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14/11/2013 - 19:17

Rolex ISAF Sailor of the Year 2013 in Oman

Velisti dell'anno,
il trionfo del 470!

L’australiano Matthew Belcher e le kiwi Jo Aleh e Olivia Powrie, oro olimpico e iridati della classe 470, sono i nuovi Rolex ISAF Sailor of the Year per il 2013. Trionfa la vela olimpica (guarda tutte le nomination, c’è anche oceano, Kite, vela sociale), e in particolare una barca... In uscita un libro sulla Classe 470
 
 
La festa, un po’ mondana, un po’ kitsch, un po’ poliglotta, molto omaniana, tra rocce colorate e caldo equatoriale da starsene sbracciati, la festa dell’ISAF e della Rolex, l’appuntamento che incorona ogni 12 mesi il velista e la velista dell’anno, ha ancora una volta premiato il core-business della ditta: la vela olimpica.
 
Welcome to the 2013 Rolex ISAF Sailor of the Year. In campo maschile ha vinto l’australiano Matthew Belcher, due volte medaglia d’oro ai Giochi con prodieri diversi (e quindi esclusi dal premio, diciamo che fanno a metà) e pluricampione del mondo, il cui vero mentore – che alla serata non mancava – è il coach ucraino Victor Kovalenko, il mago delle medaglie australiane). In campo femminile due neozelandesi: Jo Aleh e Olivia “Polly” Powrie, medaglia d’oro a Londra 2012 e campionesse del mondo.
 
Cosa hanno in comune i tre Velisti dell’Anno ISAF Rolex? La vela olimpica, certo, ma soprattutto una barca. La barca: il 470, doppio intramontabile che anzi vive una seconda giovinezza, e adesso che non c’è più la Star sembra destinata a diventare il simbolo anche storico della vela a cinque cerchi. Il denominatore comune dei velisti del 2013 è di veleggiare sul 470. Mica poco, e neanche un caso, specie considerando la rosa delle nomination. C’erano campioni di match racing come Ian Williams (GBR), eroi della vela oceanica come Francois Gabart FRA, (il vincitore del Vendée Globe), simboli di sport emergenti come il kiteboarder Johnny Heineken (USA), e stuntman della vela come il recordman di velocità Paul Larsen (AUS), a 60 nodi con il proa Vestas Sailrocket 2…

E in campo femminile c’era una specialista dell’altura in monotipi come Deneen Demourkas (USA), tre mondiali Farr 30 di seguito (mah…), la versione femminile della famiglia kiteboard con Erika Heineken (USA), e soprattutto l’eroina di casa, l’omaniana Raiya Al Habsi, prima donna del suo paese a partecipare al mitico Rolex Fastnet.

I quattroesettantisti neo velisti dell’anno l’hanno presa bene, da sportivi e olimpionici. Eleganti, raggianti, giovani, pronti alla corsa a Rio 2016. Matthew era già stato nominato nel 2010 e 2012, e stavolta ha vinto. “Un grande onore, significa molto per me. E' fenomenale essere il velista mondiale dell’anno, un riconoscimento per gli sforzi di questi anni. Nella storia del premio, Belcher è il primo 470ista a vincere il premio. E nella serata è stato seguito da altre due (anche se in campo femminile c’era stata in passato Sophia Bekatorou). Ha raccontato la scelta di continuare dopo l’oro di Londra: “Con Malcolm Page, il mio prodiere, ci siamo fermati per un po’, siamo stati in famiglia, avevamo bisogno di riposo. E’ stata una scelta improvvisa la sfida a Rio, e Malcolm ha preferito scendere. Quando ho iniziato con Will Ryan, il nuovo prodiere, non avrei mai pensato di vincere subito il primo mondiale! Credo che questo vada a merito della piattaforma di preparazione usata in Australia, che consente anche di cambiare equipaggio.” Matthew è sposato a una velista tedesca (le coppie olimpiche cominciano a moltiplicarsi).

Sul coach Kovalenko, Belcher ha detto: “Da 14 anni Victor è per me una guida nella direzione giysta, sia nella mia carriera velica che nella vita privata. Tra noi c’è una profonda amicizia e stima”. E lui, Victor, ha aggiunto: “Ho visto Matthew in questi anni, l’ho seguito negli studi, nello sport, nella preparazione, sotto pressione, nella vita normale, parlare alla gente. E’ una bella persona, umile, equilibrata, merita questo riconoscimento”.
Quanto a Jo e Polly, si sono dette sorprese del titolo: “Siamo onorate di essere finite in nomination, e adesso è arrivato il premio. Non abbiamo vinto da sole, c’è un grande lavoro di squadra dietro i nostri risultati”, ha detto Jo, che si è appassionata alla vela guardando la Coppa America vinta da Team New Zealand nel 1995, e ha poi vinto in 420, Laser Radial (settima a Pechino 2008) e 470. A Rio 2016 saranno le defender: “Abbiamo le selezioni olimpiche nel 2014, e questo è il nostro massimo obiettivo.”

Il trionfo del 470 in entrambe le categorie proprio nell’anno in cui la classe compie 50 anni è qualcosa di memorabile. E tra pochi giorni, con tempismo perfetto, in Italia sarà presentato un libro, edito da Nutrimenti, tutto dedicato a questa straordinaria deriva a vela che ha fatto davvero la storia.
 

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