La Spezia può attendere
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Vela a ottobre
c'è solo Genova
c'è solo Genova
Le ipotesi alternative (prima Marina Aeroporto, poi La Spezia) sono definitivamente tramontate. Tra veti, politica, riunioni segrete e ipotesi futuribili. I visitatori troveranno le barche a vela al salone di Genova (si spera tante). Ma molte questioni restano aperte...
Cronaca di una gestione dissennata e illusoria del problema-vela nella nautica italiana. Finisce con una poco trionfale marcia indietro la breve stagione dei cosiddetti "dissidenti" della vela ai quali sono state fatte vagheggiare ipotesi espositive alternative al salone nautico di Genova. Cerchiamo di fare ordine (la "comunicazione" è stata uno dei punti deboli della vicenda), e di dare le notizie che contano, tanto alla massa (si spera) di visitatori pronti a girovagare tra i saloni nautici d'autunno in cerca di barche a vela, quanto agli operatori, che negli ultimi tempi complice la grave crisi economica sono stati un po' sballottati da una parte all'altra.
1. Il salone "alternativo" della vela non si farà. Nè a Marina Aeroporto, nè a La Spezia. Purtroppo, mentre la notizia data per "ufficiale" di una esposizione di vele all'Arsenale di La Spezia dal 4 all'8 ottobre era stata diffusa con una certa penetrazione, i successivi aggiornamenti, a partire proprio dall'annullamento di quelle date, sono rimasti piuttosto nascosti in comunicati stampa diffusi col contagocce, e poche news sono uscite su siti liguri e molto specialistici. Anche i siti di vela che tanto avevano soffiato sulle vele dissidenti, si sono dimenticati di dare le ultime notizie. Seri.
2. La vela dunque sarà tutta al salone di Genova, con Fiera e Ucina che, anche sotto la spinta delle rivendicazioni (alcune delle quali, indendiamoci: sacrosante) dei dissidenti, hanno fatto concessioni, rivisto il lay-out del salone con vantaggi di un certo peso per la vela. L'area "Mondoinvela", rispetto agli anni precedenti non è più confinata alla periferia del quartiere fieristico, ma è centrale, con aree coperte (non da tende come in passato) e barche in banchina nella zona centrale del Marina Fiera di Genova. Sui costi di esposizione le posizioni sono rimaste piuttosto distanti e questo ha lasciato freddezza in molti espositori, che sono stati indotti a seguire le "sirene" delle esposizioni alternative... Quante vele e quante aziende della vela saranno a Genova, dopo quanto è accaduto? C'è chi davvero non riesce, causa crisi, a investire in una promozione come la presenza al salone. C'è chi sperava negli sconti alternativi e sta facendo i suoi conti. C'è chi alla fine rientrerà nei ranghi.
3. Chi informa e tiene uniti gli operatori della vela, chi comunica la vela nella nautica in Italia? Questo punto è delicato, perchè la vicenda nelle conclusioni attuali dimostra che il settore continua a non essere affatto rappresentato. La parabola di Vela & Vela (dalla "visione" di Gennaro Coretti al salone di Porto San Rocco, ben connotato e mai rivale di Genova, fino alle accelerazioni imposte dai "falchi" negli ultimi mesi) impone adesso una revisione profonda dei programmi, delle idee, delle prospettive. Legate al punto successivo.
4. Gli "accordi" tra Genova, La Spezia, Ucina, Marina Militare, Camera di Commercio di La Spezia, Istituzioni della Liguria... Come noto, le varie iniziative intraprese dai dissidenti, dal Marina Aeroporto a La Spezia, sono state puntualmente e pesantemente osteggiate da Ucina, Fiera di Genova, Comune, Provincia e Regione Liguria, in tutte le sedi opportune. Una potenza di fuoco che la dice lunga sull'entità della minaccia, più o meno consapevolmente messa in piedi dal gruppo di aziende della diaspora velica. L'ultimo atto, quasi a Ferragosto, per chiudere definitivamente le velleità della mostra all'Arsenale, si è consumato a margine di una lunga riunione alla CCIA di La Spezia, tra la presidente della Fiera di Genova, Sara Armella, gli assessori regionali Angelo Berlangieri (Turismo)e Raffaella Paita Infrastrutture), la presidente di Ucina,Marina Stella, il presidente e il direttore della Camera di commercio spezzina, Gianfranco Bianchi e Stefano Senese. La bozza di accordo che ne è emersa prevede il riconoscimento dell’autonomia de La Spezia nell’organizzare eventi nel settore della vela, ma sempre "in collaborazione con Ucina, Fiera di Genova e Regione"; impegno, da parte delle istituzioni spezzine, affinché non si creino sovrapposizioni strumentali tra le iniziative organizzate nelle due città nel comparto nautico.
5. Quali ipotesi concrete sul tappeto? Si parla di: a) una iniziativa post-salone 2012, da realizzare a La Spezia in concomitanza con l'evento elezione barca europea dell'anno; l'iniziativa sarà caratterizzata dalla possibilità di fare provare le barche ai clienti: le date, dal 19 Ottobre al 23 Ottobre. Porto ospitante: Porto Mirabello. Possibile presentazione al salone di Genova. Un evento in più: chi avrà la forza di partecipare? Ci sarà chi non farà Genova per fare La Spezia due settimane dopo? Con quanti espositori?
b) Per il 2013 si ipotizza addirittura un Salone Internazionale dedicato interamente alla Vela, a La Spezia, dal 26 al 30 Settembre (in mezzo al gorgo tra i saloni francesi e quello genovese...). Per non lasciare che siano solo parole, Vela & Vela avrebbe chiesto un contributo alle Istituzioni regionali liguri in grado di garantire un adeguata partenza di una iniziativa nuova, che dovrà essere parte integrante del progetto Liguria Regione del Mare. Ma intanto si riserva la possibilità di andare a esporre altrove. Insomma la confusione continua.
6. Chi e come può fare uscire la vela da questa confusione? Chi può fare in modo che le "parole" e le "bozze di accordo" tra istituzioni politiche o economiche così "liquide" come le parti in causa, si traducano in fatti reali, a vantaggio di aziende e imprenditori della vela, e di conseguenza degli utenti? La linea di questa testata resta quella della necessità di realizzare e nel caso imporre una presenza e una rappresentatività reale del settore della vela dentro alla Confindustria nautica. Da parte sua Ucina non può illudersi di risolvere volta per volta la "questione-vela" a colpi di veti e guerre politiche, alla lunga sarebbe suicida, la vela serve troppo alla nautica italiana per rischiare di perderla. Serve una svolta anche ideale, e servono le persone giuste per condurla.
Cronaca di una gestione dissennata e illusoria del problema-vela nella nautica italiana. Finisce con una poco trionfale marcia indietro la breve stagione dei cosiddetti "dissidenti" della vela ai quali sono state fatte vagheggiare ipotesi espositive alternative al salone nautico di Genova. Cerchiamo di fare ordine (la "comunicazione" è stata uno dei punti deboli della vicenda), e di dare le notizie che contano, tanto alla massa (si spera) di visitatori pronti a girovagare tra i saloni nautici d'autunno in cerca di barche a vela, quanto agli operatori, che negli ultimi tempi complice la grave crisi economica sono stati un po' sballottati da una parte all'altra.
1. Il salone "alternativo" della vela non si farà. Nè a Marina Aeroporto, nè a La Spezia. Purtroppo, mentre la notizia data per "ufficiale" di una esposizione di vele all'Arsenale di La Spezia dal 4 all'8 ottobre era stata diffusa con una certa penetrazione, i successivi aggiornamenti, a partire proprio dall'annullamento di quelle date, sono rimasti piuttosto nascosti in comunicati stampa diffusi col contagocce, e poche news sono uscite su siti liguri e molto specialistici. Anche i siti di vela che tanto avevano soffiato sulle vele dissidenti, si sono dimenticati di dare le ultime notizie. Seri.
2. La vela dunque sarà tutta al salone di Genova, con Fiera e Ucina che, anche sotto la spinta delle rivendicazioni (alcune delle quali, indendiamoci: sacrosante) dei dissidenti, hanno fatto concessioni, rivisto il lay-out del salone con vantaggi di un certo peso per la vela. L'area "Mondoinvela", rispetto agli anni precedenti non è più confinata alla periferia del quartiere fieristico, ma è centrale, con aree coperte (non da tende come in passato) e barche in banchina nella zona centrale del Marina Fiera di Genova. Sui costi di esposizione le posizioni sono rimaste piuttosto distanti e questo ha lasciato freddezza in molti espositori, che sono stati indotti a seguire le "sirene" delle esposizioni alternative... Quante vele e quante aziende della vela saranno a Genova, dopo quanto è accaduto? C'è chi davvero non riesce, causa crisi, a investire in una promozione come la presenza al salone. C'è chi sperava negli sconti alternativi e sta facendo i suoi conti. C'è chi alla fine rientrerà nei ranghi.
3. Chi informa e tiene uniti gli operatori della vela, chi comunica la vela nella nautica in Italia? Questo punto è delicato, perchè la vicenda nelle conclusioni attuali dimostra che il settore continua a non essere affatto rappresentato. La parabola di Vela & Vela (dalla "visione" di Gennaro Coretti al salone di Porto San Rocco, ben connotato e mai rivale di Genova, fino alle accelerazioni imposte dai "falchi" negli ultimi mesi) impone adesso una revisione profonda dei programmi, delle idee, delle prospettive. Legate al punto successivo.
4. Gli "accordi" tra Genova, La Spezia, Ucina, Marina Militare, Camera di Commercio di La Spezia, Istituzioni della Liguria... Come noto, le varie iniziative intraprese dai dissidenti, dal Marina Aeroporto a La Spezia, sono state puntualmente e pesantemente osteggiate da Ucina, Fiera di Genova, Comune, Provincia e Regione Liguria, in tutte le sedi opportune. Una potenza di fuoco che la dice lunga sull'entità della minaccia, più o meno consapevolmente messa in piedi dal gruppo di aziende della diaspora velica. L'ultimo atto, quasi a Ferragosto, per chiudere definitivamente le velleità della mostra all'Arsenale, si è consumato a margine di una lunga riunione alla CCIA di La Spezia, tra la presidente della Fiera di Genova, Sara Armella, gli assessori regionali Angelo Berlangieri (Turismo)e Raffaella Paita Infrastrutture), la presidente di Ucina,Marina Stella, il presidente e il direttore della Camera di commercio spezzina, Gianfranco Bianchi e Stefano Senese. La bozza di accordo che ne è emersa prevede il riconoscimento dell’autonomia de La Spezia nell’organizzare eventi nel settore della vela, ma sempre "in collaborazione con Ucina, Fiera di Genova e Regione"; impegno, da parte delle istituzioni spezzine, affinché non si creino sovrapposizioni strumentali tra le iniziative organizzate nelle due città nel comparto nautico.
5. Quali ipotesi concrete sul tappeto? Si parla di: a) una iniziativa post-salone 2012, da realizzare a La Spezia in concomitanza con l'evento elezione barca europea dell'anno; l'iniziativa sarà caratterizzata dalla possibilità di fare provare le barche ai clienti: le date, dal 19 Ottobre al 23 Ottobre. Porto ospitante: Porto Mirabello. Possibile presentazione al salone di Genova. Un evento in più: chi avrà la forza di partecipare? Ci sarà chi non farà Genova per fare La Spezia due settimane dopo? Con quanti espositori?
b) Per il 2013 si ipotizza addirittura un Salone Internazionale dedicato interamente alla Vela, a La Spezia, dal 26 al 30 Settembre (in mezzo al gorgo tra i saloni francesi e quello genovese...). Per non lasciare che siano solo parole, Vela & Vela avrebbe chiesto un contributo alle Istituzioni regionali liguri in grado di garantire un adeguata partenza di una iniziativa nuova, che dovrà essere parte integrante del progetto Liguria Regione del Mare. Ma intanto si riserva la possibilità di andare a esporre altrove. Insomma la confusione continua.
6. Chi e come può fare uscire la vela da questa confusione? Chi può fare in modo che le "parole" e le "bozze di accordo" tra istituzioni politiche o economiche così "liquide" come le parti in causa, si traducano in fatti reali, a vantaggio di aziende e imprenditori della vela, e di conseguenza degli utenti? La linea di questa testata resta quella della necessità di realizzare e nel caso imporre una presenza e una rappresentatività reale del settore della vela dentro alla Confindustria nautica. Da parte sua Ucina non può illudersi di risolvere volta per volta la "questione-vela" a colpi di veti e guerre politiche, alla lunga sarebbe suicida, la vela serve troppo alla nautica italiana per rischiare di perderla. Serve una svolta anche ideale, e servono le persone giuste per condurla.
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