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02/11/2016 - 15:29

Il mare racconta

Un'isola, un Optimist
tra coraggio e cuore

(Da Bordreporter.com - di Andreas Ryll) Storia di Andronikos, 15 anni, che sta compiendo il giro dell'isola di Lesbo in Optimist per sensibilizzare tutti sul problema dei profughi e rifugiati, sostenendo una associazione non-profit tedesca


Si dice che la vela contiene tanti valori e tanti messaggi, che l'avventura e il mare possono amplificare. Se poi a compiere l'impresa è un ragazzino di 15 anni, la storia acquista contorni ancora più significativi. Ecco la storia di Andronikos, giovanissimo velista sta circumnavigando l'isola greca di Lesbos con un Optimist per portare alla luce il dramma dei rifugiati e sostenere l’organizzazione non-profit tedesca “Jugend Rettet” (Gioventù Soccorre) impegnata nel salvataggio nel Mar Mediterraneo. Lunedì 31 ottobre é iniziato il suo viaggio coraggioso a Molyvos, sulla costa settentrionale dell’isola. Il giornalista tedesco Andreas Ryll, che risiede da anni in Italia e da vita al blog di mare e di vela bordreporter.com, ha parlato con lui prima della sua partenza.

(Brani tratti dal post su Bordreporter.com - di Andreas Ryll - versione completa: http://www.bordreporter.com/021116/)
“Qualsiasi persona in pericolo in mare deve essere soccorsa” sono le prime parole che ha pronunciato, ma chi è questo ragazzo e cosa lo ha spinto a questa azione coraggiosa. Mi chiamo Andronikos, ho 15 anni e sono greco. Attualmente vivo in Germania perché studio nel collegio internazionale di Landheim Schondorf in Baviera. La famiglia di mio padre appartiene all’isola di Lesbos da molte generazioni mentre la famiglia di mia madre è emigrata dall’Asia Minore a Lesbos 1922."

Com’è nato il tuo rapporto con la Germania?
"Mia madre ha studiato farmacologia a Francoforte ed in quel periodo le mie due sorelle maggiori, Melina e Janina, hanno frequentato la scuola elementare in Germania. Al rientro hanno frequentato la Scuola Tedesca ad Atene. In seguito sono tornate in Germania per motivi di studi universitari ed oggi vivono e lavorano in Germania. Anch’io ho frequentato la Scuola Tedesca di Atene fino al quinto anno delle elementari e dopo – come ho già detto – sono andato in una scuola media in Germania."

Come è trattata la questione della “crisi dei profughi” nella tua scuola?
Credo che oggi tutti conoscano l’argomento dal momento che quasi tutti nella mia generazione hanno un telefono cellulare o possiedono una connessione ad internet. Quindi direi che tutti possono essere adeguatamente informati sull’attualità. Penso che ci siano due possibilità: o resti indifferente o dai vita a delle vere azioni. Io ho sentito il bisogno di agire."

(...) Che cosa ti ha spinto ad affrontare questo viaggio e come è nata l’idea di questa missione?
In realtà non ho programmato nulla. L’anno scorso ho trascorso le mie vacanze estive a Lesbos e subito mi sono reso conto di cosa stava succedendo a livello sociale. Così ho deciso di girare un cortometraggio per mostrare la reale situazione dell’isola. Al mio ritorno in Germania, l’ex direttore della scuola media di Salem, il signor Häusler, mi ha messo in contatto con Jugend Rettet (...) Quindi ho cominciato a pensare su come avrei potuto aiutarli e mi è venuto l’idea della circumnavigazione dell’Isola di Lesbos in barca a vela. 

Che cosa significa l’avventura per te?
Deve essere qualcosa di straordinario. Non qualcosa come ad esempio giocare a calcio che posso fare tutti i giorni, e dovrebbe anche essere qualcosa – direi – che includa il pericolo."

(...) Quali località fanno parte delle tue soste durante la circumnavigazione?
Partiremo da Molyvos nel nord di Lesbos. Sono previste soste a Sigri, Scanja, Plomari. Tutte le altre località della circumnavigazione sono ancora da decidere. Questa scelta dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche." 

Chi ti sostiene sul posto?
Ho il sostegno da parte del club di vela “Alternative Sailing” di Molyvos, guidato dallo skipper George Malakos e dell’insegnante di vela Niko Parindas che mi accompagna in questo viaggio. Con loro ho preparato questa circumnavigazione. Naturalmente in questo viaggio mia madre mi accompagnerà da terra."

Come si può seguire la tua circumnavigazione?
Attraverso il sito web e la pagina Facebook di Jugend Rettet sulla quale è anche possibile fare una donazione per sostenerci. Ho anche un account di Facebook su cui per il momento non ho ancora postato nulla ma che ospiterà certamente delle immagini del mio viaggio.

(...) Per questa circumnavigazione userai un Optimist, un piccolo monoscafo di 2,30 metri di lunghezza e 1,13 metri di larghezza. Qual’ è la lunghezza della rotta?
Con il mio Optimist affronterò un percorso di circa 200 miglia nautiche che sono circa 320 chilometri. Se tutto procede come pianificato, dovrei impegnare 10 giorni per la circumnavigazione, ovviamente considerando le condizioni meteorologiche e di vento.

In questi 10 giorni ti fermerai in luoghi diversi e cosa è previsto durante queste soste?
Vorrei concentrarmi sui luoghi dove i rifugiati sono annegati. Durante le soste mi fermerò nelle località che ospitano profughi e rifugiati per poter raccogliere le loro testimonianze ed insieme organizzeremo anche delle attività per rafforzare il senso di comunità. Inoltre incontrerò gli abitanti delle varie località e parleremo dell’attuale situazione. Ho anche intenzione di fermarmi due giorni in un campo profughi e rimanere lì con la mia tenda. Mi accompagnerà un cameraman e così potrò mostrare ciò che ho visto durante il mio viaggio.

Quando hai iniziato con la vela?
Pratico lo sport velico dall’età di sei anni ed ho iniziato con l’Optimist. Sono stato parte della squadra dell’associazione velica di Olympiakos Pireo. Fino a tre anni fa ho partecipato anche a regate e competizioni nazionali ed internazionali. Teoricamente avrei anche l’esperienza per veleggiare con una barca più grande ma il mio peso corporeo di 40 chili, attualmente, mi permette solo di usare un dinghy, com l’Optimist.

Jugend Rettet 
L’organizzazione privata e non-profit Jugend Rettet è stata fondata da un gruppo di studenti provenienti dalla Germania. Con un crowdfunding hanno acquistato nel maggio di quest’anno un peschereccio olandese, adeguandolo per le esigenze di una nave di salvataggio. Hanno riunito un equipaggio di 11 membri, tra cui un capitano, un Primo Ufficiale, un Macchinista ed un Medico di bordo, preparandosi per una navigazione e permanenza di sei mesi nel Mar Mediterraneo. Da luglio 2016, “Iuventa” ha già salvato oltre 4.000 di vite. Solo nell’ultimo intervento sulla costa libica l’equipaggio in di sole due settimane ha salvato 436 persone provenienti da gommoni e barche in legno abbandonati in mare e consegnato i rifugiati alle autorità della guardia costiera italiana. 

www.bordreporter.com/021116/








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