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23/10/2021 - 14:37

ESCLUSIVA E COMPLETA PREVIEW SU UNA DELLE REGATE PIU' ATTESE

Transat Jacques Vabre, per fortuna c'è l'Oceano

VIDEO: COSA SUCCEDE A LE HAVRE A TRE GIORNI DALLA PARTENZA - 156 navigatori, 4 classi (Class40, Imoca60, Ocean Fifty e Ultim), 5800 miglia sulla storica rotta del caffè, con passaggio dell'Equatore e risalita finale ai Caraibi... Da Le Havre a Guadalupa, torna la più famosa e ambita transatlantica in doppio - VELISTI COME SCIENZIATI, BARCHE COME BOE E LABORATORI - Ecco chi c'è, con quali barche, chi puo' vincere - ULTIME DA GIANCARLO PEDOTE

 

di Christophe Julliand

 

LE ULTIME DA LE HAVRE

VIDEO DEL GIORNO 3.11

VIDEO DEL GIORNO 2.11

I NAVIGATORI DELLA VELA OCEANICA AL SERVIZIO DELLA RETE GLOBALE DI OSSERVAZIONE METEOROLOGICA-OCEANOGRAFICA (C’E’ ANCHE LA BOA DI GIANCARLO PEDOTE) - In questa transatlantica, sette equipaggi imbarcano boe meteorologiche fornite da Météo France. Attualmente ce ne sono 1.200 alla deriva sugli oceani di tutto il mondo per garantire l'affidabilità dei dati meteorologici giornalieri e molto altro ancora. "Se non avessimo tutte queste osservazioni oceaniche, perderemmo tra il 20 e il 30% delle previsioni", ha affermato Christophe Guillerm, direttore dei sistemi di osservazione presso il Center for Marine Meteorology (CMM). In 2 anni, l'Imoca ha già schierato 15 boe come queste, un aiuto che continua ad ogni regata oceanica. “Abbiamo bisogno di queste boe perché gli oceani sono enormi. Abbiamo dato un contributo da Météo France attraverso 6 Imoca e 1 Class40 che diventano così scienziati!” Gli skipper stessi hanno bisogno di previsioni affidabili per ogni gara per poter trovare le rotte migliori e sperare così di vincere.

IL PROFILER ARGO, VA A FONDO E RISALE, PER MISURARE LA TEMPERATURA DELLA CORRENTE A 200 METRI DI PROFONDITA’ - A bordo di un Imoca ci sarà anche un profiler Argo. Un profiler è uno strumento che scende a 1000 metri, poi va alla deriva per 9 giorni, poi scende a 2000 metri e poi risale. Farà quindi un profilo a 2000 metri in superficie misurando la temperatura e la salinità. “Conosciamo tutti la Corrente del Golfo in superficie, ma ci sono anche correnti in profondità”, spiega Martin Kramp, coordinatore OceanOPS/WMO/IOC-Unesco. "Questi dati sono utili a breve termine per le condizioni meteorologiche quotidiane, a medio termine per anticipare l'insorgenza di fenomeni come El Niño ed El Niña e a lungo termine per valutare i cambiamenti climatici". Dati quindi indispensabili per una migliore conoscenza e anticipazione delle varie perturbazioni meteorologiche sulla Terra.

IMOCA, LA VELA OCEANICA ECOSOSTENIBILE - Lanciati su iniziativa della classe Imoca, questi dispiegamenti di strumenti scientifici coinvolgono le parti interessate nelle regate oceaniche in un approccio partecipativo al servizio della scienza. “Nel gennaio 2020, abbiamo firmato una partnership con il CIO/UNESCO rafforzando la nostra partnership con OceanOPS”, spiega Claire Vayer, corresponsabile per lo sviluppo sostenibile della classe Imoca. “I nostri velisti vedono le evoluzioni e sono desiderosi di poter dare il loro contributo per migliorare la conoscenza dell'ecosistema oceanico, al fine di preservarlo al meglio. Inoltre, durante ogni regata, contattiamo OceanOPS e Météo France per conoscere le attuali esigenze relative alle zone di navigazione che saranno attraversate dalle barche”.

UNA BOA ANCHE SU UN CLASS40 - Quest'anno e per la prima volta, a bordo di un Class40 ci sarà anche una boa. Gli skipper di UP Sailing United for the Planet sono legati a questa campagna e sono lieti di poter dare il loro contributo. "Poter lavorare con i meteorologi è un gesto civico che ci consente di fornire alla comunità dati che saranno utili a tutti noi", afferma Morgane Ursault-Poupon. "È un gesto volontario, non c'è obbligo, ma sarebbe importante che questo gesto diventi normale e che tutti possano aiutare e contribuire alla scienza".

SPAZIO AI LABORATORI DI BORDO - Oltre a ciò, altri skipper portano a bordo dei veri e propri laboratori. Su questa Transat Jacques Vabre e, come negli ultimi due anni, Fabrice Amedeo, raccoglieranno dati di temperatura superficiale, salinità e CO2 tra Le Havre e la Martinica. "Ho installato questo Ocean Pack dopo molte discussioni con Boris Herrmann, che aveva già questo dispositivo a bordo", spiega lo skipper di Nexans - Art & Fenêtres. “Dopo un Vendée Globe di successo nel 2016, avevo bisogno di dare un senso a quello che stavo facendo. L'ex giornalista che ero, che amava andare a scoprire la verità, aveva bisogno di andare a raccogliere dati per la scienza come un esploratore!"

LE 10 BOE METEO SCHIERATE DURANTE LA GARA

Manu Cousin e Alexia Barrier (Gruppo Sétin - 4MyPlanet)

Romain Attanasio e Sébastien Marsset (Fortinet - Best Western)

Stéphane Le Diraison e Didac Costa (Time for Oceans)

Damien Seguin e Benjamin Dutreux (Gruppo Apicil)

Sam Davies & Nicolas Lunven (Iniziative-Coeur)

Giancarlo Pedote & Martin Le Pape (Gruppo Prysmian)

Denis Van Weinhberg & Tanguy Le Turquais (Biarritz Laboratories - No Limit 4 Us)

 

LE ULTIME DA GIANCARLO PEDOTE - Giancarlo sarà in gara con il suo co-skipper Martin Le Pape, e sarà valida come regata selettiva nel caso ci fossero più team qualificati a partecipare al Vendée Globe rispetto ai posti disponibili per parteciparvi. Da qui, l’importanza di portare a termine questa regata.

Nell’ambito del programma europeo E-Surfmar, che presenta tra gli obiettivi principali quello di mantenere 150 boe meteo permanentemente operative nell'Atlantico settentrionale e nell'Artico, Météo France ha chiesto ai partecipanti alla Transat Jacques Vabre di imbarcare alcune nuove nuove boe di monitoraggio e rilasciarle in determinati settori che verranno attraversati durante la regata.

Giancarlo Pedote, che ha basato il suo progetto sportivo a Lorient, in Bretagna, ha subito aderito all’iniziativa, consapevole dell’importanza di questo progetto. La consegna di queste boe, che pesano 22 kilogrammi, è prevista per il 3 novembre al villaggio della Transat Jacques Vabre Normandie Le Havre. Le boe verranno gettate in mare dai diversi team che hanno aderito all’iniziativa con una specifica procedura nel corso della regata. A ciascun team verrà assegnato a sorte un grado di latitudine durante il quale dovranno rilasciare la boa, tra il 10° Nord e il 16° Nord.

Sono contento di poter contribuire a questo progetto di Météo France. La boa che imbarcherò servirà a dare conoscenza non solo ai meteorologi per le previsioni, essenziali per navigare in sicurezza, ma anche ai climatologi, che studiano le dinamiche del clima in periodi di tempo più lunghi e sono così capaci di evidenziare i mutamenti climatici in atto. Si tratta di uno strumento che offre la possibilità di conoscere sempre meglio il nostro pianeta e ciò che sta vivendo. La conoscenza è la base di ogni azione responsabile”, commenta Giancarlo Pedote.

 

UNA JACQUES VABRE MOLTO FEMMINILE - Tre donne hanno già vinto la Transat Jacques Vabre in passato. Saranno 14, quest'anno, a cercare di imitarle. "Sarebbe fantastico vincere", ha detto la ex minista e Ocean Race svizzera Justine Mettraux, che si imbarca con Simon Fisher a bordo della 11th Hour Racing - Alaka'i, una barca che potrebbe creare qualche sorpresa agli Imoca. Ma, sullo stato più generale della componente femminile delle regate oceaniche, ammette: "c'è ancora del lavoro da fare per incoraggiare le donne in questo sport, ma se vinciamo quest'anno ciò consentirebbe di dimostrare che è possibile correre in un equipaggio misto e dare più fiducia alle altre donne”.

EQUIPAGGI 100% FEMMINILI IN CLASS40 - Le 14 donne iscritte - sui 156 velisti al via - sono iscritte in Class40 e Imoca. "Significa che è un po' femminilizzata, è una dinamica che incoraggiamo e che deve essere portata avanti, a poco a poco ci saranno più donne al via di gare come questa", si augura l’ex minitransat Amélie Grassi, al timone di La Boulangère Bio (Class40), uno sponsor molto coinvolto in questo movimento. "Il mio partner porta un messaggio importante, Du Temps pour Soi, che incoraggia le donne e le supporta nella realizzazione di progetti sportivi come il nostro".

E Amélie Grassi ha proseguito: "questo è un obiettivo che cerchiamo con il progetto, creare troupe Con Marie Riou, Amelie forma una delle tre coppie di donne impegnate nella gara, le tre della Class40. È il caso anche di Morgane Ursault-Poupon e Julia Virat su UP Sailing, e delle gemelle Julia e Jeanne Courtois, che partono per la prima volta in questa regata transatlantica. Sono le vincitrici del programma "Cap pour Elle", promosso da TJV e Saint-James, volto a incoraggiare nuovi equipaggi femminili. Prendendo il via, assolvono già ad un primo obiettivo: "ovviamente il fatto che sia una gara in due ci sta bene, ma al di là di questo, poter dire che saremo al via di questo mitico evento è stato un sogno da quando avevamo 10 anni".

3 DONNE GIÀ VITTORIOSE... DI CUI 2 INGLESI - Undici delle quattordici donne di questa TJV sono francesi, alcune delle quali già note al grande pubblico, come Marie Tabarly o Alexia Barrier in classe Imoca, ma ci sono anche una svizzera-canadese, Melodie Schaffer, e una britannica, Samantha Davies... Le inglesi hanno già brillato in gara: Miranda Merron ed Emma Richards hanno vinto nel 1999, mentre solo una francese ha vinto, Karine Fauconnier nel 2007. Sulla sua Imoca Initiatives-Coeur, Sam Davies parte con la sua settima TJV, e pensa che il format di questa regata la renda un trampolino di lancio perfetto per i futuri velisti: "è una regata in due, e quindi un'opportunità per le donne che non hanno molta esperienza per fare un oceano, inoltre ci sono molti skipper esperti già interessati alle coppie miste”.

Julia e Jeanne Courtois, gemelle oceaniche

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PREVIEW - Domenica 7 novembre la partenza alle ore 13.27 a Le Havre, principale porto della Normandia sull’estuario della Senna. Questo è da tradizione. La novità è che non si va più in Brasile, l’arrivo è previsto a Fort de France in Martinica. Altra novità non c’un percorso unico ma tre percorsi diversi per le quattro classi ammesse (Ultim, Imoca, Ocean Fifty e Class 40).

5 equipaggi iscritti nella classe Ultim. Assenti nella scorsa edizione della rotta del caffè, tornano i giganti! Particolarmente atteso l’esordio in regata lunga di SVR Lazertigue, il nuovo gioiello di François Gabart che parte per questa  transat con il giovane Tom Laperche e dovrà vedersela con i più rodati Banque Populaire dello skipper Armel Le Cleac’h, Gitana di Cammas e Caudrelier, Sodebo di Thomas Coville e Actual di Yves Le Blevec. 

7 equipaggi iscritti nella categoria degli Ocean Fifty (ex Multi 50, trimarani di 15 metri). 

46 iscritti in Class 40, tra cui Andrea Fantini a bordo di Guidi con Charles Louis Mourruau. Nella più numerosa delle classi ammesse, ci sono tutti gli specialisti tra cui una decina di equipaggi che possono pretendere alla vittoria. 

23 iscritti nella classe IMOCA, il ritorno alle regate lunghe degli eroi del Vendée Globe 2020 tra cui Giancarlo Pedote a bordo di Prysmian Group con il giovane francese Martin Le Pape. E l’inizio della preparazione per il Vendée Globe 2024  

I PERCORSI

I trimarani giganti della Class Ultim (32 metri) dovranno completare il percorso più lungo (7.500 miglia in totale). Raggiungeranno Fort de France in Martinica dopo aver doppiato l’isola Trindade al largo di Rio de Janeiro. Significa dover attraversare i doldrums due volte e negoziare gli alisei al traverso nella risalita dopo Rio. L’arrivo degli astronavi della classe Ultim in Martinica è ipotizzato dopo 16-17 giorni di navigazione. 

Anche i monoscafi di 60 piedi della classe IMOCA e i trimarani di 50 piedi della classe Ocean Fifty, dovranno tagliare due volte l’equatore e quindi attraversare i doldrumse. Ma non scenderanno a sud quanto i giganti della classe Ultim, andranno a virare l’isola di Fernando de Noronha prima di mettere le prue verso i Caraibi. Un percorso di 5.800 miglia che gli Ocean Fifty potrebbero completare in 12/15 giorni, contro 14/17 giorni per gli IMOCA. 

Per quanto riguarda i più piccoli e meno veloci Class 40 (monoscafi di 40 piedi, ovvero poco più di 12 metri ) il percorso è meno impegnativo, non c’è il cambio di emisfero ma una classica traversata dell’Atlantico dopo un passaggio alle isole di Capo Verde: un totale di 4.600 miglia che potrebbero essere completate in 17/22 giorni.

Rispetto alle edizioni precedenti, l’obiettivo degli organizzatori con questa scelta di lanciare la flotta su tre percorsi diversi è quella di concentrare gli arrivi a Fort de France dove l’equipaggio che arriverà per primo non sarà necessariamente a bordo della barca più grande quindi più veloce. Buona idea o utopia? Dipenderà ovviamente molto dalle condizioni meteo incontrate, in particolare nella prima parte del percorso. L’uscita della Manica e la traversata della Biscaglia sono spesso movimentate a novembre e possono rappresentare una prima vera difficoltà.

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