Storia | Regata > International
28/01/2019 - 19:10
Oltre le regate
Vidal: perchè la
Rotta del Libano
Abbiamo incontrato Jean Marie Vidal, skipper ex Ostar e Solitaire du Figaro, da sempre grande promotore e organizzatore della vela offshore in Mediterraneo. Ecco la sua ultima idea: la Rotta del Libano, un raid estivo verso il Levante Mediterraneo per una causa giusta e attualissima...
di Christophe Julliand
Dopo aver parlato della quasi rinascita in Italia della Class 9.50 che lui aveva immaginato un po' più di dieci anni fa, Jean Marie Vidal, skipper da Ostar e da Solitaire du Figaro è sempre stato un grande promotore della vela offshore in Mediterraneo, ci ha presentato la Rotta del Libano, un raid estivo verso il Levante Mediterraneo per una giusta causa.
Saily: Che cos'è La Route du Liban Rotta del Libano
Jean-Marie Vidal: ''Questa Route du Liban si piazza nella linea di tutto quello che provo a fare ogni tanto, organizzare manifestazioni per sviluppare lo spirito marittimo nella mia regione, sviluppare la vela. Poi ci sono due o tre parole che mi fanno vibrare : il Mediterraneo e l'Umanesimo. La Route du Liban risponde a questo obiettivo : usare questa immagine di libertà che abbiamo con il mare e questo spirito di solidarietà che colleghiamo ai marinai – il navigatore, il marinaio è qualcuno che è solidale - per mettere in avanti una causa particolare, la sorte riservata alle minorità etniche nel Medio Oriente.
"Bisogna ricordare che in Egitto, i Copti vengono bruciati nelle loro chiese, in Iraq i Caldei vengono appesi a ganci da macellai e decapitati. Ci sono diverse minorità che sono veramente massacrate e torturate. Non è normale e non se ne parla da noi. Che non sia normale, già è evidente, ma che non se ne parli non va bene. Quindi l'idea è di creare un evento che possa essere abbastanza mediatico – e la vela lo è – per parlarne nella stampa. Non vado sempre d'accordo con la stampa, ma in questo caso può servire a qualcosa parlando della causa delle minorità d'Oriente.''
Sei conosciuto (anche in Italia) per esser stato direttore di regate offshore in Mediterraneo.
"Di formazione professionale sono farmacista ma ho scelto di lavorare nella nautica. Ho iniziato con le regate, transat in solitario, Solitaire du Figaro, diverse edizioni della Transquadra, ho fatto della mia passione un mestiere. Sono diventato direttore di Port Camargue, ho organizzato competizione come il Triangle du Soleil. Sono stato direttore di regata che andavano ad Istanbul o Alessandria. Ho organizzato qualcosa di bello: un periplo del Mediterraneo per la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, a bordo di una barca che ha un nome magnifico: ''Le Don du Vent'' (il dono del vento, ndr).
"A bordo di questa barca di quasi trenta metri abbiamo fatto salire equipaggi di decine di giovani dei quartieri difficili di tutto il Mediterraneo: Palestinesi, Israeliani, Marocchini, Francesi ecc, giovani dai 20 ai 25 anni, tutti persi, in difficoltà socialmente. Questo viaggio è durato tre mesi e sono stati fantastici. Quindi, ogni volta che tornano queste parole Umanesimo e Meditteraneo. E questa regione orientale del Mediterraneo, questo Levante così attraente. Quando sento pronunicare i nomi dei porti che ci sono in Libano, inizio a sognare: Biblo, Sidone, Tiro..."
Parliamo del percorso di questa Rotta del Libano.
"Si parte da Marsiglia il 16 giugno. Scendiamo fino a Bonifaccio. Da lì scivoliamo fino alle isole Lipari dove saremo accolti. Dopo aver passato lo Stretto di Messina andiamo fino al Sud del Peloponneso, cioè Calamata. Da Calamata partiamo verso l'Est della Creta, fino ad Agios Nikolaos (San Nicolo), poi una traversata un pochino più lunga, di 380 miglia fino a Cipro. Cipro, terra di leggende. La mitologia è fantastica, il bagno di Afrodite. Poi rimane una breve traversata per arrivare tutti insieme in Libano."
La Rotta del Libano non è una regata.
"Questo evento non è assolutamente una regata. La prima obbligazione delle barche è di aver un motore per poter quando c'è bonaccia rispettare una tabella di marcia. E' riservato alle barche di più di dieci metri. Non c'è limite superiore, le due barche più grandi iscritte per ora sono lunghe 15 metri, la lunghezza media è di 12,8 metri. Non vogliamo aver troppe barche. Non so se avremmo avuto candidati ma abbiamo deciso che non sarebbero più di trenta. Per ora abbiamo dieci iscritti e venti pre iscritti. Sappiamo che tra i pre iscritti qualcuno rinuncerà.
"Uno dei miei sogni – e a volte si realizzano - sarebbe di aver nella flotta una bandiera spagnola e una italiana. Dico una ma non è il numero non è limitato e ci piacerebbe aver delle barche che vengono da quello parti. Dal lato italiano penso che abbiamo fatto passare l'informazione sulla Rotta del Libano, via la “Confrérie des Frères de la Côte” che è abbastanza sviluppata anche in Italia. Poi conto sugli amici italiani che ho potuto incontrare in diverse competizioni che lancino il passaparola..."
Commenti