Uomini & Club
YC Italiano, Croce a rischio?
Il 9 marzo è in programma l'elezione del nuovo direttivo dello Yacht Club Italiano, che successivamente al proprio interno nominerà il presidente. Per la prima volta da quando è in carica, la conferma di Carlo Croce è in bilico. Le prime voci dalla vigilia elettiva. Cosa non va nella gestione YCI. E perchè Croce rischia la clamorosa "triplete" al contrario
Tre mesi fa Carlo Emilio Croce era l'uomo più potente della vela mondiale: presidente della federvela internazionale, di quella italiana e del più prestigioso Yacht Club a Genova. Tra qualche settimana, dopo aver terminato il doppio mandato in FIV, dopo aver perso (male) la rielezione a World Sailing, Croce rischia grosso anche in quella che sembrava casa sua, lo Yacht Club Italiano. E c'è chi già parla di "triplete", ma in senso negativo: un filotto di cariche perse in così poco tempo.
L'elezione allo YCI ha una forma particolare, si vota già da alcune settimane (molti soci sono all'estero), per eleggere il Consiglio Direttivo di 15 persone, che al proprio interno nomina poi il presidente, il vice presidente, il tesoriere. Ci sono 21 candidati, un numero più alto del solito, e c'è per la prima volta molta discussione, considerazione, ponderazione, intorno al voto. Anche battaglia, in un certo senso. Perchè davvero nulla stavolta è scontato, e questa a ben vedere è già una notizia.
In attesa di approfondire le voci di questa vigilia elettiva, da una parte e dall'altra, abbiamo captato il malessere che ha portato molti a candidarsi e a spingere perchè lo storico club cambi passo, a cominciare dal vertice. I motivi del disagio rispetto all'attuale gestione sono vari, da quelli più "banalmente" economici, come in tutti i condomini, a quelli più politici, di relazioni, di scelte. All'ultimo Croce si rimprovera di aver messo lo Yacht Club in una posizione difficile nella vicenda del nuovo waterfront cittadino disegnato da Renzo Piano, con conseguenze anche pratiche.
Riccardo Berretti è un socio dello YCI: "Negli ultimi 7-8 ho potuto rendermi conto che molte delle persone che per anni avevano frequentato il circolo erano state costrette a rinunciare alla barca. Soprattutto per motivi finanziari dovuti alla crisi. In pratica il numero delle barche che escono in mare è calato di molto e anche il numero dei soci è calato. In un panorama cittadino in cui l’andare in barca è diventato un lusso per pochi: molti non se lo possono più permettere. E’ andata invece crescendo una nautica di grande lusso, dei grandi yacht, che però non fa base allo YC, nato da sempre con obbiettivi di tipo sportivo. Nell’area portuale di Genova ci sono le basi di YCI, della Lega Navale e del Circolo Canottieri Elpi. Altri circoli nautici sono all’aeroporto e verso Pegli. Si tratta quindi di una disponibilità di spazi importante, cui fanno capo soprattutto gli appassionati genovesi. Quelli che vengono dalle città all’interno fanno base alla Fiera, al porto antico e al Marina dell’Aeroporto. La cosa interessante è che a Genova si esce in barca tutto l’anno, anche d’inverno.
Purtroppo la qualità dei posti barca non è eccellente. Si tratta di banchine obsolete, spesso non attrezzate, con poca manutenzione. Stessa cosa per le banchine di YCI, che sarebbero da sostituire in tempi brevi perché carenti ormai dei servizi di base. Sarebbe necessario programmare degli investimenti da fare nei prossimi anni da parte di YC ma nulla è stato ancora previsto o programmato. Non c’è un piano economico che preveda un investimento mirato alla sicurezza e alla ristrutturazione dell’area mare. Da più di 20 anni nulla è stato fatto per migliorare la situazione a mare."
Ma cosa si può fare per migliorare la situazione? "Si potrebbero utilizzare parte dei soldi che entrano attraverso e le sponsorizzazioni che, se non indirizzati, finiscono in altri capitoli di spesa non essenziali per il futuro del Club. Anche perché le sponsorizzazioni non sono entrate fisse e sicure ed è veramente una strategia sbagliata non sfruttare questa opportunità per fare dei miglioramenti decisivi, tipo cambio delle banchine. Spese straordinarie che – visti i tempi – sarebbe bene non fossero soltanto a carico dei soci. Le banchine a mare e gli spazi a terra di YCI sono in concessione con proroga dall’Autorità marittima, con scadenza alla fine 2017. La preoccupazione dei soci è che la concessione non possa essere rinnovata."
C'è anche chi ragione su altro: lo Yacht Club non può non essere interessato e in prima linea sul problema del salone nautico e dei confronti in atto tra associazioni industriali. E infine c'è la questione annosa della sede storica del club. Parla ancora Riccardo Berretti: "La sede dello YCI per più di cent’anni si è trovata in una posizione prestigiosa, adeguata alla sua importanza sportiva, culturale e sociale, è oggi triste constatare che questa posizione è diventata inadeguata, in una zona del porto vecchio degradata, occupata da attività industriali e commerciali, di difficile accesso. Inoltre, il Blue Print, il nuovo piano urbanistico per Genova firmato Renzo Piano, prevede che la sede storica venga spostata verso Levante, in un’area non ancora bene individuata. Negli ultimi 20 anni la dirigenza di YCI non è riuscita a proporre agli enti preposti un progetto architettonico di inserimento urbanistico del nostro circolo nautico che ne mantenga le caratteristiche storiche. Non essendoci un piano di riqualificazione approvato dall’urbanistica, i troviamo quindi sospesi in una situazione strana e pericolosa, in cui nessuno sa esattamente cosa accadrà. E’ un po’ come essere su uno yacht d’epoca, firmato e prestigioso, senza timone."
La corsa insomma è lanciata. Una rondine non fa primavera, la voce sentita casualmente dal nostro portale può essere isolata o far parte di un coro. Lo scopriremo nei prossimi giorni, anche andando a sentire le altre voci, e possibilmente quelle dei protagonisti, dei candidati. Tra i quali ci sono anche nomi di un certo peso...
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