Classe per classe
Un ambiente che funziona: il 420
Chi sono veliste e velisti del 420? Perchè questa "vecchia" classe continua ad avere numeri in crescita? Cosa pensano della vela (e del loro futuro) i 420isti? La nostra analisi al Trofeo Uniqua di Torbole
di Francesca Frazza
Prosegue nel vivo la stagione delle regate sul lago di Garda. Siamo passati dalle cinghie dei Laser, passando per quella poppa del Sig. Robert Scheidt, alla velocità unica e spettacolare degli iQFOiL. Ora spostiamo l’obiettivo sulla classe 420 e sul Trofeo Uniqua, ultima occasione per i regatanti di strappare un biglietto per il Campionato del Mondo, quest’anno ospitato dall’Ungheria.
Settantaquattro imbarcazioni e due soli biglietti di andata in palio. Ultima chance quindi per chi ancora non si era selezionato tramite ranking nazionale e i due biglietti, assegnati ai vincitori di categoria, attendevano i nominativi. Il lago non ha mancato di fare i capricci e d’altronde si sa, giugno è quel periodo dell’anno un po' incerto dove un giorno il vento da sud spara venticinque nodi, il giorno seguente il caldo afoso può bloccare tutto e l’unica certezza quotidiana è la pioggia. I temporali scendono inesorabili dalle valli dietro al lago e l’appuntamento giornaliero con l’acqua è sacro e puntuale.
Come si suol dire “acqua sopra, acqua sotto”, ma dopo anni passati a sviluppare le branchie come i pesci non ci si fa quasi più caso, se non fosse che le carte in tavolo, a causa del tempo incerto, vengono cambiate spesso. “Un terno al lotto” lo hanno definito Luca Taglialegne e Silvia Versolatto (Società Velica Barcola e Grignano), ad oggi i leader indiscussi della ranking nazionale, dopo il primo lungo e grigio giorno di regata. Il campo, messo così a nord del lago, non ha smesso di stupire, con la prima boa di bolina quasi sempre posizionata a metà strada tra il buono di destra e quello di sinistra. Ci si domanda se il destro durerà fino alla boa o se i 160 gradi di sinistro avranno la meglio e la tensione su quella boa è sempre stata a mille, soprattutto per i numerosi allenatori che seguivano le regate dal gommone.
Bizze del tempo a parte, bisogna riconoscere che il 420 è una bella classe. (Non a caso Saily la segue con affetto e da vicino da anni ed è stato a lungo media partner, rapporto interrotto quest’anno speriamo solo provvisoriamente!) Quando passi con il gommone i timonieri cinghiano, i prodieri si stendono dritti al trapezio, gli spinnaker colorati salgono veloci. All’arrivo qualcuno si scambia un sorriso, qualcuno si batte il cinque e si da delle pacche sulla spalla ed è bello vedere ragazzi così giovani collaborare con il compagno di barca e lavorare come un unicum. Con gli ultimi due pass in palio, poi, le battaglie sono state molto tirate fino all’ultima prova e le regate sono state davvero entusiasmanti da seguire.
Ho chiesto agli atleti perché abbiano scelto questa classe. Ricordiamo che la classe 420 rappresenta un punto cruciale per il passaggio dall’Optimist alle classi Olimpiche, in particolare è la classe formativa perfetta per chi volesse passare al 470.
I primi che mi rispondono sono Livia Ciampinelli e Andrea Bianucci (Circolo Velico Antignano): “Prima di tutto ci piace l’ambiente, questo è poco ma sicuro. La barca in generale è tecnica e permette di combinare insieme tattica, strategia e le regolazioni della barca, che sono sempre diverse a seconda delle diverse condizioni. È interessante anche imparare a conoscere la barca”.
In effetti Livia ha ragione, qui al Trofeo Uniqua ho trovato una classe composta da ragazzi competitivi, seri e dal comportamento, sia in acqua che a terra, ineccepibile. Ca va sans dire che l’ambiente di lavoro è stato straordinario. Sempre sugli stessi toni mi rispondo anche Leonardo Centuori e Nicolò Coslovich (Società Nautica Pietas Julia), i vincitori assoluti di questa competizione: “Ci piace la competitività della classe. Poi è una barca veloce, una bella barca tecnica. L’ambiente è sereno. Siamo in tanti, è proprio bello.”
Come si vedono nel futuro i giovani del 420, è un’altra storia. Qualcuno ha già gli occhi puntati sulla classe olimpica, più precisamente sul 470, soprattutto chi ha intrapreso il percorso “misto” già da questa classe giovanile. Qualcuno è incerto sul da farsi e altri hanno in testa solo l’ambito Mondiale in Ungheria, che si disputerà su un altro lago, il lago Balaton, un campo di regata difficile così come sono estremamente complicati tutti quei campi settati nei laghi Mitteleuropei. Ogni luogo ha le sue particolarità e la specialità dei laghi in questione è quella di servire salti di vento consistenti senza un’apparente logica. A meno che non ci trovi in periodo di perturbazioni, ma queste questioni verranno trattate un’altra volta. Non sono sorpresa che le risposte non siano state tutte uguali e che la maggior parte delle visioni non siano improntate in prospettiva della classe olimpica e dei cinque cerchi. Quando sei così giovane le Olimpiadi sono lontane e io penso che in fondo sia giusto così ed è bello che la classe 420 riesca ad offrire ai suoi atleti un clima di lavoro sereno e di costante crescita.
Ci lasciamo dunque con questa regata e rientriamo in classe olimpica con i protagonisti della Allianz Regatta, appena conclusasi nelle acque del Merkatmeer, in Olanda.
Non mancate!
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