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27/12/2014 - 02:15

Rolex Sydney to Hobart Race: una partenza show

100 piedi ruggenti
sul Mar di Tasmania

La regata festeggia i 70 anni con una flotta record di 117 yacht. Centinaia di migliaia di persone fanno da cornice alla partenza. E nello stretto di Bass che porta a Hobart, in Tasmania, con previsioni “robuste”, sfrecciano alcuni dei supermaxi di ultima generazione della vela mondiale, con in testa Comanche (skipper Ken Read). Wild Oats XI non è lontano. Occhio al record: 42 ore e 23 minuti - FOTO E VIDEO


 
Dall’Opera House alle spiagge della baia di Sydney, centinaia di migliaia di spettatori hanno ammirato lo show della vela: una grande prova corale, in un luogo che alla vela è stato storicamente sempre vicino, che ha coinvolto intorno al settantesimo della regata d’altura più lunga e famosa del mondo le tante facce della vela offshore. Cinque maxi oltre i 100 piedi, macchine favolose da velocità pura a vela, “monomarani” ipertecnologici, leggerissimi, non sfigurerebbero affatto a rappresentare lo stato dell’arte della vela anche all’America’s Cup (ma questo è un altro discorso).



Sono stupefacenti nella loro dimensione, nella capacità di muoversi agili come derive e di portare palazzi di vele e fare velocità da aliscafi, spinte solo dal vento. Ma tra i 117 iscritti della Rolex Sydney to Hobart 2014 (il maggior numero dal 1994), anche tantissimi yacht ben più piccoli, e tanti scafi d’epoca, di legno, di design chiaramente datato ma di fascino e capacità marinare intatte e forse immortali. Anche loro contribuiscono allo show.
 
Il pubblico è la vera arma in più e ciò che rende unica la RSHR, rispetto al Fastnet o alla Giraglia: qui c’è una città e una baia intere che per giorni si fermano a fare da cornice umana all’evento. Non c’è praticamente famiglia a Sydney che non sia coinvolta in qualche barca in corsa. Le barche di ogni dimensione formano un enorme serpentone che si snoda dallo specchio d’acqua davanti all’Opera House - lo stesso sul quale Alessandra Sensini vinse il suo oro olimpico nel 2000 (a settembre saranno quindici anni) – fino all’uscita in mare aperto, in oceano, o meglio nello stretto di Bass.

Tra i cinque maxi il più veloce al via è stato l’ultimo arrivato Comanche (USA) di Jim Clark, primo alla prima boa e all’uscita dalla baia. Ma dietro di lui, sornione, non è distante il glorioso Wild Oats XI, vincitore per sette-volte-sette della superclassica.



Lo skipper di Comanche, Ken Read, ha le idee chiare: “Non potremmo essere più pronti di così. Siamo presissimi dalle previsioni meteo che indicano un bel lasco nello stretto, sembra che sarà proprio una perfetta regata a vela: ci sarà vento e onda, ma se una barca come la nostra non fosse in grado di gestire 25 nodi di vento significherebbe che c’è qualcosa di sbagliato. La conclusione della regata invece sembra più difficile, con vento leggero. Ma noi siamo qui per giocarcela fino in fondo, è la parte divertente del nostro lavoro.”

Il record da battere per i grandi velieri è quello stabilito da Wild Oats XI di Bob Oatley nel 2012: 1 giorno, 18 ore, 23 minuti e 12 secondi. Restate su Saily per gli aggiornamenti, le foto e i video.

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