss pagherà dazio a barche più potenti. Forse. O forse no. Per adesso, comunque, sono i giorni di Alex. E lui li vuole far durare più a lungo possibile.
towww.alexthomsonracing.com
vendeeglobe.org
di Fabio Colivicchi
Una volta camminava sulle chiglie, poi si tuffava dalla testa d'albero, e infine si faceva trainare in kite dal suo IMOCA 60, per poi sganciarsi e ammarare, il tutto ripreso con potenti produzioni tv. Altre volte è partito ma si è smarrito, avarie, naufragi, persino una appendicite che l'ha messo fuori gioco. Alex Thomson il folle, l'istrione, il casinista. Forse anche per questo, alla vigilia pochi lo mettevano tra i favoriti.
Ma adesso, dopo 10 giorni di gara, il Vendée sta scoprendo un altro Alex Thomson. Primo inglese a tagliare in testa l'Equatore nella storia della regata, per di più con un tempo record: 9 giorni, 7 ore e 3 minuti da Les Sables d'Olonne al parallelo zero. Il record precedente era di oltre un giorno superiore (10 giorni e 11 ore, di Jean Le Cam nel 2004). Può non voler dire nulla, e poi la regata è lunga e massacrante, c'è quella infausta statistica sulla media del 50% di arrivati rispetto agli iscritti (in tutto 71 arrivati su 138 iscritti, dal 1989 a oggi, e tre dispersi). Ma per chi sa guardare dentro, sono dati significativi, che cominciano a essere presi sul serio, come la sagoma nera, quasi da sommergibile, di Hugo Boss con la grafica Mercedes. Quella barca corre davvero. E Alex adesso fa paura.
C'è aria di battaglia navale anglo-francese. Alex Thomson è determinato a diventare il primo skipper inglese a vincere il Vendée Globe. L'ultimo navigatore inglese al comando della regata fu Mike Golding nel 2008: in testa poche ore, poi ruppe l'albero e si ritirò a Freemantle in Australia. Alex non pensa ai precedenti, e anzi sembra un assatanato: nell'ultimo collegamento live con la direzione del VG ha detto "Il passaggio del Pot-au-Noir è stato veloce, ora mi aspetto venti in aumento e una discesa molto rapida verso Capo di Buona Speranza, dove prevedo di arrivare tra una decina di giorni. Mi sembra una buona media." Lui gongola.
Le miglia diventano ore
Il passaggio della linea permette di convertire le miglia della classifica sulla cartografia in tempo, ore e minuti : Le Cleac'h (Banque Populaire) ha tagliato la linea 2 ore e 54 minuti dopo Thomson, Riou (PRB), ottimo terzo, 3 ore e 22 minuti dopo. Seguono Josse (Gitana) e Meilhat (SMA) con rispettivamente 5 e quasi 6 ore di ritardo. A completare il primo gruppo inseguitore, due concorrenti più staccati, Beyou e Lagravière sono entrati questa mattina nell'emisfero australe, hanno 150 miglia di ritardo su Thomson.
Per questo gruppo in fuga è iniziato il lungo bordo mure a sinistra negli alisei da sud est al largo delle coste del Brasile, una bolina larga veloce,a correre verso sud, verso le latitudini australi per raggirare l'anticlone di Sant'Elena che impedisce di fare rotta diretta verso il capo di Buona Speranza. Il resto della flotta invece è ancora alle prese con l'instabilità equatoriale, per loro il gap con i primi potrebbe diventare irrecuperabile.
Parlando dell'innovativo sistema hydrofoiling adottato su Hugo Boss dice: "Penso che i nostri foil siano ottimi con vento leggero, non c'è problema. Credo che la nostra debolezza rispetto ai foil convenzionali è di bolina, con aria leggera o media, forse con vento molto forte potremmo non essere così svantaggiati, ma sappiamo che è lì la nostra debolezza. Però possiamo diminuire questa debolezza se navighiamo liberi." Una riflessione che spiega forse le scelte tattiche abbastanza estreme di Hugo Boss in questi primi 9 giorni.
Ha poi aggiunto: "Mi sento abbastanza fiducioso, la barca sta andando veloce. Non ho alcun motivo per non esserlo. Abbiamo avuto una piccola idea di ciò che questa barca può fare nella regata New York-Vendée e da allora abbiamo fatto passi da gigante per migliorare le prestazioni. E ciò nonostante penso che siamo ancora poco sviluppati rispetto a tante di queste barche. Considerando che eravamo a testa in giù di un anno fa, e poi per sei mesi nel capannone, non abbiamo avuto il tempo che questi altri team hanno avuto".
Verranno i giorni dello "Sciacallo" Armel Le Cleac'h con Banque Populaire, verrà Sebastien Josse con De Rotschild, forse negli oceani del sud, quando ci sarà da correre e basta, senza curarsi della tattica e senza strambate decisive, Hugo Boss pagherà dazio a barche più potenti. Forse. O forse no. Per adesso, comunque, sono i giorni di Alex. E lui li vuole far durare più a lungo possibile.
towww.alexthomsonracing.com
vendeeglobe.org
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